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Il governo di Hong Kong censura un'emittente pubblica per aver posto domande sullo status di Taiwan nell'OMS

Categorie: Asia orientale, Cina, Hong Kong (Cina), Taiwan (ROC), Censorship, Citizen Media, Media & Giornalismi, Salute
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Fermo immagine tratto da the Pulse, tramite il canale Youtube della RTHK.

L'Ufficio del Commercio e dello Sviluppo Economico del Governo di Hong Kong ha rilasciato una dichiarazione [2] [en, come tutti i link seguenti salvo diversa indicazione] il 2 aprile 2020, accusando l'emittente pubblica della città, Radio Television Hong Kong (RTHK), di aver violato la politica di “una sola Cina” [3].

La dichiarazione, firmata dal ministro dell'Ufficio di Presidenza Edward Yao, ha puntato il dito sul notiziario della RTHK “The Pulse” [4] [zh], in cui la giornalista Yvonne Tong ha sollecitato il rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Bruce Aylward, a commentare la risposta di Taiwan allo scoppio di COVID-19, oltre al suo status di membro all'interno dell'OMS.

Taiwan era solita partecipare alle riunioni dell'OMS come membro non ufficiale fino al 2013, fino a quando Pechino si è servita [5] della sua pressione diplomatica per mettere da parte la nazione. Dopo che Tsai Ing-wen, che fa parte del Partito Democratico Progressista Indipendentista di Taiwan, ha vinto le elezioni presidenziali, il presidente cinese Xin Jinping ha deciso di applicare una politica di completo isolamento [6].

L'imbarazzo dell'OMS è diventato virale

L’episodio [1] in questione, andato in onda il 28 marzo, ha esaminato le contromisure globali alla pandemia. Quando è stato chiesto ad Aylward, durante il suo intervento, se l'OMS avrebbe riconsiderato lo status di membro di Taiwan, Aylward ha risposto di non riuscire a sentire la domanda e ha interrotto bruscamente la chiamata. La giornalista ha richiamato e gli ha posto delle domande sulla sua prospettiva riguardo alla performance di Taiwan circa la prevenzione della diffusione di COVID-19, ma Aylward ha affermato di aver già espresso il suo punto di vista sulla Cina e di aver terminato l'intervista.

Sebbene Taiwan avesse avvisato l'OMS [7] sulla potenziale trasmissione da uomo a uomo già alla fine di dicembre 2019, a causa di questa politica di isolamento, è stata esclusa dalla riunione di emergenza del 22 gennaio riguardo la prevenzione dell'epidemia da coronavirus. Ciò nonostante, Taiwan ha dimostrato di aver di gran lunga superato [8] molti altri stati nella lotta alla diffusione di COVID-19.

In questo contesto, il rifiuto di Alyward di rispondere alla domanda è stato interpretato come una prova della posizione politica filo-cinese [9] dell'OMS. Il videoclip è diventato virale sui social media, e molti hanno accusato l'OMS di aver cospirato con la Cina per minimizzare la gravità della pandemia:

Bruce Alyard dell'OMS ha rilasciato un'intervista alla RTHK. Quando gli è stato chiesto della situazione di Taiwan, ha sviato la domanda facendo finta di non sentire. La giornalista gliel'ha ripetuta e lui ha persino riattaccato! Wow non riesco a credere quanto l'OMS sia corrotta.

Pechino si è molto indignata per l'incidente. Il giorno successivo sul sito della Beijing China Central Television (CCTV) ha pubblicato un commento [15] [zh] accusando la giornalista per le sue “cattive intenzioni”.

Ambasciator non porta pena

Il governo di Hong Kong ha ribadito [2] la posizione presa da Pechino, accusando “The Pulse” di aver violato sia la politica di “una sola Cina”, sia “gli scopi e la missione di RTHK come emittente di servizio pubblico come specificato nella carta”.

Il portavoce di RTHK ha respinto [16] le critiche del governo sottolineando che l'episodio riguardava le risposte globali alla pandemia e che il riferimento a Taiwan rientrava semplicemente nel programma. Ha inoltre sottolineato che la giornalista non si è riferita a Taiwan come ad un “Paese”, ma come ad un “luogo”, pertanto non aveva violato il principio del “un Paese, due sistemi” o la carta di RTHK.

