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Gli attivisti chiedono la fine del blocco annuale di internet negli stati di Rakhine e Chin in Myanmar

Categorie: Asia orientale, Myanmar (Burma), Censorship, Citizen Media, Cyber-attivismo, Advox
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Giovani manifestanti in Myanmar che invocano la pace per la regione dell'Arakan e il ripristino di internet negli 8 comuni degli stati Rakhine e Chin. Foto gentilmente concessa da Athan, utilizzata su autorizzazione

È passato un anno da quando il governo del Myanmar ha limitato [2] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] le reti internet mobili in otto comuni degli stati Rakhine e Chin. Più di 1,4 milioni di persone ne stanno subendo il contraccolpo e non riescono ad accedere a informazioni essenziali sull'inasprimento del conflitto nella regione e la situazione della COVID-19 nel Paese.

A parte l'interruzione delle reti mobili in alcune parti di Rakhine e Chin, il governo ha anche ordinato il blocco [3] [it] dei siti web che, a quanto pare, diffondono disinformazione. Ma sono stati inclusi nell'ordinanza anche i siti web di media etnici e indipendenti che forniscono informazioni locali.

La Coalizione per la Libertà di Espressione e altri gruppi della società civile hanno celebrato [4] il primo anniversario del blocco e documentato la loro protesta attraverso un raduno online.

Athan [5], un'organizzazione civile guidata da giovani a sostegno della libertà di espressione, ha dedicato un tweet all'evento:

Protesta virtuale per celebrare il primo anniversario del blocco di internet negli stati Rakhine e Chin.

Alla protesta online erano presenti 170 partecipanti i quali hanno sottolineato che il blocco impedisce ai residenti di ricevere informazioni sanitarie sulla pandemia da COVID-19. Durante l'evento online, i membri della coalizione hanno chiesto all'Organizzazione mondiale della sanità di sollecitare il governo del Myanmar a porre fine al blocco di internet nel periodo della pandemia.  

Nella centralissima Sule Square di Rangoon è stato esposto uno striscione che pone una domanda provocatoria.

L'attivista per i diritti umani Thinzar Shunlei Yi [12] ha scritto in merito al messaggio sullo striscione:

Impedite l'accesso a internet perché non volete farci conoscere i crimini di guerra e gli omicidi arbitrari che state commettendo?

Striscione esposto sul ponte Sule dagli attivisti di Rangoon.

Oggi il #BloccodiInternet compie 1 anno in 8 comuni del #Myanmar.

Khin, un'attivista per i diritti digitali, ha un messaggio per la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), il partito di maggioranza:

Nel mezzo della pandemia, oggi è 1 anno che le persone di 8 comuni di Rakhine e Chin non hanno accesso a internet. Se a questo governo NLD è rimasto almeno un briciolo di dignità, ripristini subito internet in quei comuni.

Ecco altre foto e dichiarazioni che condannano il proseguimento del blocco:

Più di 70 partiti politici, organizzazioni della società civile e agenzie di stampa di Arakan hanno inviato congiuntamente una lettera aperta al presidente e consigliere di stato del #Myanmar sul blocco di internet in 7 comuni dello Stato #Rakhine e nel comune di Paletwa nello Stato #Chin.

Protesta sul blocco di internet negli stati Rakhine e Chin del Myanmar che prosegue da 365 giorni

Oggi, 21 giugno, è il primo anniversario del blocco di tutti gli accessi alla connessione internet mobile negli stati Rakhine e Chin del Myanmar. Si tratta del più lungo blocco di internet al mondo.

Il blocco è stato imposto in otto comuni in cui, secondo Amnesty International [29], sono state commesse violazioni, tra cui crimini di guerra, dall'esercito del Myanmar e abusi dall'esercito Arakan, un gruppo etnico armato che opera nella zona occidentale e settentrionale del Myanmar.

Lo scorso anno, all'inizio delle restrizioni, i gruppi per i diritti umani hanno pubblicato una dichiarazione in cui affermavano: 

The shutdown has created an information black hole in an area where the Myanmar military has committed serious violations – including war crimes – raising serious concerns about the safety of civilians. It is essential that the Myanmar authorities ensure the right to information in times of crisis.

Il blocco ha creato un buco nero delle informazioni in una zona in cui l'esercito del Myanmar ha commesso gravi violazioni, inclusi crimini di guerra, sollevando forti preoccupazioni sulla sicurezza dei civili. È fondamentale che le autorità del Myanmar assicurino il diritto all'informazione in tempi di crisi.

Linda Lakhdhir, consulente legale di Human Rights Watch, ha dichiarato [30] che il Myanmar dovrebbe immediatamente porre fine a quello che è ora il più lungo blocco di internet al mondo imposto da un governo:

The internet shutdown, along with restrictions on access by aid agencies, has meant that people in some villages are unaware of the Covid-19 [31] outbreak, humanitarian workers told Human Rights Watch. Local groups report that the shutdown has made it difficult to coordinate the distribution of aid to conflict-affected communities, and to communicate with their field teams to ensure staff safety. A local editor said the shutdown greatly impedes media coverage of the fighting between the Myanmar military and the ethnic Arakan Army, making it hard for villagers to get up-to-date information.

Il blocco di internet, insieme alle restrizioni sull'accesso da parte delle agenzie umanitarie, ha significato per gli abitanti di alcuni villaggi rimanere all'oscuro sull'epidemia da Covid-19, come hanno testimoniato gli operatori umanitari a Human Rights Watch. I gruppi locali segnalano che il blocco ha reso difficile coordinare la distribuzione degli aiuti alle comunità colpite dai conflitti e comunicare con le squadre sul campo per assicurare la sicurezza del personale. Un editore locale ha affermato che il blocco ostacola fortemente la copertura, da parte dei media, del conflitto tra l'esercito del Myanmar e quello Arakan, rendendo difficile per gli abitanti dei villaggi ricevere informazioni aggiornate.

Il governo civile di Aung San Suu Kyi ha difeso il blocco, sostenendo ripetutamente la sua necessità dato il profondo conflitto tra esercito nazionale ed esercito Arakan. U Zaw Htay, portavoce dell'ufficio del presidente, ha recentemente dichiarato [32] a Deutsche Welle che il governo locale comprende le preoccupazioni degli attivisti dei diritti umani, così come quelle della Commissione ONU per i diritti umani, ma la sicurezza è una priorità assoluta della zona.

Ha inoltre affermato che il governo sta fornendo tutto l'aiuto necessario all'esercito per combattere i rivoltosi.

Il 12 giugno, il ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni ha annunciato [30] che il governo estenderà il blocco della rete fino al 1° agosto.

“Se non ci saranno più minacce al bene comune o violazioni della legge sulle telecomunicazioni, ripristineremo il servizio internet”, ha dichiarato Soe Thein, segretario generale del ministero, durante una conferenza stampa tenutasi a Rangoon.

Come ulteriore sviluppo, è stata protocollata una prima relazione informativa (FIR) contro Maung Saungkha, attivista della libertà di parola che ha ricevuto il Tulip Award dai Paesi Bassi. Lui e altri cinque attivisti sono stati accusati [33], in base alla Sezione 19 della Peaceful Assembly and Peaceful Procession Law (PAPPL) di aver organizzato una protesta senza informare la polizia. Se condannati, rischiano fino a tre mesi di prigione.

È assurdo e inaccettabile. @maung_saungkha , attivista della libertà di parola di @athan_info e altri 5 attivisti (non ancora noti) sono stati accusati in base alla sezione 19 della PAPPL per il movimento contro il #bloccodiinternet del 21.