- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Gli esperti di storia orale e gli archivisti compilano la documentazione sulla Partizione dell'India nel 1947

Categorie: Asia meridionale, India, Pakistan, Citizen Media, Etnia, Migrazioni, Politica, Relazioni internazionali, Storia
[1]

Schermata dal sito web dell'Archivio sulla Partizione del 1947.

Nessuno sapeva che cosa avrebbe portato la liberazione dell'India [2] [it] dal dominio britannico, avvenuta nell'estate del 1947, ma pochi avrebbero immaginato che il suo retaggio sarebbe stato una violenta separazione [3][it], che avrebbe dislocato 14 milioni di persone, risultando in decenni di rivalità tra quelli che sarebbero diventati due Stati nucleari.

Da allora, ogni anno in agosto, in India e Pakistan gli alunni delle scuole cantano inni, i politici pronunciano discorsi e i militari partecipano a parate per celebrare non soltanto l'indipendenza delle due nazioni dall'impero britannico (British Raj [4] [it]), ma anche la loro ‘Partizione [3]’ [it] l'una dall'altra, il 14-15 agosto 1947.

La Partizione avvenne quanto i britannici, che già lottavano con un impero oneroso ed eccessivamente esteso dopo la Seconda Guerra Mondiale, annunciarono [5] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] che la regione, che stava diventando sempre più volatile con tensioni settarie, sarebbe diventata indipendente. Soltanto tre anni prima erano avvenute rivolte settarie di massa tra gli indù, i Sikh e i musulmani sulle strade di Calcutta [6], che uccisero 4000 persone nell'arco di 72 ore.

Fu incaricato della definizione delle nuove frontiere un avvocato inglese [7][it], che arrivò in India l'8 luglio 1947, durante il suo primo viaggio nella regione. Completò il compito in poche settimane. Il risultato fu la nascita del Pakistan, con le sue parti orientali e occidentali su entrambi i lati dell'India appena liberata.

[8]

Mappa della Partizione dell'India (1947). Clicca sull'immagine per una versione ingrandita. Immagine da Wikipedia. CC BY-SA 4.0

Per la confusione di molti storici [9] odierni, esplose immediatamente una violenza di massa, quando iniziò uno scambio di popolazione senza precedenti fra i confini appena tracciati. Gli indù e i sikh iniziarono a ricollocarsi in quella che era adesso l'India, e i musulmani nel Pakistan appena creato.

Anchal Malhotra [10], uno storico orale basato in India che ha studiato la Partizione dell'India dal 2013, dice:

Many people didn't quite understand what was happening when the partition was happening. They didn't quite understand the reasons they migrated. For example, my own grandmother doesn't quite understand the intricacies of politics but she migrated all the way from the northwestern frontier [in modern-day Pakistan] province to Delhi.

I think it's interesting that an entire population can be forced to migrate to a place where they don't want without quite understanding what was happening.

Molta gente non aveva ben capito che cosa stava succedendo, quando avvenne la Partizione. Non capirono bene le ragioni della loro migrazione. Ad esempio, mia nonna non comprende bene gli intrichi della politica, ma è migrata per tutto il cammino dalla provincia della frontiera nord occidentale [nell'epoca moderna il Pakistan] fino a Delhi.

Penso che sia interessante che un'intera popolazione sia stata forzata a migrare in un luogo dove non vogliono, senza capire bene quello che stava succedendo.

[11]

Anchal Malhotra intervista sua nonna. Immagine usata con autorizzazione.

La storia della nonna [12] di Malhotra è tutt'altro che inconsueta:

My grandmother said once to me: ask me quickly before I forget. Otherwise it would die with me, she said. As if she was just waiting for me to ask her her story. And I'm glad that there are people that are brave enough to talk about what happened because partition continues to be a wound in so many people's minds and hearts.

Mia nonna mi ha detto una volta: chiedimi in fretta, prima che io mi dimentichi. Altrimenti morirà con me, ha detto. Come se stesse aspettando che le chiedessi la sua storia. E sono felice che ci siano persone che sono abbastanza coraggiose da parlare di quello che è successo, poiché la Partizione continua a essere una ferita nelle menti e nei cuori di così tante persone.

Nell'arco di due mesi nell'estate del 1947, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR, United Nations High Commissioner for Refugees ) stima [13] [en] che quasi 14 milioni di persone abbandonarono le loro case. Si stima che siano state uccise durante quel periodo tra 200.000 e 2 milioni di persone.

Malhotra aggiunge:

You know, people always say in interviews that there was a madness in the end. Nobody understood what was happening. One day you were in India and the next day it was called Pakistan, but you had to leave. I think that the sense of misinformation is quite staggering.

Come sai, la gente dice sempre nelle interviste che ci fu una pazzia alla fine. Nessuno capiva quello che stava succedendo. Un giorno ti trovavi in India e il giorno dopo era chiamato Pakistan, ma dovevi andartene. Penso che la sensazione di disinformazione sia veramente sconcertante.

