In Liberia, una nuova tariffa di telefonia mobile si scontra con i diritti digitali

Monrovia, la capitale liberiana. Credit: blk24ga via Wikipedia / CC BY 3.0.

Questo articolo fa parte di UPROAR [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], un'iniziativa di Small Media che sollecita i governi a interessarsi alle sfide legate ai diritti digitali nell’Universal Periodic Review (UPR). È stato scritto in collaborazione con Ruth Gbatoe e Albert Baron Ansu del Center for Media Studies and Peace building (CEMESP). Gbatoe è assistente ai programmi presso il CEMESP, mentre Ansu è responsabile dei programmi. 

Nel bel mezzo della pandemia da COVID-19, il governo della Liberia intende applicare una nuova tariffa che aumenterà ulteriormente i ricavi introducendo un rincaro per le società di telefonia mobile.

Di fronte alle difficili condizioni economiche dovute alla pandemia, gli utenti hanno sfogato la loro rabbia repressa il 25 giugno, bloccando le strade, bruciando copertoni e intonando slogan anti-governativi sulla sovrattassa. Durante la protesta, la Polizia Nazionale Liberiana ha arrestato alcuni manifestanti. 

Diversi leader dell'opposizione sono contrari alla sovrattassa, sostenendo che il costo aggiuntivo soffocherà i diritti digitali dei liberiani.

Nel 2018, l'ente liberiano per le telecomunicazioni (LTA) ha emesso un'ordinanza che imponeva prezzi base e maggiorazioni su chiamate vocali e rete dati, mettendo essenzialmente fine ai pacchetti di dati e voce gratis per tre giorni al costo di un dollaro statunitense.

La proibitiva maggiorazione renderà più difficile per i liberiani connettersi a internet, limitando l'accesso digitale al culmine di una pandemia, quando i cittadini hanno bisogno più che mai di informazioni affidabili.

Anche i due principali operatori della Liberia — Orange e Lonestar — si oppongono alla sovrattassa. L'amministratore delegato di Orange Liberia, Mamadou Coulibaly, era stato addirittura arrestato dalla National Security Agency in relazione all'azione di protesta. Ora è stato rilasciato in attesa di ulteriori indagini.

Il mese scorso, Orange aveva presentato un atto di proibizione affinché la Corte Suprema emettesse un'ingiunzione in merito all'applicazione della sovrattassa, atto negato finché la corte non si riunirà in seduta plenaria, citando il giudice Jamesetta Howard Wolokolie.

Sia Orange che Lonestar hanno aiutato significativamente il governo con le loro tasse nel corso degli anni. Dai tempi dell'ex presidente Ellen Johnson Sirleaf fino al neopresidente George Manneh Weah, c'è stato sempre uno schema di aumento del prelievo fiscale quando il governo deve rimediare a un deficit di bilancio. 

L'ascesa di internet in Liberia

Lonestar è stata lanciata nel 2000 e, nel 2006, è diventata una controllata del gruppo sudafricano MTN. All'inizio, una carta sim era venduta a 65 dollari, e gli utenti doveva esaurire il credito entro qualche giorno o restituire il saldo una volta scaduta. Oggi, il costo di una carta sim è di circa 1 dollaro, quindi molto più accessibile all'utente medio.

Con l'aumento vertiginoso dell'utilizzo di internet in Liberia e l'immissione sul mercato di smartphone economici, il Paese è diventato preda della frenesia di Facebook. 

Tra il 2000 e il 2020, il tasso di diffusione di internet è aumentato del 125%, con 624.610 utenti attivi e 537.000 liberiani su Facebook. 

Negli anni, le aziende hanno provato diverse strategie per attrarre nuovi utenti. Comium, infine cooptata da Lonestar, ha introdotto telefoni economici chiamati “bonanza” o offerte “give-away” con carte sim pre-caricate. 

Celcom, ora chiamata Orange, è entrata in competizione con Lonestar montando tralicci e creando sottostazioni in tutta la Liberia. Orange ha vinto dei premi per l'eccellenza del servizio, e l'autorità fiscale del Paese, la Liberia Revenue Authority (LRA), l'ha riconosciuta come il maggior contribuente della nazione.

Le due aziende hanno introdotto modem, prodotti Wi-Fi e pacchetti internet.

La concorrenza sfrutta i diritti digitali

Un venditore di gratta e vinci telefonici in Liberia nel 2009. Foto di Erik (HASH) Hersman via Flickr / CC BY 2.0.

Mentre Lonestar e Orange continuavano a competere per attrarre clienti, è emerso un dibattito nazionale riguardante la correttezza degli omaggi e delle promozioni speciali che gli utenti liberiani iniziavano ad amare. 

