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L’estrema destra bulgara sta cercando di far chiudere la più antica ONG del paese

Categorie: Europa centrale & orientale, Bulgaria, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Legge, Libertà d'espressione, Politica

Il logo del partito politico VMRO-BND [1] [it] e quello della ONG Bulgarian Helsinki Committee [2][en].

Il partito bulgaro di estrema destra VMRO-BND, parte della coalizione di governo del primo ministro Boyko Borissov, ha richiesto al procuratore generale della Bulgaria di annullare la registrazione di una delle più importanti ONG per i diritti umani del paese, la Bulgarian Helsinki Committee (BHC).

In un comunicato stampa [3] [bg] del 30 settembre, il partito afferma che la BHC sta “interferendo con il potere giudiziario” tramite l'organizzazione di seminari e altri eventi di formazione con procuratori e giudici, nonché rappresentando clienti nella Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e in tribunali nazionali.

Il comunicato stampa aggiunge che la BHC “si è impegnata in attività anticostituzionali, illegali, immorali e apertamente antibulgare” e che il lavoro della ONG è “apparentemente a difesa dei diritti umani, ma ha in realtà messo a repentaglio i cittadini bulgari e il buon nome della Bulgaria di fronte alle istituzioni internazionali”.

Un’altra accusa rivolta dal partito riguarda il ruolo svolto dalla BHC nel caso di Jock Palfreeman [4] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], un cittadino australiano condannato a 20 anni di carcere per aver accoltellato un cittadino a morte e averne ferito un altro a Sofia nel 2007. La BHC ha difeso Palfreeman, che sostiene di aver agito per legittima difesa. Gli è stata garantita la libertà condizionata nel settembre del 2019, dopo aver scontato 11 anni della pena, cosa che ha scatenato proteste e clamore mediatico. Nel comunicato stampa il VMRO aggiunge che la BHC “fornisce protezione procedurale a certi individui in casi che vengono poi giudicati dagli stessi giudici che loro formano… attraverso i seminari cerca di esercitare pressione e influenza nella soluzione di casi di diretto interesse [nazionale]”.

La richiesta di sciogliere l’ONG è stata presentata da Angel Dzhambazki [5], vice presidente del VMRO-BND e membro del Parlamento Europeo, e da Alexander Sidi, un parlamentare bulgaro per lo stesso partito.

Membro dell’Unione Europea dal 2007, la Bulgaria ha virato verso l’estrema destra nel 2017, quando il GERB, il partito di centrodestra del primo ministro Borisov, si è alleato con una piccola coalizione di partiti nazionalisti, tra cui il VMRO-BND, i cosiddetti “Patrioti Uniti [6]”. Sostengono per lo più valori sociamente conservatori, con diversi gradi di euroscettiscismo, antiglobalizzazione, islamofobia e sostegno per la Russia, insieme a un'avversione condivisa nei confronti dei diritti umani.

Fondata nel 1992, la Bulgarian Helsinki Committee è la più antica organizzazione per i diritti umani della Bulgaria e un membro dell’organizzazione paneuropea Civil Liberties Union for Europe [7]. Offre aiuto legale gratuito alle vittime di violazioni di diritti umani e nei suoi rapporti annuali [8] [bg] fornisce informazioni sullo stato dei diritti umani in Bulgaria. Sostiene regolarmente progetti per l’educazione ai diritti umani e distribuisce un premio, chiamato Human of the Year Award [9], a individui e organizzazioni che contribuiscono alla promozione e all’avanzamento dei diritti umani nel paese.

La BHC ha risposto alle accuse tramite un post su Facebook [10], citando i precedenti tentativi del VMRO di danneggiare la loro organizzazione.

This is not the first time that this extremist party of a manifestly neo-totalitarian type undertakes such action. In October 2017, they wrote to the Prosecutor General to initiate prosecution against the President of the Bulgarian Helsinki Committee, Krasimir Kanev for “sabotage”. In 2014, the same party wrote to the National Revenue Agency to initiate an investigation.

Questa non è la prima volta che questo partito estremista, di tipo apertamente neo totalitario, ha intrapreso azioni di questo tipo. Nel 2017, ha scritto al procuratore generale chiedendo di avviare un procedimento giudiziario nei confronti di Krasimir Kanev, presidente della BHC, per “sabotaggio”. Nel 2014, lo stesso partito aveva scritto all’Agenzia nazionale delle entrate per avviare un’investigazione.

