- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Le reti di supporto sono essenziali per lasciare in sicurezza i partner violenti durante il lockdown in Ecuador

Categorie: America Latina, Ecuador, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, COVID-19

Foto autorizzata della Fondazione Casa Rifugio Matilde in Ecuador.

Questa storia è la seconda parte del reportage dell'autrice sulle donne con compagni violenti ai tempi del COVID-19. Questo è il link alla prima parte [1][it].

Sebbene la percentuale cambi a seconda del Paese [2] [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], la violenza intrafamiliare colpisce in media una donna su tre in America Latina [3]. I diversi fattori, che ne determinano il protrarsi possono accentuarsi [4] durante la pandemia che stiamo attraversando, devono essere trattati da diversi fronti.

Rosario Gómez, socia fondatrice della Casa Rifugio Matilde [5] a Quito, Ecuador, spiega che, per quanto si potrebbe pensare che il primo passo per diminuire la violenza di coppia sia denunciare l'aggressore, questo non è il caso. In realtà più dell'80% delle donne che subiscono violenza in Ecuador non la denuncia [6], ed è perciò necessario un accompagnamento prima di una qualsiasi misura legale:

En nuestros 30 años de trabajo hemos luchado por las leyes apropiadas, pero la primera entrada no debe ser jurídica. Se puede llegar a la denuncia, pero solo cuando la mujer esté más fuerte emocionalmente, haya logrado una separación afectiva del agresor, y cuente con apoyo.

Nei nostri 30 anni di lavoro abbiamo lottato per delle leggi adeguate, ma la prima strada non deve essere quella giuridica. Si può arrivare alla denuncia, ma solo qualora la donna sia emotivamente più forte, abbia raggiunto una separazione affettiva dall'aggressore e possa contare su un appoggio.

Daniela Pullas, avvocato del Centro Ecuadoriano per la Promozione e Azione della Donna, CEPAM [7], nel Rumiñahui, Ecuador, aggiunge che questo accompagnamento è fondamentale, poiché il processo può durare mesi ed essere logorante per il nucleo familiare. Per questo, CEPAM offre supporto psicologico per la donna ed eventualmente i suoi figli, oltre che una assistenza legale gratuita.

Gómez precisa che la Casa Rifugio Matilde accoglie donne ad alto rischio di femminicidio, ma non tutte le persone che stanno subendo violenza si trovano allo stesso livello di pericolo. Per questo si cerca di individuare il livello di rischio di ogni caso e incoraggiare la collaborazione tra ambienti differenti per generare strumenti complementari che facciano fronte alle diverse necessità. Esistono per esempio centri di assistenza ambulatoriale che offrono consulti esterni per i casi meno critici.

I media e la società civile possono inoltre giocare un ruolo importante durante il confinamento. Secondo Gómez, si potrebbero creare dei programmi radiofonici per guidare le persone che stanno vivendo una situazione di violenza, oppure attivare delle reti tra vicini perché restino vigili su quello che succede nel quartiere. Per ottenere ciò, è urgente infrangere l'indifferenza e la cultura del silenzio.

Anche familiari e amici possono essere fornitori essenziali di risorse di sostegno, soprattutto durante la quarantena, quando diventa difficile l'accesso ad altri servizi. Tuttavia, Esteban Laso, psicoterapeuta e psicologo sociale, spiega che questo accompagnamento deve essere libero da qualsiasi giudizio e rispettare le decisioni di ogni donna:

Hay que comprender que la terminación de una relación de pareja violenta no ocurre de la noche a la mañana. Es fundamental no cortar el vínculo con la persona durante el proceso, no culparla si regresa con su agresor, y no demonizar a la pareja. Ayudan más las preguntas que facilitan la reflexión que los consejos, pero esto puede ser difícil y requiere un entrenamiento, por eso es importante complementar este apoyo con el trabajo de un profesional especializado.

Bisogna capire che la fine di una relazione con un compagno violento non avviene dall'oggi al domani. È fondamentale non troncare il legame con la persona durante il processo, non colpevolizzarla se ritorna con il suo aggressore né demonizzare il compagno. Sono più di aiuto le domande che facilitano la riflessione piuttosto che i consigli, ma ciò può essere difficile e richiede una preparazione; per questo è importante integrare questo appoggio con il lavoro di un professionista specializzato.

