Sei attivisti pro-democratici sono stati bollati come in fuga dalla giustizia dalle forze di polizia di Hong Kong, secondo un servizio di China Central Television (CCTV) [zh] andato in onda il 31 luglio. Le autorità locali hanno rifiutato le richieste dei media [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] di commentare il caso.
Tra gli attivisti ci sono Nathan Law [it], Ray Wong, Honcques Laus [zh], Simon Cheng, Wayne Chan [zh] – tutti cittadini di Hong Kong che vivono all'estero. Il sesto attivista, Samuel Chu, è un cittadino degli Stati Uniti e ha vissuto lì per gli ultimi 25 anni.
CCTV ha riportato che i sei uomini sono ricercati per “incitamento alla secessione e collusione con forze straniere”, che costituirebbero violazioni della legge per la sicurezza nazionale recentemente entrata in vigore.
L'ordine di arresto del cittadino statunitense Samuel Chu sembra confermare i timori che la Cina intenda applicare questa legge draconiana [it] a chiunque in tutto il mondo, inclusi cittadini di Paesi diversi da Hong Kong che vivono all'estero.
Dall'entrata in vigore della nuova legge, Regno Unito, Stati Uniti, Nuova Zelanda e alcuni Paesi europei tra cui Francia e Germania hanno sospeso i rispettivi trattati di estradizione con Hong Kong.
Perché questi sei uomini sono ricercati da Pechino? Trovate qui sotto un breve sommario della storia degli attivisti e delle loro reazioni allo stato di “fuggitivi”.
Samuel Chu
Il pastore cristiano 42enne è nato a Hong Kong, ma dal 1995 è un cittadino degli Stati Uniti, dove risiede. Ha partecipato all'attivismo contro la povertà nel suo Paese di residenza, ad esempio promuovendo pasti gratuiti per gli studenti nelle scuole e partecipando a campagne contro il “lunch shaming” (ovvero l'atto di umiliare e negare il cibo a studenti i cui genitori non pagano la retta della mensa, ndt)
Samuel Chu è figlio del reverendo Chu Yiu-ming, una figura di spicco durante le Proteste degli Ombrelli [it] del 2014 a Hong Kong.
Nel settembre 2019 Samuel Chu ha fondato il Hong Kong Democracy Council, un'organizzazione per i diritti umani apartitica con sede a Washington DC che promuove la democrazia e i diritti umani a Hong Kong.
Su Twitter, Chu ha sbeffeggiato le accuse mosse contro di lui:
Today, I woke up to media reports that I am a wanted fugitive.
My alleged crimes? “Inciting secession” & “colluding with foreign powers” under HK's National Security Law.
Except I am an American citizen & have been for 25 years. pic.twitter.com/rppP14kLnU
— Samuel Chu 朱牧民 (@samuelmchu) July 31, 2020
Stamattina al mio risveglio ho scoperto dai media di essere un fuggitivo ricercato.
I miei presunti crimini? “Incitamento alla secessione” e “collusione con potenze straniere” sotto la legge per la sicurezza nazionale di Hong Kong.
A parte il fatto che io sono un cittadino statunitense da 25 anni.
Nathan Law
Nato nella Cina continentale, l'attivista 27enne ha lasciato Hong Kong per il Regno Unito prima del 1 luglio 2020, quando la legge per la sicurezza nazionale è entrata in vigore.
Oltre ad essere uno degli studenti che hanno guidato le Proteste degli ombrelli del 2014, Law è anche il presidente e fondatore di Demosisto [it], un partito politico ora sciolto guidato da studenti attivisti, tra cui Joshua Wong [it] e Agnes Chow [it].
Il partito propugnava un referendum per determinare la sovranità di Hong Kong dopo il 2047, quando dovrebbe decadere il principio “un Paese, due sistemi” della Dichiarazione sino-britannica del 1997.
Nel 2016, all'età di 23 anni, Law venne eletto come il più giovane membro nella storia del Consiglio Legislativo, ma venne escluso dal ricoprire l'incarico per aver espresso una dichiarazione di protesta durante la sua cerimonia di giuramento.
Attualmente vive a Londra e continua a fare pressioni sulle organizzazioni internazionali per salvaguardare le libertà civili e i diritti umani a Hong Kong.
Dopo aver visto il servizio di CCTV ha twittato che tutte le decisioni che ha preso sono state motivate dal suo amore per Hong Kong, e che è disposto a pagare “il prezzo dell'esilio”. Ha aggiunto che, per proteggere la sua famiglia da persecuzioni politiche, troncherà le relazioni con loro:
8. At the same time, I hereby reiterate: My advocacy work overseas is conducted in my own personal capacity, without any collaboration with others. Since leaving Hong Kong, I have also stopped contacting members of my family. From now on I’ll sever my relationship with them.
— Nathan Law 羅冠聰 ? (@nathanlawkc) July 31, 2020
Allo stesso tempo ribadisco: conduco il mio lavoro di sensibilizzazione all'estero a titolo personale, senza la collaborazione di altre persone. Da quando ho lasciato Hong Kong, ho anche smesso di contattare i membri della mia famiglia. Da ora in poi troncherò le mie relazioni con loro.
Ray Wong
Poco dopo le Proteste degli ombrelli nel 2014, Wong fondò il gruppo politico localista Hong Kong Indigenous, che prediligeva azioni più radicali rispetto ai movimenti mainstream pro-democrazia nella città. Venne arrestato nel febbraio 2016 sotto l'accusa di “incitamento alla rivolta” nel distretto di Mongkok durante il Capodanno lunare.
