Gruppi di notizie, editori e giornalisti continuano ad affrontare accuse e indagini in Malesia per aver adempiuto al loro dovere di informare il pubblico.
Il 12 giugno Global Voices ha riportato [it] come il nuovo governo della Malesia, salito al potere solo nel marzo 2019, ha già avviato diversi casi contro diversi giornalisti, blogger, leader della società civile, politici dell'opposizione e altre voci critiche nei confronti del Primo Ministro Muhyiddin Yassin.
Da allora c'è stato un picco [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] di casi aperti contro giornalisti critici nei confronti del governo.
Di seguito alcuni dei casi più importanti dell'ultimo mese:
Al Jazeera affronta l'indagine per un documentario
Il 3 luglio l'emittente con sede in Qatar Al Jazeera ha distribuito un documentario in cui si discute di una presunta repressione della Malesia contro immigrati senza documenti e rifugiati durante la pandemia della COVID-19.
Le autorità malesi hanno prontamente condannato il servizio come falso e in mala fede, e insistito che gli immigrati sono stati trattati bene nei centri di detenzione. L'ufficio immigrazione in risposta ha anche pubblicato le informazioni personali di un lavoratore bangladese intervistato nel documentario.
Al Jazeera è ora sotto indagine in base alla sezione 500 del Codice Penale, la sezione 233 del Communications and Multimedia Act (CMA) e la sezione 4(1) del Sedition Act.
Zaid Malek, coordinatore di Lawyers for Liberty, non vede nulla di illegale nei contenuti del documentario:
…there is nothing there that warrants any criminal investigation by the authorities. Nothing highlighted in the documentary is in fact new; it merely echoes criticisms already brought forth by various NGOs
If there truly was anything that was misreported, the government could simply release their own statements to refute any inaccuracies.
… non c'è niente qui che giustifichi un'indagine criminale da parte delle autorità. In effetti non c'è nulla di nuovo in quello che viene sottolineato nel documentario; si limita a ribadire critiche che sono già state sollevate da varie ONG.
Se davvero qualcosa fosse stato riportato in maniera scorretta, il governo potrebbe semplicemente rilasciare le proprie dichiarazioni per confutare eventuali imprecisioni.
Un totale di 35 organizzazioni della società civile e 17 individui hanno firmato una dichiarazione a sostegno di Al Jazeera. Hanno anche criticato le autorità per aver esposto a un potenziale pericolo il lavoratore bangladese:
The government should not be complicit in human rights abuses against migrant workers, such as doxxing and threats, by promoting hatred or discrimination in their messaging.
Il governo non dovrebbe essere complice di abusi dei diritti umani contro i lavoratori migranti come divulgazione di dati personali e minacce, promuovendo odio o discriminazione nella loro comunicazione.
Accuse di oltraggio a Malaysiakini per i commenti dei lettori
Il sito di news Malaysiakini e il suo caporedattore Steven Gan affrontano un processo per oltraggio alla corte per un'accusa mossa dal Procuratore Generale Idrus Harun riguardo dei commenti lasciati sul sito dai lettori.
Idrus ha dichiarato che cinque commenti all’articolo di Malaysiakini intitolato ‘Presidente della Corte Suprema ordina a tutti i tribunali di essere pienamente operativi dal 1 luglio’ accusavano la magistratura di corruzione. Secondo Idrus questi commenti “minacciano la fiducia del pubblico nella magistratura e sono chiaramente mirati a intaccare l'esercizio della giustizia da parte della magistratura”.
Gan ha dichiarato che Malaysiakini ha già rimosso i commenti “sprezzanti”:
We have removed the allegedly contemptuous comments from our website not long after the news report on the reopening of the courts was uploaded.
Abbiamo rimosso i presunti commenti sprezzanti dal nostro sito non molto tempo dopo aver caricato sul sito il servizio sulla riapertura dei tribunali.
Malaysiakini ha presentato una petizione alla corte per far annullare il caso che però è stata rifiutata. L'udienza per oltraggio alla corte è ora programmata per il 13 luglio.
L'organizzazione per i diritti umani Suara Rakyat Malaysia ha lanciato l'allarme sull'impatto che la sentenza avrà sul lavoro di altre testate giornalistiche:
…the finding of the Federal Court thus far would undoubtedly have a chilling effect on free speech as a media organization may be liable for commentaries by its readers.
…the finding of the court suggests that individuals can conduct organized posting of contemptuous material on any moderated media website or social media comment sections to incriminate the said platform.
… la conclusione della Corte Federale per ora ha avuto senza dubbio un effetto paralizzante sulla libertà d'espressione, dato che una piattaforma di media potrebbe essere considerata colpevole per i commenti dei propri lettori.
… la conclusione della corte fa supporre che degli individui potrebbero organizzarsi per pubblicare contenuti offensivi su qualsiasi sito soggetto a moderazione o sezione commenti dei social media per far incriminare la piattaforma in questione.
