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La Bielorussia blocca internet mentre migliaia di persone contestano i risultati elettorali

Categorie: Europa centrale & orientale, Bielorussia, Censorship, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Politica, Protesta, Tecnologia, Ultim'ora

Schermate di tentativi di accesso all'App Store della Apple, a YouTube e al sito Golos durante le elezioni presidenziali in Bielorussia del 9 agosto, 2020. Foto (c): Franak Viačorka. Usata dietro autorizzazione.

Dalle casse su un palco a Minsk suona “Change” di Viktor Tsoi [1] [en] mentre un uomo in giacca e cravatta cerca freneticamente di staccare la spina. La registrazione video [2] [ru, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] mostra che ci riesce, ma altre casse nelle vicinanze continuano a suonare a tutto volume questa canzone classica del rock tardo sovietico. Esasperato, se ne va. Secondo gli astanti, è un agente di sicurezza bielorusso mandato dal governo per cercare di mettere a tacere il loro inno di protesta.

Quell'inno viene cantato da bielorussi infuriati per il tentativo del presidente di lungo corso Alexander Lukashenka di ottenere il sesto mandato consecutivo. Da quando Lukashenka si è insediato nel 1994 il Paese non ha mai avuto elezioni libere e giuste – l'ultimo voto e la sua preparazione sembrano confermare questa tendenza. A maggio, il popolare blogger dell'opposizione Syarhei Tsikhanouski, che aveva dichiarato l'intenzione di candidarsi per la carica di presidente, è stato arrestato. Un secondo candidato, Viktor Babarika, è stato arrestato con l'accusa di cospirazione criminale. Un terzo, Valery Tsepkalo, è fuggito dal Paese per paura della persecuzione politica. A metà luglio Sviatlana Tsikhanouskaya, moglie di Tsikhanouski, si è candidata al suo posto per la presidenza. Ha promesso che, se eletta, governerà per sei mesi e indirà elezioni libere e giuste; ha attirato folle di migliaia di persone e ispirato un movimento di protesta su scala nazionale.

Il 10 agosto, arrivato il giorno delle elezioni, numerosi osservatori sul posto hanno scritto di brogli e falsificazioni dei voti (la missione OCSE non è stata autorizzata abbastanza in fretta da poter controllare il voto). Questa mattina, la commissione elettorale del Paese ha riferito che Lukashenka ha vinto l'80,3% dei voti e Tsikhanouskaya il 9,9%. I sostenitori dell'opposizione in larga parte sospettano frodi elettorali; “Credo a quello che ho visto: la maggioranza era per noi”, ha dichiarato [3] [en] Tsikhanouskaya in una conferenza stampa.

La notte scorsa sono scoppiate proteste di massa in tutto il Paese. La polizia ha risposto con idranti, proiettili di gomma e granate stordenti. Secondo quanto riferito, circa 3000 manifestanti sono stati arrestati e molti di questi erano feriti in modo serio. Tsikhanouskaya ha denunciato la violenza e chiesto che le proteste pacifiche continuino nel corso della settimana.

Perciò il video del 6 agosto [2] di quel palco di protesta era un esempio perfetto di come molti vedono il rapporto tra governanti e governati in Bielorussia oggi. È anche una metafora calzante, dato che durante la preparazione al voto le autorità bielorusse hanno chiaramente cercato di staccare la spina su una scala più ampia – costringendo il Paese a disconnettersi.

La rivoluzione non sarà condivisa su Twitter dal vivo

Molti gestori internet in Bielorussia hanno perso il routing la mattina del 9 agosto [4], mentre aprivano i seggi; molti giornalisti presenti in Bielorussia durante la giornata elettorale hanno confermato disagi notevoli nelle reti LAN, WiFi e di dati mobili. Alcuni sono riusciti ad accedere a dei siti usando servizi di VPN.

Internet a Minsk funziona molto male. Molti giornalisti non sono connessi. E riceviamo molti meno contenuti generati dagli utenti.

I siti sono bloccati. Si possono ancora mandare messaggi con Telegram (via proxy), Signal (instabile), Facebook Messenger (a volte per i messaggi funziona.) Finora Slack è la cosa migliore.

Gli utenti che si sono lamentati del mancato accesso a internet con i loro gestori e operatori mobili hanno ricevuto messaggi automatici di bot [6] che si scusavano per l'interruzione del servizio ma non offrivano alcuna spiegazione concreta.

