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Le aziende tecnologiche statunitensi dovrebbero chiedere la rimozione delle sanzioni contro il Sudan

Categorie: Africa sub-sahariana, Nord Sudan, Citizen Media, Diritti umani, Advox
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Giovani sudanesi celebrano la fine della Global Entrepreneurship Week (“Settimana mondiale dell'imprenditorialità”) in Sudan nel 2016. Foto usata dietro autorizzazione di Global Entrepreneurship Week [1] (CC BY-NC-SA 2.0)

Lo scorso anno, i cittadini sudanesi hanno deposto un regime totalitario che governava da più di trent'anni. Per coloro che hanno partecipato alle proteste pacifiche, le piattaforme social sono state strumenti chiave [2] [en, come tutti i link seguenti] per organizzare e comunicare il loro messagio al mondo esterno. Queste piattaforme, realizzate da imprese statunitensi, hanno giocato un ruolo cruciale nel stimolare l'economia sudanese, che sta iniziando a dipendere da internet per la sua crescita. Certamente, le aziende tecnologiche statunitense hanno un forte interesse a richiedere la rimozione delle sanzioni degli Stati Uniti contro il Sudan.

Nell'ottobre del 1997, Gli Stati Uniti imposero sanzioni economiche al Sudan. L’Ordine Esecutivo 13067 [3] degli Stati Uniti proibisce le operazioni commerciali col governo sudanese. Secondo l'Ufficio di controllo dei beni patrimoniali esteri (OFAC) [4], la logica dietro alla decisione sarebbe che il “supporto continuato [del governo sudanese]  al terrorismo internazionale, gli sforzi tutt'ora in atto per destabilizzare i governi confinanti,e la grande diffusione di violazioni dei diritti umani, incluse la schiavitù e la negazione della libertà religiosa, costitutiscono una non comune e straordinaria minaccia alla sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti”. Inutile dirlo, la rivoluzione ha invalidato la maggior parte di queste condizioni.

La società civile sudanese ha richiesto a gran voce la rimozione delle sanzioni digitali e tecnologiche. Nel 2014, come conseguenza di iniziative politiche appoggiate da gruppi americani per il sostegno dei diritti digitali come l’Electronic Frontier Foundation [5], alcune delle sanzioni sono state allentate con il rilascio della licenza generale D [6] – un gesto accolto da molti sudanesi, e che ha avuto un impatto molto positivo sul settore tecnologico sudanese.

L'economia di internet in Sudan

Ci sono molti modi in cui si può capire la dimensione dell'economia di internet in Sudan. Secondo Digital 2019 Sudan [7], una relazione redatta dalle agenzie di marketing Kepios Pte. Ltd, l'agenzia creativa We Are Social Ltd, e Hootsuite inc., l'impresa dietro alla piattaforma social Hootsuite, la penetrazione di internet in Sudan è al 28%, con 11,82 milioni di utenti online. Piattaforme quali Facebook, Google e Youtube sono classificate tra i 5 siti web più visitati nel paese, e gli spazi di co-working [8]le comunità per l'innovazione [9]le conferenze sull'imprenditorialità, [10] e simili eventi internazionali [11] sono diventati una realtà di vita per i giovani innovatori della capitale Sudnese, Khartoum.

Agli inizi del dicembre 2019, il primo ministro sudanese, Abdalla Hamdok, ha intrapreso una visita di sei giorni negli Stati Uniti [12] per discutere questioni attinenti alle relazioni sudanesi-americane, tra esse la rimozione delle sanzioni [12]. Uno dei risultati del tour è stato il ristabilimento dei legami diplomatici con il primo scambio di ambasciatori [13] in 23 anni.

Le aziende tecnologiche americane come Google, Twitter e Facebook dovrebbero fare forti pressioni su Washington D.C. per la completa rimozione delle sanzioni contro il Sudan. Una mossa del genere non solo porrà fine a anni di politiche ingiustamente punitive – ma aprirà anche un sostanzioso e promettente nuovo mercato per queste imprese.