Forte terremoto in Tanzania. Una nuova legge vieta ai cittadini di parlarne online.

Il 12 Agosto 2020 un terremoto è stato avvertito a Dar es Salaam, in Tanzania. Foto scattata da Chen Hualin, l'1 Aprile 2011, presa da Wikimedia Commons CC BY 3.0.

Quando un violento terremoto di magnitudo 6.0 secondo la scala Richter ha colpito la zona costiera dell'Africa orientale intorno alle 8:15 del 12 agosto, gli abitanti della Tanzania si sono riversati su Twitter per segnalare l'insolito evento naturale che ha fatto ondeggiare temporaneamente lampadari, che ha rotto finestre e ha incrinato pareti.

Il terremoto ha colpito sotto l'Oceano Indiano, a circa 82 chilometri [en, come i link seguenti] dalle coste del Sud-est di Dar es Salaam, in Tanzania, la capitale culturale e finanziaria della nazione. I residenti dell'arcipelago di Zanzibar come anche quelli della zona costiera del Kenya hanno anche percepito le scosse. Non ci sono stati morti o feriti. Il giorno successivo è stata registrata una moderata scossa di assestamento.

Il terremoto di oggi qui a Dar es Salaam, Tanzania… Il video qui mostrato è ad Akemi mentre ondeggia un ristorante.

Il terremoto senza precedenti nella storia recente ha concentrato l'attenzione dei tanzaniani su Twitter, ma le notizie sulle scosse sono state velocemente moderate dalle nuove limitazioni sui contenuti online che vietano ai cittadini di segnalare “gli episodi di calamità naturali” — come i terremoti — “senza il consenso delle autorità pertinenti.”

Il mese scorso, il Dr. Harrison Mwakyembe, Ministro dell'Informazione, della Cultura, delle Arti e degli Sport della Tanzania, ha siglato le nuove “Regole (per i contenuti online) sulle comunicazioni elettroniche e postali del 2020,” che sostituisce le regole del 2018 con alcune disposizioni aggiuntive che rafforzano ulteriormente la libertà di parola online.

Secondo il LEX Africa (Avvocati per l'Africa), le regolamentazioni 2020 sui contenuti online “si applicano a tutti i contenuti trasmessi al pubblico attraverso siti internet, software applicativi, forum, blog, weblog, microblog, account pubblici, app di messaggistica istantanea come WhatsApp, streaming online live, aggregatori, e altre piattaforme affiliate come YouTube.”

Le multe ammontano a non meno di 5 milioni di scellini tanzaniani (circa 2151 di dollari), oppure 12 mesi di detenzione, o entrambe.

Sotto la categoria della legge “dell'informazione pubblica che potrebbe causare il caos o il disordine pubblico, non è tecnicamente permesso ai cittadini della Tanzania menzionare un terremoto prima che il governo non abbia dato ufficialmente l'ok per la diffusione della notizia”.

Ma ci si può aspettare che la gente faccia silenzio quando succede un terremoto?

Circa un'ora del terremoto in Tanzania, il cittadino Gaure Mdee ha scritto un tweet riportando le limitazioni in chiave ironica, ma il suo è stato un “giusto avvertimento” per coloro che intendono scrivere su Twitter a proposito del terremoto:

Un giusto avvertimento per coloro che menzionano il terremoto in #Tanzania

Il tweet fu seguito rapidamente da alcuni tweet ironici come questo:

A tutte coloro che “ho sentito la scossa!” – per favore assicuratevi che un funzionario del governo abbia verificato il vostro tweet.

Silenziare la pandemia

I terremoti non sono gli unici temi ad essere silenziati.

Le nuove limitazioni sui contenuti online vietano inoltre ai cittadini di condividere qualsiasi “contenuto con informazioni sullo scoppio di una malattia mortale o contagiosa,” senza l'approvazione del governo, compresi i relativi accenni sulle medicine e le cure.

Questo emendamento è stato aggiunto dopo che il nuovo coronavirus conosciuto come COVID-19 ha colpito la Tanzania nel marzo 2020.

All'inizio di Aprile, il Parlamento della Tanzania ha deciso di promuovere una strategia di vaporizzazione a base di erbe per combattere il virus conosciuta col nome kupiga nyungu, che a grandi linee si traduce in inglese come “colpisci la pozione,” incoraggiando i cittadini a fare vapori a base di erbe sul viso e a mangiare miscugli di limone, peperoncino e zenzero.

