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Praga: un monumento sanguinante riapre vecchie ferite

Categorie: Europa centrale & orientale, Repubblica Ceca, Russia, Censorship, Citizen Media, Politica, Protesta, Storia

Il monumento a Marshal Konev imbrattato di vernice rossa riportante le parole: “No al maledetto Marshal! Non perdoneremo.” Foto di Philip Noubel, usata con permesso.

Non appena i cittadini di Praga festeggiano il 51esimo anniversario dell'invasione sovietica [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] in Cecoslovacchia, nel distretto municipale numero 6 di Praga, nasce una nuova controversia a seguito della deturpazione, con pittura rossa, della statua del sovietico Marshal Ivan Konev [2] [it].

La statua aveva già subito atti vandalici in passato, ma nella notte tra il 21 e il 22 agosto, il giorno successivo alla commemorazione dell'invasione della Cecoslovacchia del 1968, la vernice rossa era accompagnata dalle parole “Ne krvavému maršálovi! Nezapomeneme [“No al maledetto Marshal! Non perdoneremo.] e “45”, “56”, “61”, “68”, evidentemente un riferimento agli anni 1945, 1956, 1961 e 1968.

Base della statua di Konev deturpata con i numeri '56, '61 e '68. Foto di Filip Noubel, usata con il suo permesso.

A seguito della deturpazione della statua, le autorità del distretto numero 6 di Praga hanno dichiarato [3] sulle proprie pagine Facebook [cs]:

“Koněv je zase pomalovaný…Abychom poškozování pomníku zabránili, už jsme toho udělali hodně a přestože desky vysvětlují, co všechno Koněv za svůj život „dokázal“, vox populi mluví jasně. Dejvice Koněva nechtějí. S ruskou ambasádou jsme v minulosti jednali o přemístění sochy a dokonce jim nabízeli, že si Koněva mohou odvézt na nedalekou zahradu velvyslanectví. O odstranění budeme jednat znova, a dokud nezačnou jednat konstruktivně, zůstane socha pomalovaná.”.

“Konev è ancora una volta colorato… Abbiamo già fatto tanto per prevenire danni al monumento e sebbene abbiamo targhe che spiegano ciò che Konev “ha raggiunto” durante la sua vita, l'opinione pubblica parla chiaramente. In passato abbiamo discusso con l'ambasciata russa la possibilità di spostare la statua e proposto loro di posizionarla nel vicino giardino dell'ambasciata russa. Discuteremo nuovamente di questo, ma fino a quando non adotteranno un approccio maggiormente costruttivo, la statua resterà nello stato attuale”.

Il retaggio di Konev, oggetto di contestazione

Mentre alcuni considerano Konev come liberatore di Praga alla fine del secondo conflitto mondiale, per altri egli rappresenta la mente della brutale soppressione della rivoluzione ungherese del 1956 [4] [it]. Il conflitto è diventato internazionale, poiché Mosca sta reagendo a una serie di eventi considerati denigranti per il ruolo dell'Unione Sovietica nella storia della Cecoslovacchia.

Fino alla fine del comunismo, nel 1989 in Cecoslovacchia e nel 1991 nell'Unione Sovietica, le dichiarazioni ufficiali su Konev erano piuttosto semplici: per due volte aveva guadagnato il più alto riconoscimento di Eroe dell'Unione Sovietica [5] [it], aveva liberato la maggior parte dell'Europa centrale e dell'est e chiaramente Praga dall'occupazione nazista. È stato celebrato come un eroe in libri di testo, film, monumenti e libri per bambini. Inoltre, ha simboleggiato la vittoria militare e morale dell'Unione Sovietica nel secondo conflitto mondiale, nonché il prezzo che ha pagato nel sacrificare circa 140.000 vite sovietiche [6] [cs] nella sola Cecoslovacchia.

[7]

Marshal Konev mentre entra a Praga nel maggio 1945. Foto [2] usata con licenza CC BY-SA 3.0

Ma una realtà dapprima nota principalmente agli storici cecoslovacchi e sovietici riemerse pubblicamente nei primi anni '90: nel 1945, Konev non è stato né il primo, né l'unico liberatore di Praga e della Cecoslovacchia.

Il primo gruppo a prendere le armi e colpire le restanti forze naziste tedesche che ancora controllavano Praga è stato, in realtà, l’esercito di Vlasov [8] [it], un gruppo di russi che si unirono volontariamente alla Germania nazista per combattere l'Unione Sovietica e che nel 1945 si rivoltarono contro Hitler mentre svolgevano servizio a Praga, dove finirono per combattere a fianco dei membri della resistenza cecoslovacca. [9]

Sminuito o censurato apertamente dai libri di testo sovietici e cecoslovacchi e dal discorso ufficiale fu anche il ruolo svolto dalle forze statunitensi che entrarono in Cecoslovacchia già il 19 aprile [10] 1945, settimane prima che Praga fosse liberata, nel maggio dello stesso anno.

