L'Alta Corte del Brasile decide di mantenere l'indagine sulla morte di Marielle Franco a Rio de Janeiro

Anielle Franco, dopo la votazione del Tribunale Superiore di Giustizia: “Continueremo ad esigere risposte” | Foto: Riproduzione/Istituto Marielle Franco/Utilizzata con autorizzazione.

“Oggi abbiamo ottenuto una vittoria molto importante”, dice Anielle Franco. Il 27 maggio, il Tribunale Superiore di Giustizia del Brasile ha negato la richiesta di federalizzazione dell'indagine su sua sorella, Marielle Franco, consigliera assassinata a Rio de Janeiro [pt, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] insieme al suo autista, Anderson Gomes, nel marzo del 2018.

Nonostante gli esecutori del crimine già siano in prigione, non è ancora stato identificato chi ha ordinato l'omicidio. “Tra tante morti, per lo meno una vittoria”, dice [Anielle].

VITTORIA!
Il Tribunale di Giustizia dice NO alla federalizzazione del caso di Mariele e Anderson! Si sono raccolte più di 150.000 firme in una settimana.
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VITTORIA! Per cinque voti a zero nel Tribunale Superiore SI NEGÒ la federalizzazione del caso Marielle e Anderson! Furono più di 150.000 persone e più di 200 organizzazioni della società civile a sottoscrivere contro la federalizzazione, e inondammo la rete con l'hashtag  (no federalizzazione).
Non sappiamo come ringraziarvi del supporto!

Marielle era consigliera della città di Rio de Janeiro per il Partito Socialismo e Libertà (PSOL), una donna di colore, bisessuale, madre e di periferia. Durante il suo mandato, fu anche presidente della Commissione della Donna della Camera dei Consiglieri. L'auto che la portava a casa la notte del crimine fu raggiunta da 13 colpi.

Federalizzare l'indagine farebbe sì che il processo per l'omicidio uscisse dalla sfera statale, concentrata a Rio de Janeiro, a guida della Polizia Civile e del Ministero Pubblico statale, e passasse alla sfera federale, per cui la Polizia Federale ed il Ministero Pubblico Federale proseguirebbero con l'indagine.

C'erano timori che il caso soffrisse un'intromissione da parte del presidente Jair Bolsonaro, la cui famiglia ha legami con i sospettati dell'omicidio.

La richiesta di federalizzazione è stata presentata dalla Procura Generale della Repubblica (PGR) nel 2019, uno degli ultimi atti dell'allora procuratrice Raquel Dodge, che ha affermato che le indagini potrebbero essere contaminate nello stato, a ragione del ritardo nella conclusione di chi aveva ordinato l'omicidio.

Immediatamente, la famiglia si è pronunciata contro la misura in una lettera inviata ai ministri del tribunale superiore, che affermava:

Muitas são as razões fáticas e jurídicas que nos levam a acreditar que a federalização do caso não é o caminho que as instituições de Justiça devam seguir para garantir a responsabilização de todos os envolvidos no bárbaro crime que tirou a vida de nossos familiares. (…) Ao contrário do alegado pela PGR, a federalização do caso revela-se justamente como a abertura do caminho para a impunidade dos responsáveis pela prática dos crimes.

Sono molte le ragione concrete e giuridiche che ci portano a credere che la federalizzazione del caso non è il cammino che le istituzioni di giustizia devono seguire per garantire la responsabilizzazione di tutti i coinvolti nel barbaro crimine che mise fine alla vita dei nostri familiari. (…) A differenza di ciò che affermò la Procura Generale della Repubblica, la federalizzazione del caso si rivela giustamente come l'inizio di un camino verso l'impunità dei responsabili di questi delitti.

Nel sito web della campagna, un testo afferma che la decisione ritira il caso dalla Polizia Federale ed “ora ci sono meno rischi che ci siano interferenze dirette da parte del presidente [Jair Bolsonaro]”.

Esperamos que as investigações evoluam, finalmente. Esperamos não ter que esperar mais dois anos para descobrir quem mandou matar minha irmã. Quem sabe um dia teremos esse caso solucionado.

Speriamo che le indagini finalmente avanzino. Speriamo di non dover aspettare altri due anni per scoprire chi ordinò di uccidere mia sorella. Chissà che un giorno si risolva il caso.

Processo

Nella sua decisione, la relatrice del caso, Laurita Vaz, ha affermato che la gravità del crimine “è indiscutibile”, ma ha messo in risalto un episodio che “scredita la richiesta di federalizzazione del caso”. Secondo la ministra, un giorno dopo gli omicidi, la procura aveva creato un gruppo di lavoro composto da cinque procuratori della Repubblica per condurre gli atti del procedimento a Rio.

É inegável que o caso insuflou não só o país, mas também a comunidade internacional, tanto pela brutalidade dos homicídios como pelo simbolismo da ação delituosa. Atentado contra a vida de parlamentar, eleita com votação expressiva, que se dedicava à defesa de grupos sociais menos favorecidos, com discursos de clara oposição ao crime organizado no Rio de Janeiro.

È innegabile che il caso indignò non solamente nel paese, ma anche la comunità internazionale, sia per la brutalità degli omicidi che per il simbolismo dell'azione criminale. L'attentato contro la vita della consigliera, eletta con voto espressivo, che si dedicava alla difesa di gruppi sociali meno privilegiati, con discorsi di chiara opposizione alla criminalità organizzata a Rio de Janeiro.