Il Presidente John Magufuli inoltre ha spronato i tanzaniani a rivolgere preghiere a Dio, e ha insistito affinché i luoghi di culto rimanessero aperti. All'inizio di Maggio, Magufuli ha sospeso il laboratorio nazionale della Tanzania, che eseguiva test per la COVID-19, dopo aver messo in dubbio l'accuratezza degli stessi.

Fin dal 29 aprile, la Tanzania non ha pubblicato i dati ufficiali relativi al COVID-19, e alla fine, all'inizio di Giugno il Presidente Magufuli ha dichiarato la cessazione dell'epidemia nella Tanzania. Il giornalista della BBC, Sammy Awami, descrive come i cittadini della Tanzania hanno reagito al virus.

La sera del terremoto, il cittadino James Rut ha detto:

Il Presidente Magufuli ha approvato la notizia del violento terremoto in Tanzania? Potrebbe essere uno scherzo da parte dei nemici del paese

E il cittadino Wavinya Kiagiri ha domandato il giorno dopo:

Quindi volete che facciamo finta che non sia successo, così come fate finta che non ci sia COVID? #ChiedoPerUnAmico

L'utente di Twitter Jakom è sarcastico e fa un riferimento a quando in precedenza il Presidente ha dichiarato la Tanzania libera dal virus:

Magufuli ha appena dichiarato la Tanzania libera dai terremoti.

Scherzi a parte, alcuni cittadini hanno sottolineato che il governo non è riuscito a lanciare l'allarme del potenziale tsunami che si sarebbe potuto verificare a seguito del terremoto, e si è assunto il rischio di segnalarlo su Twitter:

Un terremoto di magnitudo 5.9, 12 km di profondità in Kilindoni,Pwani è stato avvertito in tutta l'Africa orientale. Un allarme tsunami è necessario ma il Presidente se ne frega dei cittadini.

Scosse elettorali

Le nuove restrizioni sono state indette poco prima delle elezioni presidenziali della Tanzania previste per Ottobre. Il partito in carica, Chama cha Mapinduzi, o Partito della Rivoluzione (CCM), detiene il potere fin dal 1961. Le recenti elezioni hanno posto maggiori sfide sul loro cammino.

Le nuove regole vietano le chiamate online per fare proteste, compreso qualsiasi “contenuto che ha a che fare con la pianificazione, l'organizzazione, la promozione e la richiesta di dimostrazioni, marce o simili che potrebbero portare disordini pubblici…”

L'autorità delle Commissioni di regolamentazioni della Tanzania, che ha stabilito le nuove restrizioni sui contenuti online, ha il potere di intervenire su ogni contenuto se considerato “una minaccia per la sicurezza nazionale”. I critici dicono che queste regole violano la costituzione appellandosi all'Articolo 13 e 18, che proteggono la libertà di informazione, secondo The Citizen.

I critici pensano che queste regolamentazioni siano un tentativo di soffocare ulteriormente le voci dell'opposizione in vita delle elezioni del 2020, rendendo quasi impossibile per i cittadini e i candidati parlare apertamente delle questioni o dei contendenti. Negli ultimi anni, giornalisti e difensori dei diritti umanitari sono scomparsi, sono detenuti o incarcerati con accuse dubbie.

Mentre le compagne elettorali sono ben avviate, il governo ha anche presumibilmente vietato la circolazione di informazioni sulla Tanzania da parte di media stranieri all'interno del Paese senza il consenso del governo, lasciando che i critici si domandino come i giornalisti possano occuparsi legalmente e liberamente delle elezioni del 2020.

Magufuli ha ricevuto sia lodi che critiche per il suo severo approccio alla leadership con il suo slogan “hapa kazi tu“, tradotto a grandi linee come “qui è tutto lavoro”. Ma il gruppo delle nuove leggi e regolamentazioni che limitano la libertà di espressione e mettono a tacere il dissenso e l'opposizione nella nazione dell'Africa orientale va ben oltre.

“Magu-foria” è stato seguito da “Magu-fobia,” suggerisce lo scrittore Sabatho Nyamsenda.

La COVID-19, un terremoto e le prossime elezioni sono tre questioni differenti, ma ognuno di loro può potenzialmente avere un grosso impatto sulla vita delle persone. É davvero possibile controllare le conversazioni online riguardanti ciò che interessa di più alle persone? E se così fosse, a quale costo?

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