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L'uragano Dorian devasta le Bahamas e i Caraibi si preparano ad affrontare la crisi climatica

Categorie: Caraibi, Bahamas, Ambiente, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Disastri
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Il centro dell'uragano Dorian. Immagine di Cayobo, CC BY 2.0.

Proprio come il suo famoso omonimo – Dorian Gray, del celebre romanzo di Oscar Wilde – l’uragano Dorian [2] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] ha assunto un aspetto davvero malvagio. Mentre il picco della stagione degli uragani atlantici del 2019 [3] si avvicina (tipicamente a metà settembre), Dorian si è rapidamente intensificato, devastando le isole Abaco delle Bahamas e rallentando in maniera pericolosa sopra la Grand Bahama, fino al punto che il Centro Nazionale per gli Uragani in Florida prevede [4] “distruzione estrema”.

Anche diverse sezioni della costa est della Florida [5] hanno iniziato a sentire gli effetti della tempesta, ma i meteorologi suggeriscono che il peggio potrebbe essere risparmiato alla parte continentale degli Stati Uniti.

“Il mostro è qui,” ha detto un reporter dell'emittente delle Bahamas ZNS News [6], che aveva trasmesso riprese dal vivo, richieste d'aiuto e numeri di emergenza in maniera continuativa su Facebook. La combinazione tra onda di tempesta [7] estrema (onde alte fino a 7 metri che hanno sfondato gli argini marini), “king tides” [8] (maree sovrane) e pioggia incessante sta dando origine a inondazioni senza precedenti; i venti stanno ruggendo fino ad una velocità di 298 chilometri all'ora.

Anche se gli esperti stanno discutendo se il cambiamento climatico stia o meno contribuendo ad un aumento nel numero degli uragani, si trovano d'accordo [9] sul fatto che i livelli più alti del mare e delle temperature stanno accrescendo l'intensità degli stessi. Ciò è dovuto, per la maggior parte, al rilascio di elevati livelli di gas serra originati da pratiche distruttive per l'ambiente, come la deforestazione e il consumo di combustibili fossili.

Il curatore capo della Galleria d'Arte Nazionale delle Bahamas a Nassau, Holly Bynoe, ha condiviso i suoi pensieri [10] su Facebook. Il suo messaggio era che governi e cittadini dei Caraibi devono affrontare la realtà del surriscaldamento globale con occhi aperti e concentrazione:

The Bahamas will lose so very much in the coming days, much more than any of us have ever imagined or undoubtedly wanted to bear witness to.

This collective trauma and loss, in time, and sooner rather than later has to be accounted for. Prime Minister [Hubert] Minnis said […] that they will now look into putting legislation in place for mandatory evacuations and that he hopes that there is no backlash from the opposition.

This is not a political or bipartisan issue; this is a human rights necessity in the face of Global Climate Collapse. The Bahamian public should not be used as leverage or pawns to further any political agenda.

Le Bahamas perderanno così tanto nei prossimi giorni, molto più di quanto ciascuno di noi abbia mai immaginato o, senza dubbio, voluto esserne testimone.

Questo trauma e questa perdita collettivi, col tempo e al più presto, devono essere tenuti in considerazione. Il primo ministro [Hubert] Minnis ha detto […] che ora cercheranno di mettere in atto una legge per le evacuazioni obbligatorie, e che spera non ci sia un contraccolpo da parte dell'opposizione.

Non si tratta di un problema politico o bipartitico; si tratta di una necessità in termini di diritti umani di fronte al Collasso Climatico Globale. Il pubblico delle Bahamas non dovrebbe essere usato come leva o pedina per favorire una qualche agenda politica.

