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Dibattito sacro sulla proposta di nominare Dio nella Costituzione della Russia

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Citizen Media, Governance, Politica, Religione, RuNet Echo

Cupole della Chiesa della Deposizione della Veste nel Cremlino di Mosca, 2015. Foto CC BY NC-2.0: Michael Wong / Flickr [1].

In Russia sembra che tutto stia per cambiare perché tutto possa restare così com'è. A dicembre, in un discorso al Consiglio della Federazione, il presidente Vladimir Putin ha suggerito delle modifiche alla Costituzione del Paese. Secondo gli analisti, gli emendamenti, che prevedono una transizione dal sistema semi-presidenziale a quello parlamentare [2] [en], hanno lo scopo di permettere a Putin di mantenere il potere dopo la conclusione del suo ultimo mandato presidenziale nel 2024.

A metà gennaio Putin ha istituito un gruppo di lavoro [3] [ru, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] composto da personaggi pubblici per valutare le proposte di emendamenti e alla fine del mese ha sottoposto al Parlamento una proposta di legge che includeva diversi emendamenti. Più di 22.000 cittadini hanno già firmato una lettera aperta [4] denunciando quello che chiamano “colpo di stato costituzionale”. Nonostante il parlamento abbia approvato in via provvisoria l'idea di rafforzare i propri poteri, resta ancora da vedere quali altri emendamenti faranno parte della versione finale, poiché verranno votati in un unico pacchetto. Un voto parlamentare a tal fine potrebbe essere tenuto ad aprile, ma non c'è ancora chiarezza sulla possibilità, sostenuta da Putin [5] [en], di un referendum nazionale per rendere esecutivi i cambiamenti.

Una cosa più certa è che l'idea di modificare la costituzione russa ha aperto il vaso di Pandora: tutti, dall'opposizione parlamentare agli attivisti ultraconservatori, hanno opinioni e suggerimenti. Il gruppo di lavoro finora ne ha ricevuti 500, dalla richiesta di inserire il ruolo della Russia nel mettere fine alla Seconda Guerra Mondiale [6] [en] nel documento all'onorare l'arsenale nucleare del Paese con una clausola della costituzione. Ci sono proposte [7] per vietare ai dipendenti pubblici di avere passaporti stranieri o permessi di soggiorno. Ci sono avvisaglie della volontà di dichiarare la legislazione russa superiore alla legge internazionale. Ci sono richieste di introdurre il ruolo di “Leader Supremo della Russia” nella costituzione, anche se un portavoce di Putin ha dichiarato che il presidente non ha alcuna opinione sulla questione [8] [en].

E poi c'è una proposta del patriarca Kirill. Il 1° febbraio il capo della Chiesa ortodossa russa ha dichiarato che l'Altissimo dovrebbe essere nominato nel preambolo della Costituzione [9], in quanto “la maggior parte dei russi crede in Dio” e non solo i cristiani. Se Dio è nominato nell'inno nazionale russo, ha continuato, anche la costituzione dovrebbe fare lo stesso. La scorsa settimana alcuni membri del gruppo di lavoro hanno confermato di non aver ancora discusso [8] [en] la proposta del patriarca, ma questo non ha fermato il resto della società russa.

La Chiesa ortodossa russa esercita una grande influenza sulla società del Paese e questo ha provocato un certo risentimento. Secondo alcune indagini sociologiche, i russi si sarebbero riavvicinati alla religione, ma non necessariamente alla Chiesa. Nonostante un ritorno all'identificazione religiosa [10] [en] negli Stati post-sovietici, la normale osservanza religiosa rimane bassa nell'intera regione.

Ad oggi, l'Ucraina è l'unico Stato post-sovietico che include un riferimento a Dio nella costituzione [11] [en] e i sostenitori dell'idea del patriarca hanno spesso evidenziato che diversi Stati europei più “liberali”, inclusi Germania, Irlanda e Norvegia, hanno fatto lo stesso. In effetti, il più importante riferimento a religioni specifiche nella legislazione russa risale a una legge del 1997 sulla libertà di culto, in cui si sottolineava il “contributo speciale” di cristianesimo, islam, buddismo ed ebraismo alla cultura e alla storia russa. Per i tradizionalisti, questo fatto da solo contraddirebbe i rapporti tradizionalmente stretti tra sovrano e Chiesa nel cristianesimo ortodosso orientale.

Ci sono quindi diverse tensioni in gioco. Nell’articolo [12] del 2 febbraio per il servizio in lingua russa del Deutsche Welle, il commentatore Konstantin Eggert ha analizzato la giustapposizione tra la rinascita religiosa della Russia e il patrimonio secolare del dominio sovietico. Per ora, ha concluso Eggert, al regime conviene descrivere come “atei di sinistra” gli oppositori a mosse come queste, ma alla fine lo Stato richiederà ancor più sostegno da parte della Chiesa, potenzialmente a scapito della legittimità della Chiesa stessa.

Конституцию 1993 года писали советские интеллигенты, не имевшие ни малейшего представления о религии. Нынешняя острая реакция на слова предстоятеля РПЦ – продукт идейного хаоса, царящего в головах значительной части теперь уже постсоветской, в основном, хотя и не исключительно, оппозиционной интеллигенции. Эти люди, как и при Советах, путают светскость с государственным атеизмом.

La Costituzione del 1993 è stata scritta da intellettuali sovietici che non capivano minimamente la religione. Oggi la reazione intensa alle parole del capo della Chiesa ortodossa è il risultato del caos di idee che domina le menti di una parte significativa di un'intellighenzia post-sovietica orientata soprattutto, ma non esclusivamente, verso l'opposizione. Queste persone confondono il secolarismo con l'ateismo di stato, esattamente come facevano in epoca sovietica.

