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In vista delle elezioni in Tunisia, i social media sono stati inondati di notizie false e disinformazione

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Tunisia, Citizen Media, Diritti umani, Advox

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Conferenza stampa dell'Alta Autorità Indipendente per le Elezioni della Tunisia per annunciare i risultati della votazione legislativa del 6 ottobre. Foto dall'organo elettorale. [Dominio Pubblico].

Questa storia è la prima di una serie in due parti sulle notizie false e la disinformazione online durante le elezioni presidenziali e legislative del 2019 in Tunisia. 

Tra metà settembre e metà ottobre, i tunisini si sono recati alle urne per tre volte. Il 15 settembre, hanno votato [2] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] per la prima fase delle elezioni presidenziali, votando [3] nuovamente il 6 ottobre per le elezioni legislative. Il 13 ottobre hanno votato [4] nella seconda fase delle elezioni presidenziali, in cui il professore di diritto costituzionale in pensione, Kais Saied, un indipendente, è stato eletto presidente.

Questa stagione elettorale è stata la quarta a partire dalla rivoluzione del 2011 [5] [it] che ha fatto cadere il presidente autocratico Zine el Abidine Ben Ali dopo 23 anni di governo. 

Facebook come fonte di notizie politiche

Nei mesi precedenti alle elezioni, informazioni sbagliate e false si sono diffuse sulle piattaforme dei social media, in particolare Facebook. L'impatto su processo elettorale, affluenza dei votanti e opinione pubblica è diventato una grande preoccupazione espressa da vari partiti, incluse organizzazioni della società civile e l'autorità elettorale indipendente del paese.

Per conquistare gli elettori, i partiti politici e i candidati hanno usato diversi canali di comunicazione tra cui i social media, che restano di gran lunga il modo più efficace per raggiungere un vasto pubblico, e più precisamente i giovani. Un sondaggio condotto dall'organizzazione di ricerca e notizie Barr al Aman [6] ha scoperto che, durante la campagna delle elezioni municipali del 2018, il 41% degli intervistati ha detto di essersi affidato a Facebook come fonte primaria di notizie, seguito dalla televisione, citata dal 19%.

Il nuovo articolo dell'Oxford Internet Institute, “L'Inventario Globale della Manipolazione Organizzata dei Social Media del 2019 [7]“, ha esaminato le operazioni di disinformazione in 70 paesi (inclusa la Tunisia) attuate da “truppe informatiche” – “attori governativi o di partiti politici incaricati di manipolare l'opinione pubblica su internet.” L'articolo ha scoperto che Facebook è l'unica piattaforma usata in modo significativo dalle attività delle “truppe informatiche” in Tunisia.

Principali gruppi di Facebook attivi durante le elezioni presidenziali e legislative del 2019:

  •  2019 قيس سعيد رئيس تونس [8] (“Kais Saied presidente per la Tunisia 2019″). Il gruppo che ha più di 120 mila membri era tra diverse altre pagine che supportavano il candidato indipendente e professore costituzionale Kais Saied per la presidenza. Saied è stato eletto presidente il 13 ottobre, ottenendo [9] più del 70% dei voti.
  •  المبادرة الوطنية للدكتور عبد الكريم الزبيدي [10] (“L'iniziativa nationale per il dottor Abdelkarim Zbidi”). Il gruppo di più di 30 mila membri ha supportato la candidatura di Zbidi, l'attuale ministro della difesa, che si è posizionato quarto [11] dopo la prima fase delle elezioni presidenziali ottenendo il 10% dei voti.
  • Tous unis pour que Nebil karoui soit le president 2019 [12] (“Tutti uniti affinché Nabil Karoui diventi il presidente della Tunisia”. La pagina con più di 25 mila seguaci è stata tra altre pagine che hanno supportato la candidatura del magnate degli affari Nabil Karoui, che ha ottenuto [13] solo il 27% di voti nello spareggio contro Saied.