Nel 2016, l'azionista di Lonestar Benoni Urey ha scritto una lettera all'allora presidente Ellen Johnson Sirleaf esprimendo la sua preoccupazione per il fatto che gli omaggi, come “tre giorni di chiamate gratis”, avrebbero potuto minare la massimizzazione del reddito nazionale.

Secondo FrontPage Africa, “nella sua lettera di denuncia, il signor Urey ha suggerito che il governo ha perso un totale di 22 [milioni] di dollari per gli esercizi del 2013, 2014 e 2015 a causa di promozioni infinite”.

Per tutta risposta, l'allora presidente Sirleaf ha tenuto un incontro con la LTA durante il quale ha presentato un disegno di legge che modifica la legislazione fiscale, imponendo “un'accisa di 1 centesimo di dollaro per ogni minuto di chiamata effettuata sulle reti GSM”, oltre all'imposta del 15% su beni e servizi già riscossa dalle compagnie di telefonia mobile, secondo FrontPage.  

Per alcuni, Urey, un leader dell'opposizione con l'All Liberian Party che aveva contestato le elezioni del 2017, temeva una diminuzione delle entrate di Lonestar, e si è scagliato contro Orange per spianargli la strada nella ricerca di nuovi utenti.

Lo scalpore generato dalla sovrattassa continua

A seguito del rifiuto della Corte Suprema della richiesta di Orange di bloccare la sovrattassa, il governo ha sospeso il capo della LTA Ivan Brown. In una conferenza stampa, l'esecutivo ha spiegato che Brown è stato “sospeso per le sue attività cospiratorie e non etiche in qualità di direttore della LTA.’’ 

La decisione potrebbe essere collegata a una presunta conversazione telefonica tra Brown e Henry Costa, un sedicente commentatore politico nonché critico tagliente dell'attuale amministrazione Weah. 

In un'intervista a Blast TV il 9 giugno, Costa ha chiarito all'intervistatore di “non aver registrato Brown”, ma di aver chiesto al capo della LTA direttamente della sovrattassa. 

Costa avrebbe chiesto a Brown: “Cos'avete intenzione di fare con la sovrattassa? Non sapete che la nostra gente non può permettersela? La ucciderà…’’ Avverte inoltre: “George Weah cerca di soffocarci; cerca di negarci l'accesso alle informazioni. Diventerà molto costoso; non potremo andare su Facebook.” 

Costa, il capo del blocco di opposizione Council of Patriots (COP), ha organizzato una serie di proteste di massa anti-governative prima di fuggire dal Paese, lo scorso anno. Sempre l'anno scorso, la sua radio Roots FM è stata chiusa dal governo per presunti problemi di licenza, e il caso è ora in tribunale. Ma Costa continua a mobilitare la cittadinanza per opporsi alla sovrattassa sugli operatori GSM attraverso le sue trasmissioni online.

Un ultimatum sull'espressione? 

A metà giugno, il parlamentare di maggioranza Acarious Gray ha indetto una conferenza stampa lanciando un ultimatum: o le aziende applicavano la nuova sovrattassa o potevano fare i bagagli. Gray ha anche dichiarato che avrebbe introdotto dei progetti di legge per limitare le aziende GSM dall'imporre ulteriori costi sui servizi all'insaputa della legislatura liberiana.

La questione della sovrattassa ha scoperchiato un vaso di Pandora pieno di timori e teorie complottiste.

Molti cittadini si chiedono se il vero interesse del governo sia creare più entrate nel bel mezzo della pandemia da coronavirus o imbavagliare i social media in vista delle elezioni di metà mandato previste per la fine del 2020.

Questi timori non sono ingiustificati data la storia recente della Liberia e i suoi casi di soppressione della libertà di espressione. Il 7 giugno 2019, l'accesso alle piattaforme social e alle app fu interrotto durante una protesta di massa per una perdita di milioni di dollari. I detrattori sospettano che in quell'occasione il governo abbia fatto pressioni dietro le quinte.

Il consigliere Negbalee Warner, rettore della Grimes School of Law in Liberia, riflettendo sul provvedimento che ha posto fine alle chiamate gratis per tre giorni, ha descritto l'incidente come negativo nei confronti della legge nazionale sulla libertà di informazione. 

Durante il discorso inaugurale alla United Methodist University a Monrovia il 28 settembre 2019, la giornata internazionale per il diritto alla conoscenza, Warner ha sostenuto che “con questi aumenti, molte persone si vedranno limitare il loro diritto a fare domande ai depositari delle informazioni e a condividere tali informazioni sui social media esponendo la corruzione”. 

Nel frattempo, gli utenti continuano a monitorare la situazione e a prepararsi al peggio. Tutto lascia presagire un crollo dell'utilizzo di internet e delle chiamate vocali. Non è un momento favorevole per operatori e utenti.

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