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Approfondimenti sulla crisi del Kashmir da un kashmiro nato in Nepal

Categorie: Asia meridionale, India, Nepal, Arte & Cultura, Citizen Media, Diritti umani, Governance, Legge, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Protesta, Relazioni internazionali
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Un uomo kashmiro tiene in mano pezzi di una bomba da mortaio da 120 mm. È sul tetto della sua casa,  distrutta dai colpi di mortaio. I soldati indiani e pakistani, in seguito all'abrogazione dell'Articolo 370 da parte delle autorità indiane, hanno portato avanti il conflitto armato lungo la Linea di Controllo nel Jammu e Kashmir. Foto di Ieshan Wani presa da Instagram, usata con autorizzazione.

Il 5 agosto 2019, il governo indiano ha emanato un ordine costituzionale che revoca l'Articolo 370  [2][it]–,una mossa che annulla lo statuto speciale di cui godeva lo stato del Jammu e Kashmir.

Leggi la nostra Copertura Speciale: La crisi in Kashmir [3][it]

Il confinante Nepal è uno dei molti Paesi [4] [en come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] ] a non supportare interventi di terzi e, come riportato da ANI [5], il Ministro degli esteri nepalese Pradeep Gyawali ha dichiarato che si tratta di una questione interna allo stato indiano.

Sebbene ci siano state dimostrazioni [5] [ne] a Kathmandu, la capitale del Nepal, per risolvere il problema del Kashmir attraverso il dialogo, alcuni Gorkhas [6][it] di lingua nepali che vivono nel Jammu hanno invece celebrato [7] [ne] la decisione del governo indiano.

Aquib è un laureato della Kashmir University che vive nella capitale del Nepal, Kathmandu. È nato in Nepal da madre nepalese e possiede una gioielleria a Kathmandu. Ha parlato con GV per dire la propria opinione riguardo la decisione dell'India di revocare l'Articolo 370.

Global Voices (GV): Da quanto tempo vivi in Nepal?

Aquib (A): I was born in Nepal. My father came to Nepal to start a business in the 1980s. My father is a Kashmiri and my mother a Nepali. Apart from spending some years in Kashmir during my studies, I’ve been living mostly in Nepal.

Aquib (A): Sono nato in Nepal. Mio padre ci è arrivato per iniziare la sua attività negli anni '80. Lui è del Kashmir mentre mia madre è nepalese. Esclusi gli anni che ho trascorso nel Kashmir per completare i miei studi, ho vissuto principalmente in Nepal.

GV: Qual è il tuo legame emotivo con il Kashmir?

A: I completed my Bachelor’s degree from Kashmir University. My relatives and friends live in Kashmir. Currently, my parents also live in Kashmir.

I visit Kashmir 3-4 times every year. Last I went there on 8 August 2019. Before I got there, the Government of India had decided to revoke the special status of the State of Jammu and Kashmir.

A: Mi sono laureato alla Kashmir University. I miei parenti e amici vivono nel Kashmir e, attualmente, anche i miei genitori.

Vado nel Kashmir 3-4 volte l'anno. L'ultima volta che ci sono stato era l'8 agosto 2019. Già prima che arrivassi, il governo indiano aveva deciso di revocare lo statuto speciale dello Stato del Jammu e Kashmir.

Global Voices (GV): Secondo te, perché il Jammu e Kashmir [8][it] è contestato?

A: Kashmir has been in debates since 1947 when India and Pakistan were divided. Both India and Pakistan have been neglecting the self-decision rights of Kashmir. Kashmir got entangled in the conflict. Recently, after India encroached on their rights, the conflict rose sharply.

A: Il Kashmir è oggetto di dibattiti sin dal 1947, con la partizione dell'India e del Pakistan. Entrambi hanno negato al Kashmir il diritto all'autodeterminazione. Il Kashmir è stato coinvolto nel conflitto. Recentemente, con lo sconfinamento dell'India, gli scontri sono aumentati drasticamente.

GV: Che significato aveva l'Articolo 370 per gli abitanti del Kashmir?

A: Article 370 [9] of the Indian constitution holds a special significance for Jammu and Kashmir. Because of it, Jammu Kashmir was free to have its own constitution, flag and laws. The Kashmiris have lost their identity and rights after the abrogation of the Article which gave Jammu Kashmir a ‘Special State’ status.

