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Manifestazioni cruente in Guinea a seguito dei blocchi stradali anti COVID-19

Categorie: Africa sub-sahariana, Guinea, Citizen Media, Diritti umani, Economia & Business, Governance, Protesta, COVID-19

Screenshot di un video di www.guineesud.com su YouTube [1] riguardante le violenze a Coyah.

La Guinea sta affrontando una violenza sociale esacerbata dalla pandemia del COVID-19.

Violenza senza precedenti dovuta a blocchi stradali

La Guinea è uno Stato fallito [2] [it] secondo una classifica internazionale stabilita dall'organizzazione non governamentale Fragile State Index tenendo conto di dodici variabili socio-economiche di base. È in questo contesto sfavorevole che il COVID-19 è apparso nel marzo 2020. Su una popolazione di 12 milioni [3] [fr, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] di abitanti, 3275 [4] [it] individui sono risultati positivi al COVID-19 a partire dal 24 maggio.

Per contrastare la pandemia, le autorità guineane hanno istituito dei punti di controllo sanitario tra Conakry, la capitale, e Coyah e Dubréka, due città vicine che devono essere attraversate per collegare il resto del Paese. Queste due città, che hanno mantenuto la loro autonomia amministrativa, fanno ora parte della periferia di Conakry. Questo spiega l'incessante e quotidiano andirivieni degli abitanti all'interno di quella che il presidente Alpha Condé ha chiamato la Grande Conakry nel suo intervento [5] in televisione pubblica il 15 maggio.

Un'errata comunicazione sembra aver aggravato le tensioni quando il 27 e 30 marzo 2020 sono state annunciate le misure per isolare Conakry dal resto del paese, omettendo di menzionare che questa decisione riguardava [6] le due città di Coyah e Dubreka. Solo nel discorso del 15 maggio il Presidente ha chiarito che il coprifuoco dalle 22.00 alle 5.00 le riguardava [7] ugualmente.

Quando il 12 maggio i cittadini di Coyah e Dubreka hanno visto posti di blocco nelle loro città, si sono ribellati perché durante la notte sono stati tagliati fuori dalle loro attività quotidiane.

Il giornalista Mamadou Kouyaté descrive [8] l'intensità della violenza sul sito guinee114.com:

Les rues étaient barricadées partout ce mardi suite à la violente manifestation que nous avons enregistrée de Friguiadi jusqu’à Coyah-centre. On voyait partout les gens qui s’attaquaient aux forces de l’ordre. Le commissariat et la Brigade de gendarmerie ont été saccagés. Le commissariat en chantier au centre ville de Coyah a été vandalisé. Nous avons constaté aussi qu’ils ont barricadé la route de Forekariah et au grand rond-point du Commissariat. J’étais donc obligé de replier sur ce lieu pour venir protéger notre édifice. Leurs slogan était qu’on délocalise le barrage de Friguiadi, que ça les empêche de rentrer à Coyah où ils habitent. Que certains travaillent à Conakry, qu’ils sont obligés de rentrer chez eux le soir.

Le strade sono state barricate ovunque lo scorso martedì, dopo la violenta manifestazione che abbiamo registrato da Friguiadi al centro di Coyah. La gente è stata vista dappertutto mentre attaccava la polizia. La stazione di polizia e la squadra della Gendarmeria sono state saccheggiate. La stazione di polizia in costruzione nel centro di Coyah è stata vandalizzata. Abbiamo anche notato che hanno barricato la strada di Forekariah e la grande rotonda della stazione di polizia. Sono stato quindi obbligato a ritirarmi in questo posto per proteggere il nostro edificio. Il loro slogan diceva che dobbiamo trasferire la diga di Friguiaidi, diceva che ciò gliimpedisce di tornare a Coyah, il luogo dove vivono. Diceva che alcuni di loro lavorano a Conakry e che devono tornare a casa la sera.

Interruzioni di corrente

A questi disordini si sono aggiunte violente manifestazioni al nord di Conakry a Kamsar, un porto utilizzato principalmente per l'esportazione di bauxite dalle compagnie minerarie che operano nella zona. Si stima che il sottosuolo della Guinea detenga più dei 2/3 delle riserve mondiali di bauxite da cui si estrae l'alluminio.

Nonostante le attività minerarie e la presenza di un importante porto, gli abitanti non hanno accesso regolare all'elettricità e all'acqua corrente. Inoltre, il paese è attualmente nella stagione secca, da qui l'aumento della rabbia degli abitanti.

Non è la prima volta che i guineani esprimono la loro frustrazione nei confronti di queste aziende che sembrano ignorare i loro diritti. Nel marzo 2019, 540 denuncianti provenienti da 13 villaggi dell'ovest del paese, avevano sequestrato [9] il mediatore dell'International Finance Corporation (IFC), una filiale della Banca Mondiale, perché l'IFC aveva finanziato la Guinea Bauxite Company (CBG), che non rispetta le leggi nazionali e internazionali nelle sue attività minerarie.

