I manifestanti filippini si radunano durante il Discorso sulla Nazione di Duterte nonostante le minacce di arresti di massa

Migliaia di persone appartenenti a vari gruppi hanno preso parte a una manifestazione nazionale contro il governo filippino in occasione del quinto Discorso sullo Stato della Nazione (SONA) del Presidente Rodrigo Duterte. Fotografia di Kodao Productions, partner di contenuti di Global Voices, uso autorizzato.

Nonostante il divieto ufficiale di manifestare, il 27 luglio gli attivisti filippini si sono riuniti all'università di primo ministro del Paese per esprimere al governo la propria frustrazione in occasione del quinto Discorso sullo Stato della Nazione (SONA) del Presidente Rodrigo Duterte.

Quel giorno, tutte le strade che portano al campus dell'Università delle Filippine Diliman, a Quezon City, traboccavano di manifestanti che hanno sfidato le minacce di arresto e il dispiegamento di oltre 6.000 poliziotti nella capitale nazionale. Si stima che nella capitale si siano radunate 8000 persone [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], mentre centinaia di altre si sono unite alle azioni di protesta negli altri principali centri urbani di tutta la nazione.

Il principale luogo di ritrovo è stato il campus dell'Università delle Filippine Diliman, un luogo privilegiato, in quanto un accordo ottenuto dal movimento di protesta contro la dittatura di Marcos negli anni Ottanta fa divieto alla polizia e all'esercito di mettervi piede. Questo ha reso l'università uno dei pochi luoghi in cui le persone possono ancora esercitare il proprio diritto di assemblea. Eppure, il 27 luglio sono stati istituiti posti di blocco di polizia ai cancelli. Questo, tuttavia, non è bastato a scoraggiare le persone dal radunarsi.

I manifestanti si sono riuniti per criticare aspramente la lenta, incompetente e militarista risposta del governo Duterte alla pandemia di COVID-19. Gli attivisti denunciavano anche la crescente repressione statale contrassegnata dal recente passaggio della legge antiterrorismo, fortemente temuta perché avvertita come il segnale di un'ulteriore repressione nei confronti dei detrattori del governo. Il numero confermato di casi di COVID-19 nelle Filippine ha raggiunto quota 93.000 alla fine di luglio, ma il governo Duterte continua a respingere tutte le critiche mosse ai suoi sforzi e a insistere che la situazione rimane sotto controllo.

Di seguito, altre immagini della manifestazione:

Il cartellone a sinistra recita: “Combattiamo per i posti di lavoro, per i salari e per i diritti”. Fotografia di Kodao Productions, partner di contenuti di Global Voices, uso autorizzato.

La ruota contiene le parole “pahirap” (fardello), “traydor” (traditore), “korap” (corrotto) e “pasista” (fascista) per descrivere il governo Duterte. Fotografia di Kodao Productions, partner di contenuti di Global Voices, uso autorizzato.

Gli operatori sanitari di prima linea guidano il contingente della salute al #SONAgKAISA

La Commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani ha di recente lanciato l'allarme sull'aumento dei casi di red-tagging, vessazioni, arresti e uccisioni di attivisti ingiustamente accusati di essere “terroristi comunisti”. Questa pratica non è cessata durante la pandemia, anzi, il governo Duterte ha intensificato gli sforzi per chiudere siti di notizie indipendenti quali Rappler [it], e continua tuttora a vessare media alternativi più piccoli. Il Congresso delle Filippine, dominato dagli alleati di Duterte, il 10 luglio ha negato il rinnovo della licenza ad ABS-CBN, la maggiore emittente televisiva e radiofonica del Paese. La polizia è poi piombata negli uffici di Kadamy, un'organizzazione non-profit per la lotta contro la povertà urbana, arrestandone i membri e confiscando le copie del giornale alternativo Pinoy Weekly, che sono state etichettate come “documenti sovversivi”.

Il giorno del discorso del Presidente, il Dipartimento dell'Interno e del Governo Locale, sotto la guida del suo segretario, l'ex generale Eduardo Año, ha emesso un'ordinanza in cui vietava le azioni di protesta.

Ma i manifestanti non si sono fermati e, indossando le mascherine, hanno osservato rigorosamente le misure di distanziamento fisico per garantire la propria sicurezza, come emerge dalle seguenti fotografie.

Soprannominata “il SONA del popolo unito”, la protesta di massa ha utilizzato #SONAgkaisa come tema. L'hashtag unisce le parole “SONA” e “nagkaisa” (unito) per enfatizzare l'unione di varie forze e schieramenti politici. Fotografia di Kodao Productions, partner di contenuti di Global Voices, uso autorizzato.

Fotografia della manifestazione del 27 luglio di Kodao Productions, partner di contenuti di Global Voices, uso autorizzato.

Gli omosessuali non perdono tempo con gli effetti del #folklore ? Perché Taylor Alison Swift è una cosa? Un'antifascista!

Uno dei momenti culminanti dell'evento è stata l'esecuzione dell'adattamento filippino di “Senti il popolo cantare?” dallo spettacolo teatrale Les Miserables di Victor Hugo, “Di Niyo Ba Naririnig?” [tl]:

Il giorno della protesta, il capo della polizia di Metro Manila, Debold Sinas, ha ordinato l'arresto di chiunque venisse sorpreso a impugnare cartelloni di protesta e bandiere. In totale, in tutta la nazione sono state arrestate 141 persone per aver preso parte alle manifestazioni. Tra queste, anche 4 povere urbane di Pandi, nel Bulacan, incarcerate per aver partecipato a una protesta online. Altre 64 persone sono state arrestate nella provincia di Cavite, a sud di Metro Manila, mentre si stavano recando alle proteste contro il SONA:

GUARDA: I 64 di Cavite continuano a essere trattenuti senza alcuna ragione dichiarata in un campo coperto nei pressi della stazione di polizia di Carmona, nel Brgy. Maduya, Carmona, Cavite.

Le fotografie dei 64 di Cavite sono di Bagong Alyansang Makabayan Cavite.

Sono stati in seguito rilasciati per mancanza di accuse.

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