Un'altra università australiana criticata per aver censurato voci per i diritti umani a Hong Kong

L'Università del Nuovo Galles del Sud è stata criticata per aver rimosso un articolo che denunciava la violazione dei diritti umani a Hong Kong. Foto dalla pagina Flickr di Sompop S (CC BY 2.0)

Nell'ultimo di una serie di incidenti che hanno acceso il dibattito nazionale sull'ingiustificata influenza cinese sui campus universitari australiani, l'Università del Nuovo Galles del Sud (UNSW) è stata criticata per la decisione di eliminare un articolo pubblicato [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] sul suo sito web che esortava la comunità internazionale a fare pressione sulla Cina per “respingere le recenti violazioni dei diritti umani a Hong Kong”. L'articolo è stato scritto da un membro del giornale della UNSW e cita la direttrice di Human Rights Watch Australia e professoressa a contratto presso l'università, Elaine Pearson.

È stato eliminato anche un post sulla pagina ufficiale della UNSW di Twitter che promuoveva l'articolo. L'articolo è stato successivamente pubblicato, nuovamente rimosso e poi ripristinato in una sezione diversa del sito Web ed etichettato come articolo di opinione.

La UNSW è lieta di confermarmi che ha eliminato il tweet relativo all'articolo di Pearson Elaine in quanto era stato “frainteso” e considerato come punto di vista dell'Università. Eppure non hanno sentito il bisogno di cancellare tweet di altri accademici.

L'articolo riguarda la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong recentemente emanata, la cui realizzazione ha sollevato serie preoccupazioni [it] tra i cittadini di Hong Kong, i sostenitori internazionali dei diritti umani e gli esperti legali su come criminalizza un'ampia gamma di espressione e atti di protesta, indebolisce l'indipendenza giudiziaria e rivendica la giurisdizione extraterritoriale.

Sembra che l'articolo sia stato originariamente rimosso a causa di reclami presentati da dei sostenitori del Partito Comunista Cinese, alcuni dei quali sono studenti presso la UNSW. Secondo quanto riferito, diversi studenti avrebbero contattato il consolato cinese per chiedere supporto e fare pressioni all'università.

Prima di tutto, il team del giornale della UNSW mi ha contattato per l'articolo e ha chiesto quale fosse il mio punto di vista dell'impatto sui diritti umani della legge di sicurezza nazionale a Hong Kong. Ho dato le mie opinioni. L'articolo è stato pubblicato dalla UNSW. Non l'ho scritto io.

So che c'è stata una reazione da parte di alcuni sostenitori del Partito Comunista Cinese che si sono lamentati dell'articolo e hanno chiesto alla UNSW di rimuoverlo.

Uno studente cinese pro-democrazia della UNSW mi ha inviato questi screenshot da WeChat. Gli studenti pro-PCC vogliono che la UNSW rilasci delle scuse ufficiali e vogliono che la professoressa Pearson Elaine ritratti la dichiarazione in cui criticava le violazioni dei diritti umani ad Hong Kong.

Aggiornamento: mi hanno inviato degli screenshot che provano che gli studenti cinesi della UNSW hanno contattato il consolato cinese, nella speranza di ricevere il loro supporto per fare pressione alla scuola riguardo l'articolo di opinione che hanno pubblicato lo scorso venerdì.

Il notiziario di stato cinese Global Times ha anche pubblicato un articolo riguardante gli “studenti cinesi indignati” i quali chiedono che l'università si scusi per aver pubblicato l'articolo.

Oh hey non c'è nulla da vedere qui, solo un quotidiano della RPC che chiede ad un'università in Australia di eliminare un articolo che parla della privazione dei diritti umani a Hong Kong. Sono sicuro che nessuno veda alcuna prova di interferenza, giusto?

Tuttavia, la reazioni che la UNSW ha avuto riguardo l'incidente sono arrivate prevalentemente da cittadini preoccupati sui social media, ex alunni universitari e Membri del Parlamento Federale australiano di entrambi partiti di maggioranza , che non erano d'accordo con le iniziative dell'università, e hanno chiesto l'osservanza alle tradizioni della libertà di parola e della libertà accademica.

I commenti dei lettori riguardo questo articolo sono piuttosto pungenti verso le azioni della UNSW. Su circa 70 commenti, non ne vedo nemmeno uno che supporti l'università. C'è molto sdegno da parte di persone che si identificano come ex alunni dell UNSW.

Il mio ultimo fumetto sulla UNSW che si inchina alla Cina. La UNSW ha rimosso il tweet riguardo l'articolo di Pearson Elaine sulle condizioni dei diritti umani a Hong Kong dopo le pressioni da parte di nazionalisti cinesi.


Una vergogna inaccettabile.
La UNSW cancella il tweet di un articolo sull'abuso dei diritti umani a Hong King di Pearson Elaine, direttrice di hrw AUS, sotto pressione dai nazionalisti cinesi che si sono mobilitati usando la app cinese Wechat (Weixin) e hanno inviato un'email al consolato cinese per chiedere “aiuto” dall'Australia.

Il Ministro dell'Istruzione Dan Tehan ha avvisato che la libertà di parola dell'università è fondamentale dopo aver cancellato i tweet riguardanti i diritti umani a Hong Kong.