L'unione del personale del programma dell'emittente pubblica ha definito la dichiarazione del governo come una mossa per accanirsi sul messaggero [17] [zh] e ha esortato il suo pubblico a difendere l'autonomia della sua redazione.

Un membro del comitato consultivo del programma della RTHK, Fermi Wong, ha supposto [16] che la dichiarazione del governo fosse nata a seguito delle pressioni da parte di Pechino:

When you look at the interview done by the Pulse reporter, it is about the coronavirus issue, it is about health. I don't really understand why when a reporter is asking something relating to health, she or he has to remember there is ‘One Country, Two Systems’ … in line with the government or China. I believe the government statement may come after some kind of pressure from the Foreign Ministry or the Chinese Communist Party, I don't know. But I think the statement is the biggest nonsense.

Quando si guarda l'intervista fatta dalla reporter di “Pulse”, si capisce che riguardi il problema del coronavirus e la salute. Non capisco davvero perché quando una giornalista chiede qualcosa in relazione alla salute, si debba ricordare che esiste un “Paese, due sistemi”… in linea con il governo o con la Cina. Credo che la dichiarazione del governo possa essere emersa in seguito a una sorta di pressione da parte del Ministero degli Esteri o del Partito Comunista cinese, non lo so. Ma penso che questa affermazione sia la più grande assurdità.

Nel 2004, dopo la non approvazione di una serie di leggi sulla sicurezza nazionale ai sensi dell’ Articolo 23 della Legge Fondamentale [18] da parte di Pechino, ha iniziato a rafforzare il suo controllo sui media di Hong Kong. Da allora la RTHK è stata sottoposta a pressioni politiche per non essersi allineata alla politica del governo. Negli ultimi anni, alcuni dei più popolari programmi sugli affari pubblici dell'emittente – il commentario satirico di notizie “Headliner” [19] e il suo forum pubblico settimanale “City Forum” [20] – hanno ricevuto una pressione smisurata [21] che li spronava all'autocensura.

Pressioni dirette da parte della polizia di Hong Kong

L'ultima ondata di pressione è emersa ad agosto 2019. Sullo sfondo di mesi di proteste contro l'estradizione cinese, i giornalisti della RTHK hanno indagato [22] [zh] sull'incapacità delle forze di polizia di Hong Kong di proteggere i cittadini da un attacco della folla il 21 luglio a Yuen Long. Ad agosto, i manifestanti a favore di Pechino hanno organizzato diverse proteste [23] all'esterno del quartier generale della RTHK, accusando l'emittente pubblica di “faziosità”.

Inoltre il commissario di polizia Chris Tang ha sporto denuncia [24] nei confronti del programma “Headliner” della RTHK, accusando di minare al lavoro della polizia e di erodere la legge e l'ordine pubblico.

A marzo 2020, a seguito di una richiesta dell'emittente televisiva free-air maggiormente dominante nella città, TVB, l'Autorità per le Comunicazioni ha tentato di contenere l'influenza della RTHK revocando l'autorizzazione della TVB [25], che precedentemente richiedeva una messa in onda settimanale obbligatoria de 3,5 ore di programmi della RTHK.

Nel frattempo, il presidente del Consiglio di Amministrazione della RTHK, Eugene Chan, ha proposto di istituire un gruppo di lavoro formato da tre membri al fine di esaminare le lamentele relative ai programmi della RTHK, una mossa che l'Unione del personale del programma dell'emittente ha denunciato [26] come diretta interferenza nelle operazioni quotidiane della stazione.

Il progetto di Pechino volto a trasformare l'emittente pubblica in un portavoce si è riflessa nello slogan “la RTHK dovrebbe rappresentare la voce del governo” [23], come proposto dai manifestanti a favore di Pechino fuori dal quartier generale della RTHK. Ora la pressione proveniente dal governo di Hong Kong si sta facendo sempre più forte.