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Nuovo appello per il rilascio del poeta curdo İlhan Sami Çomak imprigionato in Turchia da 26 anni

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Turchia, Arte & Cultura, Censorship, Citizen Media, Diritti umani, Letteratura, Libertà d'espressione

Foto di İlhan Sami Çomak  [1]a cura di İpek Özel, utilizzata con licenza.

La Turchia ha così tanti prigionieri politici (ci sono in questo momento quasi 70,000  [2][en, come in tutti i link successivi ,salvo diversa indicazione] studenti in prigione) che si fa fatica a parlare di diritti umani in questo paese. Tuttavia, recentemente, una nuova campagna sta prendendo piede,in favore di uno dei più longevi prigionieri politici del paese, il poeta curdo İlhan Sami Çomak.

Uno dei più longevi prigionieri politici della Turchia

Çomak è stato in prigione in Turchia per 26 anni, quattro in più di Nâzım Hikmet [3] [it], uno dei più famosi e conosciuti poeti turchi. Nato nel 1973, fu arrestato mentre studiava geografia all’ Università di Istanbul nel 1944. Secondo una lettera  [4]recentemente pubblicata dal Guardian:

He was charged with starting a forest fire and of being associated with the banned Kurdistan Workers’ party, charges he denied and to which he confessed only under torture.

Fu accusato di aver appiccato il fuoco ad una foresta e di essere associato al partito, messo al bando dal Partito dei lavoratori del Kurdistan, accuse che negò e confessò solo sotto tortura.

Nurcan Baysal, un giornalista di stanza nella città di Diyarbakir (conosciuta come Amed in curdo), ha detto a Global Voices che Çomak, processato nel 1994, fu giudicato da una corte di sicurezza statale (chiamata Devlet Güvenlik Mahkemeleri in turco), presieduta da un giudice militare. Durante la guerra civile turca [5] [it] con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan [6] (PKK) [it] negli anni '90 tali corti militari processavano persone considerate una minaccia per la sicurezza nazionale ed erano solite emanare sentenze molto severe.

La sua condanna fu riapprovata nel 2013, e di nuovo nel 2016; con ciò dovrebbe essere rilasciato nel 2024. Quando gli fu domandato della sua difesa dalla corte, replicò [7] [tr]: ”Non ho intenzione di dire nulla perché non siete corretti”.

La causa di Çomak è sostenuta in questo momento dall'associazione norvegese PEN, che ha organizzato un evento [8] [tr] al Poetry Cafè di Londra nel febbraio 2020 per rendere noto il caso. A seguire una lettera è stata scritta al giornale inglese The Guardian, mentre lo scrittore anglo-ungherese George Szirtes [9] ha pubblicato un articolo  [10]sul Guardian sul caso Çomak.

Caroline Stockford di PEN ha parlato a Global Voices, affermando di star traducendo in questo momento la poesia di Çomak, sperando di trovare chi le pubblichi in inglese. Nel frattempo la PEN sta anche pianificando una campagna in Norvegia con un evento pubblico programmato per l'estate.

Stockford spera inoltre di incontrarsi con l'Ambasciatore turco in Norvegia riguardo al caso e di ottenere al riguardo l'opinione legale di un esperto, da sottoporre alla Corte Costituzionale in Turchia. Stockford ha commentato il caso affermando:

“Ilhan is innocent. He is the forgotten case, a mild man who collects bird feathers and writes the poetry of nature, the outside world, of folk traditions and of the suffering of those other unjustly imprisoned men he has come into contact with over 27 years. We ask the Foreign Ministers not only of the UK but of Europe as a whole to intercede on his behalf, to raise his unjust case and demand the freedom of İlhan Çomak.”

