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I dati mostrano il calo della partecipazione alle proteste pubbliche in Ungheria

Categorie: Europa centrale & orientale, Ungheria, Citizen Media, Cyber-attivismo, Elezioni, Governance, Idee, Politica, Protesta
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Manifestanti contro la cosiddetta “legge della schiavitù” a Budapest [2], Ungheria, 16 dicembre 2018. Foto di Atlatszo.hu/Áronl Halász, CC BY-NC-SA 2.5. Clicca sulla foto per visualizzare l'album.

Questa storia è stata inizialmente pubblicata dall'ente no profit di giornalismo investigativo, Atlatszo  [3][en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione]. Se ne pubblica qui una versione modificata, come parte di un accordo di condivisione dei contenuti con Global Voices.

Nel 2019 in Ungheria, benché sia cresciuto il numero delle manifestazioni e dei raduni pubblici, si è registrato un calo della partecipazione.

In questo Paese, chi vuole organizzare una protesta deve prima avvertire la polizia, informandola del luogo e dell'orario. Attingendo a queste notifiche archiviate, il quartier generale della polizia di Stato ungherese ha fornito all'ONG per i diritti umani Unione Ungherese delle Libertà Civili [4] (UULC) i dati che mostrano un'affluenza in andamento decrescente.

Atlatszo ha identificato questa tendenza in modo indipendente, mettendo a confronto simili serie di dati, raccolti tra il 2015 e il 2018 — che l'organizzazione aveva già usato per precedenti analisi [5] [hu] — allo scopo di osservare se la partecipazione sia calata dopo il 1 ottobre 2018, data dell'entrata in vigore della nuova legge statale che regola le pubbliche assemblee. [6]

Prima dell'adozione della legge, difensori dei diritti umani [7] ne richiesero il ritiro, perché consideravano i suoi scopi — quali il potere di limitare la libertà di assemblea — repressivi.  Eva S. Balogh, professoressa di Storia e editrice del blog Hungarian Spectrum, avvertiva [8] che “per il modo in cui sono scritte le regole, la polizia riuscirà facilmente a bandire qualsiasi dimostrazione.”

La nuova legge ha comportato due cambiamenti che impattano sul risultato dell'analisi dei dati. Innanzitutto, dal momento che la legge precedente non richiedeva la notificazione dei raduni politici alla polizia, le serie di dati entro il 2018, ottenuti tramite richiesta a Freedom of Information (FOI), non contenevano informazioni sugli eventi di aprile di quell'anno, nel periodo di campagna elettorale nazionale [9] [it]. A seguito dell'adozione della nuova legge, il numero di eventi registrati è aumentato, comprendendo anche i dati dei raduni elettorali durante le campagne per il Parlamento Europeo [10] [it] e quelle per le elezioni locali [11], che si sono tenute a maggio e a settembre 2019.

In secondo luogo, l'avviso di un imminente raduno pubblico non può più essere trasmesso alla polizia via email; ora si è tenuti a compilare un modulo online, più complicato, sul sito della polizia stessa.

I due grafici sottostanti mostrano i dati relativi a 5957 raduni pubblici, dei quali la polizia era stata avvertita; si sono tenuti tra novembre 2015 e ottobre 2019 con un'affluenza attesa di 2.077.621 di persone. Il primo grafico mostra un incremento significativo del numero di eventi successivo all'entrata in vigore della legge, con una maggiore densità di eventi per periodo, mentre il secondo grafico [12] mostra una diminuzione del numero di partecipanti.

A tüntetések száma és a rajtuk résztvevők számának alakulása
Il numero delle manifestazioni e il numero dei partecipanti

Darab
Eventi

Résztvevők száma
Numero dei partecipanti

L'analisi ha rilevato che alcuni eventi con grandissimi numeri di aderenti — ad esempio la Marcia della Pace (Békemenet) [13], con le sue 200.000 persone, e il Movimento Vorrei insegnare (Tanítanék Mozgalom) [14], con un'affluenza attesa di 50.000 individui — sono stati dei casi eccezionali, che hanno raggiunto il picco di 200.000 partecipanti a marzo 2019.

