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Il terremoto in Croazia rischia di interrompere il blocco parziale durante l'epidemia di COVID-19

Categorie: Europa centrale & orientale, Croazia, Citizen Media, Disastri, Governance, Salute, COVID-19

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Foto della devastazione del terremoto a Zagabria, il 22 marzo 2020, pubblicate dal Servizio Radiotelevisivo Pubblico della Televisione Croata (HTV) sulla loro pagina Facebook [1]. Fair use [utilizzo equo].

Una serie di scosse telluriche hanno colpito la capitale della Croazia, Zagabria, nel primo mattino di domenica 22 marzo, causando almeno 27 feriti, uno grave, e danni estesi agli antichi edifici nel centro storico.

L'epicentro è stato registrato a sette chilometri a nord di Zagabria, con una magnitudine 5,3 della Scala Richter [2] [en].

Durante il terremoto sono caduti i calcinacci delle facciate e pezzi di tegole sui marciapiedi, danneggiando le auto. I residenti locali sono scappati immediatamente dalle loro case, temendo le scosse di assestamento.

Voci che un altro terremoto più forte era imminente hanno fomentato il panico fra la popolazione. Nei due giorni dopo il primo terremoto, tuttavia, non è avvenuta una tale scossa. Si sono registrate circa 60 piccoli scosse nell'area di Zagabria, l'ultima ha raggiunto 3,2 gradi della Scala Richter [3] [hr, come i link seguenti, salvo diversa indicazione].] la sera del 23 marzo. Non sono risultati ulteriori danni da queste piccole scosse di assestamento, fino alla pubblicazione di questa storia.

Il terremoto ha colpito in un momento molto sfortunato, le autorità hanno recentemente imposto misure drastiche [4] per contenere l'epidemia di COVID-19.

Le misure includono la chiusura di tutte le attività non essenziali, il divieto di tutti gli assembramenti pubblici, incluse le cerimonie religiose, e la chiusura di tutte le frontiere nazionali. Le autorità hanno anche chiesto alla popolazione di rimanere in casa il più possibile.

“Il panico non è il nostro alleato in questo momento,” ha detto [5] il Primo Ministro croato, Ivo Plenković, domenica, in una conferenza stampa da Al Jazeera in streaming su Facebook.

Ines Ivančić, MSc, direttore del Servizio Sismologico [6], con il Primo Ministro croato, Andrej Plenković, alla conferenza stampa il 22 marzo 2020. Foto: screenshot da Al Jazeera webcast [5].

Le autorità hanno raccomandato ai cittadini, che sono usciti dalle loro case nell'attesa delle scosse di assestamento, di mantenere una distanza gli uni dagli altri e contrastare l'impulso naturale di raggrupparsi o riunirsi in gruppi.

Parlando dopo il presidente alla conferenza stampa, la nota sismologa croata Ines Ivančić ha detto che è impossibile prevedere se ci sarà un altro terremoto o no. Ha aggiunto che non si può escludere la possibilità di scosse di assestamento e che potrebbero venire fra qualche ora, giorno, o settimana.

Queste dichiarazioni hanno confermato un messaggio del Servizio Sismologico dell'Università di Zagabria, diretto dalla signora Ivančić, che ha scritto in un tweet [7] quel mattino:

Non possiamo prevedere i terremoti. E qualsiasi informazione che un terremoto più forte è imminente non è vera! La probabilità di una scossa più forte esiste, ma è estremamente piccola. Possiamo aspettarci altre scosse più deboli. Non abbiamo elettricità nel nostro ufficio e facciamo tutto quello che possiamo per fornirvi informazioni accurate e tempestive.

Le autorità hanno spiegato che vogliono monitorare la situazione, sulla base di una valutazione scientifica, e fornire raccomandazioni su come procedere. Hanno intensificato gli avvisi contro il panico, che si è dimostrato dannoso in recenti situazioni simili [9] [en] nella regione dei Balcani.

La maggior parte dei danni è risultata negli edifici antichi, abbondanti a Zagabria, dove la città è stata risparmiata in gran parte dalla devastazione causata dalla guerra e dai terremoti, diversamente da altre capitali nei Balcani durante il tumultuoso secolo XX. L'ultimo terremoto di simile magnitudine ha colpito la città 140 anni fa, il Grande Terremoto di Zagabria del 1880 [10] [en].

Nella stessa conferenza stampa del 22 marzo il sindaco di Zagabria, Milan Bandić, ha detto che 80% della popolazione vive adesso in edifici costruiti con calcestruzzo armato, che sono considerati sicuri per terremoti fino a una certa magnitudine. Ha consigliato ai cittadini che vivono in questi edifici di tornare a casa e praticare l'auto-isolamento, per prevenire la diffusione del nuovo Coronavirus.

Il restante 20% dei cittadini, che vivono in edifici o case costruite prima degli anni 1960, rimangono a rischio. Le autorità hanno inviato squadre di esperti per valutare se questi residenti possono tornare sicuri a casa.

Alloggio e pasti per più di 1.500 persone sono forniti in un dormitorio per studenti dell'università di Zagabria [11]. E circa 60 cittadini, le cui case sono ritenute pericolose, vi hanno trascorso la notte.

Il danno materiale è notevole. Una delle torri dell'iconica Cattedrale di Zagabria [12] [it], costruita alla fine del XIII secolo, ha subito danni. Danneggiata anche molta infrastruttura in città, parti della città hanno perso l'accesso a elettricità, acqua e riscaldamento.

Il gestore del servizio gas della città ha chiesto ai cittadini di chiudere le loro valvole del gas, per minimizzare il rischio di esplosioni di gas naturale dai tubi del gas eventualmente danneggiati.

Alcuni di questi antichi edifici danneggiati ospitano le istituzioni pubbliche, inclusi gli ospedali. Le immagini di madri e neonati, evacuati in strada davanti al reparto di maternità del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, sono diventate virali in internet nei Balcani. Le vittime sono state trasferite rapidamente in altri ospedali:

Reparto di maternità, Ospedale [via] Petrova.

Alcuni media hanno inizialmente riportato [15] che un 15enne è morto per le ferite, citando un funzionario sanitario responsabile dell'Istituto di Medicina di Urgenza, ma il direttore dell'Ospedale Pediatrico di Zagabria, Goran Roić, ha chiarito che la notizia non era accurata.

Ha detto che la vittima è, in realtà, una ragazza, che non è morta, ma rimane in condizioni critiche. I suoi genitori hanno raccontato che è stata colpita sulla testa [16] dalla caduta di un oggetto, durante il terremoto.

L'Esercito Croato, la Croce Rossa e altri volontari sono stati inviati rapidamente per aiutare la popolazione nelle zone colpite, che ha sofferto anche il freddo. In Europa c'è stato un improvviso calo di temperatura, che ha portato nevicate nella maggior parte dei Balcani.

Le squadre di intervento della Croce Rossa visitano i cittadini nel centro di Zagabria, centro città e zone limitrofe, distribuendo coperte. Se vedete qualcuno che ha bisogno di aiuto, chiamateci e non esitate ad aiutare sul posto voi stessi.

Il governo della vicina Slovenia è stato il primo a offrire assistenza, seguito dai funzionari dell'Unione Europea.

Le autorità slovene anche annunciato [20] rapidamente che il terremoto non ha danneggiato la Centrale Nucleare di Krško [21] [it], situata vicino alla frontiera con la Croazia, a circa 50 chilometri da Zagabria e dall'epicentro del terremoto.