La legge sui social media nigeriana cancellerà la libertà di espressione sul web

Il senatore Mohammed Sani Musa è il sostenitore della legge sui social media. Screenshot da Channel Television You Tube video.

Il 20 novembre, la Protection from Internet Falsehoods and Manipulation of other Related Matters Bill 2019, [en, come i link successivi, salvo diverse indicazioni] conosciuta come la “legge sui social media”, sostenuta dal senatore Mohammed Sani Musa, ha subito una seconda lettura.

La legge sui social media mira a contrastare le notizie false e la cattiva informazione. Tuttavia, l'intento reale non è il regolamento, ma bensì, l'annientamento della libertà di espressione sul web, la criminalizzazione delle critiche nei confronti del governo e la legalizzazione dell'oscuramento di internet in Nigeria.

Una legge simile venne stroncata in corso d'opera nel 2016.

Ogni forma di opposizione al governo è un crimine

Questa legge ,ora a “prevenire la diffusione di false informazioni o dischirazioni  in Nigeria”, secondo la Sezione 1a. proibirà la disseminazione di affermazioni che potrrebbero pregiudicare la Nigeria, incluse tematiche come la sanità pubblica, la sicurezza, “il quieto vivere comune o le pubbliche finanze” e “le relazioni amichevoli con altri paesi” della Nigeria.

La legge inoltre, “individuerà, controllerà e salvaguardierà allo stesso tempo il cattivo uso online di account e bots”, secondo la sezione 1c. In altre parole, nella legge proposta, tutto è concesso pur di monitorare e controllare – sotto la maschera del combattere le false informazioni.

La legge sui social media è onniscente e sarà valida per tutti i cittadini nigeriani, a prescindere dalla residenza o dalla localizzazione geografica, fino a quando l'ambigua “falsa esposizione dei fatti” circolerà nel paese. La sezione 3a b (i) della legge sui social media afferma che:

A person must not do any act in or outside Nigeria in order to transmit in Nigeria a statement knowing or having reasons to believe that it is a false statements of fact; and the transmission of the statement in Nigeria is likely to be, prejudicial to the security of Nigeria or any part of Nigeria.

Un individuo, sia che si trovi in Nigeria sia al di fuori non può in alcun modo diffondere informazioni che sospetta o sa essere falsi; la diffusione di fatti in Nigeria, potrebbe pregiudicare la sicurezza della Nigeria o di ogni parte della Nigeria.

La vaga scusa della “sicurezza nazionale” viene usata per giuistificare la cancellazione della libera espressione. Ma non finisce qui, il governo nigeriano ha sempre ragione e non può essere criticato. Secondo la sezione 3b (vi), è vietata ogni affermazione che diminuisce “la pubblica fiducia nelle azioni, nei doveri e nella funzione o nell'esercizio del potere del governo”.

Secondo la sezione 3b(v), ciò è da applicarsi ad ogni affermazione che: “incita a sentimenti di ostilità e odio nei confronti di persone o di rancore tra diversi gruppi di persone.” Questo è pericoloso perchè lascia la sua applicazione aperta a interpretazioni contraddittorie dei quali gli attori politici potrebbero abusare.

Chi definisce e approva ciò che incita a sentimenti d'odio? Sgnifica che persino pretendere trasparenza o addirittura mettere in dubbio l'operato di un politico potrebbe essere dichiarato odio.

La pena per la condanna ad ogni applicazione della legge è una multa che ammonta dai 200.000 ai 10 miglioni di naira [circa $556 – $28,000 in dollari statunitensi],reclusione fino a tre anni o entrambe.

Il permesso della polizia all'oscuramento di internet

La legge sui social media garantisce inoltre, il potere illimitato di oscurare intenet, grazie all’ “Access Blocking Order” come contenuto nella sezione 12, sottosezione 3:

The Law Enforcement Department may direct the NCC [Nigerian Communications Commission – the regulatory agency for the telecommunication industry] to order the internet access service provider to take reasonable steps to disable access by end-users in Nigeria.

Il Dipartimento delle Forze dell'ordine può dirigere il NCC [Commissione Nigeriana delle Comunicazioni – l'agenzia regolatoria dell'industria delle telecomunicazioni] e ordinare al fornitore di servizi internet di prendere le giuste misure per disabilitare l'accesso ai consumatori finali nigeriani.

Il fornitore di servizi Internet deve adempiere all'ordine di blocco, pena una multa che ammonta tra i 5 e i 10 milioni  di naira [$14,000-28,000 USD].

Inoltre, la legge presa in considerazione solleva il fornitore di servizi Internet, da qualsiasi “responsabilità civile o penale” in caso di ricorsi nei suoi confronti “per aver adempito all'ordine di blocco”, secondo la sezione 12, sottosezione 5.

Le violazioni dei diritti umani si fanno sempre più torbide perchè la legge garantisce alla polizia, il consenso legale di ordinare il blocco dell'accesso a proprio piacimento. La sezione 15a afferma che, per annullare l'oscuramento di Internet sul territorio, è necessaria la “proposta”, da parte della polizia, in presenza di “prove sufficienti schiaccianti”.

Di conseguenza, “non può essere fatto alcun appello alla Corte Suprema” [Sezione 13(2)] da nessuna delle parti per revocare tale divieto, senza prima fare richiesta di revoca di tale ordine di blocco alla polizia. Le implicazioni di tutto ciò sono ovvie – nessuno può rivolgersi alle corti di fronte a questa violazione finché persiste l'ordine di blocco.

I parlamentari dietro la legge sui social media

I tre parlamentari, che sebrano essere i sostenitori di punta della legge al Senato, la camera più importante del parlamento in Nigeria, sono: Mohammed Sani Musa (portavoce della legge), Abba Moro e Elisha Abbo.

