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L'usanza del “chhaupadi”, spesso fatale per le donne, è ancora profondamente radicata in Nepal

Categorie: Asia meridionale, Nepal, Arte & Cultura, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Governance, Salute
Mass Community Health Teaching - Street Theater discussing Chhaupadi. Image from Flickr by Possible/Nyaya Health. CC BY 2.0 [1]

Un corso informale di educazione alla salute aperto al pubblico – Teatro di strada sul chhaupadi. Immagine tratta da Flickr per Possible/Nyaya Health. CC-BY-2.0

Mentre molti paesi, tra cui il Nepal, si uniscono ogni anno alla campagna internazionale 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere [2] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] lanciata dall'ONU, in alcuni villaggi isolati del centro e dell'estremo ovest del paese, ragazze e donne continuano a perdere la vita a causa di una tradizione secolare [3] chiamata chhaupadi (pronuncia Chow-pa-dee).

Il 1° dicembre 2019, Parwati Budha, una ragazza di 21 anni, è stata trovata senza vita [4] in una piccola “capanna delle mestruazioni” non ventilata, nel distretto di Achham nell’estremo ovest del Nepal, dopo essere stata allontanata da casa durante il ciclo mestruale. La polizia sospetta una morte per asfissia provocata dai fumi esalati nel tentativo di riscaldare la capanna durante una notte gelida. Sono più di 15 le ragazze che hanno perso la vita negli ultimi dieci anni a causa di questo pericoloso rituale.

Malgrado esistano delle leggi che condannano il chhaupadi, la tradizione continua a essere fortemente radicata a causa di una società ancora legata al sistema patriarcale. Qualsiasi provocazione da parte delle donne causa un immediato ostracismo sociale.

Il chhaupadi [7] [it] è un tabù delle mestruazioni che proibisce a donne e ragazze indù di partecipare alle abituali attività familiari durante il ciclo mensile. Nei giorni delle mestruazioni, le donne sono considerate “impure” e sono costrette a vivere isolate in capanne o in stalle. Non gli è permesso entrare in casa, incontrare la famiglia – specialmente gli uomini – o recarsi nei templi. Vietato anche il consumo di latte, yogurt, burro, carne e altri alimenti nutrienti, come anche l’uso di coperte calde durante l’inverno: gli è concessa infatti solamente una leggera coperta.

Durante il ciclo mestruale, le donne che rispettano la tradizione del chhaupadi vivono in capanne mal costruite, non igieniche e prive di ventilazione e sono così esposte a rischi mortali per la salute, come la diarrea, la polmonite e le malattie respiratorie. Devono inoltre affrontare la minaccia [8] di attacchi da parte di animali selvaggi o addirittura aggressioni e stupri.

La discriminazione durante le mestruazioni è illegale e disumana ed è una situazione vissuta ogni mese dal 44% delle donne che abitano le regioni più remote del centro e dell’estremo ovest del Nepal. 

Approfittiamo della prossima edizione dei #16GiornidiAttivismo per affrontare, attraverso dati statistici, le questioni relative alla violenza di genere in #Nepal.

Questa pratica è stata denunciata [16] in quanto viola i diritti fondamentali delle donne a causa del trauma fisico e mentale inflitto.

Nonostante la Corte Suprema del Nepal lo abbia vietato [3] nel 2005, il chhaupadi è ancora praticato, le donne continuano a perdere la vita ogni anno e, purtroppo, molti casi non vengono segnalati alla polizia. Nell’agosto 2017, l’attenzione mediatica scaturita da una serie di decessi di donne che praticavano il chhaupadi ha costretto il paese a promulgare [18] una nuova legge, secondo la quale chiunque obblighi una donna a seguire la tradizione viene punito con una pena che prevede tre mesi di carcere, una multa di 3.000 rupie (27 euro) oppure entrambe. Nonostante questo, la legge non è mai stata applicata. Malgrado la criminalizzazione, il chhaupadi esiste ancora oggi [19] a causa dell’analfabetismo, delle credenze superstiziose e del sostegno riservato a questa tradizione da parte della comunità.

Alcune fonti [20] rivelano che molti rappresentanti del popolo, attivisti per i diritti umani e professori sono implicati in questa pratica criminale in diverse zone dei distretti di Achham, di Bajura e di Bajhang.

Una triste realtà della società in cui viviamo, dove le donne perdono la vita solo perché hanno le mestruazioni, vittime di discriminazione solo per il loro normale ciclo biologico. ?

La tradizione è più forte della legge

Questa volta, il caso di Parwati Budha non ha suscitato grande attenzione da parte degli organismi interessati né dai media. In passato, sono stati diversi i programmi e le campagne di sensibilizzazione [26] messi in atto ma non sono bastate per mettere fine a questa situazione. Il progetto finanziato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e messo in atto da un’organizzazione non governativa internazionale (INGO) “Restless Development [27]” chiamato “Abolizione del Chhaupadi nelle regioni del centro e dell’estremo ovest del Nepal [28]”, afferma che il programma ha permesso di raggiungere più di 45.000 donne e ragazze, riducendo la percentuale dal 19,4% al 5,5% di coloro che dormono in una “capanna delle mestruazioni”. Nonostante ciò, ogni anno continuano a perdere la vita delle ragazze come Parwati Budha.

Lo sforzo necessario per sradicare la pratica del chhaupadi passa dalla volontà di mettere in atto un’ampia gamma di politiche pubbliche. Inoltre, per assicurare una realizzazione efficace, la legislazione deve essere intransigente e deve applicare il principio di tolleranza zero. Questo implicherebbe anche la partecipazione e la collaborazione di una vasta selezione di attori del settore pubblico e privato così come di organizzazioni di difesa dei diritti umani, per portare a termine delle campagne di sensibilizzazione, di educazione del pubblico e di sostegno alle vittime.

Rewati Raman Bhandari, ex legislatore e redattore del progetto di legge che criminalizza il chhaupadi, ha dichiarato [29] che la tradizione sembra essere più tenace della legge poiché “la volontà di far sparire questa pratica – dagli abitanti, dalla polizia e dalla classe politica locale – rimane ancora troppo debole.

Dobbiamo agire per mettere fine alla pratica del chhaupadi in Nepal.

Nonostante le riforme giuridiche e l’attivismo per i diritti delle donne, il flagello sociale del chhaupadi continua a rubare la vita alle donne e alle ragazze nepalesi. Un problema grave che occorre affrontare.