Un'ingiunzione concede alla commissione elettorale della Guyana la libertà di dichiarare un vincitore, ma lo farà?

L'edificio neoclassico del Parlamento della Guyana, ubicato nella capitale, Georgetown, è stato terminato nel 1834. Foto di Dan Lundberg su Flickr (CC BY-SA 2.0).

Mentre il resto del mondo lotta contro la pandemia di COVID-19 [it], la Guyana lotta contro una crisi elettorale.

Dalle elezioni generali nazionali del 2 marzo del 2020 ha avuto luogo una battaglia senza fine  [es], per determinare quali dei due partiti predominanti sia il vincitore: il partito al potere Un'associazione per l'Unità Nazionale/Alleanza per il cambiamento [es] (APNU+AFC), o il Partito Progressista del Popolo (PPP) [es] all'opposizione.

A seguito di una contestazione legale [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] del PPP e della decisione della Corte Suprema sul fatto che i risultati del principale distretto elettorale della Regione 4 – primo punto di contenimento – sono stati nulli e senza effetto, lì11 marzo il presidente David Granger e il capo dell'opposizione Bharrat Jagdeo si sono riuniti con un gruppo di leader della Comunidad del Caribe (CARICOM), si sono accordati nel rispettare la legge e nell'impegnarsi in un processo di verifica dei voti della Regione 4.

Tutto questo è cominciato il 13 marzo, ma si è interrotto bruscamente poichè si è continuato a leggere i risultati da un foglio di calcolo contenzioso [it], in violazione della decisione giudiziale. Quello stesso giorno, missioni di osservatori internazionali si sono ritirate dalla Guyana, denunciando la mancanza di trasparenza nel processo del riconteggio.

Il 14 marzo alcuni membri dell’ APNU+AFC hanno fatto una conferenza stampa – con l'ovvia assenza del presidente Granger- durante la quale il responsabile della campagna del partito, Joseph Harmo, ha detto di essere “soddisfatto della decisione presa dallo scrutatore e controfirmata dal rappresentante come dichiarazione definitiva del conteggio originale dei voti nella Regione 4″.

Harmon ha anche accusato l'opposizione di partecipare a “tattiche dittatoriali”.

Nonostante ciò nel partito non tutti hanno avuto fiducia, soprattutto Dominic Gaskin, ex-ministro del Governo e genero del presidente, che non è rimanto “del tutto convinto” sul fatto che i risultati della Regione 4 “riflettano in modo preciso quelli che si registrano in varie dichiarazioni di voto raccolte presso gli 879 seggi elettorali”. Il processo di verifica delle elezioni in Guyana è ancora per la maggior parte manuale.

Quando durante la conferenza stampa gli è stato chiesto delle dichiarazioni di Gaskin, il Ministro delle risorse naturali Raphael Trotman, ha detto: “Posso dire che la stragrande maggioranza dei membri e della dirigenza AFC non condividono il “suo” punto di vista”.

Il giornalista guyanese Freddie Kissoon ha impugnato la teoría dell'esistenza di una lotta di potere fra due fazioni nella coalizione governante, una dal lato del presidente Granger e l'altra dal lato del ministro Trotman. “Quello che in realtà sta accadendo nella Guyana è un colpo di stato”, ha scritto Kisson.

Fermo l'accordo di riconteggio con il CARICOM

Tre giorni dopo la confernza stampa, il 17 marzo, Ulita Grace Moore, candidata della coalizione governante nelle elezioni amministrative della Guyana nel 2018 è riuscita a presentare un’ ingiunzione ex parte per impedire alla Comissione Elettorale della Guyana (GECOM) di agire sulla base del riconteggio stipulato con la CARICOM. Al 20 marzo il riconteggio non è ancora cominciato. La decisione essenzialmente significa che la GECOM ha il via per dichiarare il risultato delle elezioni a favore del governo.

Il nome di Moore si trova anche nella lista dei candidati della Regione 4 per le elezioni regionali, ma la sentenza non indicava il m otivo per cui non si considerasse un conflitto d'interesse..

Screenshot dell'ingiunzione voluta da Ulita Grace Moore in rappresentanza del Governo.

Nonostante la GECOM ancora non abbia dato seguito alla sentenza, rivendica il fatto che, per quanto ben intenzionato, l'accordo con la CARICOM non può avere la precedenza sulla legge. Poiché l'ingiunzione provvisoria è stata notificata ex parte, il che significa che l'altra parte non era presente, gli argomenti contrari devono ancora essere ascoltati.

Si è stabilito che il giudice ascolterà le argomentazioni da entrambe le parti il 20 marzo alle 9 ora locale.

La prima ministra delle Barbados e presidentessa del CARICOM, Mia Mottley, ha ritirato la sua squadra e ha detto che: “È chiaro che esistono forze che non desiderano vedere il riconteggio dei voti per nessun motivo. Tutto il governo che presta giuramento senza un processo di riconteggio di voti credibile e completamente trasparente manca di legittimità”.

L'ex-segretario generale del Commonwealth Sir Shridath Ramphal ha definito come “assolutamente deplorevole il fatto che […] la squadra del CARICOM invitata a supervisionare il riconteggio dei voti si sia dovuta ritirare”.

