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La Russia potenzia il voto online per un referendum chiave, ma dimentica i problemi di sicurezza

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Citizen Media, Governance, Politica, Tecnologia, RuNet Echo

Un poster che invita i cittadini russi a votare al prossimo referendum costituzionale, ribadendo emandamenti sulle politiche sociali. Mosca, Giugno 2020. Foto (c): Alexey Kovalev. Autorizzati all'uso.

La posticipazione del referendum russo [1][en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] sulla riforma costituzionale continuerà questa settimana poichè il paese emerge dalle tante misure di contenimento imposte negli ultimi mesi per controllare la diffusione del virus Covid-19. Il referendum, presentato a gennaio, ha l'obiettivo di modificare la Costituzione russa. Le modifiche proposte riguardano principalmente il fatto che il Presidente Putin potrà rimanere legalmente in carica fino al 2036 rendendo la sua candidatura idonea in altre due elezioni presidenziali, se così volesse.

Indire un referendum per queste modifiche non è previsto dalla legge. Queste modifiche possono e sono state [3] adesso autorizzate dalle assemblee legislative regionali russe. Tuttavia, il referendum è visto come una dimostrazione della legittimità pubblica di questi cambiamenti. Pertanto, è importante per le autorità che il turnout sia sufficientemente alto. I diversi movimenti di opposizione si son chiesti se il voto debba essere boicottato o meno [4]. Allo stesso tempo, le autorità hanno presentato la proposta di una votazione online volta alla protezione della salute pubblica [5] durante la pandemia COVID-19 ma che rappresenta anche un'opportunità per il Cremlino per incoraggiare una maggiore partecipazione elettorale.

Come funzionerà?

Essendo per la Russia la prima esperienza di votazione online per un voto nazionale, c'è da aspettarsi che la promozione dei materiali [6] [ru] per le votazioni online evidenzi utilità e convenienza di questo tipo di votazione ma che cerchi anche di rassicurare gli elettori circa la sicurezza del loro voto. Per l'imminente referendum, solo i cittadini idonei di Mosca e della regione di Nizhny Novgorod; le due zone maggiormente colpite dalla pandemia COVID-19 in Russia, potranno votare online. I cittadini di Mosca e della regione di Nizhny Novgorod voteranno tra il 25 e il 30 giugno. Mosca ha una popolazione di circa 11,9 milioni abitanti e la regione di Nizhny Novgorod ne conta 3,3 milioni, per cui questo è sicuramente un numero significativo di votanti. Il tempo consentito per il voto personale è stato esteso per evitare code visto il periodo, ma ai cittadini è stato fortemene consigliato di utilizzare la tecnologia del voto online.

Il procedimento per la votazione online è così descritto: gli utenti registreranno il voto online presso le autorità locali utilizzando il portale dei servizi pubblici Gosuslugi [7] [ru]. Per registrarsi e per il riconoscimento, gli utenti devono utilizzare il numero del loro passaporto interno o della loro pensione oppure il codice fiscale. Potranno poi autenticare il loro account con il numero di telefono. Gli account sono protetti da password. Una volta validato l'account con i dati di cui sopra, gli utenti potranno accedere al portale online da ogni computer o smart device e votare.

I video che promuovono le votazioni online [9] [ru] acclamano l'integrità delle votazioni, sostenendo che questa sia garantita da blockchain, un libro mastro distribuito. Questa piattaforma è il risultato della collaborazione statale con la società privata Bitfury, una società ben nota per il mining di Bitcoin [10].

Tuttavia scarseggiano alcune basilari procedure di sicurezza volte a garantire che l'elettore sia chi dice di essere. In più, mentre il video evidenzia come i libri mastri proteggano l'integrità del voto del singolo, l'attenzione della sicurezza è quasi interamente focalizzata sul rischio di hacker esterni. Non si fa riferimento alla possibilità di violazioni interne né si considerano le potenziali violazioni degli stessi elettori.

Ad esempio, non è spiegato quali garanzie esistono per prevenire un doppio voto (online e poi di persona). Lo stesso video promozionale dichiara che questo sia l'unico sistema al mondo che garantisce l'anonimato del voto online, una dichiarazione palesemente falsa. Infatti come evidenzia quest'analisi, esitono alternative di votazione online con procedure di sicurezza molto più rigorose.

Chi altro voterà online?

L'Estonia, vicina della Russia, si serve del voto online dal 2005. L'esperienza estone del voto online è la più completa a livello mondiale e l'Estonia resta l'unico paese che tiene tutte le elezioni (locali, europee e nazionali) con l'opzione online per tutti i cittadini. In Estonia, lo scopo originario di questo sistema di voto era quello di incentivare l'affluenza elettorale e di abbassare i costi. Mentre il primo obiettivo è stato relativamente insoddisfacente (l'affluenza è costante e riflette le democrazie occidentali), il secondo obiettivo è stato un successo. Le stime suggeriscono che una votazione online prevede la metà dei costi di una votazione su carta. Sebbene l'affluenza generale è rimasta invariata finora, c'è stata una crescente diffusione di coloro che hanno votato online in quanto è aumentata la sicurezza nei confronti di un sistema che utilizza una blockchain per garantire l'anonimato del voto.

