Il turismo nei Caraibi è minacciato dai primi casi di COVID-19 della regione

Una nave da crociera Carnival ancorata presso la città resort giamaicana di Ocho Rios nel 2018. Foto di Emma Lewis, usata su licenza.
Mentre dilaga l'ansia per via della diffusione del COVID-19 oltre i confini della Cina, la regione dei Caraibi sta diventando sempre più nervosa. Alla data del 3 marzo 2020 sono stati confermati [en, come tutti i link seguenti, salvo diversa indicazione] tre casi di coronavirus a St. Martin e St. Barthélémy e un altro nella Repubblica Dominicana – piccoli Paesi che restano vigili mentre le autorità perfezionano le contromisure già esistenti.
Si teme, tuttavia, che alcuni territori insulari non siano sufficientemente attrezzati per gestire un'epidemia di portata pari a quella del COVID-19. Al momento della pubblicazione, sono noti 95.079 casi a livello mondiale, con 51.432 guariti e 3.249 morti, ma i dati sono in continuo aggiornamento.
Su Twitter la giornalista Jacqueline Charles, reporter per il Miami Herald, si chiede se Haiti possa far fronte alle conseguenze negative dell'eventuale diffusione del virus oltre il confine con la Repubblica Dominicana:
The arrival of the #coronavirus in the #DominicanRepublic — a Caribbean nation of 11 million that shares a border with #Haiti — opens up a new front in the fight to contain the virus. https://t.co/mp5MTDTxth
— Jacqueline Charles (@Jacquiecharles) March 1, 2020
L'arrivo del #coronavirus nella #RepubblicaDominicana – un Paese dei Caraibi di 11 milioni di persone che confina con #Haiti – apre un nuovo fronte nella battaglia per contenere il contagio.
Gli effetti dell'epidemia di COVID-19 non si limitano al settore sanitario; nonostante tra i risvolti positivi del blocco dovuto alla malattia ci sia la significativa diminuzione delle emissioni di carbonio dalla Cina, ci sono state anche conseguenze negative per il commercio internazionale, il turismo e l'economia mondiale.
Il 28 febbraio, l'Agenzia per la Salute Pubblica dei Caraibi (CARPHA) ha aumentato il livello di rischio del coronavirus nei Caraibi da moderato ad alto, incoraggiando le autorità degli Stati membri del CARPHA a passare dalla prospettiva di preparazione a quella di reazione e risposta rapida, continuando a fare tutto il necessario per rafforzare la capacità di risposta del Paese alla possibile importazione di casi. La CARPHA ha inoltre incoraggiato gli Stati membri ad aumentare il livello di sorveglianza e ad adattare urgentemente i piani di preparazione all'epidemia nazionale per gestire il COVID-19.
Nel frattempo, la Comunità Caraibica (CARICOM), che rappresenta 15 Stati membri e cinque Stati membri associati, aveva organizzato una riunione speciale d'emergenza alle Barbados per discutere una strategia regionale, ma dopo la conferma dei 3 casi di COVID-19, la riunione è stata fatta da remoto. Durante la sessione, che è stata trasmessa live su Facebook il 1° marzo, il presidente della CARICOM e primo ministro delle Barbados Mia Mottley ha annunciato un protocollo regionale per gestire il virus, seguendo i suggerimenti delle due precedenti riunioni tra i funzionari sanitari nazionali.
Il controllo delle crociere
Il settore delle crociere nei Caraibi ha visto un'esplosione di vendite nel 2019. In Giamaica, i passeggeri delle navi da crociera costituivano oltre 1,5 milioni dei 4,3 milioni di visitatori dell'isola, ma adesso il settore sta iniziando a sentire le conseguenze negative del COVID-19. A quanto si dice, il ministro del Turismo della Giamaica ha ridotto le proiezioni del fatturato.
Diverse navi da crociera sono state tenute in attesa nei porti o mandate via del tutto, per via del timore suscitato dai passeggeri che mostravano sintomi associabili a quelli del virus. In altri casi, i passeggeri provenienti dai Paesi ad “alto rischio” non sono stati fatti scendere dalla nave.
Il 4 marzo una nave da crociera con centinaia di passeggeri che si erano imbarcati a St. Martin (dove è stato confermato almeno un caso) è stata fatta attraccare a Port Royal, un porto vicino Kingston, che a gennaio aveva celebrato l'arrivo della sua prima nave da crociera. I notiziari alludono a tensioni in corso tra i ministri della Salute e del Turismo dovuti a tale questione, con il ministro della Salute Christopher Tufton che in un’intervista alla radio ha sottolineato come il governo non “correrà alcun rischio non necessario”.
C'è così tanto in gioco per il settore crocieristico che i rappresentanti delle compagnie di crociera hanno partecipato alla riunione del CARICOM, per assicurarsi che i protocolli stabiliti tenessero conto degli aspetti relativi a sicurezza e salute e che fossero state implementate strutture atte a facilitare la comunicazione tra i governi regionali e gli operatori di crociera.
Alcune linee di crociera, tuttavia, stanno iniziando a respingere le disposizioni provvisorie imposte dai governi caraibici. MSC, che ha subito l'allontanamento delle sue navi sia dalla Giamaica che dalle Isole Cayman, è riuscita finalmente ad attraccare in Messico, dove il presidente Andrés Manuel López Obrador ha commentato: “Non possiamo agire con discriminazione”. Alla fine, i passeggeri avevano semplicemente avuto l'influenza.