Stando a un rapporto [14] sul monitoraggio dei social media pubblicato dall'Associazione Tunisina per l'Integrità e la Democrazia delle Elezioni (ATIDE) e il Democracy Reporting International, dal 15 maggio al 15 luglio 2019, pagine Facebook non ufficiali senza affiliazioni o scopi politici dichiarati hanno prodotto il 38,5% dei messaggi politici nel loro campione di studio. Queste pagine, che si autodefiniscono di intrattenimento o satiriche, sono diventate più attive con l'avvicinarsi delle elezioni. L'articolo inoltre ipotizza una possibile coordinazione tra gli amministratori di queste pagine, e usa il termine “rete di pagine” per descrivere gruppi di pagine che condividono contenuto simile in un certo periodo di tempo.

All'inizio di quest'anno, Facebook ha annunciato [15] la rimozione di 265 account Facebook e Instagram, pagine Facebook, Gruppi ed eventi coinvolti nel “comportamento non autentico” coordinato. Stando alla compagnia, l'attività ha avuto origine in Israele e ha colpito molti paesi africani, inclusa la Tunisia.

“Le persone dietro questa rete hanno usato account falsi per gestire Pagine, disseminare il loro contenuto e aumentare artificialmente il coinvolgimento,” ha annunciato Facebook in un comunicato stampa [15] il 16 maggio 2019. “Hanno inoltre rappresentato loro stessi come locali, inclusi organizzazioni di notizie locali, e pubblicato informazioni su politici avute da una presunta fuga di notizie. Gli amministratori delle pagine e i proprietari dei profili hanno postato frequentemente riguardo notizie politiche, inclusi argomenti come le elezioni in diversi stati, visioni dei candidati e critica degli oppositori politici.”

Inkyfada [16], un sito d'inchiesta indipendente, ha usato dati ottenuti dal Digital Forensic Research Lab per analizzare il contenuto pubblicato dalle pagine legate alla Tunisia che erano state rimosse da Facebook. L'analisi ha concluso che il numero di queste pagine, che erano state create tra il 17 gennaio e il 12 marzo 2019, era di 11. Insieme, queste pagine avevano quasi 50.000 seguaci. 

The analyzed content on these pages includes 359 publications that generated more than 1 million interactions (likes, comments, and shares) and 36 videos with nearly 8 million views

Il contenuto analizzato su queste pagine include 359 pubblicazioni che hanno generato più di un milione di interazioni (mi piace, commenti, e condivisioni) e 36 video con quasi 8 milioni di visualizzazioni.

Inkyfada ha inoltre riportato che i post su queste pagine criticavano molti politici, ma non avevano mai attaccato il magnate dei media e candidato presidenziale Nabil Karoui. Cinque pagine hanno condiviso il contenuto dal canale televisivo di Karoui Nessma TV, o la sua associazione di beneficienza Khalil Tounes, che direttamente o indirettamente favorivano il candidato. 

Sondaggi “falsi” e “inchiostro cancellabile”

Karoui ha passato gran parte della sua campagna elettorale in prigione. Era stato arrestato [17] a fine agosto – al culmine della stagione di campagna elettorale – con accuse di evasione fiscale e riciclaggio di denaro, ed era stato rilasciato dalla prigione solo qualche giorno prima dello spareggio contro Saied. Nella prima fase delle elezioni presidenziali, aveva ottenuto il 15% dei voti, mentre Saied si era posizionato con il 18%. Nella prima fase, Saied ha ottenuto la presidenza con più del 70% dei voti.

L'arresto di Karoui ha portato a dicerie [18] [ar] diffuse riguardo il suo rilascio di prigione o il suo ritiro dalla candidatura.

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Un giovane elettore che vota durante lo spareggio presidenziale in Tunisia il 13 ottobre. Foto dell'autorità elettorale della Tunisia. [Dominio Pubblico].

Un'altra forma comune di disinformazione che si è ripetuta periodicamente durante tutta la stagione elettorale sono stati gli articoli riguardo il ritiro [20] [ar] dei candidati dalla corsa per supportare altri candidati, così come false notizie riguardo figure politiche o celebrità che supportavano certi candidati.

Per esempio, precedentemente alla prima fase delle elezioni presidenziali, articoli fabbricati diffusi sui social media riguardo il ritiro dalla corsa dei candidati Abdelkarim Zbidi, Mehdi Jemaa [21] e Abir Moussi [22] per supportare Karoui. Un altro falso articolo affermava che Othman Battikh [23], il Grand Mufti di Tunisia, supportava Saied. 

