‘State con Hong Kong': l'appello dei manifestanti ai leader del G20 pubblicato sui principali quotidiani internazionali

La manifestazione per richiamare l'attenzione dei leader del G20 su Hong Kong. Foto: Ng Tin Hung / Civil Human Right Front.

Il seguente articolo è stato originariamente scritto da Jennifer Creery e pubblicato [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] da Hong Kong Free Press il 28 giugno 2019. La seguente versione modificata viene ripubblicata su Global Voices grazie ad un accordo per la condivsione dei contenuti.

Il 28 giugno, proprio mentre stava per iniziare il vertice, un appello che chiedeva ai leader G20 di occuparsi della crisi di Hong Kong, innescata dalla legge sull’ estradizione, è apparso su più di 10 giornali internazionali.

Nonostante Pechino avesse affermato chiaramente che non avrebbe permesso discussioni sulla questione riguardante Hong Kong, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha affrontato l'argomento con il presidente cinese Xi Jingping durante il primo giorno dell'incontro tra i leader mondiali, sottolineando l'importanza di avere una “Honk Kong libera e aperta” sottto il principio di una Cina due sistemi [it].

Hong Kong è stata scossa da una serie di proteste contro alcuni emendamenti locali proposti nel febbraio 2019, che permettono al governo cittadino di gestire caso per caso le richieste di estradizione da parte delle giurisdizioni senza alcun accordo precedente, in particolare la Cina.

Questi emendamenti permetterebbero al capo dell'esecutivo e ai tribunali locali di trattare le richieste di estradizione senza supervisione legislativa, anche se alcuni commentatori hanno sollevato preoccupazioni per il rischio che i residenti possano essere estradati nella Cina continentale, dove manca un'adeguata tutela dei diritti umani. Il progetto di legge è stato sospeso il 15 giugno, ma non ritirato.

L'annuncio a pagina intera in bianco e nero che chiede ai lettori di “Stare dalla parte di Hong Kong al G20″ è apparso insieme a una lettera aperta sui più importanti giornali internazionali, tra cui New York Times, The Guardian nel Regno Unit, The Japan Times, The Globe and Mail in Canada, il tedesco Süddeutsche Zeitung e The Chosun Ilbo della Corea del Sud.

La pagina con l'inserzione politica. Immagine da HKFP.

La lettera aperta critica la politica di Pechino nei confronti di Hong Kong:

Reneging on its promise of ‘One Country, Two Systems’, Beijing has been relentlessly imposing its authoritarian rule on Hong Kong. Most recently, the Hong Kong Government proposed a Bill that would allow anyone to be extradited to China, a country infamous for its disrespect for the rule of law. This would threaten our fundamental freedoms and affect international businesses in Hong Kong.

Venendo meno alla sua promessa di “una Cina due sistemi”, Pechino sta incessantemente imponendo la propria autorità su Hong Kong. Recentemente, il governo di Hong Kong ha proposto un progetto di legge che permetterebbe a chiunque di essere estradato in Cina, un paese noto per la sua mancanza di uno stato di diritto. Ciò potrebbe mettere in pericolo le nostre libertà fondamentali e colpire le aziende internazionali che operano a Hong Kong.

Chiede inoltre ai leader del G20 di dare voce alle preoccupazioni per le libertà di Hong Kong  durante il vertice, e li esorta a spingere il governo della città a ritirare il controverso progetto di legge sull'estradizione, condurre un'indagine indipendente sulla presunta violenza della polizia durante gli eventi del 12 giugno 2019 e rilasciare tutti i manifestanti incarcerati.

L'appello è stato pagato con una campagna di crowdfunding che ha raccolto più di 5 milioni di dollari di HK attraverso donazioni pubbliche. Grazie al contributo di 20.000 donatori, la raccolta fondi ha raggiunto l'obiettivo iniziale di 3 milioni di dollari di HK dopo solo poche ore dal lancio della campagna, il 25 giugno.

Oltre all'iniziativa di raccolta fondi, il 26 giugno, più di 1000 manifestanti anti estradizione hanno attraversato la città per consegnare lettere di petizione a più di una dozzina di consolati stranieri, esortando i leader a difendere Hong Kong durante il vertice del G20.

La stessa sera, un migliaio di persone si sono ritrovate a Edinburgh Place nel quartiere commerciale nel centro di Hong Kong, per chiedere ai leader mondiali di far sentire la propria voce in difesa della libertà e della democrazia a Hong Kong. La folla vestita di nero ha poi lasciato la piazza pubblica con molti dimostranti che reggevano cartelli con scritto “Liberate Hong Kong” e “Democrazia subito”.

Le riprese fatte con un drone mostrano l'ampiezza delle proteste anti estradizione nel quartiere centrale, prima del vertice del G20:

Civil Human Rights Front (CHRF), che ha organizzato la manifestazione, ha emesso la seguente dichiarazione:

If you believe in values like democracy, freedom, human rights and the rule of law like we do, please, we urge all of you to voice out during the G20 Summit, and defend our rights together with Hong Kong people.

Se credete come noi nei valori della democrazia, della libertà, dei diritti umani e del principio di legalità vi preghiamo di far sentire la vostra voce durante il vertice del G20 per difendere i nostri diritti insieme al popolo di Hong Kong.

Ci sono state proteste e flash mob anche fuori da Hong Kong. Il 27 giugno, un giorno prima l'inizio del vertice G20, un gruppo di dimostranti di Hong Kong è andato a Osaka per manifestare.

Il 28 giugno, circa 100 persone hanno inscenato un flash mob nella Stazione Grand Central [it] a New York, per attirare l'attenzione di tutto il mondo sulla situazione politica di Hong Kong:

Il flash mob nella Stazione Grand Central di New York. Immagine dalla pagina Facebook Freedom Hong Kong.

Il vertice del G20, che si svolge a Osaka in Giappone il 28 e 29 giugno, vede la partecipazione di leader mondiali provenienti dall'Unione Europea e da altri 19 paesi più industrializzati per discutere di urgenti questioni economiche e finanziarie. Tuttavia, il 26 giugno, il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Geng Shuang, ha avvertito le potenze straniere di non interferire con i loro affari interni: “La Cina non accetterà che il G20 discuta degli affari di Hong Kong. È una questione che riguarda soltanto gli affari interni della Cina”, ha dichiarato.

Per saperne di più sulle proteste di Hong Kong contro l'estradizione in Cina leggi la copertura speciale [it] di Global Voices.

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