Un nuovo rapporto sulla rete russa fa previsioni terribili riguardo la ‘Fortezza RuNet’

Mappa presa dal rapporto “Libertà di Internet 2019: Piano ‘Fortress'” di Agora e Roskomsvoboda che mostra gli incidenti per la chiusura di internet in Russia nel 2019 (Mosca: 3, Inguscezia: 2, Buruazia: 1, Arcangelo: 1, Pskov: 1).

Lo scorso anno ha evidenziato molte pietre miliari del Governo russo per la loro lotta mirata a tenere internet sotto controllo. Le leggi sono state approvate col fine di contrastare le ”fake news”, ovvero le notizie false o per la mancanza di rispetto alle autorità [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] online. Sono state incrementate le multe per le compagnie digitali che hanno rifiutato di conservare i dati degli utenti russi su territorio russo. È stata pubblicata una legge per estendere il concetto di “agenti stranieri’’ ai singoli utenti di internet. Ultimo, ma non meno importante, il più atteso progetto di legge di “Internet Sovrano ’’ finalmente entrato in vigore.

Per dieci anni consecutivi, Agora,  un'organizzazione legale russa, e Roskomsvoboda [ru] , una ONG per il monitoraggio dei diritti digitali russa, ha rilasciato una relazione annuale collettiva sullo stato della libertà di internet in Russia. Il rapporto più recente [ru], che è stato pubblicato il 4 febbraio, trae delle conclusioni preoccupanti circa che cosa ha in serbo per il RuNet (rete russa) nei prossimi anni.

Il rapporto evidenzia un aumento significativo dei tentativi di disconnessione da internet di alcune regioni o specifiche aree durante i conflitti politici. Questa opzione, benché sia permessa dalla legge federale russa sulle comunicazioni, non viene utilizzata in larga scala dalle autorità dal 2019 — le quali hanno assistito all'arresto di internet nella regione di Arcangelo, Buriazia, Inguscezia, nella regione di Pskov e nella più conosciuta Mosca, durante proteste dovute al il rifiuto delle autorità di permettere ai candidati indipendenti dell'opposizione di candidarsi alle elezioni locali.

Tuttavia, dal rapporto emerge anche una marcata diminuzione dei numeri delle persecuzioni per attività criminali online: da 384 casi nel 2018,  a 200 casi nel 2019. Gli autori attribuiscono questo fenomeno alla depenalizzazione del controverso Articolo 282 del codice penale a riguardo dell'incitamento all'odio.  La parziale depenalizzazione di questo atto, risulta aver portato all'aggiunta di un ulteriore atto nel codice amministrativo, secondo il quale la responsabilità penale per l'incitamento all'odio viene verificata solo dopo ripetute violazioni nell'arco temporale di un anno. Solo nei primi sei mesi dello scorso anno, sono state processate 158 persone per via di questo nuovo atto amministrativo. In ogni caso, la completa applicazione dell'articolo 282 è ancora esercitata, come ci mostra il famoso caso del blogger Vladislav Sinitsa. Egli è stato condannato a cinque anni di reclusione l’ anno scorso a causa dei suoi commenti su Twitter, trattando della sorte dei figli dei poliziotti antisommossa che sono stati responsabili delle percosse ai protestanti di Mosca. La persecuzione per attività criminali online sta apparentemente diventando la strategia più comune che supporta le già esistenti convinzioni contrastanti degli oppositori politici. Ce lo dimostrano i tentativi di restrizione di accesso a internet a Yegor Zhukov, l'attivista libertario ampiamente seguito su YouTube.

Un ulteriore atto amministrativo che ha avuto ripercussioni sugli utenti della RuNet era una legge formulata in modo vago per contrastare la mancanza di rispetto per le autorità dello Stato e i portatori di potere federale online. Nel 2019, è stata applicata 78 volte, 44 delle quali specificatamente concentrate sul linguaggio irrispettoso sul conto di Vladimir Putin.

Senza dubbio, nelle note del rapporto, uno dei maggiori sviluppi è stato a riguardo della guida di ”Internet Sovrano” nel paese. Questo pacchetto di leggi e emendamenti è stato disegnato per permettere allo Stato di prendere il controllo delle infrastutture digitali in Russia in tempi di instabilità, queste potranno isolare la RuNet dal resto della rete globale. Quindi, gli autori del rapporto predicono un'importante pressione esercitata sulle aziende IT (di consulenza informatica) e sui fornitori di servizi internet, che saranno responsabili dell'incrementato di richieste sempre più complesse per la sorveglianza e ispezione DPI di tutto il traffico in entrata. Le compagnie digitali sono già soggette alle crescenti multe per aver rifiutato di trasmettere alle autorità russe i dati degli utenti, queste autorità hanno anche autorizzato di pre-installare un software approvato dal Governo su tutti i dispositivi digitali venduti nel paese .