Amici! Oggi, per motivi indipendenti dalla nostra volontà, stiamo osservando difficoltà nell'accedere ai servizi internet via connessione mobile o fissa. Appena il nostro fornitore ripristinerà il servizio, l'accesso sarà automaticamente di nuovo possibile.

La mattina del 10 agosto gli utenti internet bielorussi avevano ancora difficoltà a connettersi. I tre fornitori di internet principali del Paese (A1, Life e MTS) si sono tutti scusati [8] per le interruzioni causate da “ragioni indipendenti dalla nostra volontà”, secondo il sito Tut.By, un popolare motore di ricerca e aggregatore di notizie.

I blocchi sembravano anche estesi a siti specifici. Zubr.in era inaccessibile la mattina delle elezioni; si tratta di una piattaforma gestita dai cittadini che permette agli utenti di riportare violazioni della legge elettorale attraverso un bot di Telegram. Allo stesso modo, Naviny e Tut.By, che sono le piattaforme di notizie indipendenti principali del Paese, come il sito web del giornale Nasha Niva, sono tutti diventati inaccessibili appena i seggi sono stati chiusi.

Anche Golos, una piattaforma gestita da cittadini che include un sistema alternativo di conteggio dei voti, è stata oggetto di un attacco DNS che ha cercato di raccogliere i dati personali degli utenti.

Comunque, questo blocco non è stato una sorpresa. Anche il 19 luglio la connessione mobile a Minsk era stata interrotta per un breve periodo durante un grande raduno a cui Tsikhanouskaya aveva presenziato. Il 29 luglio canali Telegram e profili social famosi stavano già condividendo guide utenti [9] su come eludere le successive chiusure di internet, offrendo link a servizi VPN gratuiti e consigli su come installare il browser Tor.

Il 4 agosto, il popolare canale Telegram NEXTA ha condiviso la schermata di un'email che sembra provenire da un impiegato di una banca bielorussa e che avvisa un cliente [10] del fatto che tutti i servizi di digital banking sarebbero stati probabilmente inaccessibili nei giorni a seguire. Inoltre, di sabato 9, giornalisti del giornale russo Moskovsky Komsomolets a Minsk hanno riferito [11] che quando avevano cercato di comprare carte SIM locali erano stati avvertiti da un commesso che probabilmente non avrebbero funzionato, dato che i dati mobili e la connessione a internet sarebbero stati sospesi in città il giorno successivo.

NetBlocks, una ONG che tiene sotto controllo le chiusure di internet nel mondo, ha rilasciato la seguente dichiarazione [12] [en]:

Network telemetry from the NetBlocks internet observatory confirm that internet connectivity in Belarus has been significantly disrupted as of Sunday 9 August 2020 amid tense presidential elections. Outages increased in severity through the day producing an information vacuum as citizens struggled to establish contact with the outside world. The incident is ongoing as of Monday afternoon.

Ritorno su Telegram

Sembra che il sistema di messaggistica Telegram, particolarmente popolare nel mondo russofono, sia rimasto attivo durante le interruzioni di internet. Anche se gli utenti hanno lamentato scarse velocità di caricamento, sono riusciti a inviare video di scontri tra manifestanti e polizia antisommossa a canali famosi.

Due di questi canali, NEXTA [16] e Belamova [17], si sono dimostrati indispensabili nel fornire video e aggiornamenti da un Paese che era in gran parte offline al culmine delle proteste (forse anche grazie al fatto che il proprietario di NEXTA è un blogger bielorusso che vive nella vicina Polonia). Il giorno delle elezioni NEXTA ha affrontato tentativi di chiudere il suo famoso profilo Twitter, che in seguito è stato ripristinato:

Molti dei post di NEXTA provengono, da quanto dichiarato, da seggi in cui Tsikhanouskaya ha vinto senza sforzo, con allegate scansioni di documenti con quelli che dovrebbero essere i numeri “reali” nei rispettivi distretti. Per questo gli osservatori della Società per la Protezione di Internet, una ONG in Russia che controlla i diritti digitali, credono [21] che il risultato possa essere positivo per la popolare piattaforma di messaggistica (Mosca ha abbandonato il suo vecchio tentativo di bloccare Telegram all'inizio di quest'anno).

Questi filmati e foto tratti da Telegram avranno un ruolo cruciale per capire i recenti disordini in Bielorussia, alla luce delle restrizioni dei media e di altre fonti online. Tuttavia, è improbabile che faranno cambiare registro alle autorità, pochi giorni dopo una vittoria controversa. Come ha dichiarato di recente [22] la portavoce del Ministero dell'Interno Olga Chemodanova, non si può credere a tutto ciò che si legge online.