Che sta succedendo in Cile? Hashtag di un'inaspettata mobilitazione sociale in America Latina

Illustrazione di Biker Blue utilizzata con autorizzazione.

Il 18 ottobre scorso il Cile ha sorpreso il mondo quando in meno di 48 ore una protesta a Santiago è sfociata nella militarizzazione delle sue strade e nell'incendio di otto stazioni della metro, di cui ad oggi non si conosce ancora la responsabilità. Riportiamo qui alcuni hastag con informazioni e dibattiti che permettono di seguire ciò che sta succedendo per le strade delle città cilene [es, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]:

Rivolta sociale in Cile: davanti alle proteste della popolazione per l'aumento della tariffa della metro, il presidente Piñera dichiara lo stato d'assedio ed invia carri armati da guerra per reprimere la popolazione. Gravissimo!

Forza nella lotta per la popolazione del Cile! #CileSveglio

In mezzo allo scenario latinoamericano di cui l’ “oasi” cilena sembrava non far parte, le controverse misure prese dal governo hanno provocato una rapida scalata di violenza che ha richiamato l'attenzione internazionale. Ci sono stati incendi, barricate, saccheggi sparsi in tutto il paese e la dichiarazione di guerra del presidente al terzo giorno della manifestazione, virata dopo l’#YoNoEstoyEnGuerra (Io non sono in guerra) del generale a carico dello stato d'eccezione [it], misura che non è stata decretata dalla dittatura e che ha fatto rivivere stress post-traumatico fra gli anziani.

Il presidente del Cile dice che “è in guerra” con i suoi propri cittadini e si mostra circondato dalle Forze armate.

Quanto detto, in quel paese, con quella foto risveglia l'eco funesto degli anni anni della dittatura e della repressione. E lui lo sa perfettamente; non è un errore.

Immagini allarmanti dal Valparaíso, già soggetta a coprifuoco. È molto doloroso vedere il Cile con i militari che controllano tutte le strade, mentre la popolazione mostra la sua insofferenza sociale. #CileResiste

Nei primi dieci giorni di proteste le denunce nei confronti dell'Istituto Nazionale dei Diritti dell'uomo per torture hanno superato quelle del 2018. Durante i suoi nove anni di storia, l'organizzazione menzionata ha presentato in totale 319 azioni contro i Carabineros del Cile per torture ed ha ricevuto 33 querele per torture sessuali. In soli 19 giorni del 2019 ne ha presentate rispettivamente 145 e 17.

(Ultimo aggiornameto) Cifre raccolte direttamente dall'INDH osservando manifestazioni, stazioni di polizia e centri ospedalieri, da giovedì 17 ottobre fino alle 16.30 di lunedì 18 novembre.

L’epidemia dei danni agli occhi dovuti a scariche di proietti ha causato in 20 giorni la stessa quantità di feriti che in 12 mesi di protesta dei gilet gialli in Francia. Al 15 novembre la cifra era di 230.

#CileViolaiDirittiUmani #NonPiùProiettili #CileSveglio #CileNonSiArrende #nonsiamoinguerrange #Cile #IlCileProtesta

Non + proiettili !!! ?

Oltretutto sono iniziate accuse costituzionali e per crimini di lesa umanità, e richieste d'emergenza dell'UNICEF ed istituzioni pubbliche per denudamenti, aggressioni, minacce e maltrattamenti ai minori.

Potente intervento di Patricia Muñoz (@defensorianinez) davanti alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani a Quito. #ChileEnLaCIDH

«Mi sembra poco ragionevole che lo Stato del Cile pretenda di parlare di danni materiali senza aver fatto UNA riflessione rispetto ai DD. HH.»

Nonostante i tentativi del governo di attenuare la protesta con #NuevaAgendaSocial (Nuova agenda sociale) e cambi di amministrazione, il tema tendenza #PiñeiraDictador (Piñera dittatore) dell'inizio della mobilitazione sociale è riapparso quattro settimane dopo come #UnMesDeDictadura (Un mese di dittatura). Fra i motivi che hanno alimentato la rabbia della popolazione ci sono lo spionaggio governativo, la partecipazione delle forze armate con incendi e saccheggiamenti, gli elogi spesi dal presidente nei loro confronti e la minimizzazione delle vittime, così come misure come #AcuerdoPorLaPaz (Accordo per la pace) non hanno implicato il ritiro dei militari dalle strade ed il cessare della repressione di espressioni pacifiste come #DeLaQuintaALaMoneda.(Da La Quinta a La Moneda)

Adesso sarebbe giusto sapere se gli inseguimenti agli attivisti sociali scoperti da  PacoLeaks sono stati ordinati dal Ministero dell'Interno o erano “impegni propri” dei Carabinieri. Questa versione dell'ordine sociale non può naturalizzarsi. Perseguire l'attivismo sociale non è normale!

I marciatori da Limache a La Moneda sono riusciti a rimanere cinque minuti davanti al palazzo e senza alcun disturbo o provocazione i carabineros li hanno cacciati con due guanachi, una puzzola ed un picchetto. Bel criterio  ministro @gblumel e intendente @FelipeGuevaraSt

Il presidente Piñera ha detto di aver capito la gente ed ha chiesto perdono per non averlo fatto prima. Tuttavia lo Stato del Cile ha appena speso milioni di pesos per comprare munizioni antisommossa.

