Gli studenti del Pakistan stanno protestando [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] contro le lezioni online organizzate da licei e università sulla scia del lockdown per la COVID-19. Non è che non vogliano imparare, ma che non riescono ad accedere: molte zone del Pakistan non hanno un servizio internet affidabile, e la maggior parte degli studenti non può permettersi i dispositivi necessari per facilitare l'apprendimento online.
Durante le proteste a livello nazionale del 23 giugno sono comparsi slogan a sostegno della giustizia e di internet gratuito per tutti. Tuttavia, a Quetta, in Belucistan [it], un sacco di studenti, molti dei quali donne, sono stati maltrattati, caricati e arrestati, e alcuni persino trascinati nei furgoni della polizia:
Picture 1: Students from Balochistan climbing a mountain to get signals for attending a class
Picture 2: Students in Quetta being arrested for demanding termination of online classes and provision of internet
Welcome to Naya Pakistan!#ReleaseAllStudents#SayNoToOnlineClasses pic.twitter.com/OK6B4XIcbX— Nazar Mohammad Domki (PSF) (@nazarbaloch07) June 24, 2020
Foto 1: Studenti del Belucistan che si sono arrampicarti su una montagna per ricevere il segnale necessario per seguire una lezione
Foto 2: Studenti di Quetta arrestati per aver chiesto l'interruzione delle lezioni online e la fornitura di internet Benvenuti a Naya Pakistan! #LiberateTuttiGliStudenti #DiteNoAlleLezioniOnline
La pandemia ha aumentato la disuguaglianza
In seguito alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, dal 1° giugno la Commissione per l'istruzione superiore del Pakistan ha chiesto agli istituti scolastici di passare alle lezioni online. La chiusura nazionale delle scuole ha costretto gli studenti che vivono negli ostelli a tornare alle loro case, molte delle quali situate in zone remote dove la connessione internet 3G/4G non è disponibile.
La mancanza di accesso ha spinto gli studenti a uscire in massa per protestare in ogni provincia, rifiutando fermamente l'introduzione delle lezioni online:
There was zero work done on anything called “Online Class” in Pakistan. AND all of the sudden all school wants to go online …. despite they know the internet system of the region….???
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.#Onlineclass— Farah Jaffar (@FarahGojali) June 20, 2020
Non è stato fatto nulla per le cosiddette “lezioni online” in Pakistan. E, all'improvviso, tutte le scuole vogliono andare online… nonostante conoscano lo stato del sistema internet della regione…
All students should have equal opportunities to get their money’s worth of education. Online classes cannot deliver that in the context of Pakistan. Poor students cannot afford Internet and facilities to take online class.
#wewant3G4G
#StopOnlineClass https://t.co/mvUm3t13fI— Abdullah Gul (@WaxirAbdullah) June 21, 2020
Tutti gli studenti dovrebbero avere pari opportunità di spendere bene i loro soldi per l'istruzione. Le lezioni online non possono garantirlo in Pakistan. Gli studenti poveri non possono permettersi internet e i dispositivi per seguire le lezioni online. #vogliamoil3g4g
Gli arresti, tuttavia, si sono verificati solo in Belucistan, dove le violazioni dei diritti umani hanno destato preoccupazione nella comunità internazionale. Per anni, diverse migliaia di persone sono state oggetto di sparizioni forzate. Le notizie sono diventate subito virali sui social, con l'hashtag #ReleaseAllStudents (Liberate tutti gli studenti), traducendosi in una decisa condanna di questi incidenti:
BREAKING:
Around 70 students arrested in Quetta for protested against online classes. Convenor of Students Action Committee, Muzammil Khan, BSO’s @jiandbaloch5 and @MahrangBaloch5 among the arrested ones. Police also used brutal force against the studnets. pic.twitter.com/Qx1oquKTVS— Haider Kaleem (@HaiderKaleemB) June 24, 2020
ULTIMA NOTIZIA: Circa 70 studenti arrestati a Quetta per aver protestato contro le lezioni online. Tra gli arrestati, il coordinatore del Comitato d'azione degli studenti, Muzammil Khan, @jiandbaloch5 della BSO e @MahrangBaloch5. La polizia ha usato anche la forza bruta contro gli studenti.
Mahrang Baloch, una studentessa di medicina attivamente coinvolta nella politica studentesca, ha pubblicato i video del suo arresto da parte della polizia:
I am arrested along with other Peaceful students .we were protesting against online classes.police has beaten and arrested male and female students.This barbaric state doesn’t changed its behaviour towards oppressed nations .#SayNoToOnlineClasses pic.twitter.com/2VLfcQTG2E
— Mahrang Baloch (@MahrangBaloch5) June 24, 2020
Sono stata arrestata insieme ad altri studenti che protestavano pacificamente contro le lezioni online. La polizia ha picchiato e arrestato studenti e studentesse. Questo stato barbarico non ha cambiato condotta verso le nazioni oppresse. #DiteDiNoAlleLezioniOnline
Secondo i rapporti della polizia, gli studenti sono stati accusati di aver organizzato una manifestazione durante il lockdown. La Sezione 144 del Codice di procedura penale pakistano (CrPC) ha consentito di applicare un assoluto divieto di assembramento a causa della COVID-19.