Wong fuggì in Europa mentre era fuori su cauzione nel novembre 2017. Nel maggio 2018 la Germania gli ha riconosciuto lo status di rifugiato politico.
Nonostante Pechino abbia affermato che la legge per la sicurezza nazionale non sarà applicata retroattivamente, l'inclusione di Ray Wong nella lista dei ricercati suggerisce il contrario.
Wong ha reagito alla notizia su Twitter:
So the only reason why I was sought for “incitement to secession and collusion with foreign forces ” must be based on my activities before the NSL is in force. Today,#HKGov unveils the fact that they'd use the law retrospectively.
— Ray Wong ???? (@Ray_WongHKI) July 31, 2020
L'unico motivo per cui potrei essere ricercato per “incitamento alla secessione e collusione con forze straniere” devono essere le mie attività prima dell'entrata in vigore della legge per la sicurezza nazionale. Oggi il #governodiHongKong rivela che la legge sarà applicata in maniera retroattiva.
Honcques Laus
Il 19enne vietnamita-honkongese è il più giovane dei sei attivisti.
Nell'aprile 2018 venne arrestato dopo che gli fu trovata addosso una pistola giocattolo durante una perquisizione nei pressi del Consiglio Legislativo. L'attivista fu condannato a 18 mesi di libertà vigilata ma si appellò alla Corte Suprema e vinse.
A giugno 2019 fondò lo Hongkonger Utilitarian Party [zh], un gruppo pro-indipendenza.
Come altri attivisti, poco dopo l'entrata in vigore della legge per la sicurezza è fuggito nel Regno Unito, dove ha chiesto asilo politico.
In risposta al suo status di “fuggitivo”, ha scritto [zh, en] su Facebook:
As I can enjoy freedom of speech in the UK, I will dare to express my political opinion freely, and continue to request the international community to impose sanctions against the Hong Kong government and the Chinese government, including sanctions on Carrie Lam, PK Tang and “Winnie the Pooh”.
Dal momento che nel Regno Unito godo del diritto di parola, oserò esprimere la mia opinione politica liberamente e continuerò a chiedere alla comunità internazionale di imporre sanzioni contro il governo di Hong Kong e il governo cinese, incluse sanzioni contro Carrie Lam, PK Tang e “Winnie the Pooh”
[ovvero il Capo Esecutivo e il capo della polizia di Hong Kong, e il Presidente cinese Xi Jinping, ndt]
Wayne Chan
L'attivista 30enne è il coordinatore del gruppo politico Hong Kong Independence Union [zh].
Chan si unì al Civic Party nel 2013 e partecipò alle Proteste degli ombrelli nel 2014. Abbandonò il partito nel 2015 e prese una svolta politica verso la rivendicazione dell'indipendenza di Hong Kong.
Venne arrestato e poi rilasciato su cauzione per aver preso parte nel giugno 2019 a delle proteste considerate illegali dalle autorità. L'attivista è fuggito da Hong Kong verso il Regno Unito durante la libertà su cauzione nel giugno 2020.
Chan ha tenuto un basso profilo da quando si è stabilito nel Regno Unito. Ha raccontato a Hong Kong Free Press di non essere certo del motivo per cui è stato incluso nella lista, ma ha ipotizzato che un post con la bandiera dell'indipendenza di Hong Kong, pubblicato su Facebook il 1 luglio, potrebbe aver attirato l'attenzione delle autorità.
Nella stessa intervista ha espresso preoccupazione riguardo la sicurezza degli altri attivisti ancora a Hong Kong e sottolineato di non essere preoccupato per l'ordine di cattura:
I would not change my political view after leaving, especially when those in Hong Kong can no longer speak out as they wish.
Non cambierei la mia posizione politica dopo essermene andato, soprattutto quando le persone di Hong Kong non possono più far sentire la propria voce come vorrebbero.
Simon Cheng
Cheng è un ex responsabile del commercio e degli investimenti per il Consolato generale britannico a Hong Kong. Venne arrestato e detenuto dalle autorità cinesi durante un viaggio a Shenzhen nell'agosto 2019 e costretto, in cambio del suo rilascio, a fare una confessione videoregistrata di “adescamento”.
Nel novembre 2019, ha dichiarato che agenti cinesi lo avevano torturato e costretto a confessare di essere una spia britannica che aveva istigato le proteste anti-estradizione a Hong Kong.
Nel dicembre 2019 ha viaggiato nel Regno Unito, dove gli è stato concesso lo status di rifugiato il 26 giugno 2020. Insieme ad altri attivisti esiliati, Cheng ha aiutato gli hongkongesi a cercare asilo all'estero.
Dal momento che il governo di Hong Kong ha escluso in massa i candidati pro-democrazia dalle elezioni per il Consiglio Legislativo, il gruppo di attivisti in esilio di Cheng sta programmando la creazione di un parlamento non ufficiale in esilio.
Cheng ha rilasciato una breve dichiarazione su Facebook riguardo l'ordine di cattura:
Statement: I keep speaking up and acting for the public cause of our people’s interest and freedom, esp. for those who have no power and wealth, now the totalitarian regime criminalises that and frame me up, then I would take that not as a shame but an honour.
Dichiarazione: continuo a far sentire la mia voce e ad agire per difendere gli interessi e la libertà della nostra gente, specialmente per coloro che non hanno potere o ricchezze. Visto che il regime totalitario ha criminalizzato le mie parole e mi ha incastrato, non lo considero una vergogna ma un onore.