Un'altra nazione cimentatasi con il voto online è la Svizzera, che dal 2015 ha dato la possibilità ai cittadini all'estero di votare online e ha periodicamente introdotto il sistema online in specifici cantoni. Tuttavia, come in altre nazioni, lo scetticismo sulla sicurezza ha limitato un'adozione più diffusa del voto online e le critiche hanno etichettato l'approccio svizzero come frammentario. [11]Approcci simili sono stati utilizzati e poi abbandonati in Norvegia.

L'esperienza di votazione online è in gran parte definita dall’identità digitale o identificazione elettronica (eID) degli utenti [12]. Ad ogni cittadino estone è automaticamente rilasciata un'identità digitale dall'età di 15 anni che è allegata alla loro carta d'identità (è disponibile anche un eID [13]). In Estonia è fondamentale l'identità digitale per il voto online. Gli elettori devono identificarsi online con la loro identità digitale. Per l'autenticazione, l'utente deve avere la propria carta d'identità (che contiene un chip) e le due password per quella carta. La carta deve essere inserita all'interno di un lettore per generare la chiave privata necessaria al voto. Allo stesso tempo il processo per l'identità elettronica (MobileID) [14] richiede una SIM card compatibile e un eID fisica per l'autenticazione. Ciò significa che l'elettore non deve avere solo dei riferimenti di riconoscimento online ma anche una documentazione fisica.

L'elettore deve avere la carta d'identità o un telefono associato ad una SIM di riconoscimento online e combinarlo con i codici di sicurezza affinché si possa accedere alla votazione. Questo assicura, entro certi limiti, che il voto sia effettuato dalla corretta persona. Inoltre, il voto può essere dato e poi modificato in ogni momento entro il tempo previsto. Questa è un'ulteriore sicurezza per prevenire la coercizione, per cui se un elettore è stato corrotto nella votazione, può modificare il suo voto più tardi. Sebbene anche questi passaggi abbiano concesso spazio a numerose critiche esterne circa il sistema di voto online estone [15], rappresentano una maggiore sicurezza assente nell'attuale approccio russo.

Una questione di fiducia

Sebbene sia prematuro trarre conclusioni sull'esperienza delle elezioni online in Russia, se ci si basa sulle informazioni disponibili sembra che l'utente finale sia particolarmente vulnerabile se comparato all'esperienza estone che fa uso dell'identità digitale. C'è anche un'esecuzione frammentaria che senza dubbio riflette la natura del voto stesso come un tentativo affrettato. Questo si imbatte anche nel contesto di un calo di approvazione per il presidente [16] (nonostante queste valutazioni siano piuttosto alte rispetto agli standard dei leader occidentali).

Ci sono determinati adeguamenti da fare la prima volta che si utilizza una procedura. Ma è importante notare che il voto online è stato usato fugacemente per moderate votazioni locali negli ultimi anni. Questa esperienza potrebbe e sicuramente dovrebbe essere stata utilizzata per migliorare le procedure di sicurezza, come anche la consultazione con le altre nazioni che già fanno uso della votazione online. Quest'ultima non può essere introdotta da un giorno all'altro e servirà del tempo affinché si sviluppi, come dimostra il caso estone, [17] ma il fallimento nell'imparare dalle esperienze degli altri non dovrebbe installare la fiducia negli elettori che l'attuale approccio russo al voto online sia rigoroso abbastanza da poter essere considerato sicuro.

È vitale notale che qualsiasi transazione online non sarà mai sicura al 100% e questo vale anche per le votazioni. Votare online prevede sempre un rischio intrinseco e richiede una certa fiducia nello Stato affiché conduca le votazioni in maniera corretta e imparziale, e affinché si impegni a mantenere la segretezza del voto. I cittadini devono credere che né lo Stato, né attori esterni, né concittadini elettori manipoleranno le elezioni. Questo vale per la Russia e per gli stati occidentali citati nell'analisi. La fiducia deriva da azioni più ampie del Governo ma può essere rafforzata da salvaguardie e da procedure costruite all'interno del procedimento online.

Dopo l'evento saranno necessarie importanti ricerche per approfondire l'esperienza del voto online in Russia. Infatti l'affluenza online si prospetta come uno degli aspetti più interessanti di un referendum il cui risultato è tutto tranne che scontato. Soprattutto considerando le segnalazioni di impiegati nelle istituzioni pubbliche che sono stati corrotti durante la registrazione del voto online [18].

Ciononostante, per quello che sappiamo finora, ci sono dei motivi per dubitare dell'integrità delle elezioni online della Russia basate su una carenza di salvaguardie.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato da [19] oDR, la sezione openDemocracy in Russia e dallo spazio post-sovietico. È ripubblicato qui previo consenso, ed è stato editato lo stile.