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Il ritrovamento archeologico della “Pompei bizantina” in Grecia verrà spostato per fare largo alla metro di Salonicco

Categorie: Europa occidentale, Grecia, Arte & Cultura, Citizen Media, Cyber-attivismo, Storia
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Il cantiere della metro di Salonicco visto dall'interno di un tunnel. Wikimedia Commons, foto e didascalia di Geraki, CC-A-SA 3.0

In Grecia, scavando, capita spesso di imbattersi immediatamente in dei siti archeologici. Salonicco, la seconda metropoli più grande della Grecia, è stata di recente testimone, durante la costruzione della metro, della scoperta [2] [en] di un importante sito archeologico. Oggi, i funzionari del governo, gli archeologi e i residenti del luogo si scontrano per trovare una soluzione che preservi il passato rendendo al contempo più moderna la città.

La Linea Metropolitana di Salonicco (o metropolitana di Salonicco [3] [it]) è un sistema urbano di trasporto sotterraneo in costruzione a Salonicco, la seconda città della Grecia per dimensioni con una popolazione complessiva di oltre un milione di persone [4] [en] nell'area metropolitana. Salonicco viene spesso descritta come la capitale settentrionale della Grecia, e sarà la prima città nel Paese ad ospitare un sistema metropolitano senza conducente.

I lavori di costruzione sono iniziati a giugno 2006, e in origine la conclusione era prevista per ottobre 2012, una data simbolica che coincide con il centenario della liberazione della città dal dominio ottomano [5] [en] il 26 ottobre 1912. A settembre 2018, alla Fiera Internazionale di Salonicco è stato presentato [6] [el, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] il primo vagone della metro. Come da recente [7] annuncio dell'attuale primo ministro Kyriakos Mitsotakis, l'apertura è prevista per aprile 2023.

Gli 11 anni di ritardo [8] nei lavori di costruzione sono diventati [9] un oggetto [10] di satira [11] online.

La scoperta della “Pompei bizantina”

Nel 2013, nel luogo dove ci sarà la stazione della metro Venizelos, è stato scoperto [2] [en] un importante sito archeologico. Ad una profondità di 5,4 metri, è stato dissotterrato un decumano [12] [it] romano (in seguito conosciuto anche come “strada di mezzo bizantina”), insieme a negozi e case ai lati dell'antica Via Egnatia [13] [it]. In altre stazioni della metro attualmente in costruzione sono stati ritrovati uno scrigno del tesoro con 750 gioielli e più di 2700 manufatti da sepoltura, a testimonianza dell'eredità dei tempi ellenici e romani. Da allora, i circoli internazionali di archeologia hanno definito [14] [en] la scoperta la “Pompei [15] [it] bizantina”, come si vede in questo video:

Il governo vuole spostare i reperti

A seguito della scoperta dei reperti nel 2013, l'allora ministro della Cultura e deputato della Nuova Democrazia Costas Tzavaras  [16]ordinò la loro rimozione dal sito per consentire la continuazione dei lavori di costruzione della metro. Tuttavia, questo piano fu inizialmente bloccato per via della forte opposizione da parte di archeologi e residenti. Poi, il sindaco di Salonicco Yiannis Boutaris [17] [en] riuscì ad ottenere in appello [18] la sospensione e l'annullamento della decisione di Tzavaras.

Nel 2019, dopo la vittoria elettorale in parlamento del partito della Nuova Democrazia, la questione di che cosa fare dei reperti nella stazione di Venizelos è riemersa. In seguito a un incontro con il primo ministro, il governatore regionale della Macedonia centrale, Apostolos Tzitzikostas, ha detto [19]:

Όσον αφορά το μετρό της Θεσσαλονίκης, ιδιαίτερα μετά τις αποκαλύψεις [20] της αναδόχου εταιρείας προτείναμε λύσεις από την πρώτη στιγμή ως Περιφέρεια Κεντρικής Μακεδονίας και επιμένουμε στην θέση αυτή ότι θα πρέπει να συνυπάρξουν αρχαία και μετρό. Να γίνει δηλαδή μία στάση – μουσείο, αλλά για να γίνει αυτό θα πρέπει τα αρχαία να αποσπαστούν, να ολοκληρωθεί η στάση του μετρό και στη συνέχεια να επανατοποθετηθούν.

In merito alla metro di Salonicco, specialmente dopo le rivelazioni [20] dell'impresa edile, noi – come regione della Macedonia centrale – abbiamo proposto soluzioni fin dall'inizio, e insistiamo su questa opzione, che i reperti e la metro debbano coesistere. Ovvero, dobbiamo creare una stazione-museo. Ma, per fare ciò, bisogna rimuovere i reperti, completare i lavori della stazione e poi riposizionare i reperti.

Il ministro della Cultura Lina Mendoni ha reagito dicendo [21] durante una conferenza stampa che il suo ufficio e il Ministero per le Infrastrutture non hanno ancora preso una decisione e che, “quando arriverà il momento, se ne occuperanno”.

Ad aumentare la confusione, l'attuale sindaco di Salonicco, Konstantinos Zervas, e i funzionari locali hanno affermato di essere a favore [22] della rimozione e del riposizionamento dei reperti.

Una delle ragioni principali di queste visioni opposte è il fatto che tenere le rovine significherebbe demolire la stazione centrale della metro, cosa che manderebbe all'aria un progetto da 3,5 miliardi di euro [23] [en] cofinanziato dall'Unione Europea. E questo in un momento in cui nel contesto economico morente della Grecia si vedono davvero pochi progetti pubblici importanti.

Indignazione dell'opinione pubblica e della comunità scientifica

I politici dell'opposizione, gli archeologi e i cittadini sono rimasti indignati dai piani del governo greco di spostare i delicati reperti.