Gli altri ministri seguirono il voto di Vaz, con il quale si ottenne una votazione unanime per la non federalizzazione. L'Istituto Marielle Franco, creato dalla sua famiglia, ha iniziato la campagna “Federalizzazione No!” per raccogliere firme e fare pressione per la decisione. Le più di 150.000 persone e 200 organizzazioni della società civile hanno indirizzato la loro richiesta ai ministri. Secondo Anielle, presidentessa dell'Istituto, che ha parlato con Global Voices via WhatsApp, la decisione è stata una vittoria:

Foi uma vitória não só para a família, mas para todos os 154 mil companheiros e companheiras que assinaram essa mobilização da sociedade civil contra a federalização. (…) Essa votação foi unânime e importante no meio de tanto caos, de tanta interferência e de tanta dor.

E’ stata una vittoria non solamente per la famiglia, ma per tutti i 154.000 compagni che aderirono a questa mobilitazione della società civile contro la federalizzazione. (…) Questa votazione è stata unanime ed importante in mezzo a tanto caos, a tanta intromissione ed a tanto dolore.

Indagine dell'indagine

Nell'anno della morte di Marielle e Anderson, le indagini sono avanzate di poco. Tra marzo e agosto, la Polizia di Rio de Janeiro scoprì legami tra gli assassini ed un gruppo di miliziani – che a Rio de Janeiro operano como organizzazioni paramilitari – conosciuto come “Escritório do Crime (Ufficio Crimini)”.

Nel gennaio 2019, dopo un'operazione del Pubblico Ministero, si seppe che il figlio del presidente della Repubblica, il senatore Flavio Bolsonaro, aveva nel suo governo la madre e la moglie di uno dei capi del gruppo, l'ex-poliziotto Adriano da Nóbrega.

In marzo, altri due nomi associati con l'organizzazione, Ronnie Lessa e Élcio Vieira de Queiroz, furono incarcerati in quanto presunti assassinii. Secondo la Polizia, Lessa sparò contro Marielle, mentre l'ex-militare Queiroz conduceva l'auto che che inseguiva il mezzo della consigliera. Ancora non si sa chi ordinò di eseguire il crimine.

Con gli uomini detenuti, la Polizia Federale cominciò ad indagare sulla possibilità di imbrogli nell'indagine del caso e di tentativi di ostacolarla. Ronnie Lessa viveva nello stesso palazzo del presidente Jair Bolsonaro, in una zona agiata di Rio de Janeiro. Un portiere parlò con la Polizia e disse che qualcuno a casa dell'allora deputato federale Jair Bolsonaro aveva autorizzato a far entrare Élcio Queiroz nel palazzo ore prima degli omicidi. Giorni dopo, cambiò la sua versione per la Polizia Federale, ed affermò di essersi sbagliato di numero di casa.

Bolsonaro è passato ad accusare il governatore di Rio de Janeiro, Wilson Witzel, di manipolare l'indagine sull'assassinio di Marielle per cercare di distruggere la sua reputazione. Witzel ha negato le accuse e ha affermato che manderebbe a processo Bolsonaro.

Sviluppo

Prima della decisione del Tribunale Superiore di Giustizia del Brasile sulla federalizzazione del caso, Bolsonaro affermò, in messaggi scambiati con l'allora ministro della Giustizia, Sergio Moro, che voleva più controllo sulla supervisione della Polizia Federale di Rio de Janeiro. In riunione con i suoi ministri il 22 aprile, hanno filmato il presidente brasiliano:

Já tentei trocar gente da segurança nossa no Rio de Janeiro, oficialmente, e não consegui! E isso acabou. Eu não vou esperar foder a minha família toda, de sacanagem, ou amigos meu [sic], porque eu não posso trocar alguém da segurança na ponta da linha que pertence à estrutura nossa. Vai trocar! Se não puder trocar, troca o chefe dele! Não pode trocar o chefe dele? Troca o ministro! E ponto final!

Ho già tentato di cambiare il nostro personale di sicurezza a Rio de Janeiro, ufficialmente, e non sono riuscito! Questo è quanto. Non aspetterò che fottano la mia famiglia, i miei amici perché non posso cambiare qualcuno dalla sicurezza in prima linea che appartiene alla nostra struttura. Lo cambio! Se non si può cambiare, si cambia il capo! Non si può cambiare il capo? Si cambia il ministro! Punto!

Moro ha rinunciato poco dopo, e ha consegnato le registrazioni perché il Tribunale Supremo Federale indagasse sui presunti delitti del presidente. Il ministro si è mostrato contrario alle dimissioni del capo della Polizia Federale, Maurício Valeixo, decisione di Bolsonaro.

Eletto dal presidente per la direzione generale della Polizia Federale è stato Alexandre Ramagem, ma la nomina è stata impedita nel Tribunale Supremo Federale. Il ministro Alexandre de Moraes capì che Ramagem era vicino alla famiglia del presidente – sui social network si diffusero sue foto con i figli di Bolsonaro a Capodanno. Bolsonaro indicò allora un nome legato a Ramagem, Rolando Alexandre de Souza.

Una delle prime azioni della sua nuova gestione è stata cambiare il commissario della Polizia Federale di Rio. Sulla federalizzazione del [caso]  Marielle, la Procura Generale della Repubblica può ancora ricorrere in appello sulla decisione del Tribunale Superiore di Giustizia al Tribunale Supremo Federale, ultimo grado della giustizia brasiliana.

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