Con la Russia in isolamento, le femmiste temono un’ “epidemia di violenza domestica”

Donne a San Pietroburgo protestano contro la violenza domestica. Gennaio 2020. Crediti: United Feminist Movement of St Petersburg / Instagram. Usato con il loro permesso

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Mentre i casi di coronavirus in Russia crescono rapidamente, molte città nella nazione hanno ordinato l'isolamento. Nel momento in cui si scrive, le più grandi città russe contano da quattro a cinque punti nella “mappa dell'auto isolamento” [ru, come i link seguenti, salvo diversa inducazione] di Yandex, e cioè che “non c'è quasi nessuno per strada”.

Le case dovrebbero essere un rifugio dalla pandemia, ma per molte donne e molte ragazze, significa essere imprigionati con un abusatore seriale.

“Per un grande numero di donne e bambini, la casa può essere un posto di paura e abuso,” ha detto Dubravka Šimonović, corrispondente speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, nella recente opinione che il coronavirus porterà a una crescita nella violenza contro le donne. Sta già accadendo in tutto il mondo. In Brasile, Cina, Cipro, Italia e Spagna, attivisti e autorità locali hanno riportato di recente una “crescita esplosiva” [en] nelle disperate richieste di aiuto da donne terrorizzate, a seguito dell'inasprimento delle restrizioni sulla mobilità pubblica.

Seguirà la Russia? Il 30 marzo Oksana Pushkina, deputata, presidente del comitato della Duma di Stato per le donne, i bambini e le famiglie, ha riportato che la nazione ha avuto circa 15 centri in crisi per le vittime della violenza domestica, molti dei quali avevano già chiuso a causa delle misure di quarantena. Il 2 aprile, nove organizzazioni pubbliche russe che lavorano con le vittime di violenza domestica hanno lanciato al governo l'appello di proteggere e supportare con urgenza le persone vulnerabili in quarantena. Hanno richiesto la creazione di un centro di coordinamento per aiutare le vittime, il mantenimento dei centri di accoglienza, l'informazione pubblica contro la violenza domestica, la formazione per il rafforzamento delle leggi su come approcciare il problema, e di esonerare le vittime di violenza domestica dalle multe e le altre punizioni per l'interruzione della quarantena.

La mentalità russa è bieca; per molti anni, i difensori dei diritti umani e gli attivisti femministi hanno provato a e fallito nel garantire il riconoscimento ufficiale e la protezione per le vittime di violenza domestica. Dal 1990 sono state proposte circa 40 bozze. È stata rifiutata una proposta di legge al riguardo nel 2016. L'anno successivo, la Duma di Stato ha mitigato le pene per alcune forme di violenza domestica [en], nel mezzo di una campagna conservatrice dei “valori di famiglia”. Il dicembre scorso, Pushkina e altri attivisti hanno: inviato una proposta di legge [en] contro la violenza domestica. Non è stata ancora adottata, e incontra una forte resistenza.

Questo è perché le femministe ritengono che la Russia, semplicemente, non ha preso dei seri provvedimenti sulla violenza domestica. Ora, le donne vulnerabili potrebbero pagare a caro prezzo.

La punta dell'iceberg

Casi raccapriccianti di violenza domestica rientrano regolarmente nei titoli di prima pagina in Russia. Potremmo, e dovremmo, ricordare il caso delle sorelle Khachaturyan [en], che accoltellarono il loro padre dopo aver sofferto di anni di abuso psicologico e sessuale da parte sua. A dicembre 2017, il marito di  Margarita Gracheva [en] le ha tagliato le mani. Lo scorso novembre, una studentessa di 24 anni, Anastasia Yeshchenko [en] è stata decapitata dal suo professore e compagno di 63 anni, Oleg Sokolov.

Questi casi hannno giustamente catturato l'attenzione pubblica. Ma insieme ad essi, vi sono crimini non meno orribili che accadono ogni giorno. Sono meno discussi, e il numero esatto di casi di violenza domestica in Russia è sconosciuto.

