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Nel nord della Siria la COVID-19 aggrava una situazione umanitaria già drammatica

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Siria, Citizen Media, Diritti umani, Disastri, Guerra & conflitti, Interventi umanitari, Migrazioni, Politica, Rifugiati, COVID-19

Foto della città di Idlib, nel nord della Siria, 14 marzo 2019, poco dopo la distruzione di un quartiere a opera di un attacco missilistico russo, che ha causato la morte di 10 civili. Il giovane nella foto ha raccontato al fotografo di aver appena perso la sua famiglia. Foto di Mousa Mohammed, utilizzata dietro autorizzazione.

Il conflitto armato in Siria [1] [it], tuttora in corso, ha reso esuli 1,6 milioni di persone, per la maggior parte fuggite nella parte settentrionale del paese. La conseguente catastrofe umanitaria è ora aggravata dall'impatto della COVID-19 nella regione. 

Nella regione di Idlib [2] [it] nel nord della Siria, gli abitanti sopportano già condizioni di vita drammatica nella vita di ogni giorno. Nonostante Idlib a luglio abbia confermato [3] [en, come link e citazioni seguenti, salvo diversa indicazione] un solo caso di COVID-19, molti fattori contribuiscono ad accrescere la tensione, tra questi la continua e deliberata violenza inflitta alle infrastrutture vitali dall'alleanza militare Siria-Russia che ha completamente distrutto il sistema sanitario [4] [it]. 

Secondo Human Rights Watch [5] [ar], “la Siria settentrionale non è per niente preparata ad affrontare la pandemia di COVID-19”.

Hani al-Hariri, attivista originario della Siria meridionale ora residente a Idlib, ha raccontato a Global Voices che la situazione sarebbe catastrofica se la COVID-19 raggiungesse la Siria settentrionale, dove gli sfollati hanno a malapena [6] accesso a beni di prima necessità, inclusi assistenza sanitaria, acqua e cibo, rendendo il distanziamento sociale e l'igiene quasi impossibili da mantenere.

I bambini pagano il prezzo più alto della guerra

A Idlib, i bambini spesso pagano il prezzo più alto della guerra. A causa della guerra circa 190.000 orfani [7] [ar] vivono in strada, tra le rovine di Idlib, senza nessuno a proteggerli. Si stima che, solo nella Siria settentrionale, in totale 290.000 bambini [8] siano sfollati più volte a causa delle violenze.

Jamil al-Hassan, un attivista siriano e giornalista [9] [ar] di Idlib, da anni conduce operazioni umanitarie nelle regioni controllate dai ribelli. Ha raccontato a Global Voices alcune delle sue esperienze. I nomi delle persone menzionate nella sua testimonianza sono stati cambiati per proteggere la loro identità [ar]: 

أحمد، وصلاح، وعبد الله، هم ثلاث أطفال دون سن العاشرة من العمر من حلب وإدلب فقدوا عائلاتهم في الحرب التي بدأت في عام 2011، أي من يقارب العشر سنوات، ولم يعد لهم أي قريب يعتمدون عليه سوى بعضهم البعض، أو أي ملجأ يؤوون اليه سوى قارعة أحد طرق إدلب.  وجدتهم في إحدى جولاتي اليومية، وشاركت الفيديو عبر صفحتي على تويتر [10]، بهدف إيجاد طريقة لمساعدتهم.

Ahmad, Salah, e Abdullah sono tre bambini sotto i dieci anni originari di Aleppo [11] e Idlib [12], che hanno perso le loro famiglie in una guerra cominciata nel 2011, quasi 10 anni fa. Rimasti soli, senza poter contare su nessuno tranne gli uni sugli altri, il loro unico rifugio è stato un marciapiede di Idlib. Li ho incontrati durante uno dei miei giri quotidiani della città, e ho condiviso un video sul mio account di Twitter nella speranza di trovare un modo di aiutarli.

Questo è il video menzionato da Hassan [ar]:

Bambini sfollati, qualunque sia la causa rimangono senza casa senza avere commesso alcuna colpa. #Aiutali

Hassan aggiunge che la situazione nella Siria settentrionale è già catastrofica, e peggiorerebbe ancora con la diffusione della COVID-19. Ci spiega [ar]:

منظر أطفال نائمين في الشوارع أصبح متكررا.  كل سكان إدلب في وضع حرج، ولكن الأطفال في الشوارع هم الأكثر عرضة للخطر في حال انتشار فيروس كورونا لأنه  لا توجد أي وسيلة لحمايتهم.

Bambini che dormono per strada sono diventati una scena comune. Tutti gli abitanti di Idlib affrontano una situazione critica, ma i bambini che vivono in strada sono particolarmente a rischio quando il coronavirus comincia a diffondersi, perché non c'è modo di proteggerli.

