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Guyana: cronologia di un'impasse elettorale

Categorie: Caraibi, Guyana, Citizen Media, Elezioni, Governance, Legge, Media & Giornalismi, Politica
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State House e Parlamento della Guyana. Foto di Hans Birger Nilsen [1] su Flickr, CC BY-NC-ND 2.0 [2].

Il 2 aprile 2020 è trascorso un intero mese da quando in Guyana si sono tenute [3] [it] le elezioni generali. La commissione elettorale del paese, la GECOM [4] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], non ha proceduto alla verifica dei voti espressi nella controversa [5] Regione 4, ma non ha nemmeno annunciato un vincitore, lasciando il futuro del prossimo governo in un limbo [6].

Le peripezie legali lungo il percorso sono state numerose e complesse. Secondo il Carter Center [7], le elezioni 2020 in Guyana sono “altamente rischiose” [8]: il paese è alle soglie di un boom economico, grazie alla recente scoperta di enormi riserve di petrolio. Per chiarire la situazione, qui di seguito una sequenza temporale degli eventi importanti dell'ultimo mese:

2 marzo: si svolgono le elezioni generali, con gli elettori che si presentano ai seggi nei 10 distretti elettorali noti come regioni.

5 marzo: nove delle 10 regioni del paese annunciano i risultati, con il People's Progressive Party [9] (PPP) dell'opposizione in testa con oltre 50.000 voti. Più tardi quello stesso giorno, quando il presidente del seggio elettorale della Regione 4, Clairmont Mingo, annuncia i risultati eccezionali del suo distretto, sembra che la coalizione di governo, costituita da A Partnership for National Unity [10] e Alliance for Change (APNU+AFC), abbia ottenuto nella Regione 4 un margine sufficiente per poter vincere le intere elezioni.

Tuttavia, numerose sono le polemiche circa la correttezza della procedura. Abbondano [11] le accuse sull'uso improprio di un foglio elettronico, in quanto per legge i risultati devono essere verificati secondo le ufficiali Dichiarazioni di voto. È stato anche riportato [12] il caso di un impiegato addetto all'inserimento dati che ha avuto accesso a un portatile e a una chiavetta USB senza autorizzazione. Al PPP viene concessa un'ingiunzione giudiziaria che impedisce al presidente del seggio della Regione 4 di annunciare i risultati prima che questi siano correttamente verificati.

Nel frattempo, secondo quanto riportato il personale dei media [13] e gli osservatori [14] vengono allontanati dalla sede centrale della GECOM. La situazione scatena dichiarazioni di preoccupazione [15] da parte degli osservatori elettorali [16].

6 marzo: la GECOM riceve l'ordinanza del tribunale relativa all'ingiunzione del PPP.

8 marzo: il presidente ad interim della Corte Suprema della Guyana, Roxane George-Wiltshire, stabilisce che il tribunale è competente a conoscere la causa intentata per la verifica dei voti nella Regione 4.

10 marzo: vengono ascoltati gli argomenti pertinenti alla causa.

11 marzo: il presidente ad interim George-Wiltshire dichiara che i risultati della Regione 4 sono “illeciti” in quanto non in linea con i requisiti stabiliti nella Sezione 84 del Representation of the People Act [17] della Guyana, che si riferisce al conteggio dei voti delle elezioni.

L’invalidamento [18] della dichiarazione della Regione 4, unita all'ordine affinché la GECOM si conformi alla legge, indica che i risultati finali delle elezioni generali del paese restano in bilico finché il conteggio non sarà condotto correttamente.

Lo stesso giorno, i capi della Comunità Caraibica (CARICOM) arrivano in Guyana e sollecitano [19] il presidente Granger e la sua coalizione APNU + AFC al governo a rispettare la legge.

12 marzo: la GECOM chiede la riabilitazione degli osservatori elettorali e ne limita il numero per ciascuna squadra alla vigilia del riconteggio dei voti nella Regione 4. Il processo attraversa tuttavia una fase di stallo [20] quando i risultati continuano a essere letti attraverso il foglio elettronico, in contraddizione con la sentenza del presidente ad interim.

Il PPP presenta un procedimento per oltraggio alla corte [21] contro il presidente del seggio elettorale della Regione 4. Il presidente ad interim chiarisce al presidente del seggio elettorale che i risultati devono essere letti sulla base degli Statements of Poll.

13 marzo: la verifica dei voti nella Regione 4 ricomincia [22], sebbene la procedura sia ancora poco chiara. La GECOM richiede il trasferimento della sede in strutture migliori nel centro della capitale Georgetown.