Alcuni casi possono essere, e lo sono, fatali. Utilizzando i dati citati nelle notizie, il progetto indipendente femicid.net ha provato a fare i suoi calcoli. Il loro rapporto sul femminicidio (o l'uccisione delle donne) in Russia nel 2019, condiviso anche da Radio Liberty, il 25 gennaio del 2020 conta circa 1461 casi di violenza domestica sfociati nell'uccisione nelle fonti pubbliche a partire da gennaio 2019. Di questi, 593 sono sono stati commessi da partner intimi, 73 da ex-partner, 266 da membri della propria famiglia, 322 da conoscenze. Questi numeri sono ben più alti di quello che suggeriscono le informazioni ufficiali.

Questi dati non possono essere richiesti dal Ministero degli Interni. La legge del crimine russa non include nessuna definizione specifica di “violenza di genere” o “femminicidio”, rendendo difficile misurare la scala totale del problema. Pertanto, questi crimini vengono dissolti in altre categorie. Per esempio, una donna che muore in ospedale dopo essere stata picchiata dal marito non è considerata una vittima di omicidio nella direzione della violenza domestica.

I casi di femminicidio riportati nel 2019 citato “Uomini e donne russi 2018″, il resoconto del Servizio di Statistica dello Stato Federale. Dice che 36.200 donne sono morte, quell'anno, per “morte per causa esterna”, che include avvelenamento, cadute accidentali, strangolamento, affogamento, ferite, shock elettrico, donne morte bruciate, armi da fuoco e via discorrendo. Gli autori del progetto suggeriscono che sotto ciascuno di quesi termini potrebbero nascondersi numerosi atti nascosti di femminicidio.

E mentre la classica risposta in Rusia è che “anche le donne possono uccidere, e pure brutalmente”, le statistiche dicono diversamente. Dati ufficiali dal Ministero degli Interni citati dal rapporto dimostrano che le donne sono responsabili di molti meno crimini degli uomini (16% del totale), e che il 79% di crimini estremamente gravi commessi da donne sono commessi per autodifesa (anche se questo conta raramente in tribunale). Donne di cui l'assoluta maggioranza è vittima di violenza sessuale.

La statistica più rilevante qui è che quando si parla di omicidio, il posto più pericolodo per una donna russa è la sua stessa casa. Dei 1461 casi del 2019, 446 sono stati commessi nella casa dove la vittima conviveva col partner, e 302 nella casa della vittima stessa.

Oggi, molti attivisti dei diritti delle donne dicono che per tutte le altre forniture dello stato (come i programmi contro la violenza di genere, rifugi per le vittime, e ordini restrittivi contro i responsabili), il tretro record della Russia sul femminicidio e sulla violenza domestica può o rimanere invariato o peggiorare a meno che il governo non passi una legge che vieti esplicitamente la violenza domestica.

La sfida è sia sulle norme sociali in Russia che sul livello della politica. Come Lubava Malysheva del Women's Museum di Mosca asserisce, in un articolo per Radio Liberty:

В обществе культивируется представление о том, что повышенная мужская агрессивность и социальная безответственность – следствие мужской природы и неизбежность, с которой ничего невозможно поделать. Но такие идеи противоречат реальности развитых стран.

Una serie di credenze sono coltivate nella società secondo cui l'eccessiva aggressione e la mancanza di responsabilità è una conseguenza della loro natura; un'inevitabilità su cui non può essere fatto nulla. Ma queste idee sono contraddette dalla realtà delle nazioni più sviluppate.

