- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Comunismo in Moldavia: oggi è davvero finito?

Categorie: Europa centrale & orientale, Moldova, Citizen Media, Governance, Legge, Libertà d'espressione, Politica, Storia

Il 12 giugno 2012 il parlamento moldavo condanna [1] [ro, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] il regime totalitario comunista sovietico, proibendo l’uso dei simboli comunisti della falce e martello [2] [it]. Questa mossa era già attesa da molto tempo, arrivando più di 20 anni dopo la dichiarazione d’indipendenza della Moldavia avvenuta nel 1991. L’opinione pubblica è tutt'oggi divisa su questo argomento, e la cosa non sorprende, considerando che il paese tra il 2001 e il 2009 era governato da una maggioranza comunista impegnata ad attirare i propri elettori con nostalgici simboli sovietici.

Contrastanti le reazioni in rete al verdetto del parlamento moldavo.

Eugeniu Luchianiuc

Collage di Eugeniu Luchianiuc, licenza d'autore concessa

sostiene [3] che nonostante i simboli del comunismo siano spariti, le condizioni in cui vive la popolazione non sono affatto migliorate.

Tudor Cojocariu scrive [4] [en]:

From the present we landed in the past, from 2012 back to the 1990s, when all the civilized states started the process of condemning communism, and some even finished it, with lustration, punishment for the criminals and rewards for the heroes.

Viaggiamo dal presente al passato, dal 2012 fino agli anni ’90 quando gli stati civili iniziarono (alcuni di loro lo finirono pure) il processo di condanna del comunismo grazie alla politica del lustrismo, alle sanzioni per i criminali ed encomio per gli eroi.   

Bogdan Țîrdea ha molte domande [5] e dubbi a riguardo [en]:

Why is there an interest in prohibiting the communist symbols that belong to the biggest opposition party? Isn’t that a simple political revenge? And isn’t destroying the opposition in itself an example of totalitarianism, intolerance, censorship on the freedom of thinking and expression?

Perché si ha interesse a proibire i simboli comunisti appartenenti al più grande partito di opposizione? Non si tratta piuttosto di semplice vendetta politica? Non è forse la distruzione dell’opposizione in sé un esempio di totalitarismo, intolleranza e limitazione della libertà di pensiero e di espressione?

Al contrario Radu Vodă è d’accordo con il regolamento parlamentare e spera [6] che [en]:

[…] this day would become an awakening for the conscience of many people who had made a habit out of communist lies, even a pact with the devil. […] For me, knowing the suffering of my parents, this day is a celebration for my soul.

[…] questa giornata risveglierà le coscienze di tutti coloro che si sono assuefatti alle menzogne del comunismo, anche a costo di stringere un patto col diavolo. […] Conoscendo le sofferenze vissute dai miei genitori, questo giorno è una festa per il mio spirito.

Vitalie Cojocari intitola il suo blog [7]“chi purificherà la statua di Lenin dalle teste dei moldavi?”

Egli sostiene che la decisione del parlamento è stata presa da un giorno all’altro, pertanto le sue conseguenze saranno imprevedibili [en]:

Making illegal the communist symbols represents the beginning, not the end, of the “anticommunist war.” I do not know whether the politicians from Chişinău realize it, but the vote in the parliament has practically opened a Moldovan Pandora's box. Today no one can tell what will happen in Moldova. Where will giving up the hammer and sickle lead to? How will this historical decision manifest itself in the society? And this due to two reasons: first, because the Moldovans have a kind of a nostalgic affection towards the communist symbols; second, everything came unprepared, without prior information, without a large public debate and, very importantly, without an explanation to the masses what these communist symbols mean and meant to the little Moldova.

Rendere illegale i simboli comunisti è l’inizio e non la fine della “guerra anticomunista”. Non so se i politici di Chisinau hanno realizzato che questo voto in parlamento ha praticamente aperto il vaso di Pandora moldavo. Oggi nessuno può sapere cosa accadrà in Moldavia o dove porterà il rifiuto della falce e martello e in che modo questa decisione storica influenzerà nella società. Le ragioni sono due: in primis i moldavi hanno una sorta di affetto nostalgico per i simboli comunisti; secondo, questa scelta è arrivata in modo imprevisto, senza alcuna informazione anticipata o dibatto pubblico e, cosa ancora più importante, senza alcuna spiegazione alle masse di cosa questi simboli comunisti significhino e hanno significato per il piccolo stato della Moldavia.

Allo stesso modo Octavian Racu si domanda se la storia del comunismo sia finita con la decisione del parlamento. Il suo quesito [8] è [en]:

Has anyone wondered why no one is interested in revealing the people who committed serious crimes against humanity during the communist rule? Why was it impossible for the [Law on lustration [9]] to be adopted by any of the parliaments since 1990 onwards?

Qualcuno di voi si è mai interrogato sul motivo perché nessuno sia interessato a rivelare alle persone l’identità di chi ha commesso crimini contro l’umanità durante il regime comunista? Come mai non è stato possibile da parte di nessun parlamentare adottare il [Lustrismo [10]] [it] dal 1990 in poi?

Continua dicendo che [en]:

It could very well be that while the parliamentarians were condemning the communist regime, a criminal who had organized [the deportations [11]] and hunger was staying peacefully at home in front of the TV, with a beer in his hand and laughing underneath his moustache, with a medal for “outstanding merits” on his chest, as well as a fat pension. And he is completely happy about “condemning communism” because it does not target or affect him.

Con molta probabilità, mentre i parlamentari condannavano il regime comunista, il criminale responsabile delle [deportazioni [12]] [it] e delle carestie sedeva tranquillamente davanti alla televisione, bevendo una birra e ridendo sotto i baffi, con una medaglia per “meriti straordinari” al petto e una cospicua pensione; completamente felice della “condanna del comunismo” poiché questo né lo riguarda né lo tocca da vicino.

Aurelian Lavric annuncia [13] che accettando una decisione politicamente così dura, le differenze sociali saranno sempre più profonde. Secondo lui, il crimine comunista sovietico sarà condannato per sempre solo se chi sta al potere smetterà di utilizzare le pratiche totalitarie e il parlamento sarà formato da persone che non sono cresciute sotto il regime totalitario sovietico.

Vitalie Vovc si rammarica [14] del fatto che la Moldavia non sia riuscita a costruire una nazione forte durante i suoi 20 anni d’indipendenza [en]:

With the general disaster in the background, yesterday’s decision of the Parliament, which would definitely have been welcomed enthusiastically 20 years ago, now can only cause a sad, ironic smile. Twenty years ago we were poor, but healthy, mentally and physically. Today we are poor and… rotten… Being eaten by the decay… […] In the past 20 years we have raised a generation that knows little besides the anti/pro communist bayonet. What will they do now? With whom will they fight?

Tenendo conto della disastrosa situazione, la decisione parlamentare di ieri, che sarebbe di certo stata accolta con grande entusiasmo 20 anni dopo, oggi può soltanto strappare un triste e beffardo sorriso. Venti anni fa eravamo poveri ma fisicamente e mentalmente sani, oggi continuiamo ad essere poveri ma…corrotti…Divorati dal decadimento… […] Negli ultimi 20 anni abbiamo cresciuto una generazione che sa ben poco eccetto che la baionetta pro e contro il comunismo. Cosa faranno adesso? Con chi lotteranno?