In una dichiarazione [11] [mk] inviata a Meta.mk, un’agenzia di stampa della Macedonia del nord e partner di Global Voices, il presidente della BHC Krasimir Kanev ha affermato:

These are purely Stalinist methods. It is terrible to see that for 30 years after the democratic changes in Bulgaria, an attempt has been made to impose such Stalinist methods, to interfere with state institutions and to try to pressure civil society.

Questi sono metodi staliniani. È terribile vedere, dopo 30 anni dai cambiamenti democratici in Bulgaria, un tentativo di imporre metodi così dittatoriali, di interferire con le istituzioni statali e di cercare di mettere pressione sulla società civile.

Più di 80 ONG bulgare [12] [bg] e 40 ONG di altri paesi [13], attraverso una coalizione chiamata Civic Solidarity Platform, hanno espresso il loro supporto per la BHC e hanno chiesto al governo bulgaro di prendere distanza dalle minacce. La loro dichiarazione afferma:

The developments are of particular concern in a country where intolerance is on the rise, and where the safety of those who work for the protection of minorities and the most vulnerable groups of the population can no longer be taken for granted. There is currently no human rights organization in Europe that has been banned. Despite repressive measures in a number of front-line democracies in Europe, no European country has so far allowed itself to ban citizen organizations. Bulgaria should not set a dangerous precedent.

Questi avvenimenti sono particolarmente preoccupanti in un paese in cui l’intolleranza sta crescendo e in cui la sicurezza di coloro che lavorano per proteggere le minoranze e i gruppi più vulnerabili della popolazione non può più essere data per scontata. Al momento nessuna organizzazione per i diritti umani è stata resa illegale in Europa. Nonostante misure repressive in varie democrazie europee, nessun paese ha finora permesso che organizzazioni civili diventassero illegali. La Bulgaria non dovrebbe stabilire un precedente così pericoloso.

[14]

Nel dicembre 2018, l’edificio della BHC è stato vandalizzato da ignoti con scritte offensive come “pazzi, fascisti, spazzatura, schifosi”. Hanno risposto pubblicando questa foto [14] con una didascalia che dice “Odiare è facile, per amare ci vuole coraggio”.

Anche Massimo Moratti, vicepresidente di Amnesty International in Europa, ha firmato una dichiarazione [15]:

This is an unprecedented attempt to silence independent and critical voices by the authorities in Bulgaria. As a member of the European Union, Bulgaria has a responsibility to uphold the rule of law, and we expect the Prosecutor General to firmly reject the request for dissolution. The Bulgarian Helsinki Committee is the most respected human rights organisation in Bulgaria. Their work providing capacity-building for judges and prosecutors and legal services to people in need is crucial. Attempts to deregister them for their work are a direct assault on freedom of expression.

Questo è un tentativo senza precedenti da parte delle autorità bulgare di zittire voci indipendenti e critiche. Come membro dell’Unione Europea, la Bulgaria ha la responsabilità di sostenere lo stato di diritto e ci aspettiamo che il procuratore generale rifiuti fermamente la richiesta di annullamento. La Bulgarian Helsinki Committee è l’organizzazione per i diritti umani più rispettata in Bulgaria. Il loro lavoro, fornendo formazione a giudici e procuratori e servizi legali a chi ne ha bisogno, è cruciale. Qualsiasi tentativo di eliminarli a causa del loro lavoro è un attacco diretto alla libertà di espressione.

Nel 2016, l’ufficio per i diritti umani dell’ONU [16] ha espresso preoccupazione dopo che due uomini hanno aggredito fisicamente Kanev in strada, a Sofia.

La ricercatrice bulgara per i diritti umani Iveta Cherneva ha scritto su EuroNews [17] che “non vuole vedere il paese seguire l’esempio dell’Ungheria [18] [it], in cui le ONG e le università sono oppresse così tanto dalle autorità che devono chiudere o spostarsi. Questa non è la strada giusta”. Aggiunge che la chiusura della BHC “sarebbe un colpo per la leadership bulgara e per la situazione dei diritti umani. Questa non è una prova solo per l’ufficio del procuratore ma per tutti i Bulgari e per la stessa Unione Europea”.

Pavlina Simonoska Arsikj è Coordinatrice della Comunicazione presso la Helsinki Committee for Human Rights of the Republic of Macedonia [19], una ONG a sostegno dei diritti umani con valori simili alla the Bulgarian Helsinki Committee, ma senza alcuna affiliazione ad essa.