Due versioni di scuse dalla UNSW

Diversi giorni dopo l'incidente, il presidente della UNSW Ian Jacobs, tramite e-mail, ha chiesto scusa al personale universitario per il modo in cui è stata gestita la situazione. Ha citato “l'impegno inequivocabile della UNSW per la libertà di espressione e la libertà accademica”, ma ha ribadito che il tweet è stato rimosso poiché sembrava rappresentare il punto di vista dell'università, piuttosto che il punto di vista individuale:

Il Presidente della UNSW, il professor Ian Jacobs, si è scusato dopo che un articolo sulla Cina di Elaine Pearson, di Human Rights Watch, è stato rimosso a seguito delle critche sul social – afferma “Non ci sono scuse per il nostro fallimento” e i tweet dell'articolo “non avrebbero dovuto essere rimossi”.

In notevole contrasto con la dichiarazione precedente, un'altra lettera scritta dall'università, in cinese, è emersa sui social media ed è indirizzata ai “partner commerciali” della UNSW e si scusa per il disturbo causato dall'incidente e li ringrazia per la loro comprensione.

Le scuse della UNSW in cinese sono del tutto opposte alla sua versione inglese. C'è un grande SCUSA alla Cina per aver postato l'articolo su HK di Pearson Elaine sulla pagina twitter della UNSW.
La versione cinese rilasciata da Laurie Pearcey, amministratore delegato della UNSW Global pty. Ancora, usato da GT.

In seguito alla pubblicazione della dichiarazione in cinese, il Global Times ha prontamente pubblicato un articolo intitolato “La UNSW si scusa con gli studenti cinesi dopo il controverso articolo su Hong Kong”:

la UNSW si scusa con gli studenti cinesi dopo la pubblicazione di un articolo controverso che si credeva supportasse la seccessione di HK, dicendo che l'articolo rappresentava soltanto il punto di vista dell'autore. Tuttavia alcuni studenti cinesi ritengono che le scuse siano arrivate troppo tardi.

Grande preoccupazione per l'influenza cinese sulle università australiane

L'incidente è solo uno dei tanti che recentemente hanno evidenziato l'allarmante situazione riguardo la potenziale influenza esercitata dal Partito Comunista Cinese sulle università australiane.

A maggio di quest'anno, Drew Pavlou, studente dell'Università del Queensland (UQ), è stato sospeso per due anni a seguito di un'udienza disciplinare per presunta cattiva condotta legata al suo attivismo a sostegno della democrazia a Hong Kong. La sua sospensione è stata successivamente ridotta a un semestre (fino al 13 novembre 2020), ma Pavlou è stato bandito da tutti i campus e rimosso dalla sua posizione elettiva nel senato della UQ, l'organo di governo dell'università. La UQ sostiene che le sanzioni non hanno nulla a che fare con le opinioni politiche di Pavlou riguardo la Cina o a Hong Kong.

Ci aspettiamo che la Commissione per i diritti umani annulli la vergognosa decisione della UQ di sospendermi e di annullare la mia elezione democratica al Senato. Tutto il mondo sa che la UQ mi ha preso di mira unicamente per le mie critiche al governo cinese.

L'anno scorso, la UQ è stata uno dei tanti luoghi in Australia dove i sostenitori della Cina si sono scontrati con i manifestanti pro-democrazia che si pronunciavano contro la brutalità della polizia e il controverso disegno di legge sull'estradizione, che ora fa parte della nuova legge sulla sicurezza nazionale. I media statali cinesi hanno elogiato pubblicamente i manifestanti pro-Cina. Di conseguenza, alcuni parlamentari del governo federale hanno segnalato del ruolo crescente di Pechino nella censura di alcuni punti di vista all'interno delle università australiane. Tim Wilson, un membro federale che siede nel comitato congiunto per l'intelligence e la sicurezza, ha dichiarato:

Many MPs have a concern about Australian university campuses and whether they're both a bastion for free speech, which they need to be, but more critically the role that foreign influences like the Confucius Institutes are having — any influence over curriculum and of course the influence of foreign governments on protests.

Molti parlamentari sono preoccupati per i campus universitari australiani e se sono entrambi un bastione per la libertà di parola, cosa che devono essere, ma in modo più critico il ruolo che le influenze straniere come gli Istituti Confucio stanno avendo — qualsiasi influenza sul programma di studi e, naturalmente, influenza dei governi stranieri sulle proteste.

Le preoccupazioni per l'influenza straniera si estendono alla natura dei partenariati di ricerca tra le università australiane e gli enti statali cinesi. Lo scorso anno, la University of Technology Sydney (UTS) e la Curtin University sono state invitate a rivedere le procedure di approvazione per la ricerca dopo che le indagini hanno rivelato che iniziative di ricerca congiunte redditizie sull'intelligenza artificiale e la tecnologia di monitoraggio avrebbero potuto essere utilizzate dal governo cinese per facilitare le violazioni dei diritti umani contro minoranze etniche nello Xinjiang.

Sebbene le università australiane coinvolte in controversie legate alla Cina hanno ripetutamente sottolineato il loro impegno per i diritti umani e la libertà di espressione, c'è da considerare che molte sono fortemente dipendenti finanziariamente da studenti internazionali provenienti dalla Cina. Le tasse degli studenti cinesi dell'Università di Sydney, ad esempio, rappresentano un quinto delle entrate annuali totali dell'università.

Gli studenti cinesi hanno minacciato di privare l'università dei fondi cinesi — provenienti da loro, non frequentando. Il modo in cui si comportano come strumenti di repressione del governo cinese, come semplici clienti presso istituzioni superiori, è davvero triste.

Una verifica indipendente pubblicata nel marzo dello scorso anno dall'ex Presidente dell'Alta Corte Robert French ha concluso che non vi erano prove di minacce sistemiche alla libertà di parola nell'istruzione superiore australiana. Come dimostra l'incidente della UNSW, tuttavia, la capacità delle università australiane di salvaguardare un ambiente favorevole ad un dibattito politico aperto rimane sotto stretta sorveglianza.

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