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Giornalista di Vanuatu afferma che il suo permesso di lavoro è stato revocato per aver criticato il governo

Categorie: Oceania, Vanuatu, Citizen Media, Governance, Legge, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica
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Un'edicola a Vanuatu. Foto e didascalia dell'utente del segretariato del Commonwealth di Flickr. (CC BY-NC 2.0)

Il direttore del Vanuatu Daily Post [2] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] afferma che il suo permesso di lavoro non è stato rinnovato dal Ministero del Lavoro del paese a causa della copertura critica del governo sul giornale.

Dan McGarry ha scritto [3] su Facebook e Twitter che la sua domanda è stata respinta perché, secondo quanto riferito, il governo vuole che la sua posizione sia “localizzata”. Ma egli crede che la decisione sia stata il risultato delle storie di giornali che hanno fatto arrabbiare le autorità:

In July, the Prime Minister (Chariot Salwai) summoned me and berated me for my ‘negative’ reporting.

‘If you don’t like it here,’ he told me, ‘go home’.

But Vanuatu is my home.

People will hem and haw and say all kinds of things, but it boils down to this: I spoke out, and was punished for telling the truth.

A luglio, il primo ministro (Chariot Salwai) mi ha convocato e rimproverato per le mie notizie “negative”. “Se non le piace qui, vada a casa” mi ha detto.

[4]

Fonte: pagina Facebook Dan McGarry

Ma Vanuatu è casa mia.

La gente temporeggerà dicendo diverse cose, ma tutto si riduce a questo: ho parlato e sono stato punito per aver detto la verità.”

McGarry ha affermato che il problema è iniziato quando il giornale ha pubblicato una storia [5] nel luglio 2019 sulla deportazione di sei cittadini cinesi per affrontare il processo in Cina, nonostante le domande sulla legalità dell'azione.

McGarry è tra coloro che hanno messo in dubbio [6] la decisione [7] del Ministro degli Affari Interni di espellere sei persone in Cina senza un'audizione giudiziaria:

He admitted he didn’t consider that at least some of the deportees were Vanuatu citizens. He appears to have issued orders without fully considering his responsibility to follow the law himself. He appears to have instructed Police to act as they did. Every one of those statements is cause for deep concern. Because whatever the Minister may think, we are not subject to Chinese law. And we don’t do things the Chinese way.

Ha confessato di non aver considerato che almeno alcuni dei deportati fossero cittadini vanuatuani. Sembra che abbia emesso ordini senza considerare pienamente la sua responsabilità di seguire la legge lui stesso. Sembra che abbia incaricato la polizia di agire come hanno fatto loro. Ognuna di queste affermazioni è motivo di profonda preoccupazione. Perché qualunque cosa possa pensare il Ministro, non siamo soggetti alla legge cinese. E non facciamo le cose nel modo cinese.

La questione ha rispecchiato [8] la crescente influenza politica e economica della Cina a Vanuatu e in altre nazioni del Pacifico.

McGary ha notato il collegamento tra il problema della deportazione e la posizione della Cina a Vanuatu:

Vanuatu is not China. But today, it’s looking more like it than ever before.

Vanuatu non è la Cina. Ma oggi sembra più simile che mai.

McGarry è un canadese residente a Vanuatu da 16 anni ed è sposato con una cittadina del Vanuatu. Ha scritto su Twitter su come anche la decisione del Ministero del Lavoro influisca sulla sua vita personale:

Sono abbattuto. Il mio futuro è incerto. Potrei perdere tutto quello che ho costruito negli ultimi 16 anni, solo per fare quello che avrebbe fatto qualsiasi giornalista che ha rispetto per se stesso.

Ma ho immenso conforto nel vedere che in poco più di 24 ore abbiamo raggiunto oltre 60.000 persone solo su Twitter.