Gli autori, inoltre, collegano queste tendenze all’arresto di Alexei Soldatov [ru], un punto di riferimento all'interno della fondazione della RuNet, con le accuse di frode. I Pubblici Ministeri lo accusano di inviare centinaia di migliaia di indirizzi IP precedentemente amministrati da un istituto di ricerca russo al controllo straniero. Poiché l'Internet Sovrano impone anche la creazione di un sistema di dominio nazionale, il rapporto suppone che l'arresto sia stato motivato da Solfatov e il suo rifiuto di trasferire il controllo dei domini .su (che indica “Soviet Union”) e .rf (che indica “Federazione Russa”), allo Stato. Questo era storicamente controllato dall'Internet Development Foundation di Soldatov.

Il blocco dei siti web ”indesiderati” continua rapidamente. Nei primi nove mesi del 2019, il controllore delle comunicazioni dello Stato russo Roskomnadzor e il Ministero degli Affari Interni insieme classificano oltre 270.000 pagine web come indesiderate — circa di un terzo maggiore rispetto allo stesso periodo nel 2018. Gli autori notano che ulteriori  4,74 milioni si siti web, che non sono state bloccate, sono associate ad indirizzi presenti sulla lista di blocco delle autorità. L'anno scorso, inoltre, è avvenuto il blocco definitivo del servizio di messaggistica sicura ProtonMail e altri fallimenti nelle lunghe battaglie dello Stato per limitare l'accesso al servizio di messaggistica vietato Telegram. Su molti siti web famosi e indipendenti che trattano di notizie di attualità, tra cui Meduza, The Village [ru], e Batka, Da Vy Transformator [ru], i tentativi da parte dello Stato di limitare le informazioni online sono falliti. Queste informazioni trattano di narcotici che non sono stati reperibili in varie zone della Russia. Tuttavia, molti utenti hanno segnalato la possibilità di poter accedere a questi siti web e altre fonti di informazioni attraverso le VPN (reti virtuali private) nonostante l'accesso ad essi fosse effettivamente bloccato.

La crescente quantità di legislazione, gli audaci obiettivi per il controllo digitale e le pesanti aspettative sulle spalle delle aziende digitali renderanno il 2020 un anno difficile per la rete RuNet. Comunque gli autori concludono con il dire che nonostante la prospettiva futura sia cupa, l'intraprendenza degli utenti della RuNet non sarà sottovalutata [ru]:

Чиновники постепенно перестают считать ограничение свободы слова исключительной мерой, применяемой в крайних случаях, рассматривая блокировки сайтов, преследование пользователей и ограничение прав российских и зарубежных СМИ как инструмент политической борьбы и способ противостоять Западу в информационной войне. […]

Власти после ряда колебаний несколько лет назад определились с основным вектором политики в отношении российского сегмента интернета — контроль, цензура и изоляция. Конечная цель — создание суверенного интернета наподобие китайско-северокорейского. В ушедшем году для достижения этой цели были приняты ключевые нормативные акты.

Главная интрига заключается в том, насколько удастся реализовать задуманное. Пока подобные инициативы либо даже не стартуют (пакет Яровой о хранении и расшифровке трафика), либо не удаются (блокировка Telegram, запрет криптовалют), либо легко обходятся (многочисленные блокировки сайтов). Как и прежде, пользователи интернета довольно быстро обучаются, подстраиваются под среду, а технологии идут вперед, бесконечно расширяя фронт борьбы с охранителями и усложняя методы противодействия свободному распространению информации.

I funzionari stanno gradualmente cessando di considerare la limitazione della libertà di parola come un passo eccezionale da compiere in situazioni estreme. I blocchi dei siti web, le molestie ai clienti e le limitazioni dei diritti ai media russi e stranieri, sono diventati [considerati come] strumenti in una lotta politica e un mezzo per contrastare l'Occidente in una guerra di informazione […].

Le autorità, dopo diverse esitazioni un paio di anni fa, hanno determinato il loro percorso politico in relazione al settore di internet russo: controllo della censura e isolamento. L'obiettivo finale è la creazione di un ”internet sovrano” che somigli ai modelli della Cina e della Corea del Nord. Lo scorso anno, molti interventi sono passati con lo scopo di raggiungere questo fine.

Il fattore determinante è la misura in cui questo può essere raggiunto. Per il momento, queste iniziative non sono state praticamente attivate (come il pacchetto di Yarovaya sulla memorizzazione e decriptazione del traffico), sono fallite (come il blocco di Telegram e il divieto di criptovalute), o comunque possono essere facilmente raggirate (come nel caso dei molteplici blocchi ai siti internet). Tanto quanto in precedenza, gli utenti di internet imparano in fretta come adattarsi al nuovo ambiente, con l'evoluzione della tecnologia, gli orizzonti si espandono senza limiti per combattere la battaglia contro i tutori dell'ordine, complicando i metodi di contrasto del flusso dell'informazione libera.

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