Al di là del supporto emotivo, amici e familiari possono offrire assistenza pratica, come un luogo in cui andare, un sostegno economico o un aiuto a tenere i figli.

Ana (nome di fantasia), una donna ecuadoriana di 31 anni che ama leggere e fare sport e che ha subito violenza da parte del suo ex compagno, racconta a Global Voices che il sostegno di sua sorella fu decisivo:

Después de una de las veces que mi exmarido me pegó, mi hermana llegó con algunas personas y entre todos me ayudaron a salir de la casa. Sin ella, yo no me habría animado porque estaba asustada y no tenía la independencia económica para mantener a mis dos hijas sola.

Dopo una volta che il mio ex marito mi picchiò, mia sorella arrivò con alcune persone e tutti loro mi aiutarono ad uscire di casa. Senza di lei non avrei mai trovato la forza perché ero spaventata e non avevo l'indipendenza economica necessaria per mantenere da sola le mie due figlie.

Gómez spiega che eliminare le situazioni di iniquità come la dipendenza economica che descrive Ana è indispensabile per ridurre la violenza. Ritiene che la società civile abbia realizzato progressi importanti, come dare visibilità alla precarizzazione del lavoro e trattare la violenza come un problema pubblico. Tuttavia è convinta che per ottenere un profondo cambiamento sia imprescindibile che le strutture sociali che mantengono vive le disuguaglianze siano smontate.

Secondo Pullas, per conseguire questo obiettivo è fondamentale che anche lo Stato renda prioritaria la prevenzione della violenza e che destini sufficienti risorse in questa direzione. Il bisogno di fornire sostegno è ancor più incombente durante la pandemia, quando gli stanziamenti si riducono.

Pullas ritiene inoltre che sia necessario un maggior adempimento delle leggi e degli strumenti esistenti [8] e che occorre cambiare le idee che rinforzano il protrarsi della violenza. Per Ana queste norme culturali sono pesate molto, ma, ora che è arrivata a vincerle, come professoressa infonde nuovi valori a partire dall'educazione:

Te meten en la cabeza que si tienes hijos nadie te va a querer, y hay un miedo gigante a quedarte sola. Además, muchas veces permaneces en el ciclo de la violencia por miedo a que te juzguen, y eso la naturaliza. Esas son las ideas que yo intento cambiar todos los días en mis alumnos.

Ti mettono in testa che se hai dei figli nessuno ti vorrà, e hai una paura enorme di restare da sola. Inoltre spesso resti nel ciclo della violenza per paura che ti giudichino, e ciò finisce per renderlo una cosa naturale. Queste sono le idee che intendo cambiare tutti i giorni nei miei alunni.

Per concludere, Laso ribadisce che l'estirpazione della violenza debba essere uno sforzo congiunto e che, per quanto la prevenzione sia fondamentale, questo lavoro non può ricadere unicamente sulle donne:

La concientización debe dirigirse hacia los testigos y perpetradores, y no solo a las potenciales víctimas. Los hombres tenemos que recuperar nuestra capacidad de querer y ser queridos. Este es un proceso largo y profundo de transformar nuestra forma de entender lo que es ser hombre y ser humano. Solo así lograremos el cambio auténtico y duradero que tanto necesitamos.

La sensibilizzazione deve raggiungere testimoni e perpetratori e non soltanto le potenziali vittime. Noi uomini dobbiamo recuperare la nostra capacità di amare ed essere amati. Trasformare il nostro modo di intendere ciò che significa essere uomini ed essere umani è un processo lungo e profondo. Solo così realizzeremo il cambiamento autentico e duraturo di cui abbiamo tanto bisogno.

Se stai subendo violenza in Ecuador durante la quarantena, puoi chiamare il numero unico di emergenza 911, oppure cercare maggiori informazioni in questo protocollo [9] o sulle pagine Facebook di CEPAM [10] e della Fundación Casa de Refugio Matilde [11].