Tra i quattro senatori che spingono la legge sui social media, 3 sono alle prime armi:

1. Mo Sani: venne smascherato sui social media per essere un membro dell'APC mentre, apparentemente, gestiva i contratti dei lettori di schede durante le elezioni del 2015.

La compagnia  di Mohammed Sani Musa, Activate Technologies Limited, ha fornito la Permanent Voter Cards (PVCs, macchina per tessere elettorali permanenti) usata nelle elezioni generali del 2019, mentre era un candidato del dirigente All Progressive Congress (APC) per il distretto senatoriale del Niger dell'est, secondo la rivista investigativa, Premium Times. Questa è un'accusa che la commissione nazionale elettorale indipendente   Independent National Electoral Commission (INEC) ha confermato. Il conflitto di interessi di Musa ha fatto sorgere alcuni dubbi sulla reale indipendenza dell'arbitraggio delle elezioni in Nigeria durante lo scorso turno.

Screenshot del membro del parlamento Nigeriano, il Senatore Elisha Abbo.

Ishaku Elisha Abbo del partito all'opposizione  People’s Democratic Party (PDP) è un senatore che rappresenta il distretto senatoriale del nord di Adamawa nello stato di Adamawa, nel nord est della Nigeria. A luglio del 2019, alla presenza di un ufficiale di polizia, Abbo ha aggredito un membro femminile dello staff di negozio di sex toys per adulti ad Abuja. Dopo che il video dell'assalto è diventato virale sui social media, Abo ha publicamente porto le sue scuse.

Abba Moro, anche lui del PDP, è il senatore che rappresenta il distretto del sud di Benue, Nigeria centrosettentrionale. Il 15 marzo 2014, Moro, in quanto ministro degli interni, è stato il responsabile del  tragico reclutamento nel quale circa 6 milioni di giovani  nigeriani che si proponevano per 4.000 posizioni vacanti nel Servizio di Immigrazione nigeriana, sono stati costretti ad assembrarsi nei vari punti di reclutamento del paese.

La conseguente calca provocata dall'affollamento ha causato circa 20 morti e diversi feriti. Moro è stato un beneficiario di parte delle tasse di partecipazione al concorso, pagate dai richiedenti lavoro che ammontano a 675 milioni naira [circ $1.8 milioni in dollari statunitensi]. Non solo Moro si è arricchito, ma ha anche aggirato le leggi sugli appalti in vigore per il Servizio Immigrazione.

“Non bisogna stare in silenzio, avere paura o autocommiserarsi”– #SayNoToSocialMediaBill!

Con l'uso dell'uso hashtag #SayNoToSocialMediaBill (diciamo no alla legge sui social media), il popolo del web nigeriano ha espresso la sua collettiva indignazione su Twitter:

Io, Bukky Shonibare, dico no alla legge sui Social Media.

È un grave infrangimento del costituzionale diritto di parola. Ci deve essere concesso di esprimere il nostro pensiero, anche quando siamo in torto o ci sbagliamo, senza paura di intimidazioni, violenza o incarcerazione da parte dello stato.

Che ne dite?

Sikemi Okunrinboye ha aperto una petizione contro l'Assemblea Nazionale, il presidente del senato e il presidente della Nigeria. La petizione ha raccolto più di 32.000 firme.

Assemblea Nazionale della Repubblica Federale della Nigeria: ferma la legge sui social media!!!

Per favore, firmate la petizione

Altri Nigeriani stanno contattando i loro parlamentari affinché votino contro la legge.

Ho scritto un’ email circa la legge sui social media, ai senatori che rappresentano il mio stato e ho chiesto loro di votare contro. Dovreste farlo anche voi.

Tuttavia, molti pochi parlamentari, come Chimaroke Nnamani, si sono opposti fermamente alla legge quando è stata presentata al parlamento per la seconda volta.

Mi sono opposto alla legge sui social media oggi durante l'assemblea plenaria oggi.

Con una dichiarazione, Amnesty International ha condannato l'uso di “leggi per giustificare la violazione dei diritti umani” perché non solo non fermerà i nigeriani “dall'esprimere il loro pensiero” ma ” manderà loro in prigione per averlo fatto.”

Il parlamento, con il pretesto di monitorare la disinformazione, sta considerando la promulgazione di una legge draconiana. Per ironia della sorte, i principali diffusori di false informazioni online sono gli attori politici.

Sia i partiti nigeriani al potere che quelli all'opposizione hanno trasformato Twitter in un campo minato  di discorsi d'odio sull'etnia e di disinformazione e propaganda durante le elezioni presidenziali del 2019.

In questi tempi tempi preoccupanti per la libertà di espressione in Nigeria, l these troubling times of freedom of expression in Nigeria, la saggia accusa da parte dello scrittore americano Toni Morrison evoca speranza:

This is precisely the time when artists go to work. There is no time for despair, no place for self-pity, no need for silence, no room for fear. We speak, we write, we do language.

Questa è esattamente il momento in cui gli artisti si mettono a lavoro. Non c'è tempo per la disperazione, l'autocommiserazione, non c'è bisogno di silenzio, non c'è spazio per la paura. Noi parliamo, noi scriviamo,noi ci occupiamo di lingua.

La legge è al momento alla sua seconda lettura in senato. Per diventare legge, dovrà essere passata in sede di commissione dove verrà revisionata dai parlamentari. La commissione presenterà il rapporto al parlamento, la legge verrà discussa, una copia pulita viene ripresentata al senato per il voto finale e, infine, dovrà passare l'approvazione parlamentare.

Il parlamento deve essere messo alle strette affinchè respinga la legge sui social media nella sua interezza. Questo perché il paese più densamente popolato dell'Africa scivolerà lentamente nella piena dittatura una volta che la libertà d'espressione sarà svanita.

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