Il PPP, nel frattempo, ha presentato accuse di oltraggio contro i funzionari della GECOM.

‘La lunga sofferenza dei guyanesi’

I cittadini osservano lo sviluppo di questa situazione con un misto di frustrazione e profonda preoccupazione.

Sui social è diventata virale una lettera aperta al presidente del paese redatta dal generale maggiore in pensione Joseph Singh. In essa Singh, ex-capo della Forza di Difesa della Guyana – ed ex-presidente della GECOM – ha suggerito che il presidente Grenger “è stato mapipolato da persone che non hanno a cuore i migliori interessi nella nostra amata Guyana”.

[These people] are prepared to hold you hostage to their own evil intentions and to manipulate you and the Constitution of this country to achieve their own personal and collective goals, unbothered by the catastrophic impact their actions to date are having on national morale, on the fears and anxieties of all Guyanese, whether or not they are supporters of your political party. […]

What matters to me, and I am sure to all right thinking Guyanese, as well as the regional and international community, is that the electoral process reflects the will of the people.

[Queste persone] sono pronte a tenervi in ostaggio per le loro cattive intenzioni e a manipolare voi e la Costituzione di questo paese per raggiungere i propri scopi personali e collettivi, senza preoccuparsi per l'impatto catastrofico che le loro azioni hanno avuto finora sul morale nazionale, sulle paure e le ansie dei guyanesi, che siano o meno del vostro partito politico.[…]

Ciò che mi preoccupa, e sono sicuro del fatto che tutti i guyanesi, così come la comunità regionale ed internazionale, è che il processo elettorale riflette la volontà delle persone.

Notando che “i guyanesi che soffrono da lungo tempo” si sentono “feriti”, “in imbarazzo” e “arrabbiati”, Singh ha detto che un riconteggio indipendente permetterebbe “ad un qualsiasi partito politico di avere la maggioranza dei voti, di essere riconosciuto come legittimo e di essere autorizzato a formare il governo”.

Una dichiarazione del 18 marzo del Commonwealth Observer Group per la Guyana ha riportato questa posizione:

It is the clear and considered view of the Group that the tabulation processes conducted by the Returning Officer for Region 4, Mr. Clairmont Mingo, were not credible, transparent and inclusive.

È chiaro e ponderato il punto di vista del Gruppo che i processi di tabulazione condotti dal Presidente di seggio per la Regione 4, il Sr Clairmont Mingo, non sono stati credibili, trasparenti nè inclusivi.

‘La piattaforma è trasparente’

Parlando con Global Voices attraverso WhatsApp, l'ingegnere Marcel Gaskin (fratello di Dominc Gaskin), che a marzo del 2019 ha presentato una denuncia penale contro la GECOM per non aver indetto le elezioni entro il termine costituzionale dopo un voto di sfiducia a dicembre del 2018, ha detto: “La piattaforma è così trasparente che è un insulto alla nostra intelligenza”.

Quando gli è stato chiesto se al Governo sono preoccupati delle rivolte sociali e della violenza, Gaskin ha risposto:

They don't seem worried about this. They are peddling so much misinformation to their supporters. If they succeed [in being declared the winner] the only way they can rule is by outright repression. I believe the main reason GECOM hasn't yet declared an election result is because of the pressure from international observers and threats of sanctions from the international community.

Non sembrano preoccupati di questo. Stanno diffondendo tanta disinformazione ai loro simpatizzanti. Se ci riusciranno [ad essere dichiarati vincitori] l'unico modo nel quale potranno governare è attraverso un'assoluta repressione. Credo che il motivo principale per cui la GECOM non abbia ancora dichiarato un risultato delle elezioni sia dovuto alla pressione degli osservatori internazionali e ad alle minacce di sanzione da parte della comunità inetrnazionale.

Poichè la Guyana si trova alla soglia di un boom economico grazie alle sue recenti scoperte e ad un auge economico grazie alle sue riserve di petrolio e gas recentemente scoperte, qualsiasi sanzione sicuramente avrebbe un impatto sulla reputazione del paese e sulla sua capacità di partecipare ad organizzazioni internazionali chiave come il Commonwealth [it] e l’OSA [it].

Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Mike Pompeo, ha lanciato un avvertimento:

Individuals who seek to benefit from electoral fraud and form illegitimate governments/regimes will be subject to a variety of serious consequences from the United States.

Coloro che cercano di trarre beneficio da una frode elettorale e formano un governo/regime illegggittimo saranno sottoposti ad una varietà di conseguenze serie da parte degli Stati Uniti.

Nonostante ciò, un'importante figura dell'APNU+AFC ha risposto a questa minaccia sui social e ha invitato i guayanesi ad esercitare pressione a favore dei legislatori e dei politici degli Stati Uniti, incluso l'aspirante presidente democratico Joe Biden, e giornalisti come Rachel Maddow di MSNBC.

Nel frattempo la Comissione del Settore Privato (PSC) del paese ha chiesto al Commissario di Polizia della Guyana di garantire la condotta professionale dei suoi agenti, nel timore che la polizia venga utilizzata come esecutrice elettorale APNU + AFC.

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