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I gruppi anti vaccinisti dei Balcani trovano sostegno nella Chiesa ortodossa russa

Categorie: Europa centrale & orientale, Macedonia, Russia, Serbia, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Media & Giornalismi, Politica, Relazioni internazionali, Religione, Salute
Sergeev Pasad, a Russian Orthodox monastery outside of Moscow. [1]

Sergeev Pasad, monastero ortodosso russo vicino a Mosca. Foto [2] dell'utente Flikr mutatdjellyfish, CC BY-NC.

Questo articolo del giornalista Ljubomir Kostovski è apparso in Macedonia su Critical Thinking for Mediawise Citizens – CriThink [3] [mk] e tradotto in inglese da Truthmeter [4] [en], due progetti della Metamorphosis Foundation. Una versione modificata è pubblicata sotto come parte di un accordo sulla condivisione dei contenuti.

Nell'aprile 2019 la Chiesa ortodossa russa, attraverso la Commissione patriarcale sulla famiglia e protezione della maternità e dell'infanzia, ha adottato una risoluzione [5] [ru] sul diritto dei genitori di rifiutare di vaccinare i figli. Questa risoluzione è arrivata fino gruppi anti vaccinisti dei Balcani.

La risoluzione afferma, tra le altre cose, che i genitori “hanno il diritto di decidere sulla salute dei figli, anche nel caso dei vaccini, senza essere soggetti a pressioni”, e che la “persecuzione dei genitori che esercitano questo diritto è inaccettabile”.

Sul sito Russian Faith [6] [en, come tutti i link successivi, salvo diverse indicazioni], formalmente finanziato da due famiglie apparentemente non russe. si può trovare del materiale che richiama il punto di vista della Chiesa ortodossa russa pubblicato in molte lingue.

Anche se storicamente la più alta autorità formale della cristianità ortodossa è il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, la Chiesa ortodossa russa esercita una grande influenza politica su alcune Chiese nazionali, soprattutto in quei paesi con ampia popolazione di origine slava.

La risoluzione è stata riportata dai media serbi. Il portale di informazione Intermagazin ha pubblicato il 25 aprile un articolo [7] [sr] intitolato: “La tempesta in Serbia viene dalla Russia” , sottotitolo: “I cristiani ortodossi serbi possono fare riferimento alla posizione ufficiale della Chiesa ortodossa russa fino a quando la loro Chiesa non si dichiarerà sull'argomento”.

Nella Macedonia del Nord, gli anti vaccinisti hanno protestato [8] duramente dopo che hanno scoperto delle restrizioni all'accesso alla scuola pubblica ai bambini che non provano di essere vaccinati. Il paese si è trovato ad affrontare l'anno scorso un'epidemia di morbillo [9] [it] e le restrizioni sono state rafforzate.

Nel marzo 2019, all'incontro organizzato a Verona (Italia) dal Congresso Mondiale delle Famiglie [10], un’ organizzazione evangelica conservatrice statunitense, l'Arciprete Dimitry Smirnov, cioè il capo della Commissione patriarcale sulla famiglia, ha tenuto un discorso [11].

Nel maggio 2018, il Southern Poverty Law Center, un’ organizzazione non governativa che monitora i gruppi estremisti negli Stati Uniti, avvisa che questa organizzazione è una “piattaforma a conduzione americana che avvantaggia gli interessi politici della Russia in Europa, offrendo all'oligarchia della Chiesa ortodossa russa un punto di accesso agli Stati Uniti, con l'appoggio delle reti della Chiesa evangelica.

Negli anni passati l'incontro si svolgeva nelle ex repubbliche sovietiche, quest'anno invece si è svolto in Italia, con la partecipazione dell'ex ministro degli interni italiano, Matteo Salvini.

I ricercatori che hanno esaminato le campagne propagandistiche del Cremlino hanno evidenziato che i troll russi spesso si fanno coinvolgere in discussioni che criticano i vaccini. Questo tipo di propaganda è generalmente rivolta a paesi in cui la Russia ha interessi geopolitici, con lo scopo di seminare discordia e diminuire la fiducia nelle istituzioni pubbliche locali.

Diffusione coordinata della discordia attraverso i social network

Un gruppo di scienziati della George Washington University, dell'Universty of Maryland e della Jones Hopkins University ha svolto uno studio [12] sui bot e sui troll russi che promuovono contenuti legati alla salute su Twitter. La ricerca classifica i bot come “profili gestiti da programmi che condividono automaticamente determinati contenuti”, mentre i troll sono identificati come “profili utente gestiti da umani che usano false identità o restano anonimi.”

La ricerca analizza i tweet da luglio 2014 fino a settembre 2017. Le conclusioni sono state pubblicate sull’ American Journal of Public Health [13] (AJPH), una pubblicazione dell’ American Public Health Association.

Hashtag anti vaccini. Da quando nel maggio 2019 Facebook e Instagram hanno deciso di bannare gli hashtag che promuovono “informazioni false verificate” sui vaccini , gli anti vaccinisti hanno adottato nuove tattiche di manipolazione, come riportato da Coda Story. [14]

Prima dell'annuncio di Instagram, gli anti vaccinisti usavano hashtag come #ivacciniuccidono, mentre ora usano hashtag dissimulati come #scoprilrischio #bastachiedere, e “scrivono[la parola] “vaccini” con la cediglia (vaççini). o utilizzano le parentesi (va((ines) per cercare di evitare di essere scoperti.

Un'altra via attraverso la quale gli anti vaccinisti hanno provato a ingannare i controlli di Instagram è stata quella di appropriarsi del linguaggio utilizzato dai sostenitori del diritto all'aborto come #ildirittodiscegliere #ilcorpoèmioelogestiscoio

L'analisi conclude che la maggior parte dei bot si dedica a diffondere malware e altri contenuti non desiderati. Operano prevalentemente per motivi commerciali più che ideologici, il loro scopo è infatti indirizzare il traffico verso alcuni siti specifici.

Dall'altra parte, i messaggi dei troll sono più prettamente politici e mirano ad aumentare le divisioni nel dibattito pubblico statunitense. Una strategia comune è quella di non supportare direttamente le posizioni antivaccinali, ma di far passare l'idea che quelle posizioni siano un argomento legittimo di discussione pubblica, sfruttando artifici logici o false equivalenze [15].

Il risultato è la diminuzione del consenso collettivo sui programmi di vaccinazione e il declino della fiducia nello Stato.

Gli autori sottolineano la necessità di effettuare nuove ricerche per capire come le politiche di salute pubblica possano combattere contro la disinformazione promossa da bot e troll.

Le conclusioni dell'AJPH sono rafforzate dalle ricerche [16] condotte nel 2015 da DARPA, l'agenzia della difesa americana che si occupa delle sfide collegate alla tecnologia, che identifica i bot come diffusori di influenze pericolose su Twitter.

L'agenzia ha scoperto che le informazioni diffuse tramite i social media e i gruppi di messaggistica possono dare l'impressione di essere parte del dibattito pubblico sulla salute mentre il vero obiettivo è “influenzare le opinioni”, rendendo accettabili posizioni antiscientifiche e contemporaneamente normalizzandole all'interno della discussione collettiva.

Il numero di persone vaccinate contro il morbillo nella Macedonia del Nord è drasticamente sceso negli ultimi anni. Grafico di @reflektor_mk [17], usato con permesso.