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Centinaia di croati sono rimasti senza casa a causa del terremoto in piena crisi COVID-19

Categorie: Europa centrale & orientale, Croazia, Citizen Media, Disastri, Governance, Salute
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I cittadini di Zagabria praticano il distanziamento sociale sotto una neve leggera, dopo che un terremoto li ha costretti a lasciare le loro case la mattina del 22 marzo. Foto di Tomislav Medak, CC-BY.

Scopri la copertura speciale di Global Voices sull’impatto globale del COVID-19 [2][it].

Il terremoto [3][it] che il 22 marzo ha colpito Zagabria, in Croazia, ha causato 26 feriti e un morto⁠, una ragazza di 15 anni ricoverata in ospedale in condizioni critiche è morta due giorni dopo [4] [hr].

Il sisma ha colpito poco dopo che la città aveva implementato misure di restrizione per rallentare la diffusione del COVID-19, causando ulteriore frustrazione tra i croati.

Un post [5][en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] molto condiviso su Facebook e commentato dall'attivista e studioso Tomislav Medak ha catturato il sentimento collettivo post terremoto. È stato ripubblicato come saggio da diverse pubblicazioni online: [6]

The scene at 6.30 in the morning outside of my building was just surreal: waiting it out as aftershocks kept coming, people were abiding by the advised distance, standing meters apart. Each person isolated for themselves, freezing as the northern wind was turning the morning mist into faint snow. Everybody desiring closeness and warmth where none was allowed. Neither to enter back into the building to isolate nor to come closer to huddle together. Surreal. By the end of the day, the damage from the earthquake turned out to be limited, not many people got hurt, some were left without a roof, some friends too. Plenty of chaos for many people, possibly some super-spreading moments. At least, hopefully, we saw the last of the big tectonic activity.

However, amid the total lockdown due to the coronavirus, this was the straw that broke the camel's back. For weeks now we have been living day by day awaiting consequences of our collective isolation that will only have concretised — numbered in cases and deaths — two weeks later. Those “two weeks later” are an abstraction imposed on the concrete time that we are now living day by day. And yesterday, suddenly there was an irruption of reality. An earthquake that jolts you out of bed, out of that abstract time of a delayed threat into an immediacy of an existential threat — and breaks the camel's back. You are brought to the brink of tears. And that feeling of vulnerability has persisted throughout the day. It will take a couple of nights for the apprehension of a next jolt to wear off.

It's a minor trauma, and it will take some nights to wear off. I'm sure that you all, where ever you are amid this pandemic, are feeling this brink approaching, but there just might be no irruption of an earthquake to bring you across that bring. Hopefully, that remains so…

La scena alle 6.30 del mattino fuori dal mio edificio era semplicemente surreale: immobili tra le continue scosse di assestamento, le persone rispettavano la distanza consigliata, distanti metri. Ognuno si isolava da sè, congelati mentre il vento del nord trasformava la nebbia mattutina in neve leggera. Tutti desideravano il contatto e il calore che a nessuno era permesso. Né di rientrare nell'edificio per isolarsi, né di avvicinarsi per stringersi insieme. Surreale. Alla fine della giornata, il danno causato dal terremoto si è rivelato limitato, poche persone ferite, alcune sono rimaste senza tetto, così come alcuni amici. Un gran caos per molte persone, forse alcuni momenti di super diffusione. Almeno, si spera, abbiamo assistito all'ultima grande attività tettonica.

Tuttavia, in mezzo al blocco totale dovuto al coronavirus, questa è stata la cannuccia che ha spezzato la schiena del cammello. Da settimane viviamo giorno dopo giorno in attesa delle conseguenze del nostro isolamento collettivo che si vedrà concretizzato due settimane dopo in una lista di casi e vittime. Quelle “due settimane dopo” sono un'astrazione imposta al tempo che stiamo concretamente vivendo giorno dopo giorno. E ieri, improvvisamente c'è stata un'irruzione della realtà. Un terremoto che ti spinge fuori dal letto, fuori da quel tempo astratto di una minaccia ritardata verso l'immediatezza di una minaccia esistenziale, e spezza la schiena del cammello. Sei sull'orlo di una crisi di pianto. E quella sensazione di vulnerabilità persiste per tutto il giorno. Ci vorranno un paio di notti prima che l'apprensione di un sussulto successivo svanisca.

È un trauma minore e ci vorranno alcune notti perchè svanisca. Sono sicuro che tutti voi, dovunque vi troviate in mezzo a questa pandemia, state avvertendo l'approssimarsi di questo limite, con la differenza che potrebbe non esserci alcuna irruzione di un terremoto che vi ci porti vicino. Speriamo rimanga così…

Oltre 20.000 persone hanno riportato danni [7] [it] alle loro case. Lo stato ha inviato 170 esperti per valutare gli edifici colpiti e le analisi iniziali indicano che alcuni di essi potrebbero essere completamente demoliti. Molto probabilmente i lavori di riparazione saranno ritardati in quanto le misure COVID-19 hanno ridotto la forza lavoro disponibile.

Alcune parti della città sono prive di riscaldamento, poiché il sisma ha danneggiato parte della rete di distribuzione del gas, uno sviluppo particolarmente preoccupante visto il significativo calo delle temperature causato questa settimana da un fronte freddo nella regione.

Circa 300 persone [8][hr] hanno deciso di usufruire dell'alloggio temporaneo fornito dal governo in dormitori per studenti, mentre altri si sono trasferiti dalla capitale o sono in compagnia di genitori o amici. I cittadini sui social media hanno espresso preoccupazione per il fatto che questa dispersione inattesa potrebbe aumentare il rischio di contagio di COVID-19.