Liberatore e oppressore

Allora una stella militare in cui Stalin riponeva fiducia, Konev continuò la sua carriera in due momenti storici critici che aiutarono Mosca ad assicurarsi il controllo sull'Europa centrale: supervisionò la costruzione del muro di Berlino e guidò la soppressione della rivoluzione ungherese del 1956 per liberare il paese dall'influenza comunista e sovietica. I morti furono diverse migliaia [11] e, nel 1956, circa 200.000 ungheresi fuggirono dal loro paese [4] [it]. È inoltre emerso che negli anni '90 Konev aveva condotto lavori di ricognizione [12] per facilitare l'invasione della Cecoslovacchia del 1968.

Ciò ha portato a una prima controversia quando nel 2018 le autorità locali del distretto numero 6 di Praga hanno deciso di apporre una nuova targa sul monumento di Konev, eretto nel 1980 nella Cecoslovacchia socialista. Il testo della nuova targa riconosce il ruolo di Konev nel 1945, ma menziona anche quelli che ha avuto nella costruzione del muro di Berlino e in Ungheria nel 1956.

La nuova targa affissa alla statua di Konev nel 2018 dal distretto numero 6 della città di Praga. Foto di Filip Noubel, usata con permesso.

Decommunizzazione 2.0

Nell'Europa centrale e orientale, la caduta del comunismo inizialmente innescò una “decommunizzazione” del paesaggio urbano coordinata dal governo: monumenti, statue e altri simboli furono abbattuti; città, piazze e strade ribattezzate per cancellare riferimenti al comunismo.

Ma i cittadini si riappropriarono rapidamente dello spazio urbano. Un noto esempio ne fu il dipinto in rosa del primo carro armato che sarebbe presumibilmente entrato a Praga nel maggio del 1945, dell'artista ceco David Černý [13] [it], ormai famoso in tutto il mondo, che allora aveva solo 23 anni. [14] Il monumento è stato rimosso dopo le proteste dell'ambasciata russa e dei custodi dell'immagine pubblica di Konev in Repubblica Ceca.

Oggi, i social media amplificano le tattiche di guerrilla art. A Praga, l'immagine di Konev è diventata una calamita per forti reazioni a ciò che gli oppositori della politica pro-Mosca [15] del presidente Miloš Zeman vedono come una crescente e minacciosa influenza russa. [16]

Cartello di Konev's Street a Praga 3. Foto di Filip Noubel. Usata con permesso.

Nel luglio 2019, è stato avviato un dibattito da parte dei residenti del distretto di Praga 3, dove una delle strade principali si chiama Koněvova (la strada di Konev in ceco). Il municipio di Praga 3 sta attualmente indagando sul caso [17] [cs] per capire se la strada possa essere rinominata, alla luce della controversia sul retaggio di Konev.

La reazione di Mosca

Il pensiero in Russia, da parte sia del governo che di una larga fetta della popolazione, è che le autorità ceche stanno “riscrivendo la storia” e insultando così la memoria del popolo sovietico – e quindi del popolo russo.

L'Ambasciata russa a Praga ha scritto condiviso su Twitter le foto del monumento imbrattato [ru]:

Il tweet si collega anche a una dichiarazione su Facebook riportante le parole [ru]:

Атака вандалов произошла на фоне решения мэрии Праги не возвращать на свое историческое место на Старомнестской ратуше памятную доску, посвященную освобождению города в 1945 г. подразделениями 1-го Украинского фронта под командованием И.С.Конева. Своими действиями пражское руководство напрямую способствует вытеснению из общественной памяти чешского народа правды об освободительной миссии Красной Армии в ходе Второй мировой войны, о том, кто на самом деле освобождал Чехословакию и спас Прагу от уничтожения.

L'atto di vandalismo ha avuto luogo nel contesto della decisione dell'Ufficio del Sindaco di Praga di non riposizionare, nel suo posto storico nella Piazza della Città Vecchia, la targa commemorativa dedicata alla liberazione della città nel 1945 dalle truppe del primo fronte ucraino sotto il comando di I.S.Konev. Attraverso tali azioni la leadership di Praga contribuisce direttamente all'eliminazione, dalla memoria pubblica della nazione ceca, della verità sulla missione liberatrice dell'Armata Rossa durante la Seconda Guerra Mondiale e su chi ha effettivamente liberato la Cecoslovacchia e salvato Praga dalla distruzione.