A: L’Articolo 370 [9] della Costituzione indiana ha un significato particolare per il Jammu e Kashmir. Grazie a questo, lo stato era libero di avere una propria Costituzione, bandiera e leggi. I kashmiri hanno perso la propria identità e diritti dopo l'abrogazione dell'Articolo che garantiva al Jammu e Kashmir uno ‘Statuto Speciale’.

GV: Perché credi che il governo indiano abbia abrogato l'Articolo 370?

A: India’s Prime Minister Narendra Modi [10] and the Bharatiya Janata Party (BJP) [11] he is leading had been trying to repeal Article 370. This was their political motive and they had mentioned it in their election manifesto as well. And only a few months after winning the Lok Sabha elections they have hurt the sentiments and snatched the rights of Kashmiri people by repealing Article 370.

A: Il primo ministro indiano Narendra Modi [12] [it] e il suo partito, il Bharatiya Janata Party (BJP) [13] [it], hanno a lungo tentato di revocare l'Articolo 370. Faceva parte del loro disegno politico e lo avevano affermato anche nel manifesto elettorale. Solo qualche mese dopo avere vinto le elezioni della Lok Sabha, hanno deluso le aspettative e calpestato i diritti degli abitanti del Kashmir con la revoca dell'Articolo 370.

GV: Mentre il Nepal ha dichiarato che la crisi del Kashmir è una questione interna all'India, come vengono trattati dai nepalesi i kashmiri che vivono in Nepal?

Aquib: More than 500 Kashmiris live in Nepal’s capital city Kathmandu and touristic city Pokhara doing business. We Kashmiris have neither been discriminated [against] nor been treated badly by the Nepali community. In contrast, we are treated with suspicion in India. At the airport immigration, we are hassled by questions like “why we are going to Nepal?” and “for how long?”, etc.

A: Ci sono più di 500 kashmiri che vivono e lavorano nella capitale del Nepal Kathmandu e nella città turistica di Pokhara. Noi kashmiri non veniamo né discriminati né maltrattati dalla comunità nepalese. Diversamente, siamo visti con sospetto in India. In aeroporto, ai controlli di immigrazione, veniamo tempestati di domande come ‘perché stai andando in Nepal?’, ‘per quanto tempo ci rimarrai?’ ecc.

GV:  Come pensi vengano trattate le notizie sulla questione del Kashmir dai media nepalesi, contro il Kashmir o imparzialmente?

A: The news about the Kashmir issue disseminated by Nepali media is not biased against anybody, but it is about the latest move by the Indian Government and Article 370. India’s move is ill-considered and one-sided. This decision might lead to more trouble instead of solving the dispute.

I appeal to the international community to stand in solidarity with the Kashmiris against the injustice meted out to them.

A: Le notizie sulla questione del Kashmir diffuse dai media nepalesi non sono di parte, bensì trattano delle recenti mosse del governo indiano e dell'Articolo 370. Le decisioni indiane sono sconsiderate e unilaterali. Possono portare ad ulteriori problemi anziché alla risoluzione della disputa.

Faccio appello alla comunità internazionale affinché mostri solidarietà alla popolazione del Kashmir, contro l'ingiustizia inflitta loro.

GV: In che modo l'abrogazione dell'Articolo 370 inciderà sul futuro del Kashmir?

A: The special rights Jammu and Kashmir had been exercising for the last seven decades have been removed. To muzzle the Kashmiri voices against this move armed forces have been sent to Kashmir. Communication services like mobile phones and the internet have been shut down including educational institutions. People have been prohibited from gathering and the opposition leaders have been put under house arrest. But the Indian government’s authoritarianism can never control the sentiments of Kashmiris and their dissenting voices.

A: I diritti speciali che il Jammu e Kashmir ha esercitato negli ultimi sette decenni sono stati cancellati. Forze armate sono state inviate nel Kashmir per soffocare le voci della popolazione contraria a questa decisione. Un blocco è stato imposto ai servizi di comunicazione, come telefoni e internet, e le istituzioni scolastiche sono state chiuse. È stato vietato di organizzare assemblee e i leader dell'opposizione sono stati messi agli arresti domiciliari. Eppure, l'autoritarismo del governo indiano non potrà mai controllare i sentimenti della popolazione del Kashmir né le voci dissenzienti.