Evo Morales vuole continuare a far parte della politica boliviana

Evo Morales. Foto da Wikimedia commons.

La voce dell'ex presidente della Bolivia, Evo Morales, si è sentita dagli altoparlanti grazie a un telefono in vivavoce accanto a un microfono:

Lamento mucho todo lo que ha pasado, pero quiero decirles con mucho respeto que tenemos la obligación de unirnos y recuperar nuestro proceso de cambio.

Mi dispiace molto per quello che è successo, ma voglio dirvi con il massimo rispetto che abbiamo l'obbligo di restare uniti e riprendere il nostro progetto di cambiamento.

È successo il 18 gennaio 2020, quando dall'Argentina, dove si trova in asilo politico, Morales ha partecipato all’inaugurazione [es, come tutti i link successivi salvo diversa indicazione] dell'Instituto Tecnológico Yucumo nel nordest della Bolivia.

Il popolo boliviano chiama ancora al telefono Evo Morales perché sia lui a inaugurare un'opera. In precedenza ne aveva inaugurata una nella provincia di Oconnor, motivo per cui il vicegovernatore è stato arrestato. Stavolta l'opera è stata inaugurata nel dipartimento di Beni.

Wálter Ferrufino, il vicegovernatore di Entre Ríos, è stato arrestato per quattro ore mentre era in viaggio verso l'Argentina per una dichiarazione di Morales e del suo partito, il Movimento per il Socialismo (MAS) [it].

A dicembre, Ferrufino ha chiamato Evo Morales perché “inaugurasse” un mercato nel comune di Entre Ríos nel dipartimento di Tarija, nel sud della Bolivia:

Queste due chiamate senza precedenti sono forse una buona fotografia della posizione di Morales all'interno della politica boliviana: opere inaugurate al telefono; Morales che cerca di essere presente in qualche modo anche se ha rinunciato alla propria carica e si trova in esilio; militanti che ripongono ancora le speranze nel leader indigeno; la crisi interna del partito di Morales, il MAS.

Morales è diventato presidente della Bolivia nel 2006 in qualità di primo leader indigeno ed è stato in carica fino all'11 novembre 2019, poco dopo aver vinto le elezioni, secondo gli osservatori internazionali [en] in maniera fraudolenta. Per cinque settimane sono state organizzate manifestazioni [it] contro Morales e l'esercito “ha consigliato” le dimissioni di Morales in quello che alcuni analisti hanno definito un colpo di stato.

L'ex presidente boliviano è stato accusato di aver violato il Trattato di Montevideo sull'asilo politico con la sua attività politica e la sua posizione complica i rapporti internazionali di Messico e Argentina, i Paesi dove è stato in esilio finora.

Yerko Nuñez, braccio destro della presidente ad interim della Bolivia, Jeanine Áñez [it], si è pronunciata a proposito delle telefonate di Morales, affermando che si tratta di una “cosa divertente” e allo stesso tempo “vergognosa” e che costituivano un'usurpazione di funzioni.

È divertente, ma allo stesso tempo vergognoso, sentire che l'ex presidente inaugura opere al telefono. Usurpa funzioni e allunga la lista dei crimini di cui deve rispondere davanti alla giustizia boliviana.

L'influenza di Evo Morales sulla politica boliviana

Morales non deve essere in Bolivia per continuare ad esercitare influenza sulla politica del Paese. La sua ingerenza va oltre il suo account ufficiale di Twitter, estremamente attivo e critico del governo provvisorio.

Morales sta cercando di iscriversi come candidato al Senato alle elezioni del 3 maggio e al momento la sua candidatura è al vaglio del Tribunale Supremo Elettorale.

L'ex presidente interviene anche attraverso il partito MAS. Secondo l'analisi [en] della giornalista  [en] su World Politics Review, Morales ha dimostrato di esercitare ancora influenza quando è riuscito a proporre Luis Arce, l'ex ministro dell'economia, come candidato alla presidenza della Bolivia alle elezioni generali.

Arce, anch'egli in esilio in Argentina e indagato per corruzione dal governo provvisorio, è tornato in Bolivia [en] e, quando ha presentato la propria candidatura al Tribunale Supremo Elettorale insieme al candidato per la vicepresidenza David Choquehuanca, è stata organizzata una manifestazione in suo favore:

Alcuni dirigenti di MAS rifiutano la candidatura di Arce e vorrebbero che Choquehuanca, anch'egli indigeno, fosse il candidato alla presidenza. La giornalista Esperanza Calle di El Alteño spiega che, secondo i dirigenti, Morales non vuole “essere messo in ombra” da un altro leader indigeno:

La decisión de Evo, desató una serie de críticas por parte de los dirigentes que siempre apoyaron el partido azul y político del actual gobierno. Unos califican el hecho como “traición a las organizaciones sociales” y otros como una actitud de “soberbia” ya que supuestamente la exautoridad no quiere a nadie que la “haga sombra” en el campo indígena.

La decisione di Evo ha scatenato una serie di critiche da parte dei dirigenti che da sempre sostengono il partito azzurro (MAS) e dei politici del governo in carica. Il fatto viene definito da alcuni un “tradimento delle organizzazioni della società civile” e da altri un comportamento “superbo” in quanto probabilmente l'ex presidente non vuole che nessuno lo “metta in ombra” quando si tratta di indigeni.

Altre modalità di influenza volute da Morales sono meno democratiche: a gennaio l'ex presidente ha dichiarato che “se fosse tornato (…) sarebbe stato necessario organizzare milizie armate del popolo come in Venezuela”, per poi ritrattare [en] tre giorni dopo.

La procura della Bolivia aveva già emesso un mandato di arresto contro Morales, dopo una denuncia per “sedizione e terrorismo” in seguito alle minacce di assediare le città e impedire l'accesso agli alimenti.

Di fronte all'idea di un ritorno di Morales in Bolivia, il ministro del governo boliviano, Arturo Murillo, ha garantito che “Evo Morales ‘ha una cella a suo nome‘ nel carcere di San Pedro de Chonchocoro a La Paz.

Ghitis, la giornalista, conclude che [en]:

With the election date set and the parties choosing their candidates, Morales is fighting to preserve his influence.

Con la data delle elezioni stabilita e i partiti che stanno scegliendo i propri candidati, Morales sta lottando per mantenere la sua influenza.

Oggi la Bolivia si prepara per le elezioni presidenziali che si svolgeranno il 3 maggio [it]. Hanno deciso di fare campagna elettorale Arce, per il partito MAS, Añez, la presidente ad interim, Carlos Mesa e Jorge Quiroga, due ex presidenti. Chi risulterà vincitore si insedierà il 6 agosto, giorno dell'indipendenza boliviana.

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