Gli studenti polacchi protestano contro il controverso disegno di legge che limiterebbe la libertà accademica

Occupation strike of students in Poland.

“Occupazione.” Foto usata col permesso di Pamela Gąsiorowski.

Le proteste degli studenti in Polonia sono riuscite nel ritardare un progetto di legge che, secondo l'opposizione, potrebbe minacciare l'autonomia delle università.

Conosciuto come il Progetto di legge 2.0 [pl, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], l'atto include proposte di riduzione dei fondi e delle opportunità di ricerca per le università regionali e punta alla diminuzione del potere del senato universitario, un organismo costituito da studenti, accademici e altri impiegati universitari che si occupano della gestione quotidiana degli istituti. Il controllo delle università passerebbe ad un consiglio universitario, formato da personalità esterne all'università.

Secondo un'altra clausola [en], recentemente aggiunta, le ricercatrici impiegate presso istituti accademici dovrebbero andare in pensione all'età di 60 anni, cinque anni prima dei loro colleghi maschi.

Il partito nazionalista di destra della Polonia, Legge e Giustizia, ha aumentato il controllo governativo su molti aspetti della società da quando ha preso il potere nel 2015.

Per quasi due settimane, recinzioni, balconi e pareti delle università di tutto il paese sono state riempite di striscioni fatti a mano, cartelloni dipinti e opuscoli svolazzanti, mentre gli studenti occupavano spazi ed esprimevano il loro scontento per le riforme pianificate. Queste proteste hanno segnato il primo sciopero degli studenti a livello nazionale dal 1989.

Su un balcone di Varsavia nasce un movimento

Il progetto di legge è promosso da Jarosław Gowin, Ministro della Scienza e dell'Istruzione Superiore. All'inizio di questo mese, dopo oltre 100 emendamenti del Primo Ministro Mateusz Morawiecki, il progetto è stato inviato per una seconda lettura al Sejm, la camera bassa del parlamento polacco.

Si pensava che sarebbe entrato in vigore verso l'ottobre 2018. Ma non era così che dovevano andare le cose.

La prima protesta contro il progetto di legge è stata annunciata su Facebook. Si è svolta ad un evento del 5 giugno chiamato “Wolne Dni Akademii” (“Per un un’università libera”). Gli studenti dell'Università di Varsavia hanno occupato il balcone del Palazzo Kazimierz, che si protende sulla modaiola via Krakowskie Przedmieście.

Sotto lo slogan “Nauka Niepodległa” (“Apprendimento indipendente”), la resistenza è cresciuta. I partecipanti hanno organizzato pannelli ed eventi, ottenendo il sostegno di istituzioni polacche ed estere.

Mentre alcuni politici, come il potenziale candidato presidenziale Robert Biedroń, si sono riversati su Twitter per congratularsi con gli studenti, altri hanno supportato fisicamente le proteste, portando cibo e sacchi a pelo.

Gli studenti dell'Università di Varsavia protestano in difesa di quelli colpiti più duramente dalle riforme di Gowin: gli atenei più piccoli. Mostrano solidarietà con i centri più piccoli di autonomia e democrazia, che sono importanti tanto a livello universitario quanto a livello statale e nella politica. Grazie!

Le foto che circolano in rete raffigurano tende improvvisate erette al centro del balcone, con gli studenti appoggiati alle balaustre e circondati da tazze di caffè o scatole di cibo.

Gli studenti dell'Università di Varsavia annunciano che rimarranno al Palazzo Kazimierzowski (l’ufficio del rettore) almeno fino a domani. Pretendono solo una discussione seria sul Progetto di legge 2.0 e hanno 11 richieste.

Nel frattempo, i sostenitori del progetto di legge o del partito Legge e Giustizia [it] hanno cercato di screditare i manifestanti, dichiarando che le loro azioni erano insensate e non rappresentative della maggioranza.

Non è una protesta studentesca, solo alcuni maiali rossi, o piuttosto i loro discendenti. Non dite che questa protesta è organizzata da studenti perché gli studenti normali si tengono alla larga da tutto ciò.

La diffusione delle proteste

Gli studenti di Varsavia sono rimasti sul balcone per 10 giorni, fino a quando i lavori sul progetto di legge non sono stati rinviati. Però, a quel punto, non erano più i soli a mobilitarsi.

Presso diverse istituzioni in tutto il paese, gli studenti e i loro sostenitori, giovani e meno giovani, hanno tenuto marce e discussioni, e hanno appeso striscioni contro il progetto di legge. Uno dei manifesti riportava semplicemente: “What is Gowin on?” (Che cosa sta succedendo?).

Un balcone con stendardi di protesta riportanti l'hashtag #naukaniepodległa e i nomi delle città in cui sono state organizzate le proteste. Foto usata con il permesso di Pamela Gąsiorowski.

Gli studenti hanno occupato anche gli spazi universitari. Il 9 giugno, presso l'Università di Scienze e Tecnologie AGH di Cracovia, si è verificata uno scontro. Un portiere dell’università, entrato in una stanza occupata da studenti, li accusati di aver finto di essere docenti per entrare e ha chiesto la restituzione della chiave nella stanza. Gli studenti hanno ottemperato alla sua richiesta, ma si sono rifiutati di lasciare la stanza.

