Le traduttrici ed interpreti femministe che rivoluzionano il mestiere in Argentina

Alcune delle TEIFEM. Foto di Lía Díaz, usata con autorizzazione.

Sempre più il femminismo cresce e si diversifica, nasce il bisogno di raggrupparsi e creare spazi di interesse comune dove esercitare forme uniche di attivismo che si distanziano da quello che è il femminismo egemonico, il più visibile all'opinione pubblica.

Il mondo della traduzione non fa eccezione, per questo motivo esistono le Traduttrici ed Interpreti Femministe dell'Argentina (TEIFEM) [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], gruppo al quale mi sono unita dai suoi inizi. Siamo donne e dissidenti di genere professioniste, studentesse o docenti di traduzione o interpretazione unitesi al fine di «alzare la voce per l'uguaglianza di genere e per mettere in discussione le strutture prestabilite all'interno di questa professione». L'idea, ad oggi, è quella di dar forma ad uno spazio di crescita e solidarietà tra colleghe.

Segnalibri disegnati per la presentazione del libro Mujeres colectivas. Crediti TEIFEM.

TEIFEM è stata creta nel maggio del 2018, quando in Argentina si discuteva il progetto di legge per la legalizzazione dell'aborto [it]. All'epoca, diverse categorie professionali espressero la propria adesione, ed allo stesso modo, alcune traduttrici femministe pensarono di fare altrettanto. A poche ore dalla creazione, avevano già raggiunto i cento membri e raccolto 178 firme per la carta di adesione. Quindici giorni dopo, eravamo già in quattrocento! Non c'è alcun dubbio che in molte avevamo bisogno di uno spazio come questo.

Ho aderito a TEIFEM alcuni giorni dopo la sua creazione. Una mia amica e collega che faceva già parte del gruppo me lo consigliò ed ebbi modo di scoprire che si trattava di qualcosa di completamente diverso da ciò che ero abituata a vedere negli altri gruppi di traduzione. Fu una bella sorpresa ritrovare molte conoscenti (compagne di studio, professoresse e professioniste) per le quali nutrivo una profonda stima.

In più, è piacevole leggere dibattiti e discussioni riguardo alle diverse tematiche del femminismo e conoscere ogni punto di vista espresso e spiegato con rispetto, senza superbia, senza denigrare la mancanza di conoscenze che qualcuno può avere, puntando a ciò che si ha in comune per raggiungere un accordo.

Nonostante la legge per l'aborto legale non abbia raggiunto al Senato i voti necessari per poter essere promulgata, TEIFEM ha continuato a crescere ben oltre l'obiettivo iniziale della raccolta di adesioni. Sono state, così, ricercate nuove modalità per esercitare un attivismo diverso, dall'ambito professionale a quello linguistico, attraverso attività che rendessero possibili occasioni di confronto sui diversi aspetti del nostro lavoro.

Il sessismo linguistico e la traduzione rispetto al linguaggio non binario

Il linguaggio non binario è stato un altro grande dibattito che ha generato e continua a generare molte polemiche in Argentina ed in molti paesi di lingua spagnola. Noto anche come linguaggio inclusivo, consiste nel modificare la lingua spagnola per introdurre un genere neutro quando ci si riferisce ad un individuo il cui genere non è marcato oppure ad un gruppo di individui di vario genere.

Ad esempio, è stato proposto il pronome «elle/s» per la terza persona in contrasto con «ella/s» e «él/ellos», e l'impiego di caratteri alternativi come “x”, “@” o “e” nelle terminazioni che marcano il genere degli aggettivi e dei sostantivi («todes» al posto di  «todas» o «todos»).

Foto scattata durante il I incontro di TEIFEM, 28 settembre 2019. Crediti TEIFEM.

Curiosamente è nell'ambito della traduzione e dell'interpretazione, professioni queste per lo più svolte da donne, dove il sessismo linguistico si fa più evidente. Ogni volta che si pubblicano articoli o commenti sul linguaggio inclusivo (oppure se qualcuno, scrivendo, lo usa), le reazioni più comuni a molti traduttori sono di categorico rifiuto e, alle volte, veemente, con prese in giro, insulti ed aggressioni, come si può notare nei commenti a questo post in Las 1001 Traducciones, una nota pagina dedicata alla traduzione che aveva condiviso un articolo su TEIFEM.

