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I venezuelani si uniscono per fornire cibo agli anziani di Caracas

Categorie: Venezuela, Alimentazione, Citizen Media, Giovani, Good News, COVID-19

Membri del Piano del Buon Vicino. Foto usata con permesso.

La signora Julieta, novantenne di Caracas, in Venezuela, salta di gioia ed è grata ogni volta che Vicente le porta un sacchetto di cibo. Questa settimana ha avuto la gioia di ricevere formaggio, riso, carne di maiale e arrosto preparati, zuppa e pane, tra gli altri alimenti. Come lei, 400  ‘abuelitos’ cio è nonni — come vengono comunemente chiamati gli adulti di maggior età in Venezuela  — ricevono pacchetti di cibo settimanalmente, grazie al Piano del Buon Vicino [1] [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione].

Una ”nonna” iscritta al Piano del Buon Vicino. Foto utilizzata con permesso.

Le misure di distanziamento sociale [2] dettate dal governo il 16 marzo, a seguito della crisi sanitaria mondiale, sono mirate a rallentare la propagazione del virus. Però, sono sorte altre difficoltà. Come fanno i membri della popolazione più vulnerabile a procurarsi il cibo se hanno paura di uscire e non c'è nessuno che possa farlo per loro e se, inoltre, non dispongono delle risorse necessarie per comprarlo?

Due giorni dopo l'emanazione delle misure, a Caracas, un gruppo di cittadini ha creato il Piano del Buon Vicino, il cui compito è quello di portare alimenti a persone anziane che si trovano in situazioni di abbandono. In Venezuela, la parola ‘orfandad’ ovvero ”orfanotrofio” è utilizzata da alcune organizzazioni e dai media per indicare le persone di maggiore età i cui parenti sono dovuti emigrare a causa della crisi socio-politica e umanitaria venezuelana, e che non hanno il sostegno dello Stato. Secondo la ONG venezuelana Convite, quasi un milione di persone anziane sono rimaste sole [3], a causa dell'esodo dei loro familiari.

Yuraima Mercado, membro del team logistico del Piano, racconta a Global Voices che, dopo la chiusura dei negozi e dei ristoranti, come parte delle misure di isolamento sociale, alcuni ristoranti sono rimasti con grandi quantità di cibo che non avrebbero potuto commercializzare. La fondatrice del Piano, Verónica Gomez, la quale conosce alcuni rappresentanti di questi ristoranti, ha organizzato un progetto che permette di distribuire questi alimenti agli anziani.

Fin dagli inizi Verónica si è incaricata di creare e strutturare il Piano del Buon Vicino. Si sono affiancate anche Valentina García e Yuraima per organizzare il Piano. Poco a poco, altri amici e conoscenti si sono aggregati, i quali collaborano confezionando, prestando attrezzature e cucine o soprattutto distribuendo sulle proprie biciclette le ”combo” alimentari.

Tra loro c'è Vicente Velutini, membro del Piano che la signora Julieta salta di gioia ogni volta che lo vede arrivare. Vicente si occupa di raccogliere e distribuire le donazioni. Inoltre, organizza la logistica delle strade che percorrono i corrieri, cercando di prendersi cura della benzina che utilizzano – un bene attualmente scarso [4] in Venezuela – e che ricevono anche come donazione.

Vicente riflette con Global Voices sull'impatto del Piano del Buon Vicino per un Paese come il Venezuela:

No podemos curar la pobreza, pero sí podemos poner un granito de arena y ayudar a la gente que más lo necesita, que en el país es mucha. Por ahora, nosotros nos dedicamos a un pequeño grupo: los “abuelitos” más necesitados.

Non possiamo curare la povertà, ma possiamo fare la nostra parte e aiutare le persone che ne hanno più bisogno, che è molto in questo paese. Per ora, siamo dedicati ad un gruppo piccolo: i ”nonni” più bisognosi.

Il progetto che è nato dall'iniziativa e dalla buona volontà di Verónica, oggi conta circa sette fattorini, tre persone in cucina e cinque nella logistica, tutti collaborando in maniera volontaria. Sono parte di un ”ingranaggio”, come lo definisce Vicente.

Un ”nonno” iscritto al Piano del Buon Vicino. Foto utilizzata con permesso.

Le consegne che, inizialmente comprendevano un pranzo e dipendevano dagli apporti alimentari di alcuni ristoranti, ora consistono in pacchetti con 10 o più prodotti e cinque pasti preparati, grazie a differenti contributi da parte delle imprese e della società civile. Yuraima precisa che, attualmente, il Piano del Buon Vicino, fornisce combo a 100 ”nonni” al giorno, 400 a settimana.

La crescita è stata tale che, ora, ”il Piano è al 100% sostenibile”, secondo quanto afferma Yuraima. Si intende che, in 15 giorni, potranno passare a 1000 pasti settimanali. Pertanto, Vicente, prevede che una ”crescita intelligente, un apprendimento rapido e un adattamento ai cambiamenti” sono strumenti chiave per il processo di evoluzione del Piano. Un altro strumento essenziale è stato l'uso delle reti social – una risorsa ampiamente usata come alternativa informativa in Venezuela. [5]

La presenza del Piano del Buon Vicino nelle reti social si è evoluto come una ”palla di neve”, dice Vicente, che ricorda come all'inizio i membri del Piano si affidavano alle reti per richiedere donazioni, mentre oggi, sono gli utenti che utilizzano le reti che li contattano offrendo dei prodotti di qualità. Il piano è stato reso possibile grazie alla coordinazione tra il lavoro dedicato dei suoi membri, la solidarietà della società venezuelana e l'uso della tecnologia. Tutta una ”coproduzione”, come la definisce Yuraima.

Abbiamo lavorato e vogliamo condividerlo: 40 gel antibatterici sono stati donati ad anziani che vivono da soli attraverso il @planbuenvecino

Nonostante si tratti di una iniziativa cittadina spontanea, i membri del Piano seguono procedure attentamente studiate per raggiungere i propri obiettivi.   Ricevono, dai loro vicini, informazione riguardo gli anziani in stato di orfanotrofio, il quale devono verificare per procedere a registrarli nella base dei dati. Dopo averli localizzati, parlano con loro a proposito del Piano e vengono definiti i percorsi per effettuare le consegne. Se gli anziani dovessero avere una famiglia o qualcuno che possa aiutarli e comprare cibo per loro, non sono ammessi al piano.

Hanno anche sviluppato un'altra opzione strategica: nominano residenti in edifici con un'alta concentrazione di persone anziane, incaricati di fare la ripartizione delle combo, per raggiungere un maggior numero di beneficiari e diversificare i compiti. Inoltre, così come spiegato da Vicente, le consegne sono eseguite secondo rigidi protocolli di igiene, sotto la consulenza di uno specialista della biosicurezza, che include il mantenimento della distanza fisica, la disinfezione e l'imballaggio accurato degli alimenti e l'uso di guanti e mascherine.

Yuraima e Vicente sono d'accordo sul fatto che il Piano del Buon Vicino dovrebbe trascendere la situazione di COVID-19 ed espandersi anche ad altre aree del Paese.

Vicente lo riassume con spirito di speranza e resilienza:

De cada tragedia y cada caos pueden surgir maravillas.

Da ogni tragedia e ogni caos possono nascere meraviglie.

Una meraviglia. Senza dubbio, questo è il Piano del Buon Vicino per i 400 “nonni” venezuelani che se ne beneficiano, nel mezzo di una crisi sanitaria mondiale senza precedenti che coesiste con la peggiore crisi umanitaria [10] che il Paese abbia mai affrontato.