Redattore di Code Blue indagato dalla polizia per servizio su incendio in ospedale
A marzo 2020, il sito di notizie sulla salute CodeBlue ha pubblicato quattro articoli in cui si sottolineavano le conclusioni pubbliche di un incendio avvenuto nel 2016 all'Ospedale Sultanah Aminah (HSA) che ha provocato la morte di sei pazienti.
La pubblicazione ha causato un'indagine della polizia per possibile violazione della Sezione 203A del Codice Penale che criminalizza la divulgazione di informazioni.
Il Center to Combat Corruption & Cronyism (Centro per la lotta alla corruzione e al clientelismo) ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna le azioni della polizia:
The act of writing about and disclosing the findings related to the fire was done to safeguard public interest and therefore should be protected and not be treated as a crime.
L'atto di scrivere e divulgare le conclusioni relative all'incendio è stato intrapreso per salvaguardare l'interesse pubblico e dunque dovrebbe essere protetto, e non trattato come un crimine.
La redattrice di CodeBlue Boo Su-Lyn dichiara che il suo caso ha ripercussioni più ampie:
Cops took my phone. It was a rather gruelling session, but I managed to stick to my ethos. This case isn't about me; it's about upholding transparency and accountability in governance. Health care providers must uphold patient safety. Learn from the fatal HSA fire; don't hide it.
— Boo Su-Lyn (@boosulyn) June 26, 2020
I poliziotti hanno preso il mio telefono. È stato un incontro davvero estenuante, ma sono riuscita a mantenermi fedele alla mia etica. Questo caso non riguarda me; riguarda la salvaguardia della trasparenza e la responsabilità del governo. Gli operatori sanitari devono salvaguardare la sicurezza dei pazienti. Imparate dal letale incendio dello HSA; non nascondetelo.
La giornalista Tashny Sukumaran convocata per un contributo a un libro
Tashny Sukumaran, inviata del giornale South China Morning Post di Hong Kong, ha scritto su Twitter di essere stata convocata per rilasciare una dichiarazione alla polizia riguardo al libro ‘Rebirth: Reformasi, Resistance And Hope in New Malaysia’ (Rinascita: movimento Reformasi, resistenza e speranza nella nuova Malesia).
I have been called to Bukit Aman this Friday so the police can take my statement regarding the banned book Rebirth: Reformasi, Resistance and Hope in New Malaysia. A lawyer will be accompanying me.
— Tashny Sukumaran (@tashny) July 8, 2020
Sono stata convocata a Bukit Aman questo venerdì perché la polizia raccolga una mia dichiarazione riguardo il libro proibito Rebirth: Reformasi, Resistance and Hope in New Malaysia. Sarò accompagnata da un avvocato.
Distribuito all'inizio di quest'anno, il libro raccoglie commentari sull'elezione del 2018, che ha destituito il partito che governava la Malesia dagli anni '50. Il nuovo primo ministro della Malesia aveva dichiarato di voler collaborare con i leader dell'ex partito di governo.
Tashny Sukumaran ha contribuito al libro con un articolo.
Il libro è diventato improvvisamente controverso e alla fine è stato vietato dal nuovo governo dopo proteste mosse contro la copertina, accusata di mancare di rispetto allo stemma nazionale.
Artisti e attivisti hanno dichiarato che la copertina del libro è ispirata da un'opera esposta in gallerie d'arte dal 2014.
In un thread di Twitter sulle convocazioni, Sukumaran ha criticato duramente il governo, accusandolo di perseguitare le voci critiche anziché concentrarsi sulla gestione della crisi della COVID-19:
In the face of a global pandemic and a looming recession, it is absolutely unconscionable and irresponsible that such undue focus be placed on harassing and intimidating media personnel, activists and migrants.
The government of the day should be working to earn the confidence and trust of voters, particularly given how it came to power this March. Creating a culture of fear and wielding state apparatus in a repressive manner to silence citizens is not the way to do this. Obviously.
Di fronte alla pandemia globale e all'incombente recessione, è assolutamente inconcepibile e irresponsabile che il governo si concentri così tanto sul perseguitare e intimidire personale dei media, attivisti e immigrati.
Il governo attuale dovrebbe impegnarsi per guadagnare la fiducia degli elettori, in particolare visto il modo in cui è salito al potere questo marzo. Creare una cultura di paura e sfruttare l'apparato statale in maniera repressiva per mettere a tacere i cittadini non è il modo di farlo. Ovviamente.
Man mano che i casi continuano ad accumularsi contro dissidenti e giornalisti, le organizzazioni della società civile reiterano la loro richiesta al governo:
Enact a right to information law and repeal or amend repressive laws such as the Printing Presses and Publications Act, the Official Secrets Act, the Sedition Act and Section 233 of the CMA, so that these laws are not utilised arbitrarily to stifle all manner of speech.
Varate una legge per il diritto di espressione e abrogate o rettificate leggi repressive come il Printing Presses and Publications Act, l'Official Secrets Act, il Sedition Act e la Sezione 233 del CMA, in modo che le leggi non siano usate arbitrariamente per reprimere ogni genere di espressione.