I russi dell'intero spettro politico hanno visto a lungo l'attuale costituzione, promulgata dal presidente Boris Eltsin, con inquietudine. Oggi i liberali diffidano delle motivazioni di Punti per modificarla, ma si sono lamentati dell'ampia gamma di poteri che offre al presidente. I conservatori e i “nazionalisti patriottici” si sono adirati di fronte alle aperture verso la “comunità internazionale”, all'assenza di riferimenti alla comunità etnica russa e all'inserimento del multiculturalismo e del federalismo (ora diminuito) del Paese.

Il gruppo di lavoro sulla costituzione è composto da diverse figure pubbliche appartenenti all'ala nazionalista. Uno è lo scrittore nazionalista Zachar Prilepin, un altro è il senatore Andrei Klishas, motore dell’iniziativa “internet sovrano” [13] [en] del Paese. Ciò nonostante, la mossa ha diviso i membri del gruppo. L'atleta Sergei Burlakov è andato anche oltre e ha proposto di dichiarare l'ortodossia russa religione di stato [14]. Mikhail Emelianov, il vicedirettore del comitato legislativo della Duma, ha definito [15] qualsiasi religione di stato come incostituzionale, ma crede che nominare Dio nel preambolo non contraddirebbe l'articolo 14, che stabilisce la divisione tra Stato e Chiesa. Il legislatore Pavel Krasheninnikov ha semplicemente osservato [16] che se Dio esiste, esiste a prescindere dall'essere nominato nella costituzione russa.

Vista la svolta conservatrice degli ultimi anni in Russia, forse era inevitabile che questi punti di vista incombessero su qualsiasi modifica della costituzione. Konstantin Malofeev, paladino di prim'ordine delle cause ultra-tradizionaliste, ha persino proposto di definire il matrimonio [17] come unione tra un uomo e una donna nel preambolo della costituzione. Putin non ha espressamente sostenuto o rigettato l'emendamento, ma ha espresso con forza la sua opposizione [18] [en] al matrimonio omosessuale in un incontro del 13 febbraio con i membri del gruppo di lavoro sulla costituzione. Ha dichiarato: “Ci saranno solo mamma e papà, non genitore uno e genitore due”.

In ogni caso, i critici si oppongono alla proposta del patriarca, ritenuta una distrazione da problemi più urgenti per la gente comune:

Новая Конституция РФ начнётся со слов: “И Бог сказал – “Я русский” (а вторая глава со слов – “Денег нет”).

— Tolkovatel, Telegram, February 1, 2020 [19]

La nuova Costituzione della Russia inizia con le parole “Poi Dio disse: sono russo”. (L'articolo 2 inizierà con le parole “e non ci sono soldi”).

Ecco una versione modificata dell'articolo 39 della costituzione:
“Garanzie sociali: Dio provvederà. Amen!”

Nel frattempo, il patriarca ha trovato sostegno per la sua proposta tra i comunisti russi. Il leader del partito Gennadij Zjuganov ha appoggiato [21] la mossa l'11 febbraio, sottolineando che la “base morale del comunismo è costruita sulla Bibbia”. Persino Tsargrad TV, un network televisivo ultra conservatore e ortodosso fondato da Malofeev, ha pubblicato un articolo [22] riguardo l'apparente contraddizione, osservando che Iosif Stalin alla fine ha riconosciuto i valori patriottici della Chiesa e ha cercato un riavvicinamento con i leader religiosi negli anni '40.

Le parole di Zjuganov possono sembrare sconcertanti agli osservatori stranieri. È importante ricordare che, nella Russia contemporanea, la nostalgia per il socialismo statale riflette tanto un disagio per il liberalismo sociale percepito nella vita post-sovietica, quanto un desiderio par la stabilità sociale dell'era sovietica che l'ha preceduta. Ma questo non ha impedito agli utenti dei social media di prendere in giro l'apparente incoerenza dei comunisti:

Quando sei comunista ma la costituzione continua a non nominare Dio

Forse queste critiche taglienti non sono tanto una frecciatina alla teologia ortodossa o alla fede in generale, ma una riflessione su chi si prende cura della gente comune russa oggi: Dio o lo Stato? Chi merita la loro fiducia o persino la loro fede? Lo scrittore Dmitrij Bykov ha recentemente affrontato la questione in una poesia per il giornale indipendente Novaja Gazeta. Curiosamente, ha espresso il suo appoggio.

Да, я бы вписал в Конституцию Бога,
И в этом не вижу особенных драм.
Без Бога все как-то уж вовсе убого,
Как брошенный дом, как без купола храм.

Пускай атеист нас злорадно осудит —
Навек ослепил его разума свет, —
Но пусть он хотя б в Конституции будет,
Раз больше в России нигде его нет.

Да, я бы вписал в Конституцию Бога,
Туда же, где наши долги и права,
Поскольку не зрю объясненья иного
Тому, что Россия покуда жива.

— Dmitrij Bykov, Novaja Gazeta, February, 8 2020 [25]

Sì, scriverei Dio nella Costituzione,
non ci vedo nessun dramma.
Senza Dio c'è solo confusione,
casa abbandonata o chiesa senza cupola.

Dio ha un posto nella Costituzione,
e dove altrimenti? Ha lasciato la Russia.
Lasciate che gli atei trovino soddisfazione
con scherni e sogghigni; sono ancora ciechi.

Sì, scriverei Dio nella Costituzione,
di diritti e doveri la fonte,
perché non c'è altra spiegazione
di come la Russia traballi ancora.