Per quanto non ci sia un'opinione unanime tra le componenti sul linguaggio non binario, condividiamo un'idea di base su come trattare il tema. Mariana Rial, una delle creatrici del gruppo, ha riassunto tale punto di vista in un'intervista per la serie di podcast sulla traduzione En Pantuflas:

Si somos profesionales de la lengua, tenemos que estar atentas a estos fenómenos que se están dando, independientemente de lo que a cada una le parezca bien o mal, le guste o no le guste, le parezca que lo puede aplicar o no… Básicamente, mirarlo con ojo profesional.

Se siamo professioniste della lingua, dobbiamo stare attente a questi fenomeni che si stanno verificando, indipendentemente da ciò che a ognuna di noi può sembrare bene o male, che ci piaccia o meno, che riteniamo o meno applicabile… Sostanzialmente, osservare il fenomeno con sguardo professionale.

Personalmente, ad eccezione di casi particolari, non ho l'abitudine di usare il linguaggio non binario nelle conversazioni quotidiane o in quelle lavorative, anche se osservo il fenomeno con attenzione ed estremo interesse. Per me si tratta di intervenire nell'ambito linguistico in maniera retorica con la finalità di dare risalto ad un problema sociale e politico: non ha nulla a che vedere con il cambiare «forzatamente» la lingua, bensì si tratta di mostrare come questa rifletta un ordine sociale.

La realtà è che anche molte case editrici, organizzazioni per i diritti LGBT+ e trans e perfino organismi ufficiali ed internazionali hanno già cominciato a contemplare l'uso del linguaggio non binario o linguaggio non sessista in alcuni lavori e comunicazioni. Il fenomeno è diventato difficile da ignorare; da un punto di vista pratico, per noi che traduciamo, si tratta di un ulteriore strumento che accresce le possibilità di lavoro.

Uno spazio che rivoluziona il mestiere

La pratica della traduzione è caratterizzata dall'essere abbastanza solitaria e fortemente competitiva: una traduttrice o correttrice trascorre molte ore davanti allo schermo, connessa con il mondo solo virtualmente; un'interprete simultanea, generalmente, trascorre ore in cabina con auricolari ed appunti.

In TEIFEM, siamo sempre alla ricerca di un pretesto per organizzare incontri che ci facciano uscire dall'isolamento, festeggiamo i successi professionali delle colleghe ed è incoraggiata la solidarietà professionale.

Molte delle componenti di TEIFEM fanno parte anche di altre organizzazioni femministe e per i diritti umani, motivo per cui abbiamo molte opportunità di collaborazione tra i vari movimenti e di scambi strategici di conoscenze e strumenti per raggiungere gli obiettivi comuni.

Un esempio di queste collaborazioni è la traduzione che varie colleghe hanno realizzato per il libro La tragedia dell'emancipazione femminile ed altri testi, una raccolta degli scritti di Emma Goldman realizzata da Red Editorial, dove per di più è stato adoperato il linguaggio non binario. Inoltre, in alcune attività che abbiamo organizzato (che si tratti di convegni, workshop, incontri oppure uscite ricreative), portiamo in donazione prodotti per l'igiene mestruale per varie organizzazioni che poi le distribuiscono tra le persone che vivono per strada o in situazioni di povertà estrema.

Flyer della partecipazione di TEIFEM alle Giornate Formative in Lingue Moderne dell'Università de La Plata. Ottobre 2019.

In quasi due anni di vita, TEIFEM è diventata una comunità estremamente attiva organizzando e partecipando a convegni, giornate ed incontri. Alcune dei suoi membri sono state intervistate per articoli giornalistici, podcast ed, inoltre, ci hanno dedicato un capitolo nel libro Donne collettive.

Alla data di pubblicazione di questo articolo, TEIFEM conta più di 1100 componenti. Il gruppo di Facebook resta un gruppo privato ma molte delle idee che nascono al suo interno vengono condivise all'esterno tramite un account di Instagram e l'hashtag #TEIFEM. In questo modo vengono diffuse informazioni interessanti, consigli, appunti culturali ed una varietà di attività con una tematica femminista e linguistica.

Come le lingue,TEIFEM è una realtà viva e dinamica, evolve al ritmo di questi tempi così mutevoli per poter affrontare le nuove sfide con creatività, professionalità e, soprattutto, con grande sorellanza: una fratellanza tra donne.

Per me TEIFEM è stato il modo migliore per avvicinarmi al femminismo. Qui ho trovato una comunità dove mi sento completamente a mio agio, dove l'unica norma è il rispetto e la tolleranza e dove posso fare domande senza timidezza e scambiare opinioni che ci nutrono e fanno crescere tutte noi. 

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