Bynoe ha evidenziato [10] che, per quanto le Bahamas siano abituate agli uragani, Dorian è la tempesta più potente che vi si sia mai abbattuta:

After Matthew and Irma, there has been little by way of public discourse around innovation and charting/designing the new countries that we need to build to survive for the coming decades, and centuries ‘if’ we make it. The Bahamas is, after all vulnerable, in that it will be one of the first places to be swallowed by the seas in this Climate Collapse. The rest of the Caribbean might look at this with their volcanic/mountainous lushness and say, ‘hmm, we might have some more time,’ but this is not true. We all need to innovate, advocate and start that journey of investing now! […]

Our entire Caribbean is becoming another testing ground for climate injustice. Mix some good old politics in there, and people's lives are held in checks and balances. […]

The keywords for the coming day or two are PREPARE and SURRENDER.

The word right after is FIGHT.

Let's make sure we get this right.

Dopo Matthew e Irma, c'è stato un dibattito pubblico limitato in tema di innovazione e di tracciare/progettare i nuovi paesi che abbiamo bisogno di costruire per sopravvivere ai prossimi decenni e secoli, “se” ce la facciamo. Le Bahamas sono, dopo tutto, vulnerabili, in quanto saranno uno dei primi luoghi ad essere inghiottiti dai mari in questo Collasso Climatico. Il resto dei Caraibi potrebbe guardare la cosa dall'alto della sua rigogliosità vulcanica e montuosa e dire, “mmmh, potremmo avere un altro pò di tempo”, ma questo non è vero. Abbiamo tutti bisogno di innovare, sostenere la causa e iniziare quel percorso di investimento adesso! […]

I Caraibi interi stanno diventando un altro banco di prova per l'ingiustizia climatica. Mettici un pò di buona vecchia politica, e le vite della gente dipendono da conti e saldi. […]

Le parole chiave per i prossimi uno o due giorni sono PREPARARSI e ARRENDERSI.

La parola subito dopo è COMBATTERE.

Assicuriamoci di farlo bene.

Nel settembre 2017, diverse isolette nella zona est dei Caraibi, come anche Porto Rico [11] [it], hanno resistito a due forti uragani in rapida successione: Irma [12] e Maria  [13][it]. Molte isole, come la devastata isola di Dominica [14], non si sono ancora riprese del tutto. Ciononostante, un naturalista basato a Dominica ha condiviso un messaggio [15] di supporto su Facebook:

A tribute dance for the people of Abaco, Bahamas from Dominica as Hurricane Dorian devastates them. As hard as it is; in all things give thanks and rest assured help is on its way. […]

Many of us are surely remembering where we were and what we did on 18th September 2017 when Hurricane Maria made landfall on Dominica.

It is sad that we the Caribbean islands have to pay; facing the full effect of climate change. But regardless of the odds, we must carry-on. Let’s rally round the people of Bahamas and let us reach out in whatever way we can possible.
[…]

Una danza di tributo per la gente di Abaco, alle Bahamas, da Dominica mentre l'uragano Dorian li devasta. Per quanto difficile sia, rendete grazie a tutte le cose e state certi che l'aiuto sta arrivando. […]

Molti di noi si ricordano sicuramente dov'erano e che cosa hanno fatto il 18 settembre 2017 quando l'uragano Maria si è abbattuto su Dominica.

Si dice che noi isole dei Caraibi dobbiamo pagare, affrontando in pieno l'effetto del cambiamento climatico. Ma a prescindere dalle probabilità, dobbiamo andare avanti. Raccogliamoci attorno alla gente delle Bahamas e tendiamo loro la mano in qualunque modo possibile.

[…]

Ogni anno, le isole caraibiche aspettano l'inizio della stagione degli uragani, chiedendosi che cosa porterà – e quali territori saranno colpiti. Negli ultimi quattro anni sono avvenute cinque tempeste di categoria 5 [16], inclusa Dorian.

Mentre alcuni Paesi stanno facendo il possibile per prepararsi e mitigare il rischio – la divisione per il cambiamento climatico del governo giamaicano, per esempio, parteciperà all'ennesimo seminario regionale [17] sulla resilienza climatica – per i Caraibi, il momento di combattere la crisi climatica con azioni più determinate e maggiore supporto è, forse, atteso da troppo tempo.