La dura presa di posizione della Giamaica sulla questione delle navi da crociera ha turbato anche operatori come Carnival Cruises, che nell'ultima settimana ha eliminato le soste in Giamaica e alle Isole Cayman.
Tuttavia, diversi utenti dei social media concordano sul fatto che le restrizioni siano legittime viste le attuali circostanze, in quanto la salute pubblica ha la priorità:
And when they bring the virus to the island who is going to help when it spreads. The healthcare system cannot manage an outbreak and deaths. Tourism money is good but not if its going to be a health devastation to the citizens.
— FASHION SIZZLE (@fashionsizzle1) March 3, 2020
E quando porteranno il virus sull'isola, chi è che ci aiuterà una volta che si sarà diffuso? Il sistema sanitario non è in grado di gestire l'epidemia e le morti. I profitti derivanti dal turismo sono una buona cosa, ma non se mettono in pericolo la salute dei cittadini.
Continua a dilagare l'ansia. Un altro cittadino della Giamaica ha scritto su Twitter:
The coronavirus has the world at a standstill. Jamaica cannot handle it. It’s not if it will breach our borders, it’s when. Our people and economy will get hard hits. It’s so terrifying. ?
— Kingsley Morgan (@kingsleymorgan_) March 2, 2020
Il coronavirus sta tenendo il mondo in stallo. La Giamaica non è in grado di gestirlo. La questione non è se il virus oltrepasserà i nostri confini, ma quando. La nostra gente e la nostra economia verranno duramente colpite. È veramente terrificante.
Vista la situazione, la Caribbean Airlines, la principale compagnia aerea della zona, sta riesaminando anche le misure per la tutela della salute e della sicurezza. Ad esempio, a Trinidad e Tobago, i passeggeri provenienti da Paesi dove sono stati confermati casi di COVID-19 devono passare attraverso uno scanner a infrarossi prima di essere autorizzati ad entrare nel Paese.
Impatto sulla vita quotidiana
I cittadini dei Caraibi hanno iniziato, in maniera abbastanza riluttante, a limitare i contatti sociali e ad evitare i tradizionali abbracci e baci di saluto tra amici e familiari e le strette di mano tra colleghi e soci in affari. La nota giornalista televisiva giamaicana Fae Ellington ha dichiarato:
Listen nuh, please don't insist on shaking my hand, hugging me or kissing me. Putting all those greetings on hold ‘until such time’.
This isn't a joke. #Preventionbetterthancure— Fae A. Ellington (@FaeEllington) March 1, 2020
Sentite, vi prego di non insistere nel volermi stringere la mano, abbracciarmi o baciarmi. Ho messo in stand-by tutti i saluti di questo tipo “fino a data da destinarsi”. Non è uno scherzo. #Prevenzionemegliodellacura
Nel frattempo, resta da capire quale sarà l'impatto economico complessivo sulle economie delle isole minori. Nonostante il ministro delle Finanze giamaicano Nigel Clarke abbia dichiarato che non ci siano state cancellazioni alle prenotazioni turistiche dagli Stati Uniti (che rappresentano circa il 75% dei visitatori della Giamaica), in un'intervista alla radio di fine febbraio il ministro del Turismo Edmund Bartlett non è parso ottimista. Neanche i rappresentanti del settore privato, che si aspettano un aumento dei prezzi, sembrano molto sicuri di sé. Le svariate piccole imprese e attrazioni di terra che dipendono dal settore delle crociere sono particolarmente in ansia, ed una di loro ha fatto notare che sono “gli abitanti della Giamaica, i tassisti, i venditori” a perdere di più dalla situazione.
Un utente di Twitter giamaicano ha espresso la propria preoccupazione sul potenziale impatto del COVID-19 sul turismo, una delle principali fonti di reddito in valuta estera per l'isola:
Those who consistently criticize & demonize the tourism industry are going to get a rude lesson in reality. Only a matter of time before this COVID-19 puts a damper on things and Americans drastically reduce their overseas travel. Then the naysayers will see the industry’s value.
— Jack Mandora⚖ (@Zemi66) March 1, 2020
Coloro che criticano e demonizzano costantemente il settore turistico stanno per ricevere una dura lezione in realtà. È solo questione di tempo prima che questo COVID-19 rovini tutto e gli americani riducano drasticamente i viaggi oltreoceano. E allora, i bastian contrario capiranno l'importanza di questo settore.
Un altro ha condiviso:
So the government and @themohwgovjm should be commended for their work RE: C19 so far. But what steps are being taken regarding insulation from from any economic fallout that may affect us?
— Duane Patten (@docpat10) March 3, 2020
Quindi il governo e @themohwgovjm dovrebbero essere elogiati per il lavoro finora svolto contro il C19. Ma quali misure si stanno adottando in merito all'isolamento che deriverebbe dalle conseguenze negative di un'eventuale crisi economica?
Tuttavia, nella preparazione dei Caraibi contro eventuali ulteriori casi di COVID-19, gli effetti economici non hanno la priorità. La regione non correrà alcun rischio non necessario legato alla malattia, che finora ha già tolto la vita a migliaia di persone in tutto il mondo.
Questa storia fa parte della copertura speciale di Global Voices sulla COVID-19 e offre un punto di vista sulla pandemia dalla prospettiva della nostra comunità globale di collaboratori. tutti gli articoli