La portata della violenza non è tuttavia mai stata ampiamente diffusa. Secondo Faisal Choudhry, un professore pakistano di storia dell'Asia meridionale, una possibile ragione per questo fatto è che le versioni ufficiali dell'evento erano scritte dagli inglesi:

They wanted to portray independence. . . as a victory for everyone and to show that the British, after 200 years of colonial rule, were departing on a positive note. Highlighting the bloodshed — and the intensity of it — would take away from that.

Volevano illustrare l'indipendenza. . . come una vittoria di tutti e mostrare che i britannici, dopo 200 anni di impero coloniale, se ne andavano con un bilancio positivo. Divulgare lo spargimento di sangue — e la sua intensità — lo avrebbe precluso.

Overcrowded train transferring refugees during the partition of India, 1947. This was considered to be the largest migration in human history. Image via Wikipedia. Public Domain [14]

Un treno sovraffollato trasferisce i rifugiati durante la Partizione dell'india, nel 1947. Questa era considerata la più grande migrazione nella storia umana. Immagine da Wikipedia, Pubblico Dominio.

Regionalmente, potrebbe anche dipendere dal fatto che sia l'India sia il Pakistan non hanno ancora risolto come discutere quegli orrori in un modo che non metta in questione la Partizione, come aggiunge:

Both countries, as they are today, wouldn’t exist if the partition didn’t take place, which might be why their official history records don’t dwell too much on the horrors that took place. And as for the people who lived through it —and are still living through it — maybe recalling raises questions that nobody has the answers to. Why did madness take over completely suddenly?

Entrambe le nazioni, come sono al giorno d'oggi, non esisterebbero se non fosse avvenuta la Partizione. E questo potrebbe essere il motivo per cui la loro documentazione storica ufficiale non si dilunga troppo su quegli orrori. E per quanto riguarda la popolazione che l'ha vissuta sulla propria pelle, e continua a viverla, forse rievocarla solleva domande per cui nessuno ha risposte. Perché si realizzò all'improvviso una tale follia?

Gli storici come Malhotra stanno lavorando per far rievocare gli eventi dagli ultimi sopravvissuti della Partizione, per salvaguardare le loro storie:

Obviously, the academic history or the official histories that we learn in our textbooks are not as inclusive as we would like them to be, and I think at some point what they also do is to put every experience of partition under the blanket.

Ovviamente la storia accademica o le storie ufficiali che abbiamo imparato nei nostri libri di testo non sono così inclusive come vorremmo che fossero. E penso che, a un certo punto, cerchino anche di nascondere sotto le coltri ogni esperienza correlata alla Partizione.

Gli archivisti, sia professionisti sia amatori, stanno raccogliendo video e testimonianze orali sugli orrori, che catturano le profondità ignorata dalla storia accademica.

Uno dei maggiori progetti in corso è la raccolta delle storie orali che, al completamento, includeranno almeno 10.000 interviste orali dei testimoni ancora in vita. Si sono già svolte più di 8000 interviste e sono stati raccolti 30.000 documenti digitali e fotografie dai sopravvissuti della Partizione nell'arco di sette anni.

[15]

“Una mappa del passato, una mappa di felicità, una mappa che appartiene soltanto alla mia generazione. Chiudo gli occhi e posso vederla. Questa era la mia casa, questa era la mia città, questa era la mia patria.” Dal post di Anchal Malhotra su Instagram. Immagine usata con autorizzazione.

Le interviste, che possono essere viste parzialmente in streaming negli archivi della Biblioteca digitale dell'Università di Stanford, sono parte della raccolta degli Archivi della Partizione del 1947 [16], che raccoglie le storie orali provenienti da fonti di crowdsourcing attraverso una piattaforma online.

Priya Satia, uno storico a Stanford [17], dice:

Preserving this history will help us understand why and how the largest mass migration in history happened, why it was so violent, and what its impact has been on the lives of those who lived through it and for the region as a whole. It also helps us capture the social and cultural world lost as a result of that migration. It helps us understand the formation of Pakistan, Bangladesh, and modern India, and the national and religious identities of those who live in these countries as well as the conflicts within and between them, including the struggle over Kashmir (and its nuclearization).

La salvaguardia della storia ci aiuterà a comprendere perché e come è avvenuta la più grande migrazione di massa nella storia, perché è stata così violenta, e quale è stato l'impatto sulla vita di coloro che l'anno vissuta e per l'intera regione. Ci aiuta anche a catturare il mondo sociale e culturale perduto, come un risultato di questa migrazione. Ci aiuta a comprendere la formazione dei Pakistan, il Bangladesh e la moderna India, e le identità nazionali e religiose di chi vive in queste nazioni e, inoltre, anche i conflitti interni e reciproci, compresa la lotta per il Kashmir (e la sua nuclearizzazione).

Pur essendo incerto se una visione più articolata della storia condivisa da Pakistan e India posa conferire una nuova prospettiva alle future relazioni tra le rivali, gli archivisti hanno comprensibilmente fretta di registrare i racconti dei sopravvissuti di un evento che è avvenuto 72 anni fa.

Nota: le interviste per questa storia sono state realizzate tramite e-mail e telefono.