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Per combattere il COVID-19 in Myanmar, un appello per fermare la guerra e il blocco di internet ad Arakan

Categorie: Asia orientale, Myanmar (Burma), Citizen Media, Diritti umani, Governance, Guerra & conflitti, Libertà d'espressione, Politica, Protesta, COVID-19, Advox
A geographical overview of towns where the internet has been blocked in northern Arakan. Image from EngageMedia [1]

Una panoramica delle città in cui internet è stato bloccato nel nord della regione di Arakan. Immagine di EngageMedia.

Questo articolo [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] redatto da Kyaw Lynn proviene da EngageMedia, un'organizzazione no-profit che promuove i media, la tecnologia e la cultura. Questa storia è ripubblicata su Global Voices grazie ad un accordo per la condivisione di contenuti.

Dai un'occhiata alla copertura speciale di Global Voices sull’impatto globale del COVID-19 [2] [it].

Internet è una fonte primaria di informazioni riguardo la pandemia globale [3] del COVID-19. Ma Arakan, regione della Birmania occidentale (formalmente conosciuta come Stato Rakhine [4] [it]), sta vivendo proprio in questo periodo una delle chiusure di internet più lunghe del mondo. Arakan è la seconda area più povera della Birmania (Myanmar nella lingua locale), ed ha un'infrastruttura sanitaria molto scarsa. Il fermo di internet sta causando una grave mancanza di informazioni e di conoscenza riguardo al coronavirus.

Il blocco di internet è stato inizialmente imposto [5] il 21 giugno 2019, in 4 comuni dell'Arakan settentrionale. Altri 5 l'hanno subito il 3 febbraio 2020, uno dei quali nel vicino stato Chin. Questo significa che sono passati più di 330 giorni da quando internet è stato tolto alle prime 4 aree, e circa 100 giorni per le altre 5.

Il governo usa varie spiegazioni per la chiusura, come la prevenzione della disinformazione e dei sentimenti di odio, o l'instabilità dovuta ai conflitti nella zona. Nessuna di queste è una giustificazione valida [6].

La situazione in Arakan

Nonostante il mondo stia combattendo la pandemia del COVID-19, oltre un milione di persone nel nord dell'Arakan sono state trascurate dallo stato. Il 19 aprile, in Birmania sono stati registrati 107 casi [7] di coronavirus e 5 morti. Il governo birmano ha annunciato che nessun caso riguarda l'Arakan. Tuttavia, è molto probabile che il numero di contagi aumenti esponenzialmente.

Infatti Arakan confina con il Bangladesh, dove alla stessa data ci sono circa 2450 casi [8] positivi e 91 morti. Se le autorità birmane non affronteranno la situazione, la regione rimarrà soggetta alla trasmissione locale del virus nelle aree di confine.

Quello che rende diverso questo territorio è che vi è una guerra in corso tra l'esercito birmano e un gruppo armato di Arakan, nonostante quest'ultimo abbia annunciato un cessate il fuoco fino alla fine di aprile, dopo l'appello del segretario generale delle Nazioni Unite ad un cessate il fuoco globale [9]. Qualche analista accusa [10] l'esercito birmano di aver cercato vantaggi militari in Arakan con operazioni offensive [11] che hanno causato molte vittime innocenti. Tra l'inizio di gennaio e il 15 aprile 2020, il centro d'informazione di Arakan ha segnalato 377 tra morti, feriti e sparizioni di civili. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne e bambini [12].

Il conflitto ha provocato circa 200.000 sfollati interni alla regione, molti dei quali stanno vivendo in accampamenti malamente costruiti e con una scarsa gestione della distribuzione del cibo. La mancanza delle adeguate distanze di sicurezza negli accampamenti, la poca disponibilità di acqua potabile e la mancanza di informazioni riguardo al COVID-19, stanno rendendo difficile la prevenzione di nuovi focolai nella zona .

Sfortunatamente, quello che più spaventa le persone sono gli attacchi militari contro obiettivi civili piuttosto che contro il virus. Sembra che il governo e l'esercito birmano siano più entusiasti di combattere l'esercito di Arakan che la pandemia. Ma nonostante questa tripla sfida (la chiusura di internet, la povertà negli accampamenti ed il conflitto armato in corso nella regione) la situazione in Arakan potrebbe ancora peggiorare se il COVID-19 colpirà in maniera massiccia nel futuro.

Il mio messaggio è: “fermate la guerra e i blocchi di internet”

Nel mentre della pandemia globale, dobbiamo fermare la guerra e la chiusura di internet per poter fronteggiare il coronavirus in Arakan.

Io sono una di quelle persone che sta facendo sentire la propria voce, anche se al momento sono costretto a nascondermi dalla polizia. Il 23 febbraio 2020, in Yangon, ho guidato la protesta [13] dei sindacati studenteschi contro il blocco di internet e contro la violazione dei diritti umani nelle zone colpite dal conflitto di Arakan. Potrebbero obbligarmi ai lavori forzati in prigione per un mese, se venissi condannato al processo.

Ma questa è solo la mia esperienza. La cosa più importante su cui focalizzarsi è la lotta contro la pandemia. In Arakan, oltre un milione di persone sarà vulnerabile alla malattia, se non fermeremo la guerra e la chiusura di internet.

Quindi, lasciateci dire: fermate la guerra ed il blocco di internet per combattere il COVID-19 in Arakan. La tua partecipazione è il nostro potere. La tua concentrazione è il nostro coraggio. La tua parola è quello che vogliamo.

*Kyaw Lynn è attualmente uno studente laureato che sta conseguendo il master in scienze politiche all'università di Yangon, Myanmar, oltre ad essere presidente dell'associazione di scienze politiche della stessa università ed il funzionario principale dell'unione studentesca di Arakan.