Ecco come il sito africaguinee.com descrive [10] gli eventi che hanno avuto luogo il 12 maggio:

Les émeutes anti-délestages qui ont secoué la ville de Kamsar ont fait un mort et assez de dégâts matériels ce mardi 12 mai 2020.Le bilan des troubles survenus aujourd'hui est très lourd. Outre les barricades érigées un peu partout dans la banlieue de cette cité industrielle, certaines installations de la Compagnie des Bauxites de Guinée (CBG) ont été vandalisées par des manifestants, privant ainsi la cité et certains quartiers de la ville d'eau potable. Le domicile du maire a été aussi incendié, a-t-on appris de sources concordantes.

I disordini antisommossa che hanno scosso la città di Kamsar martedì 12 maggio 2020 hanno causato una morte e abbastanza danni materiali, e il bilancio dei disordini di oggi è molto grave. Oltre alle barricate erette ovunque nei sobborghi di questa città industriale, alcune installazioni della Compagnie des Bauxites de Guinée (CBG) sono state vandalizzate dai dimostranti, privando così la città e alcuni quartieri della città di acqua potabile. Anche l'abitazione del sindaco è stata incendiata, secondo fonti corroboranti.

In una dichiarazione congiunta pubblicata sul sito web della Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH), 14 organizzazioni della società civile guineana condannano la violenza contro le donne e i bambini in Guinea e esigono [11] la liberazione di tutte le persone arrestate e l'apertura di un'indagine:

Nos organisations appellent à l’arrêt des violences policières ayant entraîné des pertes en vie humaines, des atteintes à l’intégrité physique et des dégâts matériels. Nous condamnons les violences enregistrées le 12 mai 2020 à Coyah, Dubréka et Kamsar, et nous exigeons l’ouverture immédiate d’une information judiciaire qui permettra de faire la lumière sur les violences commises dans ces localités

Le nostre organizzazioni chiedono la fine della violenza della polizia che ha causato la perdita di vite umane, danni fisici e danni materiali. Condanniamo le violenze registrate il 12 maggio 2020 a Coyah, Dubréka e Kamsar, e chiediamo l'apertura immediata di un'inchiesta giudiziaria per far luce sulle violenze commesse in queste località.

Per quanto riguarda la storia della Guinea, è difficile trovare una manifestazione che non abbia dato luogo a una risposta di violenza e morte sproporzionate, nonché a gravi violazioni dei diritti umani e distruzione di proprietà, come ad esempio lo ricorda [13] la FNDC (Fronte nazionale per la difesa della Costituzione) in un comunicato stampa del 15 maggio 2020:

Depuis l’accession de la Guinée à l’indépendance en 1958, les différents régimes qui se sont succédés, de Sékou Touré à Alpha Condé, ont choisi chacun sa méthode de répression de la population, avec quasiment un même instrument : des milices armées, véritables machines à tuer, en lieu et place de la police, la gendarmerie et l’armée régulière qui, dans les conditions normales, sont chargées de la sécurité des personnes et de leurs biens et de la défense de l’intégrité territoriale du pays.

Da quando la Guinea ha ottenuto l'indipendenza nel 1958, i vari regimi che si sono succeduti, da Sékou Touré ad Alpha Condé, hanno scelto ciascuno il proprio metodo di repressione della popolazione, con quasi lo stesso strumento: milizie armate, vere e proprie macchine da guerra, al posto della polizia, della gendarmeria e dell'esercito regolare, che, in condizioni normali, sono responsabili della sicurezza delle persone e dei loro beni e della difesa dell'integrità territoriale del Paese.

Molti guineani hanno condiviso i loro sentimenti attraverso Twitter. Questo è il caso del giornalista, coordinatore del programma #Africa2015 [14] della radio @africa_nostalgi [15], che ha detto:

Sono uno di quelli che credono che ogni guineano che ama il suo paese lontano da considerazioni politiche debba essere indignato quando i cittadini sono vittime delle esazioni delle forze di sicurezza con questi omicidi, su tutto il territorio nazionale.

La compassione non dovrebbe essere selettiva.

Abdoulaye Keita, amministratore delegato dell'impresa guineana per lo sviluppo e i servizi (GuINAPRES), che ha donato 65 kit per il lavaggio delle mani ai servizi pubblici e alle famiglie della città di Boké osserva:

Mancanza di acqua potabile nella città di CBG [Compagnie des bauxites de Guinée] a Kamsar. Questa è una delle conseguenze del vandalismo degli impianti durante le manifestazioni per reclamare la corrente elettrica! Peccato!