Tre giorni dopo, i ragazzi di quel gruppo di protesta hanno scritto in un post di Facebook di essere stati recentemente minacciati dalla polizia, che li accusava di aver voluto “irrompere” negli edifici universitari. In un post successivo hanno spiegato che stavano discutendo questioni che andavano al di là del progetto di legge:

W trakcie debat i wykładów prowadzonych w trakcie Strajku Okupacyjnego poruszono znacznie więcej kwestii niż tylko te wynikające z projektu reformy polskich uczelni wyższych. W ten sposób wyrażamy sprzeciw nie tylko wobec ustawy 2.0, ale również obecnego kształtu Uniwersytetu, jako przestrzeni niedemokratycznej, wewnętrznie podzielonej i hierarchicznej.

Nei dibattiti e nelle lezioni tenuti durante l'occupazione sono stati portati alla luce altri problemi oltre alle riforme sulle università polacche. In questo modo vogliamo esprimere la nostra opposizione non solo verso il Progetto di legge 2.0, ma anche verso l'attuale struttura dell'università, che la rende non democratica, internamente divisa e gerarchica.

A Poznań le proteste sono iniziate il 12 giugno con l’occupazione del rettorato da parte degli studenti, che sono stati irremovibili, dichiarando di non protestare contro il rettore o le autorità universitarie. Hanno affermato, inoltre, di aver evitato l’interruzione del lavoro del rettore permettendo che solo venti persone protestassero attivamente durante il giorno e sette di notte.

Dopo il rinvio a luglio del voto del parlamento polacco, il ministero ha dichiarato che avrebbe presentato una proposta modificata e, in tutto il paese, gli studenti hanno posto fine alle loro proteste.

“Il significato della protesta non è che l'istruzione superiore non abbia bisogno di riforme”

Nel mentre, il ministro Gowin non si è smosso dalla convinzione che l'atto avrebbe migliorato l'università. Secondo il quotidiano Wiadomości, egli ha affermato di non aver compreso le proteste e che negli ultimi anni aveva consultato “tutti i gruppi accademici” sul progetto di legge.

Tuttavia, un partecipante anonimo della protesta di Varsavia ha raccontato a OkoPress che gli studenti avevano deciso di reagire perché “le consultazioni erano state condotte solo con persone che sostenevano la legge”.

Un altro partecipante, Mateusz Burzawa, che ha cantato nel coro rivoluzionario durante le proteste di Cracovia, ha accennato a Global Voices che l’avversità verso il progetto di legge era fondata nell'atteggiamento di Gowin:

[The protest] does not mean that higher education does not need reforms, and how that everything in this bill is bad, only [that] the faith of the minister that “the market will solve all problems” is an ideological approach.

Il significato della protesta non è che l'istruzione superiore non abbia bisogno di riforme, e che tutto nel progetto di legge sia negativo. Piuttosto, si vuole sottolineare che l’approccio del ministro, secondo cui “il mercato risolverà tutti i problemi” è ideologico.

Non tutti gli studenti hanno pensato che le proteste fossero l'approccio giusto. Su Facebook, Kacper Aleksander Czechowicz ha etichettato gli avvenimenti all'Università di Varsavia una “farsa”, suggerendo che gli organizzatori avevano sabotato il lavoro del Parlamento studentesco. I membri in carica del Parlamento studentesco della Polonia sono partecipanti alla pari nelle negoziazioni nazionali. Il loro obiettivo è fare pressione per difendere i diritti degli studenti in qualità di rappresentanti del corpo studentesco nelle negoziazioni con il governo.

“Konstytucja” (Costituzione). Poster di protesta di Dawid Czajkowski, foto usata con il permesso dell'autore.

Ma il grafico e attivista Dawid Czajkowski ha ribattuto in un post separato che il Parlamento studentesco non difende gli studenti come dovrebbe (nelle sue parole: è “morbido come il burro in una giornata calda”).

Per questo motivo si è servito della sua compagnia, Posters Involved, per sostenere gli studenti, che ritiene siano quelli maggiormente minacciati dal progetto di legge. I manifesti di protesta di Czajkowski includevano una rappresentazione di un blocco bianco con la parola “Autonomia” dipinta in rosso e tagliato al centro da una sega che riportava la scritta “Gowin 2.0″.

Ha detto a Global Voices:

The new law on higher education centralises responsibility at universities and withdraws autonomy from individual faculties…In addition, smaller Universities are marginalized in favor of the larger ones. This means that you can only make up oneself in a few centers in the country, which is an obvious possibility to control doctoral students, their future, etc.

La nuova legge sull'istruzione superiore centralizza le responsabilità nelle università e sottrae autonomia alle singole facoltà. Inoltre, le università più piccole vengono emarginate a favore di quelle più grandi… Questo significa che ci si può truccare solo in pochi centri del paese, il che è una possibilità ovvia per controllare i dottorandi, il loro futuro, ecc.

Nel frattempo, il Comitato accademico per le proteste, che ha coordinato le prime manifestazioni, pianifica di tenere un congresso per riunire tutti i gruppi di protesta del paese e decidere un piano d’azione.

La lotta non è ancora finita.

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