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Il Rwanda espelle un pastore evangelico americano accusato di discorso d'odio e di violazioni sul visto

Categorie: Africa sub-sahariana, Ruanda, Uganda, Citizen Media, Diritti gay (LGBT), Diritti umani, Donne & Genere, Governance, Libertà d'espressione, Politica, Religione
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Persone in strada dopo l'appuntamento in chiesa della domenica mattina a Rubavu-Gisenyi, Rwanda, 12 luglio 2012, foto di Adam Jones da Wikimedia Commons.

Il 7 ottobre, le autorità ruandesi hanno arrestato Gregg Schoof, un predicatore americano accusato di trasmettere sermoni d'odio in cui chiamava le donne “creature diaboliche” [2] [en, come tutti i link successivi] attraverso il programma radiofonico della sua chiesa evangelica.

Schoof è stato arrestato per “incontrare illegalmente i giornalisti in uno spazio pubblico” dopo che ha provato a tenere una conferenza stampa [3] per criticare la decisione del governo ruandese di chiudere il suo controverso canale radio evangelico e di rifiutare i suoi appelli.

Ore dopo il suo arresto, Schoof e la sua famiglia sono stati espulsi [4] in seguito al diniego delle autorità ruandesi di rinnovare il visto scaduto della famiglia.

“Abbiamo ritenuto che il suo obiettivo di rimanere in Rwanda non fosse più valido, poiché la sua chiesa e la sua radio sono stati chiusi” ha detto [5] François-Regis Gatarayiha, il direttore dell'ufficio Immigrazione ed Emigrazione in Rwanda.

Molti ruandesi hanno lodato il movimento, denunciando che il discorso d'odio non trova spazio in Rwanda, mentre altri vedono il movimento come un attacco contro le organizzazioni religiose presenti in Rwanda sotto l'amministrazione del presidente Paul Kagame.

Caro predicatore, i mezzi d'odio trovano spazio in altri paesi, ma non in Rwanda. La mancanza di rispetto delle donne trova spazio in altri paesi, ma non in Rwanda.

Originario di Phoenix, Arizona, negli Stati Uniti, Schoof ha guidato una chiesa battista e una stazione radio cristiana Amazing Grace a Kigali, in Rwanda. Ha vissuto in Rwanda per circa 16 anni dopo essersi trasferito con la sua famiglia nel paese dell'Africa orientale dall'Indiana (USA).

La radio evangelica di Schoof ha trasmesso dei sermoni di predicatori che hanno definito le donne “malvagie” e “prostitute” [8], provocando una valanga di critiche [8] da gruppi femministi e da organizzazioni dei diritti umani. Nel 2018, l'Ente Normativo per i Servizi del Rwanda (RURA) ha chiuso la radio Amazing Grace per “l'inosservanza” delle sanzioni imposte alla radio come conseguenza della sua retorica provocatoria:

Il RURA ha revocato la licensa di trasmissione della radio cristiana Amazing Grace dopo che questa non ha rispettato le sanzioni del RURA, imposte a seguito di un sermone mandato in onda dalla radio il 29 gennaio 2018 in cui un presentatore ha insultato ripetutamente le donne definendole malvagie.

Nel febbraio del 2019, le autorità ruandesi inoltre hanno chiuso la chiesa di Schoff, un'iniziativa che ha portato alla chiusura di oltre 700 chiese e di una moschea a Kigali. Secondo la BBC, i luoghi di culto erano accusati di aver commesso diverse violazioni, tra cui “inquinamento acustico” [3].

‘Folli predicatori’ si stabiliscono in Rwanda

Il numero delle chiese evangeliche e pentecostali in Rwanda ha raggiunto il picco negli ultimi anni [13]. Esse sono “spesso gestite da predicatori carismatici che affermano di essere in grado di compiere miracoli”, secondo quanto riportato dalla BBC. Alcune di queste sono chiese molto grandi, altre invece sono più piccole, con strutture non in regola in quanto costruite senza il rispetto delle norme e delle procedure edilizie.

Un utente di Twitter, Christian Angermayer, fa notare che queste chiese pregano spesso contro le donne, diffondono messaggi contro i LGBTQ che possono portare a gravi crimini contro le donne e le comunità LGBTQ:

Folli predicatori, troppo matti persino per gli Stati Uniti, si trasferiscono spesso in Africa, ingannano la gente e sono responsabili di crimini d'odio contro le donne, le comunità LGBTQ e altre minoranze. Finalmente un governo si è opposto. Complimenti a Paul Kagame.