Gli studenti del dipartimento di Storia e Archeologia dell'Università Aristotele di Salonicco si oppongono [24] alla decisione del governo. Inoltre, la Società Archeologica Cristiana ha lanciato un appello [25] al primo ministro in persona.

Lo studioso bizantino Paolo Odorico, direttore del Centro per gli Studi Bizantini e di Greco Moderno alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, ha visitato i reperti della stazione di Venizelos nel 2013. Secondo lui [26], spostare la strada di mezzo bizantina distruggerebbe in modo irreversibile l'autenticità strutturale dei reperti del sito monumentale, un valore protetto dalle leggi internazionali e greche.

Αυτό που έφεραν στο φως οι εργασίες για το μετρό [27] είναι η βυζαντινή Πομπηία! Το καταλαβαίνετε; Και σκοπεύετε να την ξεκολλήσετε, για να την επανακολλήσετε αργότερα; Τρελαθήκατε; Θα κάνετε τις αρχαιότητές σας Lego; Σκοπεύετε να στήσετε τη βυζαντινή Disneyland; Να μας το πείτε! Και να αναλάβετε τις ευθύνες σας.

Ciò che i lavori di costruzione della metro hanno portato alla luce [27] [en] è una Pompei bizantina! Lo capite? E avete intenzione di rimuoverla e rimettercela dopo? Siete pazzi? Volete fare il gioco dei Lego con dei reperti? Volete mettere in piedi una Disneyland bizantina? Ditecelo! E prendetevi le vostre responsabilità.

Anche l'ex sindaco di Salonicco Mayor Yiannis Boutaris ha inviato [28] una lettera al primo ministro parlando a nome del nuovo “Movimento dei Cittadini di Salonicco per la Protezione dei Beni Culturali [29]“. Lo stesso movimento cittadino ha avviato una petizione [30] online dal titolo “Salviamo i reperti della stazione Venizelos di Salonicco”.

Europa Nostra [31] [it], l'organizzazione paneuropea per i beni culturali, consulente riconosciuto e partner non governativo dell'Unione Europea, del Consiglio Europeo e dell'UNESCO, ha inviato [32] [en] una lettera al Consiglio Archeologico Centrale a supporto [33] del mantenimento dei reperti presso il sito archeologico.

Il caso davanti al Consiglio Archeologico Centrale

La decisione in merito al destino finale dei reperti è stata affidata al Consiglio Archeologico Centrale (CAC), un ente chiave che stabilisce il destino dei siti archeologici in Grecia. Attic Metro SA, la società incaricata della costruzione della metro di Salonicco, ha presentato la propria ricerca a sostegno della rimozione dei reperti. Dopo una discussione di 14 ore, il CAC ha infine approvato [34] la proposta dell'azienda. La decisione ha incontrato il favore di molti funzionari governativi [35].

I membri dell'opposizione politica, come l'ex deputato del partito SYRIZA e ministro della Cultura Costas Stratis, avevano visioni contrastanti: [36]

Η γνώμη του Κεντρικού Αρχαιολογικού Συμβουλίου προεξοφλήθηκε από τον πρωθυπουργό σε ζωντανή μετάδοση στη ΔΕΘ. Παραπέμποντας σε τριτοκοσμικό σουλτανάτο. Σίγουρα πάντως όχι σε κράτος που θέλει να λέγεται σύγχρονο, ευνομούμενο, ευρωπαϊκό.

L'opinione del Consiglio Archeologico Centrale è stata giudicata in anticipo dal primo ministro durante una diretta alla Fiera Internazionale di Salonicco. [Come se fossimo] un sultanato del terzo mondo. Di certo non uno Stato che vuole essere chiamato moderno, favorito, europeo.

Ci sono state anche reazioni sul web e non [37] [en] e proteste da parte dei netizen:

“Sia la metro che i reperti”. I cittadini di Salonicco hanno detto la loro. “Sig. Mitsotakis [attuale primo ministro greco], giù le mani dal corpo e dalla storia della città!”

L'utente di Twitter Fiogkos ha citato la città di Sofia, la capitale della Bulgaria, per ricordare ai funzionari che c'è una valida alternativa:

A Sofia, la posizione della stazione metro è stata modificata tre volte per evitare di spostare i reperti.

Per saperne di più: https://t.co/KMdLi6CO1G [44]

A proposito della stazione metro di Salonicco… Prendetevi molta cura dei vostri reperti, sfigati. Si parla della metro da 30 anni e non la si vede ancora… I nostri reperti però sono più importanti! Correte i rischi che vi competono!

Anche una rivista online, HOT DOC, ha fatto le seguenti accuse:

Hanno gonfiato, fino a tre volte di più, il costo del progetto che prevede di far rimanere “in situ” i reperti, per provare che la rimozione è più economica e quindi la soluzione preferibile.

L'Associazione degli Archeologi Ellenici, in un comunicato stampa, [54] si è opposta alla decisione del CAC, affermando che l'opinione del Consiglio è una macchia nera per l'archeologia, e ha annunciato [55] che intende presentare appello alle organizzazioni internazionali e al Consiglio di Stato.

Ma, mentre gli operai del “Movimento per la Lotta Unificata” del Ministero della Cultura hanno identificato [56] e messo in evidenza [57] uno studio che riprogetta la stazione di Venizelos mantenendo “in situ [58]” [it] i reperti, sia il ministro della Cultura Lina Mendoni che il presidente della Attic Metro S.A. Nikos Tahiaos ne hanno messo in dubbio [59] l'esistenza stessa, descrivendolo come una “soluzione presunta” o uno “studio che non esiste”.