Il portavoce del governo del Belucistan, Liaqat Shahwani, ha dichiarato: “Gli studenti sono stati temporaneamente trattenuti per la loro sicurezza contro la COVID-19 e presto saranno rilasciati.” Il ministro capo del Belucistan, Jam Kamal Khan, tuttavia, ha scritto su Twitter che il governo non ha ordinato alla polizia di arrestare gli studenti e che devono essere tutti rilasciati immediatamente, e così è stato.
Anche Amnesty International South Asia ha condannato gli arresti.
Nel frattempo, Akhtar Mengal del Partito Nazionale del Belucistan ha sollevato la questione delle lezioni online in Belucistan all'Assemblea Nazionale, perché in provincia non sono disponibili i servizi 3G e 4G.
Nessuna connessione internet adeguata per le lezioni online
L'accesso a internet è un diritto fondamentale, ma, secondo DataReportal, in Pakistan si contano solo 76,38 milioni di utenti. La popolazione [it] del Paese, a gennaio 2020, era di 212 milioni.
In effetti, i servizi 3G/4G non sono disponibili in molte zone del Pakistan, comprese le aree tribali [it], e non tutti possono permettersi un laptop o uno smartphone. Il divario è anche di genere: rispetto agli uomini, pochissime donne hanno accesso a internet.
Nighat Daad della Digital Rights Foundation ha scritto un tweet sull'importanza di “internet per tutti”:
Would you scale a mountain to get access to Internet? Some students in former FATA do this every day in order to attend online classes. May be IT ministry should first focus on providing internet to all during pandemic instead of focusing on enacting new laws? #InternetForAll pic.twitter.com/soJqHwL5Nt
— Nighat Dad (@nighatdad) June 22, 2020
Scalereste una montagna per avere accesso a internet? Alcuni studenti delle ex FATA (aree tribali di amministrazione federale) lo fanno ogni giorno per frequentare le lezioni online. Il ministero delle tecnologie dell'informazione non dovrebbe forse impegnarsi a garantire internet a tutti durante la pandemia, invece di concentrarsi sull'introduzione di nuove leggi? #InternetPerTutti
Nella seconda settimana di giugno, gli studenti del Pakistan hanno organizzato una campagna online con l'hashtag #OnlineJaloos (corteo online). Voicepk.net, una piattaforma aperta che si impegna a mettere in evidenza le preoccupazioni in merito ai diritti umani in Pakistan, ha creato l'hashtag nel tentativo di mostrare le difficoltà affrontate dagli studenti per frequentare le lezioni online, come arrampicarsi sulle montagne solo per prendere il segnale.
Anche gli studenti che vivono nelle aree tribali del Pakistan hanno fatto sentire la loro voce per attirare l'attenzione del governo sulla questione:
Speaking at the #OnlineJaloos, Amir Ali from district Chiniot says he cannot benefit from online education because he does not have a laptop or any access to the internet at home. He demands a more inclusive education policy from @Shafqat_Mahmood.#RightToEducation pic.twitter.com/7C45M3UMNJ
— Voicepk.net (@voicepkdotnet) June 9, 2020
Parlando all'#OnlineJaloos, Amir Ali del distretto di Chiniot dice che non può beneficiare dell'istruzione online perché a casa non ha né un laptop né un accesso a internet. Chiede a @Shafqat_Mahmood una politica più inclusiva in materia di istruzione. #DirittoDiIstruzione
Haris Shinwari from Khyber district says internet services have not been restored in his area since June 2016 despite promises and announcements by @IMMahmoodKhan. They are still forced to take online classes which is impossible for them.#OnlineJaloos #RightToEducation pic.twitter.com/V4S9s7jA8S
— Voicepk.net (@voicepkdotnet) June 9, 2020
Haris Shinwari del distretto Khyber dice che i servizi internet non vengono ripristinati nella sua zona da giugno 2016, nonostante le promesse e gli annunci di @IMMahmoodKhan. Gli studenti sono comunque costretti a frequentare le lezioni online, cosa per loro impossibile. #OnlineJaloos #DirittoDiIstruzione
Il 16 giugno, gli studenti di Islamabad hanno organizzato una protesta davanti alla sede della Commissione per l'istruzione superiore (HEC) per esprimere i loro timori sulla chiusura degli istituti scolastici e il conseguente passaggio a lezioni ed esami online.
I funzionari dell'HEC hanno tenuto un incontro con i rappresentanti degli studenti presso la loro sede, assicurando che la commissione terrà in considerazione le loro preoccupazioni. Tuttavia, uno dei partecipanti all'incontro ha segnalato che, anche se un funzionario dell'HEC all'incontro ha assicurato agli studenti che i loro problemi sarebbero stati risolti, ha insistito per non annullare gli esami.