Un romanzo su una famiglia migrante messicana scatena molte polemica su Twitter

Collage realizzato da Melissa Vida con commenti estrapolati da Twitter e la copertina del libro “American Dirt” di Jeanine Cummins, tratta dal suo account Twitter @jeaninecummins

Il nuovo libro “Tierra Americana” (Terra Americana), tradotto dall'inglese “American Dirt” dell'autrice Jeanine Cummins, ha scatenato l'ira delle comunità messicane, chicane e latine su Twitter, che hanno criticato la superficialità del racconto, la pornografia della sofferenza e l'appropriazione culturale di un argomento che riguarda migliaia di messicani: la migrazione.

Il romanzo, che tratta la storia di una madre messicana, Lydia, che fugge dalla violenza del Messico con suo figlio verso gli Stati Uniti, è stato celebrato da autori riconosciuti come Stephen King [en, come tutti gli altri link salvo diversa indicazione] e Sandra Cisneros, critici letterari e Oprah Winfrey, che l'ha scelto per il suo famoso club di lettori. È stato pubblicato in inglese da Flatiron Books con un budget che ha superato i 100.000 dollari, poiché è stato già tradotto in spagnolo e in bulgaro e avrà un eventuale adattamento cinematografico.

Nel libro, l'autrice Cummins scrive nella nota dell'autore il motivo per cui ha scritto il libro, sebbene pensi che avrebbe dovuto scriverlo una persona “più scura”.

At worst, we perceive [migrants] as an invading mob of resource-draining criminals, and, at best, a sort of helpless, impoverished, faceless brown mass, clamoring for help at our doorstep. We seldom think of them as our fellow human beings.

Nel peggiore dei casi, percepiamo [i migranti] come un esercito invasore di criminali che esaurisce le risorse e, nel migliore dei casi, come una specie di massa marrone indifesa, impoverita e senza volto, che chiede aiuto alla nostra porta. Sono rare le volte in cui pensiamo a loro come altri esseri umani.

Su Twitter, le risposte dei latini e delle latine che vivono negli Stati Uniti sono state dure e spiegano perché il libro sia indifferente e un simbolo della disuguaglianza subita dalle comunità latine negli Stati Uniti.

La maggioranza sostiene che il racconto prodotto da Cummins sia lesivo perché condivide stereotipi sui messicani. Cummins non è messicana. L'autrice, che si identificava come una bianca nel 2015, ora afferma sul suo profilo Twitter di essere “Irlandese/Portoricana/Persona,” perché ha una nonna portoricana.

L'autrice di successo Julissa Arce Raya spiega che la rappresentazione dei messicani nel libro non è corretta e danneggia le comunità messicane.

#Americandirt ora fa parte della selezione di @oprahsbookclub. Da immigrata messicana clandestina, posso dire con franchezza che questo libro è una rappresentazione lesiva, stereotipata e dannosa delle nostre esperienze. Vi prego, ascoltateci quando diciamo che questo non è un buon libro.

Il ricercatore statunitense, guatemalteco e messicano che usa il soprannome Polemicist accusa il sensazionalismo che accompagna il dolore degli immigrati nella letteratura.

Se avete intenzione di comprare e leggere #AmericanDirt, per favore fatelo sapendo che segue una lunga tradizione di sensazionalizzare le vite e le esperienze degli immigrati. Non è possibile umanizzare le persone rendendole stereotipi e protagonisti di “viaggi emozionanti.”

Molti utenti in rete hanno condiviso la rassegna dell'autrice Myriam Gurba, pubblicata sul blog accademico Tropics of Meta, dopo che un mezzo di comunicazione femminista ne ha cancellato la pubblicazione perché l'autrice non era “sufficientemente famosa per scrivere una rassegna così negativa”.

Nel suo articolo, Gurba sostiene che “le parole in spagnolo scritte in corsivo come carajo, mijo e amigo (cazzo, figlio e amico) sporcano la prosa, producendo lo stesso effetto del condimento per i tacos comprato al negozio”, e che la storia di Lydia sia poco credibile perché sembra sempre sorpresa dalla violenza che tormenta il Messico.

That Lydia is so shocked by her own country’s day-to-day realities, realities that I’m intimate with as a Chicana living en el norte, gives the impression that Lydia might not be…a credible Mexican. In fact, she perceives her own country through the eyes of a pearl-clutching American tourist.

Il fatto che Lydia sia così sorpresa dalle realtà quotidiane del suo paese, che conosco a fondo da chicana che vive al nord, dà l'impressione che Lydia non sia… una messicana credibile. Infatti, percepisce il suo paese attraverso gli occhi di una turista americana che stringe la sua collana di perle.

Myriam Gurba, che critica anche come il romanzo eviti le cause politiche della migrazione, ha condiviso i libri scritti dai latini sul suo account Twitter.

Secondo la giornalista salvadoregna e americana per Los Angeles Times, Esmeralda Bermudez, un'origine del problema è la disuguaglianza esistente nella pubblicazione statunitense, in cui la maggior parte dei giornalisti nordamericani sono bianchi.

Non bisogna essere un@ inmigrante latin@ (immigrata latina) per scrivere sugli immigrati. Ho avuto maestri bianchi che rispetto perché si sono sforzati di andare oltre i loro limiti per capire una comunità. Il problema è che l'industria letteraria è governata da scrittori, agenti, critici e custodi bianchi.

Afferma che, per questa disuguaglianza, le storie scritte dai latini sulle esperienze proprie della comunità latina vengono cancellate e non si vedono spesso sugli scaffali delle librerie.

In an industry where Latinos make up only a tiny percent, our stories are often rejected, shrank down, manipulated, misunderstood, stolen, appropriated, exploited, sanitized, repackaged for easy consumption by white audiences. Most of all, our stories are silenced — invisible.

In un'industria in cui i latini contribuiscono solo in percentuale minuscola, le nostre storie sono spesso rifiutate, ridotte, manipolate, malintese, rubate, adattate, sfruttate, disinfettate, ritravasate per un facile consumo da parte del pubblico bianco. In particolare, le nostre storie sono ridotte al silenzio – invisibili.

Dopo il discorso di successo che Esmeralda Bermudez ha condiviso su Twitter, afferma che Jeanine Cummins l'ha bloccata, dando l'impressione che l'autrice non sia aperta al dialogo con la comunità latina offesa dal suo romanzo.

Due giorni dopo la pubblicazione ufficiale del libro e la pioggia di critiche su Twitter, la casa editrice Flatiron Books ha organizzato una festa lancio di American Dirt in cui il tavolo degli invitati è stato decorato con un centrotavola adornato con finti fili spinati, che fanno eco ai muri che separano gli Stati Uniti e il Messico. L'illustratore John Picacio denomina l'opera “mexplotación.” (Parola composta da México ed explotación, cioè Messico e sfruttamento in italiano)

Ho visto molti #Mexicanx che condividono ma credo che non si stia condividendo abbastanza. Foto: Maggio 2019 Festa dei Librai Flatiron Books per #AmericanDirt, con finti fili spinati come centrotavola. Il dolore e l'angoscia #Mexicanx utilizzato come un marchio di moda. Disgustoso. #Mexploitation

Sembra che la critica del romanzo non sia in procinto di fermarsi.

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