Il direttore dell'Agenzia del Demanio dello Stato Mario Banožić il 24 marzo ha dichiarato [9][hr] che lo stato metterà a disposizione delle famiglie colpite almeno 30 appartamenti.

Le autorità hanno lanciato un allarme ai truffatori che pregano [10] [hr] per le vittime del terremoto e si sono fatti passare per commissari tecnici. Effettuavano valutazioni del danno a pagamento, una procedura che il governo invece prevede gratuitamente.

Alcuni importanti edifici pubblici hanno subito ingenti danni durante il terremoto e ora sono fuori servizio. Tra questi l'edificio del parlamento, il rettorato dell'Università di Zagabria e alcuni musei. I cittadini hanno pianto la perdita del patrimonio culturale sui social network:

??NO NO NO NO NO NO!!!
Dal Museo Archeologico di #Zagabria arrivano le prime foto che mostrano gravi danni alle collezioni di greco, romano, preistorico, egiziano, tutto, tutto !!! ???? #potres (discussione)

?DISCUSSIONE: In seguto ai terremoti di ieri a Zagabria, i primi rapporti mostrano danni catastrofici al museo più antico e raffinato della Croazia, il Museo delle Arti e dei Mestieri (MUO). #Zagreb #potres  (1/5)

L'edificio che ospita il Museo croato di storia naturale  [17][hr] aveva enormi crepe sul tetto ed è stato immediatamente chiuso al pubblico. Gli esperti hanno avvertito che un collasso totale potrebbe essere imminente e hanno invitato le autorità a spostare rapidamente la raccolta altrove.

Fact-checking

Il portale leader di notizie Index.hr ha verificato [18][hr] infatti l'affermazione spesso ripetuta, persino riprodotta dallo stesso primo ministro Andrej Plenković, secondo cui il terremoto di magnitudo 5,3 è stato “il più forte a colpire Zagabria in 140 anni”.

In effetti, il grande terremoto di Zagabria del 1880 di magnitudo 6,3 sulla scala Richter fu il più forte mai registrato, ma la città subì un terremoto di magnitudo 5,5 nel 1905 e un altro di 6,1 nel 1906, secondo i dati del Servizio sismologico.

Nel corso del XX secolo furono registrati circa altri dieci terremoti con magnitudo superiore a 5,0.

Donazioni richieste in patria e all'estero

Il governo croato ha aperto un fondo di donazione [19]per aiutare le persone colpite dal terremoto di Zagabria e dal coronavirus. Le campagne si intitolano “Insieme per Zagabria” e “Croazia contro il coronavirus”.

To donate to “Together with Zagreb”

Donations within Croatia are paid to the account: HR1210010051863000160, with reference to the approval number: HR68 5371 – and their OIB number. 

Donations from outside Croatia will go into the account of the Ministry of Finance with the Croatian National Bank, to the account number IBAN: HR12 1001 0051 8630 0016 0

“To donate to “Croatia against coronavirus”.

Donations within Croatia are paid into the account HR1210010051863000160, with reference to the approval number: HR68 5380 – and their OIB.

Donations from outside Croatia are paid into the account of the Ministry of Finance with the Croatian National Bank, to the account number: IBAN: HR12 1001 0051 8630 0016 0

Per donare a “Insieme per Zagabria”

Le donazioni all'interno della Croazia saranno versate sul conto: HR1210010051863000160, con riferimento al numero di approvazione: HR68 5371 – e al loro numero OIB.

Le donazioni al di fuori della Croazia andranno sul conto del Ministero delle finanze con la Banca nazionale croata, al numero di conto IBAN: HR12 1001 0051 8630 0016 0

“Donare alla” Croazia contro il coronavirus “.

Le donazioni all'interno della Croazia vengono versate sul conto HR1210010051863000160, con riferimento al numero di approvazione: HR68 5380 – e il loro OIB.

Le donazioni al di fuori della Croazia vengono versate sul conto del Ministero delle finanze presso la Banca nazionale croata, al numero di conto: IBAN: HR12 1001 0051 8630 0016 0

Il primo ministro Plenković ha annunciato [20][hr] che tutti i membri del governo doneranno i loro stipendi di marzo al conto “Insieme per Zagabria” come esempio di solidarietà.

I cittadini che utilizzano i social network hanno promosso l'iniziativa di donazione. Jaka Primorac ha riassunto la situazione nel suo appello in un post di Facebook:

It was a bloody scary Sunday morning and my skyscraper swayed to and fro. I felt like I was on a boat and the earth never looked more far away from my twelfth floor. I am fine and our folks are fine. But some other people literally don’t have roofs over their heads. And it’s snowing in March, and the hurricane-style wind is blowing. It is not funny. They say Godzilla is coming to Zagreb on Friday and locusts are gonna fly around its head. Did I mention there is a Coronavirus around as well? In any case, donate, please.

Era una domenica sanguinosa e spaventosa e il mio grattacielo oscillava avanti e indietro. Mi sembrava di essere su una barca e la terra non mi era mai sembrata più lontana dal mio dodicesimo piano. Sto bene e la nostra gente sta bene. Ma qualche altra persona non ha letteralmente il tetto sopra la testa. E nevica a marzo e soffia il vento in stile uragano. Non è divertente. Dicono che Godzilla verrà a Zagabria venerdì e le locuste voleranno intorno alla sua testa. Ho già detto che esiste un Coronavirus? In ogni caso, donate, per favore.