La maggioranza dei 12 milioni di abitanti in Rwanda, è di fede cristiana [18], molti di questi hanno lasciato la Chiesa Cattolica Romana, un tempo dominante, per trovare conforto in altre confessioni:

Since the 1994 genocide [19], Pentecostal churches have mushroomed across Kigali, benefitting from the tarnished image of the Roman Catholic Church, which allowed its parishes to become carnage sites for Hutu militias.” [20]

Sin dal genocidio del 1994 [19], le chiese pentecostali si sono diffuse velocemente per tutta Kigali, beneficiando dell'immagine sporca della Chiesa Cattolica Romana la quale ha permesso che le sue parrochie diventassero luoghi di massacro per le milizie Hutu [21].”

Il Presidente Paul Kagame, nel tentativo di monitorare e regolare le azioni di queste chiese, ha approvato una legge nel 2018 in cui si prevede che tutti i predicatori [22] abbiano una laurea in teologia, forniscano un resoconto trasparente della propria situazione finanziaria e provvedano al sostentamento delle chiese rispettando le normative e le leggi edilizie.

L'utente di Twitter Buteera John sostiene la decisione del governo di espellere il Pastore Schoof e la sua famiglia, affermando che “il Rwanda non offre stanze a predicatori estremisti”:

Un buon predicatore unisce le persone, non semina divisione e odio. Il Rwanda non accoglie i predicatori estremisti. L'espulsione è l'unico favore garantito ai predicatori in malafede. Gli enti di giustizia, immigrazione ed emigrazione ruandesi non possono tollerare elementi dannosi. Umubano ushingiye k'ubwubahane [“L'amicizia si fonda sul rispetto reciproco” nella lingua Kinyarwanda].

Ma i sostenitori della radio Amazing Grace ipotizzano che la mancanza di tolleranza di Kagame nei confronti della loro stazione radio e la chiusura generalizzata delle chiese ha più a che fare con un conflitto di natura culturale [19] tra le comunità pentecostali e l'amministrazione di Kagame, che ha preso una direzione più laica.

Nell'aprile 2019, Kagame ha assolto più di 350 donne [24] detenute per aver abortito o per aver aiutato nel farlo, e il 10 ottobre 2019, Kagame ha rilasciato più di 50 donne condannate e detenute per aver abortito [25] — mosse viste dalla chiesa Pentecostale come contrarie ai loro principi religiosi. I sostenitori affermano inoltre che la franchezza di Schoff si è scontrata [19] con il governo di Kagame, che è noto per reprimere la libertà di parola e forme di dissenso [26].

Direzione Uganda?

Gregg Schoff in un comunicato stampa ha affermato che ha intenzione di trasferirsi in Uganda per continuare la sua opera missionaria.

Il Pastore Gregg Schoof, secondo il comunicato stampa, è in procinto di trasferire i suoi affari in Uganda il prossimo mese, in quanto l'Ufficio Immigrazione ruandese ha rifiutato di rinnovare i loro permessi di soggiorno.

Infatti, l'Uganda ha una propria eredità e litania di missionari americani che portano la propria parte di falsità, estorsione e cure miracolose.

Il pastore americano Robert Baldwin, [30] dal New Jersey (USA) ha “dato a oltre 50.000 ugandesi una ‘cura miracolosa’ fatta di candeggina industriale,” che ha curato, come da egli affermato, molte malattie, tra cui l'HIV, sotto un clero chiamato Global Healing (Guarigione Universale). A quanto si dice, Baldwin ha deciso di lavorare in Uganda perché “era un paese povero con normative poco rigorose”.

Renee Bach, [31] dalla Virginia (USA) ha finto in Uganda di essere un medico, sostenendo che potesse curare bambini affetti da malnutrizione.  Alla fine a Bach è stata fatta causa per la morte di oltre 105 bambini [32] che erano sotto le sue cure. È giunta in Uganda con un'organizzazione non governativa, “Serving His Children” (Aiutare i Suoi Figli), e ha lavorato come medico nonostante non avesse alcuna formazione in medicina, per “promuovere l'evangelizzazione” e “garantire il benessere dei più bisognosi.”

E per anni, i missionari statunitensi hanno dichiarato guerra [33] alle comunità LGBTQ presenti in Uganda, sostenendo le chiese ugandesi con ingenti risorse finanziarie e potere tali da diffondere messaggi d'odio che hanno colpito gli attivisti LGBTQ e da influenzare l'approvazione di leggi che violano i diritti umani internazionali.

Gli utenti di Twitter hanno reagito negativamente ai piani di Schoof di trasferirsi in Uganda, considerando il comportamente del pastore in un contesto in cui altri missionari hanno causato più danni che bene.

Una collaboratrice ugandese di Global Voices, Rosebell Kagumire, ha reagito alla notizia esigendo tolleranza zero contro “la supremazia bianca e il fondamentalismo cristiano”:

Tolleranza zero per la supremazia bianca e per il fondamentalismo cristiano.

“Questo governo ha preso posizione contro Dio”.

Jesusoo bianchi!