Escludendo i dati anomali e utilizzando la mediana (il valore a metà di una sequenza di numeri) per quelli restanti, l'analisi offre una fotografia realistica della partecipazione media in tutti gli altri tipi di proteste, che si è rivelata piuttosto bassa. In quei casi, la mediana dei partecipanti era 50 a Budapest, 30 nei capoluoghi di provincia e 20 in altre città.

La ricerca ha esaminato, inoltre, i temi delle proteste, distinguendo tra le tematiche standard (povertà, educazione, sanità, governo), quelle relative ai diritti umani (libertà di stampa/espressione, diritti del lavoro) e quelle in voga (ambiente e cambiamenti climatici).

I dati del 2019 mostrano che, se è vero che il numero delle proteste annunciate intorno a questi temi non è diminuito drasticamente, è calato invece quello dei partecipanti. Con alcune eccezioni — come la serie di proteste contro la cosiddetta “legge della schiavitù” [2] a gennaio, o le manifestazioni a favore dell'ingresso dell'Ungheria nella Procura della Repubblica Europea [15] — questioni importanti come educazione, sanità, povertà e libertà di stampa, benché ampiamente coperte dai media locali e internazionali, non sono riuscite a venire incanalate in grandi proteste anti-governative.

Una possibile spiegazione sarebbe che i cittadini insoddisfatti hanno “protestato con il proprio voto” nelle elezioni amministrative [16] tenutesi a ottobre 2019.  I risultati delle elezioni hanno portato vittorie inaspettate all'opposizione, tra cui il controllo politico della capitale Budapest, strappato a Fidesz, il partito della destra populista guidato dal Primo Ministro Viktor Orban.

Com'era prevedibile, i dati mostrano che le manifestazioni si sono tenute per la maggior parte a Budapest, così come nelle altre grandi città che fungono da capoluoghi di provincia.  Negli ultimi quattro anni, il 43% delle proteste si è svolto a Budapest, con il 76% dei partecipanti attesi. Sempre a Budapest hanno avuto luogo tutte le manifestazioni con un'affluenza attesa maggiore o uguale a 5000 persone.  La dimostrazione più vasta al di fuori della capitale, al numero 104 della classifica generale, è stata a Szeged [17] [it], la terza città più grande dell'Ungheria.

Elaborata in base alle informazioni della polizia, questa mappa dinamica [18] mostra la densità delle manifestazioni in tutto il Paese, mettendo in evidenza intere regioni che, negli ultimi quattro anni, non hanno ospitato manifestazioni in assoluto. Ciò potrebbe dipendere dalla bassa densità degli insediamenti, specialmente nelle zone rurali occidentali.

Il gruppo che ha lavorato all'analisi dei dati e di cui fanno parte Attila Bátorfy di Atlatszo e i membri della UULC Attila Szabó e Szabolcs Hegyi conclude:

First, while the new law made it more difficult to organize assemblies, we can see that their number has increased. One plausible explanation for the decreasing number of attendees can be the more rigorous regulations. The police require more organizers and security guards for large protests, and that’s why the organizers estimate smaller turnouts. We only have data for the past four years at the moment, so can’t see the trends for longer periods.

The number of participants is not just a question of the [new law]; it can be a mirror of social and political circumstances. With the aim of promoting the right of assembly, the Hungarian Civil Liberties Union created the site tiltakozz.hu [19], where everyone can access information on the regulatory framework affecting public assembly and how to organise gatherings.

In primo luogo possiamo notare che, mentre la nuova legge ha reso l'organizzazione delle assemblee più complicata, il loro numero è aumentato. Il calo dei partecipanti può trovare una spiegazione plausibile nei regolamenti divenuti più rigorosi. Per le grandi proteste, la polizia richiede un numero maggiore di organizzatori e di forze di sicurezza, e per questo gli organizzatori stimano adesioni più scarse. Al momento disponiamo esclusivamente dei dati riguardanti gli ultimi quattro anni, quindi non ci è possibile osservare le tendenze per periodi di tempo più lunghi.

Il numero di partecipanti non ha a che fare solo con la [nuova legge]; può riflettere anche le circostanze sociali e politiche. Allo scopo di promuovere il diritto di assemblea, l'Unione Ungherese delle Libertà Civili ha creato il sito tiltakozz.hu [19] [hu], dove chiunque può avere accesso alle informazioni sul quadro regolatore che interessa i raduni pubblici e le modalità di organizzazione delle riunioni.