“Se ti picchia, vuol dire che ti ama”

Per avere un senso della normalizzazione diffusa della violenza domestica nella società russa, si può dare un'occhiata alla sua rappresentazione nei mass media. Solo pochi giorni prima la Giornata Internazionale della Donna quest'anno, Comedy Club, un famoso TV show russo, ha messo in scena uno sketch. Il siparietto comico era su una coppia che discute come passare il weekend seguente. Mentre la moglie proponeva varie attività, come fare shopping, il marito si rivolgeva al pubblico con suggerimenti di altro tipo: come picchiare sua moglie o ucciderla.

Может заехать в “Ля Моду”?
Может заехать в Ля морду?
А лучше поедем в IKEA
А хочешь, сломаю тебе шею?
Заскочим на рынок, тут за углом?
А может пырнуть тебя ножом?
Только сначала дойдем до банкомата
Может расстрелять тебя из автомата?
Поехали на Горбушку!
Хочешь, ушатаю тебя с вертушки?
А может просто пройдемся по магазинам?
А может просто облить тебя бензином?

Maybe we’ll go to a fashion place?
Maybe I’ll punch you in the face?
Or better yet we'll go to IKEA
Breaking your neck is a better idea
Let’s drop by the market
Let me get you stabbed
First let's find an ATM
Maybe first I'll shoot you dead
Can we go and buy some food?
Better kick you in the face with my foot
Maybe we'll just go and do some shopping?
Maybe I’ll just douse you with gas and do some burning?

[In questo caso, si è scelto di mantenere anche la versione inglese per una questione di rime]

- Potremmo forse andare a un negozio di moda?
– O forse potrei darti un pugno in faccia?
– O meglio, andiamo all'IKEA
– Romperti il collo: è un'altra idea!
– Passiamo dal mercato.
– Lascia che ti accoltelli!
– Prima, troviamo un'ATM
– Forse, prima dovrei spararti.
– Possiamo andare a comprare del cibo?
– Meglio prenderti a calci in faccia.
– Forse dovremmo solo fare shopping?
– Forse dovrei ricoprirti di benzina e darti fuoco?

Con le statistiche di prima, questo “scherzo” diventa meno divertente. Il giornale femmista online 9oemarta.ru ha richiamato l'attenzione della community femminista di Facebook su questo video scandaloso. Lo sketch ha ricevuto commenti sarcastici, ma non sorprendenti: questo tipo di retorica misogina è piuttosto comune sulle reti televisive russe così come su tutti i media. 

La risposta più comune dalle femministe era che il video era troppo disgustoso da guardare. E questo è comprensibile. Nella nazione dove non vi è ancora una legge che protegge le donne contro la violenza domestica, scherzi sulla violenza domestica in TV non sono solo di cattivo gusto, ma anche un promemoria di quanto poco si sta facendo. Mentre le donne vengono uccise, si fanno scherzi sui loro assassinii su cui si ride come se fossero di un'altra realtà – come le femministe sanno molto bene.

Cosa si può fare?

Iniziano ad emergere rapporti dei primi casi della nazione in quarantena. Secondo nasiliu.net,una delle risorse online sulla violenza domestica più importante in Russia, un uomo è stato trattenuto da una guardia reale il 3 aprile. Aveva ucciso la sua ex-moglie, con cui era in isolamento nella città di Petrozavodsk, capitale della Carelia a nord-est della Russia.

Questo probabilmente non è il primo caso, e non sarà l'ultimo. Valentina Frolava, coordinatrice per i diritti delle donne e dei bambini all'ONG  Zona Prava, ha detto al quotidiano Kommersant che la chiamata più chiara dalle vittime della violenza domestica non avverrà immediatamente dopo l'introduzione delle misure di quarantena, ma probabilmente fino a un mese dopo.

Zona Prava è una delle molte organizzazioni per i diritti umani ad aver recentemente creato una linea telefonica dedicata per le vittime di violenza domestica. Sfortunatamente, sarà necessaria. La Russia potrebbe avere bisogno dell'isolamento per sconfiggere il coronavirus, ma per alcune donne russe la priorità è sopravvivere all'epidemia di violenza domestica.

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