La verifica ha luogo in un capannone nel cortile della GECOM a Georgetown, in cui il presidente del seggio mostra le fotocopie degli Statements of Poll, presumibilmente 19 con segni visibili di alternanza, e annuncia ancora una volta la vittoria dell'APNU + AFC nonostante le proteste [23] dei presenti.

La missione di osservazione OAS viene ritirata [24] dalla Guyana a causa della “fallacia” del processo, e gli osservatori elettorali internazionali esprimono preoccupazione [25] per la mancanza di trasparenza.

14 marzo: il presidente Granger chiede [26] un team CARICOM indipendente e di alto livello, guidato dal Primo Ministro delle Barbados e dal presidente della CARICOM Mia Mottley, per supervisionare il conteggio dei voti della Regione 4 in conformità con la sentenza dell'11 marzo del presidente ad interim; il PPP si dichiara d'accordo. In effetti, il governo e l'opposizione fanno entrambi un passo avanti, concordando [27] su un nuovo conteggio in tutte e 10 le regioni.

15 marzo: il team CARICOM incontra la GECOM per concordare le condizioni e i parametri del riconteggio, previsto per il 16 marzo. Le urne elettorali vengono spostate [28] nell'Arthur Chung Conference Centre, dove avrà luogo il conteggio.

16 marzo: il team CARICOM, insieme ad altri osservatori e parti interessate, arriva al centro conferenze, ma la GECOM nega loro l'accesso affermando di essere ancora impegnata nell’elaborazione delle modalità del processo [29].

Verso le 15:30 di quel pomeriggio, i funzionari GECOM rilasciano un comunicato stampa in cui affermano di aver bisogno di un’autorizzazione firmata [29] da parte del presidente Granger, del leader dell'opposizione Jagdeo e del team CARICOM prima di poter consentire l'ingresso, oltre a consigliare la sanificazione [30] dell'edificio a causa del COVID-19.

La polizia allontana [31] tutti gli osservatori e i rappresentanti dei partiti politici dalla struttura, sebbene la GECOM conceda il permesso ai rappresentanti dei vari partiti politici di restare per la notte [32] a guardia delle urne elettorali.

17 marzo: Ulita Grace Moore, candidata della coalizione di governo alle elezioni locali del 2018, presenta [33] con successo un'ingiunzione ex parte per impedire alla GECOM di agire sull'accordo relativo al riconteggio stipulato con la CARICOM.

La GECOM è accusata [29] di ritardare deliberatamente il riconteggio per facilitare l'ingiunzione. Poiché il conteggio non è mai cominciato, la conferma [34] di questa ingiunzione dà alla GECOM la libertà di annunciare il risultato elettorale a favore del governo, cosa che non ha ancora fatto [6].

Un'udienza per l'ingiunzione è prevista per il 20 marzo. Nel frattempo, le due parti firmano [35] l'accordo CARICOM, come richiesto dalla GECOM.

20 marzo: il giudice Franklin Holder, che sovrintende all'ingiunzione, ascolta le argomentazioni di entrambe le parti. Solo a quattro rappresentanti dei media è autorizzato l'ingresso [36] per assistere al processo, che secondo quanto riportato si svolge nell'ufficio del giudice.

Mentre varie voci regionali [37] chiedono al presidente Granger di mantenere la sua promessa [38] relativa al riconteggio, i sostenitori dell'APNU + AFC accusano [39] il PPP di giocare a un “gioco pericoloso”.

27 marzo: avendo precedentemente stabilito che ha giurisdizione [40] in materia, il giudice Holder si pronuncia contro [41] la GECOM, stabilendo che deve presentare gli Statements of Poll in tribunale.

30 marzo: il PPP impugna [42] la decisione e vince. Nonostante l'ostinazione della coalizione vincente APNU + AFC al governo, il partito AFC suggerisce [43] un accordo di condivisione del potere con il PPP.

31 marzo: il presidente ad interim George-Wiltshire rilascia [44] l'ingiunzione della Moore imponendole il pagamento delle spese legali del PPP. La GECOM è ora libera di procedere con il riconteggio.

1 aprile: rinviata [45] una riunione [46] della GECOM per decidere la strada da intraprendere, con la motivazione che la commissione ha bisogno di “studiare” [47] la sentenza della corte.

Non è chiaro se la GECOM procederà al conteggio come concordato o dichiarerà un vincitore sulla base di risultati non verificati, e quale effetto avrà la decisione della Moore di appellarsi [48] alla sentenza dell’intero collegio giudicante [49] che aveva stabilito il rilascio della sua ingiunzione. [48] L'appello dovrebbe essere ascoltato in data 2 aprile.