Condizione di vita estremamente precarie per i rifugiati

Il disastro umanitario a Idlib è il risultato di una serie di campagne militari, da un lato di Paesi che sostengono il governo di Bashar al-Assad, ovvero Russia [17] e Iran [18]; e dall'altro lato della Turchia [19], che da un'iniziale sostegno all’Esercito Siriano Libero [20] [it], una forza di opposizione fondata da disertori dell'esercito siriano, è passata nell'agosto 2016 ad agire da sola giocando la propria partita.

Idlib è l'ultima roccaforte dei ribelli e jihadisti che tentano di rovesciare il governo di Assad, che attualmente controlla quasi il 64% della Siria [21]. È rimasta sotto il controllo [22] di diverse fazioni rivali opposte dal 2015. La regione ospita più di 4,5 milioni di persone [7] [ar], inclusi circa 1,6 milioni di rifugiati sfollati interni, perlopiù donne e bambini, arrivati da altre province di tutta la Siria.

Queste continue campagne militari hanno causato una sofferenza inimmaginabile ai Siriani.

Centinaia di civili sono stati uccisi e quasi un milione sono stati costretti a sfollare a Idlib e nelle aree circostanti soltanto tra dicembre 2019 e marzo 2020, a causa dell'uso indiscriminato di bombardamenti aerei e di terra, arresti, torture e saccheggi, secondo un rapporto [23] [ar] pubblicato il 7 luglio dalla Commissione di indagine sulla Siria delle Nazioni Unite. Le osservazioni introduttive del rapporto possono essere lette in questo tweet: 

Osservazioni di apertura del Presidente di @UNCoISyria, Paulo Pinheiro alla conferenza stampa presenta il nuovo rapporto.

Tra dicembre 2019 e marzo 2020, gli sfollati hanno trovato rifugio in campi sovraffollati lungo il confine con la Turchia, a nord della Siria, per ottenere protezione. In questi luoghi inospitali [27] [ar], i rifugiati sono stati esposti a temperature sotto zero per tutto l'inverno, affollati in tende e ripari di fortuna in quella che il Segretario Generale per gli affari umanitari dell'ONU Mark Lockock [28] ha descritto come “la più grande storia dell'orrore umano del XXI secolo”.

In una telefonata con Global Voices il 28 giugno Hariri, che è volontario in una organizzazione [29] che unisce le persone di Daraa, nord della Siria, ci ha detto che “le tende non proteggono dal calore dell'estate o dal freddo dell'inverno.”

Ha aggiunto che ci sono stati casi in cui le tende hanno preso fuoco a causa delle temperature superiori ai 40 gradi, in aggiunta agli incidenti avvenuti per via di persone che cucinano al loro interno. Gli inverni non sono stati migliori, con le tende che prendevano fuoco a causa di fuochi di scarpe e abiti improvvisati all'interno in un disperato tentativo di produrre calore nelle temperature sottozero. Hariri ha spiegato [ar]:

 العيش في هذه الظروف المأساوية في الخيم يعد كارثي، لانها غير صالحة للسكن، وإنما تعتبر حل اسعافي مؤقت لمن فقد منزله

Vivere in queste condizioni tragiche nelle tende è disastroso, perché non sono abitabili, sono considerate una soluzione temporanea di emergenza per chi ha perso la propria casa.

Episodi di tende in fiamme sono stati ripresi dai social media [ar]:

Un bambino è bruciato a causa di una tenda che ha preso fuoco in un campo a nord di #Idlib, vicino Kafrlosen.

Dio aiutaci ?

Dalla padella alla brace

Nel frattempo l'organizzazione no-profit Save the Children ha rivelato [33] che più di 200.000 people, di cui  metà sono bambini, hanno lasciato i campi nella Siria nord-occidentale per altri luoghi o sono tornati alle proprie case distrutte. Spinte dal temporaneo accordo di cessate il fuoco [34] cominciato il 6 marzo, queste famiglie hanno dovuto affrontare una scelta impossibile: affrontare il virus o la guerra.

Save the Children ha scritto su Twitter:

La piaga dei bambini e delle loro famiglie nella #Siria nord-occidentale spezza il cuore. Sono dovuti fuggire da intensi combattimenti, e ora sono costretti a fuggire dal #coronavirus.

Leggi di più: https://t.co/YY7LPgKhIE [33]

Queste famiglie affrontano condizioni disastrose [33] a causa della dura situazione economica, che si manifesta in aumenti vertiginosi dei costi dei beni alimentari. Queste condizioni includono l'impossibilità di accedere a servizi essenziali come elettricità, acqua e internet. Tuttavia le persone continuano a sopravvivere giorno per giorno, affrontando un futuro incerto nel mezzo di una guerra per procura che si combatte sul territorio di Idlib a spese dei civili innocenti.

Mentre il mondo sta dedicando enormi sforzi e risorse [39] alla lotta contro la pandemia, il regime di Assad, in collaborazione con i suoi alleati, ha dedicato le sue risorse a uccidere, lasciare senza casa e senza cibo il popolo siriano. I 4,5 milioni di persone a Idlib che ancora soffrono a causa della guerra, si preparano ora alle conseguenze di un'altra inevitabile catastrofe umanitaria.