Nonostante l'evidente criminalizzazione governativa della protesta ed il blocco informativo nel paese, la persistenza delle manifestazioni ha portato temi scomodi nel dibattito pubblico e svelato il malessere profondo che affligge una delle nazioni più ricche dell'America Latina ma anche una delle più disuguali: il Cile è l'unico paese nel mondo dove l'acqua può essere completamente privatizzata e dove i cittadini possono indebitarsi fortemente per avere garantiti diritti come la salute, l'istruzione o la sicurezza sociale, nonostante i trattati internazionali di cui il Cile fa parte.

Che grande articolo di opinione raccontato dall'esperienza di vita di @ernestogarratt. Per favore leggetelo e spero che apra gli occhi di coloro che non vogliono vedere nè capire l'origine di questa crisi in #Cile.

Gli avvenimenti iniziati ad ottobre hanno generato manifestazioni di unione ma anche di discordia fra la popolazione. Sembra esserci intesa in #NoMásViolencia (Non più violenza) ma anche discrepanza rispetto a se questo significa il ritorno alla “normalità” o a cambiamenti strutturali ed alla rinuncia del presidente. #FueraPiñera (Fuori Piñera) e #FuerzaPiñera (Forza Piñera) hanno segnalato le responsabilità del multimilionario per la crisi delle ultime settimane e anche la sua elezione per via democratica, nonostante il tracollo della sua accettazione sociale al 13%. Tanto la tenacia della protesta quanto la forte popolarizzazione hanno una solida base nella storia del paese che 46 anni fa ha sofferto una delle dittature più crudeli del mondo, i cui postumi sono stati ripresi da film come Masacre en el Estadio, No [it] e la dottrina della shock economy [it].

Le principali tifoserie di calcio si uniscono alle manifestazioni in Cile, in segno di unione si alzano i loro colori in  Piazza Italia, abituati a combattere fra di essi, oggi dicono di voler superare le differenze a favore del popolo cileno. #LamarciapiùgrandedelCile3

E cos'hanno ottenuto con tutto ciò che hanno fatto quei comunisti anarchici impazziti? Hanno migliorato le loro vite di merda? Qualunque cosa facciano, non smetteranno di essere dei falliti e dei perdenti. I lavoratori cileni e le PMI colpite saranno recuperati. Gli animali di sinistra mai!

Due giorni prima dello scoppio Clemente Pérez, ex direttore della metro di Santiago, aveva detto agli studenti delle scuole superiori che avevano iniziato  #EvasiónMasivaTodoElDía (Evasione di massa tutto il giorno): “Ragazzi, tutto ciò non ha avuto presa. Non hanno ottenuto l'appoggio della popolazione, neppure su Twitter, dove si suppone che questo tipo di movimenti abbiano più appoggio, non c'è”, senza contare che l'oasi era più che altro un iceberg la cui esplosione avrebbe incontrato eco nelle mobilitazioni globali del momento.

Le azioni parlano più forte delle parole e @monlaferte non si è contenuto ai LatinGRAMMY Awards del 2019.

A più di 30 giorni da scioperi, arresti e marce di massa quasi quotidiane ed incredibilmenti creative, il governo cileno ha annunciato un referendum per avviare un processo costituente. In una #NuevaConstituciónParaChile (Nuova costituzione per il Cile) si gioca il reinsediamento degli interessi delle stesse élite o l'opportunità di una riconfigurazione del patto sociale.

Incredibile la forza del cittadino cileno! Che in 22 giorni di protesta sostenuta la resistenza al terrorismo di stato è riuscita a passare dall’abbandono dell’aumento del ticket a un ordine del giorno costituzionale, non senza affrontare la brutale resistenza del governo a cedere. #9novembre #Ilmondociguarda #piazzadelladignità

#CileSveglio

- Plebiscito per AC ✅
– Soldi giusti❌
– Educazione e salute pubblica e di qualità❌
– Cancellazione dei debiti❌
– Non più AFP❌
– Verità, giustizia per le violazioni ai DDHH ❌

La strada non si abbandona, la lotta continua. I diritti non si elemosinano, si rivendicano ✊?

Inoltre visto che solo una parte del conflitto dipende dalla Costituzione, ciò che succede in #ChileDespertó (Il Cile si è svegliato) illustra la possibilità di un popolo di esprimere la sua volontà al di là delle urne, allo stesso tempo come #ConMilicosNoEsDemocracia (Con i militari non è democrazia) ricorda il ruolo dei diritti umani come precondizione per le democrazie. La fondazione cittadina di #PlazaDeLaDignidad (Piazza della Dignità) ricorda anche il fatto che senza giustizia non c'è pace.

Il Cile agli occhi del mondo  #Piñeraaccusato, #settemilapesosnonbastano, #cisarannoconseguenze.

*Testo collaborativo elaborato nell'ambito del semestr bnHH del ITESM, Messico.

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