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Per mancanza di risorse, i mozambicani improvvisano dispositivi anti virus fai da te contro il COVID-19

Categorie: Africa sub-sahariana, Mozambico, Ambiente, Citizen Media, Governance, Interventi umanitari, Salute, COVID-19

Mascherine realizzate in capulana (un tessuto locale), nella città di Tete, Mozambico. Foto di Fungai Caetano, utilizzata su autorizzazione.

Il 22 marzo [1] [pt, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] il Mozambico è entrato nella lista dei paesi con casi confermati di COVID-19. Secondo il Ministero della Salute [2], nel Paese ci sono attualmente 34 casi, tra cui 26 di trasmissione locale, di cui 23 provenienti da un unico focolaio di trasmissione nella provincia di Cabo Delgado [3]. Secondo l'istituzione, finora non sono stati registrati decessi, e due persone si sono riprese.

Queste cifre, tuttavia, potrebbero non rispecchiare la realtà [4], considerata la modesta possibilità di verifica del sistema sanitario mozambicano.

Sebbene il Mozambico abbia una popolazione di quasi 30 milioni di abitanti, fino al 17 aprile nel paese sono stati eseguiti solo 898 test, secondo quanto riporta l'Istituto Nazionale di Sanità. [5] Quindi, mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia [6] [en] alle autorità sanitarie di testare tutti i casi sospetti, il Mozambico testa solo le persone con sintomi gravi o che hanno avuto contatti con un caso confermato.

Nel frattempo, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza [7] e inizialmente ha adottato alcune misure drastiche, come il divieto di circolazione per i moto-taxi. Ma in seguito a dimostrazioni di protesta, alcune con esiti violenti [8] da parte dei taxisti, le autorità hanno fatto un passo indietro [9] e hanno allentato le misure, permettendo il servizio di trasporto con l'uso di mascherine da parte del cliente e dell'autista.

È diventato obbligatorio [10] anche l'uso di mascherine su tutti i mezzi di trasporto pubblico.

Tuttavia, come in molti altri paesi, il prodotto scarseggia sul mercato.

Mascherine fai da te

Malgrado il governo abbia suggerito alla popolazione di produrre mascherine in casa usando il capulana [11] (un tessuto tradizionale del Mozambico, solitamente usato dalle donne come una gonna) e altri materiali facilmente disponibili, non è stato annunciato alcun piano per finanziare questa produzione.

Mascherina improvvisata con una bottiglia di plastica in Mozambico, Jornal da Noite [12], 14 aprile.

Il governo si è impegnato [13] a distribuire solo 12.000 mascherine artigianali, l'equivalente di una mascherina ogni 2500 persone.

Le mascherine artigianali, i cui prezzi sul mercato vanno da 50 a 100 meticais (circa 1 dollaro), rimangono inaccessibili per la maggior parte della popolazione.

Il Centro per la democrazia e lo sviluppo, un organizzazione locale della società civile, ha criticato [14] le misure del governo:

A verdade é que, mais uma vez, o governo impõe medidas restritivas sem criar a logística necessária para o seu cumprimento efectivo por parte da população.

La verità è che, ancora una volta, il governo impone misure restrittive senza creare i mezzi logistici necessari per la loro attuazione da parte della popolazione.

Il Centro per l'Integrità Pubblica (CIP) ha distribuito gratuitamente mascherine prodotte in casa ai lavoratori nei mercati locali, oltre a renderli consapevoli delle misure di prevenzione.

La distribuzione di mascherine continua, questa volta per i venditori del mercato all'ingrosso di Zimpeto.

[18]

Foto di una mascherina realizzata in capulana (tessuto locale) in Mozambico. Foto del Centro per l'integrità pubblica, utilizzata con su autorizzazione.

Come riferisce l'agenzia Lusa [19], le mascherine del CIP sono realizzate in tela e in capulana, un tessuto di cotone inamidato che permette una migliore filtrazione delle particelle nell'aria.

Un tessuto monouso trasformato in dispositivo di protezione individuale

La carenza di dispositivi di protezione colpisce anche gli operatori sanitari. Al fine di ovviare a tale situazione, un gruppo di medici dell'Ospedale centrale di Maputo, la più grande unità ospedaliera del paese, è stato costretto a utilizzare un tessuto monouso per produrre camici, tute, mascherine e involucri protettivi per scarpe e stivali.

Secondo l'ospedale [20], produrre questo materiale è stato possibile grazie all'intervento dei dipendenti che lavorano nel settore della sartoria.

Espera-se se com este material de protecção individual haja redução considerável dos riscos de contaminação a que o pessoal médico está sujeito.

Ci si aspetta che con questo materiale di protezione individuale ci sia una notevole riduzione del rischio di contaminazione a cui è soggetto il personale medico.

Oltre al basso costo di produzione, questo materiale può essere sterilizzato e riutilizzato.

Bagni di vapore per alleviare i sintomi del COVID-19

Le proiezioni più pessimistiche [21] sulla diffusione di COVID-19 indicano che il picco dell'epidemia in Mozambico potrebbe essere raggiunto intorno alla metà dell'anno, causando più di 1.000 infezioni e decine di morti.

Il Mozambico ha [22] solo 536 posti letto e 35 ventilatori in tutto il Paese, ovvero poco più di uno ogni 1 milione di persone. Si prevede [23] di acquistare altri 300 ventilatori.

Questo si traduce in un alto rischio di collasso del sistema sanitario. Così, in attesa che venga sviluppato un trattamento o un vaccino, le autorità continuano ad adoperarsi per ritardare [24] il picco dell'epidemia fino a gennaio o febbraio 2021, mentre il Servizio sanitario nazionale cerca di guadagnare tempo mobilitando risorse aggiuntive, rafforzando il sistema sanitario e acquisendo una migliore comprensione dell'epidemia.

Nel frattempo, in un'intervista su TVM [25] – una rete televisiva mozambicana locale – il ministro della Salute Armindo Tiago ha raccomandato alle persone con lievi sintomi di COVID-19 di alleviarli con “bagni di vapore”.

Si tratterebbe di fare inalazioni a base di erbe o piante medicinali immerse in acqua bollente, una pratica comune in Mozambico, dove questi rimedi solitamente sono a base di eucalipto e foglie di guaiava. Una volta che l'intruglio è stato mescolato in una ciotola, la persona deve poi avvolgersi in una coperta e inalare per diversi minuti per sudare abbondantemente.

Le foglie utilizzate per queste inalazioni sono già commercializzate per 50 meticais (meno di un dollaro) in molte città del Mozambico, come mostra il giornale Verdade:

Imprenditorialità intorno al COVID-19: nell'epicentro del nuovo coronavirus in Mozambico, ogni mazzo di eucalipto viene venduto per 50 meticci.