Ma la Commissaria Laburista Muriel Meltenoven ha insistito sul fatto che il suo ufficio sta semplicemente sostenendo la politica di localizzazione del governo. Ha detto [10] ai media che:

The decision to refuse the work permit is because, looking at his file, there is no succession plan or training plan that has been provided for a local counterpart.

La decisione per cui è stata rifiutata il permesso di lavoro è perché, guardando il suo fascicolo, manca un piano di successione o un piano di formazione che è stato fornito per una controparte locale.

Marc Neil-Jones, fondatore del Vanuatu Daily Post, ha chiarito [11] che la società è di proprietà locale:

Trading Post Ltd is 100% locally owned and employs over 50 staff. We are being blatantly forced to localize a very senior expatriate position in our 100% Ni Vanuatu owned company.

Trading Post Ltd è di proprietà locale al 100% e impiega oltre 50 dipendenti. Siamo palesemente costretti a localizzare una posizione di espatriato di alto livello nella nostra società al 100% di proprietà di Ni Vanuatu.

Ha anche segnalato riguardo le implicazioni della revoca del visto di McGarry:

We believe the real reason for [the] government cancelling McGarry’s work permit is because they are not happy with some of his news items. It has nothing to do with localization.

We urge this government to not use this Work Permit Amendment Act to get rid of expatriates they do not like […] as this precedent is dangerous and opens up the doors to abuse.

Riteniamo che la vera ragione per cui [il] governo ha annullato il permesso di lavoro di McGarry sia perché non sono contenti di alcuni dei suoi articoli. Non ha nulla a che fare con la localizzazione.

Sollecitiamo questo governo a non usare questa legge sull'emendamento del permesso di lavoro per sbarazzarsi degli espatriati che non gradiscono […] poiché questi è pericoloso e apre le porte agli abusi.

Un'inchiesta del Guardian ha accennato [12] al fatto che anche il predecessore di McGarry aveva dovuto affrontare molestie per aver criticato alcune politiche del governo.

Anche la Media Association di Vanuatu ha sollecitato [13] le autorità a rinnovare il permesso di lavoro di McGarry ricordando loro che ci sono altre strade attraverso cui affrontare i reclami relativi alle storie pubblicate. La dichiarazione ha sottolineato che la libertà dei media e il diritto all'informazione sono importanti per promuovere lo sviluppo del Paese.

Giornalisti, accademici e sostenitori della libertà dei media nella regione del Pacifico hanno tutti criticato la negazione del visto di lavoro di McGarry. Il media australiano “Entertainment and Arts Alliance” ha detto [14] che la decisione “è uno sviluppo inquietante che solleva preoccupazioni sulla libertà di stampa e sul diritto del pubblico di essere informato a Vanuatu”.

Il professor David Robie, direttore del Pacific Media Center ed editore di Pacific Media Watch, ha garantito [15] per l'integrità di McGarry come giornalista:

Dan McGarry is one of the leading investigative journalists in Vanuatu and the Pacific and has a commitment to development values.

Dan has also been a strong media freedom advocate and has followed the proud traditions set by the Daily Post founder and owner, Marc Neil-Jones, by publishing the truth and holding the powerful to account.

A loss of Dan McGarry to Vanuatu would be a huge loss to the region as well.

Dan McGarry è uno dei principali giornalisti investigativi a Vanuatu e nel Pacifico e ha un impegno per i valori di sviluppo.

Dan è stato anche un forte sostenitore della libertà dei media e ha seguito le orgogliose tradizioni stabilite dal fondatore e proprietario del Daily Post, Marc Neil-Jones, pubblicando la verità e ritenendo i potenti responsabili.

La perdita di Dan McGarry a Vanuatu sarebbe una grande perdita anche per la regione.

I colleghi giornalisti, i lettori e le persone che si impegnano per la libertà di stampa nel Pacifico e ovunque stanno con Dan McGarry in questo momento. Libertà non significa facile, significa sapere che dobbiamo custodire e lottare per ciò che è prezioso.

McGarry ha detto che farà appello [18] alla decisione del Ministero del Lavoro.