Ilhan è innocente. È un caso dimenticato,un uomo mite che colleziona piume d'uccello e scrive poesie sulla natura, il mondo esteriore, le tradizioni popolari e le sofferenze di altri uomini imprigionati ingiustamente con cui è venuto a contatto in oltre 27 anni. Chiediamo ai Ministri degli Esteri non solo britannici ma di tutta Europa di intercedere a suo favore, per sollevare la sua causa ingiusta e richiedere la libertà di İlhan Çomak.

Un messaggio dalla prigione

Global Voices ha inoltre parlato con İpek Özel, che fa regolarmente visita a Çomak in prigione. Ha dichiarato che Çomak vuole che il mondo sappia che non è colpevole del crimine per cui è stato condannato. La donna afferma che non gli è stata data l'opportunità di un processo equo, anche dopo che la Corte Europea dei Diritti Umani aveva presieduto alla sua condanna [11] [fr] in maniera illegittima:

“There was no military judge at the court this second time but the mentality of the military court and judge was there. They didn't listen to him, to his lawyers and to the witnesses at all. It was such a lousy court, that even the prosecutor was watching a webpage selling watches on his computer during the trials openly. We, in the observer seats saw that.”

Non c'era nessun giudice militare nella corte questa seconda volta ma la mentalità della corte e del giudice militare era presente. Non davano ascolto né a lui, né al suo avvocato o ai testimoni. Era una corte così terribile che lo stesso procuratore stava apertamente guardando una pagina web che vendeva orologi sul suo computer durante il processo. Noi l'abbiamo visto, dalla platea.

Özel ha aggiunto che a Çomak piacerebbe che le persone leggessero le sue poesie, per condividerle con gli altri e, così facendo, far sentire la sua voce dalla prigione.

“His poetry [12] only talks about love and innocence and life with all its beauty, so he thinks that if he is read, liked and understood as a poet, then his voice will be pass through all the boundaries and prison walls, and he will be unstoppable. This will free him, even though his body is still kept in a prison. His verse, thoughts, feelings, ideology will be independent. If you would like to write to Ilhan in prison, his address is as follows:

La sua poesia [13] parla solo di amore e innocenza e della vita in tutta la sua bellezza, perciò lui pensa che se letto, capito ed amato come poeta, la sua voce supererà ogni limite e muro carcerario e sarà inarrestabile. Ciò lo renderà libero, anche se il suo corpo sarà ancora imprigionato. I suoi versi,pensieri,sentimenti e ideologia saranno indipendenti. Se mai voleste scrivere a Ilhan in prigione, ecco il suo indirizzo: İlhan Çomak, Silivri L Tipi Cezaevi, F9 Alt Silivri Istanbul, Turchia”

Nella sua poesia ”la vita è osservare il volo di una farfalla”, dice Çomak al lettore: ”nessuna gabbia può contenere i colori del mio cuore”. Attraverso la sua poesia egli sostiene che la forza della sua immaginazione è più potente dell'autorità dello stato turco che lo imprigiona. Ecco ciò che dice con le sue parole della sua vita e delle sue speranze:

“The contentment of my childhood years and my imagination was enough to ensure that I lived my whole life in happiness. When that peace was lost, the happiness too was taken with it. The only thing I have left now is the power of my imagination… I have many reasons, of course, for writing poetry. However, I should like to emphasise most strongly that I am in search of the life that was stolen from me; I am seeking my lost happiness and contentment. I was a lovely child. I really miss and love the little child that I was. That is why I write poetry. For him.”

La gioia della mia infanzia e la mia immaginazione sono stati abbastanza per assicurarmi una vita intera di felicità. Quando ho perso quella pace, anche la gioia se ne è andata. L'unica cosa che mi rimane ora è la forza della mia immaginazione… Ho molte ragioni, ovviamente, per scrivere poesie. Ciò nonostante, mi piacerebbe sottolineare con forza che io sono in cerca della vita che mi è stata rubata; cerco la mia felicità e gioia perduta. Ero un bambino adorabile. Mi manca davvero il bambinetto che ero, e lo amo. Ecco perché scrivo poesie. Per lui.