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Una panoramica degli scioperi per il clima nel sud-est asiatico

Categorie: Asia orientale, Filippine, Indonesia, Malesia, Myanmar (Burma), Singapore, Tailandia, Vietnam, Ambiente, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Giovani, Governance, Indigeni, Istruzione, Politica, Protesta, Salute
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Manifestanti filippini schierati a forma di terra. Fonte: pagina Facebook di Scientia

Numerosi eventi sono stati organizzati nel sud-est asiatico tra il 20 e il 22 settembre 2019 a sostegno del Global Climate Strike (sciopero globale per il clima). Uno degli obiettivi dello sciopero mondiale era di mobilitare i giovani e mettere pressione sui leader che si incontravano al Climate Action Summit delle Nazioni Unite a New York.

Le proteste nel sud-est asiatico hanno sottolineato varie problematiche, come l’impatto dell’estrazione mineraria su larga scala, dell’inquinamento atmosferico e della prolungata dipendenza dai combustibili fossili. Come in altre parti del mondo, le proteste nel sud-est asiatico sono state caratterizzate dalla partecipazione attiva e dalla leadership dei giovani.

Ecco una visione d’insieme delle proteste nel sud-est asiatico:

In Myanmar i manifestanti chiedono che venga dichiarata un’emergenza climatica

Più di 200 persone hanno sfilato [2] [en, come i link seguenti] dal nuovo mercato Bogyoke alla Pagoda Sule, e si sono poi riunite davanti al Parco Mahabandoola a Yangon il 21 settembre. Hanno sollecitato il governo del Myanmar a dichiarare un’emergenza climatica, imporre una moratoria sui progetti che danneggiano l’ambiente e promuovere la giustizia ambientale.

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Giovani ambientalisti hanno partecipato alla protesta a Yangon. Fonte: pagina Facebook di Climate Strike Myanmar

Manifestanti filippini chiedono giustizia climatica

Il 20 settembre, più di 600 giovani ambientalisti a Manila hanno formato insieme una “terra umana” portando cartelli con richieste per la giustizia climatica. Hanno condannato [4] i numeri sempre crescenti di esecuzioni extragiudiziali di cui sono vittime i difensori dell’ambiente e gli attivisti per i diritti della terra da quando il presidente Rodrigo Duterte è salito al potere nel 2016.

In Thailandia è stato richiesto di smettere di costruire impianti a carbone

Il 20 settembre più di 150 giovani ambientalisti hanno organizzato una protesta “die-in [5]” di fronte al Ministero delle Risorse Naturali e dell’Ambiente thailandese. Hanno presentato una petizione chiedendo al governo di eliminare progressivamente il carbone e passare alle energie rinnovabili. Un funzionario del governo ha ricevuto la petizione e ha elogiato i giovani per la loro preoccupazione per l’ambiente.

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Giovani ambientalisti radunati di fronte al Ministero delle Risorse Naturali e dell'Ambiente. Fonte: pagina Facebook di Climate Strike Thailand

La Malesia è stata sollecitata ad agire contro l’inquinamento atmosferico

Più di 300 persone hanno partecipato alla protesta organizzata [7] da Klima Action Malaysia il 21 settembre. Il peggioramento dell’inquinamento atmosferico è stato associato alla crisi climatica ed è stato richiesto al governo di indagare le compagnie responsabili di finanziare la deforestazione in Malesia e Indonesia.

#ILMIOSCIOPEROCLIMATICO – Malaysiani sfilano in solidarietà nei confronti del movimento globale di scioperi per il clima

Il mio cuore si riempie di gioia nel vedere così tante persone di diverse estrazioni sociali combattere insieme per la giustizia climatica. Ma sono soddisfatto? Sono tranquillo? No. Questo non è abbastanza. Vogliamo che le cose cambino. Vogliamo giustizia climatica. E la vogliamo ADESSO.

Fermare gli incendi nelle foreste indonesiane

Secondo i resoconti, più di mille giovani hanno sfilato a Giacarta il 20 settembre. Hanno criticato il fallimento del governo nel fermare gli incendi nelle foreste a Sumatra e Kalimantan che hanno causato un terribile inquinamento atmosferico, non solo in Indonesia ma anche in Malesia e a Singapore. L’espansione di piantagioni e le conversioni illegali del territorio sono tra le cause degli incendi che divampano nelle foreste del paese.

Il #ClimateStrike di Giacarta è guidato dalle potenti voci dei giovani che ci invitano a combattere l’emergenza climatica e a mettere pressione sui responsabili politici affinché facciano qualcosa per i problemi climatici.

Non è soltanto che dobbiamo ascoltare le voci della gioventù, è che le voci delle gioventù sono importanti

Stiamo protestando insieme con i nostri cartelli e con i nostri cuori per sensibilizzare le persone. DOBBIAMO AGIRE! IL GOVERNO DOVREBBE AGIRE! COLORO CHE SONO AL POTERE DOVREBBERO ASCOLTARE E AGIRE!

A Singapore è stato chiesto di ridurre le emissioni di gas serra

Lo sciopero per il clima del 21 settembre ha visto un’ampia partecipazione [23] nel parco Hong Lim di Singapore. Circa duemila giovani hanno partecipato [24] all’azione, chiedendo al governo di decarbonizzare l’economia e ridurre le emissioni di gas serra. I manifestanti indossavano vestiti di colore rosso per simboleggiare l’emergenza climatica che affrontiamo oggi.

Ciao da Singapore!

Foto fatte dai miei amici al #sgclimaterally di ieri. Gli organizzatori (e la cinica Hannah) si aspettavano che partecipassero 500 persone, ma invece 2000 singaporiani hanno detto vaffanculo all'inquinamento atmosferico e sono venute lo stesso. Orgogliosa di essere singaporiana oggi

Attivisti vietnamiti sfidano il pericolo e protestano a Saigon

E infine in Vietnam, gli attivisti ambientalisti hanno organizzato una protesta per il clima a Saigon nonostante i rischi politici di tale scelta.

Per la prima volta, i cittadini di Saigon sono scesi in strada a protestare per il #ClimateStrike, per chiedere la seria e urgente #azioneclimatica di cui c’è bisogno per la loro città, che è tra le più colpite, minacciata sia dall’innalzamento del livello del mare che dall’inquinamento atmosferico.