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Composizione del recente parlamento eletto di Tunisia. Il partito islamista Ennahdha è arrivato primo con 52 posti, seguito dal partito di Karoui Qalb Tounes fondato di recente con 38 posti, e il partito social-democratico Attayar con 22 posti. Foto dell'autorità elettorale della Tunisia.

Molte dicerie che prendevano di mira partiti e candidati che concorrevano nelle elezioni legislative si sono diffuse anche il giorno dell'elezione, inclusa la voce secondo cui un candidato, Olfa Terras [25], era stato arrestato mentre cercava di influenzare i cittadini. Un'altra storia inventata affermava che il candidato Seif Eddine Makhlouf [26] [ar], il cui partito ha ottenuto 21 posti in parlamento, avesse assalito un ufficiale del seggio elettorale. Ci sono stati anche tentativi di imitare e amplificare gli incidenti. Dopo che i media hanno riportato [27] [ar] la notizia di un gruppo di persone che distribuivano denaro per influenzare i votanti, si sono sparse notizie su incidenti simili [28] [ar] che, dopo la verifica, si sono rivelate essere inattendibili. 

Anche i dati dei sondaggi sono stati soggetti a falsificazione. Pochi giorni prima della prima fase presidenziale, una falso sondaggio in forma di screenshot contenente il logo di SIGMA, una compagnia di sondaggi e consulenze, era stato diffuso su Facebook Messenger e WhatsApp. Il direttore di SIGMA; Hassen Zargouni, ha denunciato il sondaggio come falso in un post di Facebook, dicendo [29] [fr] ad Agence France Press che “i nomi e le figure [nel sondaggio] non corrispondono alla realtà e cercano di influenzare gli elettori per favorire votazioni tattiche.”

L'ambasciata francese in Tunisia ha rilasciato un comunicato stampa [30] [fr] negando qualsiasi collegamento con il falso sondaggio. Il giorno della prima fase delle elezioni presidenziali, l'ambasciata ha fatto circolare un'altra dichiarazione [31] [fr] in risposta alle false dichiarazioni attribuite all'ambasciatore francese, che criticava l'allora candidato (ora presidente eletto) Kais Saied.

La credibilità del processo elettorale era stata colpita anche in campagne di disinformazione. Il vicepresidente dell'Alta Autorità Indipendente per le Elezioni si rivolse alle radio per negare voci [32] [fr] secondo cui le penne fornite ai seggi elettorali erano riempite di inchiostro cancellabile, aggiungendo che i votanti potevano usare le loro penne quando votavano.

Il giorno della seconda fase presidenziale, Hasna Ben Slimane, un altro membro dell'autorità elettorale, ha denunciato voci sui social media mirati a “interrompere il processo elettorale.”

#Tunisia: il membro di ISIETN Hasna Ben Slimane ha avvisato di voci che circolano sui social media mirate a interrompere il processo elettorale e dissuadere gli elettori dal recarsi alle urne, sottolineando lo sforzo dell'ISIE per assicurare uno svolgimento tranquillo dell'elezione.

In aggiunta all'autorità elettorale, figure politiche, giornalisti, attivisti ed elettori hanno espresso preoccupazioni riguardo la diffusione di campagne di disinformazione durante le recenti elezioni. Ci sono state anche richieste da parte di gruppo della società civile per regolare [38] [fr] gli annunci politici sui social media.

Nella seconda parte di questa storia, sottolineeremo le misure prese dai partiti colpiti, le istituzioni nazionali, i professionisti mediatici e le compagnie informatiche per contrastare la disinformazione.


Questo articolo è parte della serie di post che esaminano l'interferenza con i diritti digitali attraverso metodi quali la chiusura della rete e la disinformazione durante eventi politici essenziali in sette stati africani: Algeria, Etiopia, Mozambico, Nigeria, Tunisia, Uganda e Zimbabwe. Il progetto è finanziato dal Fondo per i Diritti Digitali dell'Africa [39] e La Collaborazione sulla Politica ICT per il Sud-Est dell'Africa (CIPESA [40]).