Nella Repubblica Democratica del Congo, la nuova legge tutelerà i diritti digitali dei cittadini?

Vista del centro di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Crediti: MONUSCO/Myriam Asmani / CC BY-SA 2.0

Questo articolo fa parte di UPROAR [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], iniziativa di Small Media che esorta i governi ad affrontare le sfide dei diritti digitali nella Universal Periodic Review (UPR)

Nella Repubblica Democratica del Congo orientale, da decenni colpita da conflitti armati, i gruppi ribelli ricorrono spesso a rapimenti per assicurarsi riscatti, nel tentativo di ottenere il potere nella regione.

Secondo LUCHA, un movimento di cittadini non violento e apartitico, i rapitori si sono ripetutamente serviti di reti di telecomunicazione per intimidire le famiglie delle vittime, chiedere e ricevere riscatti attraverso servizi di pagamento digitale.

LUCHA ha avviato una campagna in tutto il paese per rivendicare i diritti digitali violati da queste aziende di telecomunicazione. Il gruppo vuole [fr] che tali aziende “collaborino con i servizi di sicurezza, per localizzare i rapitori e identificare i loro collaboratori, ai fini di ridurre l'insicurezza…”, ha affermato la RFI.

A partire da marzo 2019, LUCHA ha organizzato manifestazioni pacifiche davanti agli uffici delle aziende di telecomunicazione per richiedere servizi di migliore qualità e una maggiore cooperazione con la sicurezza, ha comunicato Espoir Ngalukiye, membro di LUCHA, a Global Voices.

Attualmente, un movimento cittadino si sta battendo per reclamare i diritti digitali che sono stati violati per anni, a causa di una legge quadro del 2002 [fr]  relativa alle telecomunicazioni, vaga e obsoleta, che ancora oggi regola il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT).

La legge non tratta adeguatamente le violazioni dei diritti umani o l'impunità per i responsabili. Al contrario, permette al governo di violare i diritti digitali degli utenti: le autorità hanno precedentemente utilizzato la legge per giustificare l'interruzione dell'accesso alle reti e ai social media.

Secondo l'articolo 45 della legge [fr], le autorità hanno il diritto di vietare, “parzialmente o totalmente, per un periodo determinato, l'uso di impianti di telecomunicazione” per motivi di pubblica sicurezza e di difesa nazionale. Il governo ha anche il potere di requisire tali impianti, ai sensi della stessa legge.

La scarsa qualità dei servizi digitali e l'inesistenza di quadri normativi adeguati nel paese hanno portato a molteplici violazioni del diritto alla libertà di espressione e alla privacy.

La richiesta di una presa di responsabilità da parte delle aziende di telecomunicazione

Le aziende di telecomunicazione hanno subito critiche sempre più aspre per la qualità dei propri servizi e prezzi. In risposta, LUCHA ha avviato una campagna per richiedere prezzi più bassi nel 2019 e nuovamente nel 2020 [fr].

È passato un anno dal lancio della nostra campagna #ABasLesPrix per richiedere alle aziende di telecomunicazioni un servizio migliore per i clienti e prezzi equi; considerando il mancato rispetto delle loro promesse e di quelle di @OfficielArptc, riprenderemo la pressione a partire da lunedì 16 marzo.

Stufi dei servizi digitali scadenti, i cittadini hanno iniziato a esprimere la propria indignazione nei confronti delle aziende di telecomunicazione e alcuni hanno minacciato di intraprendere azioni legali.

Il 3 luglio, un cittadino ha accusato esplicitamente Orange DRC, una filiale del gruppo multinazionale di telecomunicazioni francese Orange, di violare il suo diritto di comunicare e di esprimersi, privandolo della possibilità di utilizzare pacchetti dati che aveva già attivato [fr].

Un diritto è stato rivendicato. Ho informato @Orange__RDC dei loro abusi prima di esporre denuncia. Ieri ho passato il peggio, come alcuni abbonati a Kisangani. La mia lettera…

Tuttavia molte di queste denunce non sono sfociate in sentenze, dato che la legge era troppo vaga per offrire indicazioni in merito a questo tipo di violazioni. 

Una nuova legislazione potrebbe tutelare i diritti dei congolesi?

Nel frattempo, un disegno di legge presentato dal governo è ancora in attesa di essere promulgato dal presidente Félix Tshisekedi.

Il 19 febbraio, durante una puntata del talk show “Parole aux auditeurs”, su Radio OKAPI, una stazione radiofonica dell'ONU [fr], il professore Kodjo Ndukuma, esperto del digitale, ha annunciato che “nell'aprile 2017 il governo ha introdotto un disegno di legge relativo alle telecomunicazioni”.

Il disegno di legge è stato approvato dall'Assemblea Nazionale il 7 maggio 2018 e ”approvato definitivamente” il 22 novembre 2018.

Il 7 febbraio, l'On. Deputato Nazionale Tony Mwaba ha presentato anche un disegno di legge “sulla sicurezza informatica e la criminalità informatica”. Non ha aggiunto ulteriori dettagli sul suo contenuto [fr]:

Venerdì 7 febbraio 2020 ho presentato un disegno di legge sulla sicurezza informatica e i reati informatici presso l'ufficio dell'assemblea nazionale. Spero di colmare il vuoto giuridico mostrato da questo settore nella R.D. DEL CONGO.

Ciò che non è chiaro, tuttavia, è se queste leggi, se promulgate, tuteleranno in qualche modo i diritti degli utenti nella R.D. del Congo. Le leggi non sono state rese disponibili al pubblico.

Una spinta ad essere ‘proattivi’

Durante la puntata di “Parole aux auditeurs”, alcuni ascoltatori hanno incoraggiato il governo e i parlamentari e si sono complimentati per la loro cultura “anticipatrice”, sempre al passo con gli incidenti legati alle violazioni dei diritti umani online.

Altri cittadini congolesi, però, sono stati scettici riguardo l'applicabilità di tutte queste leggi. Un ascoltatore ha chiamato per dire:

Ensuring citizens’ rights in the virtual space would require the government to have the necessary budget, staff and infrastructure to do even documentation or surveillance.

Garantire i diritti dei cittadini nello spazio virtuale richiederebbe che il governo avesse i fondi, il personale e le infrastrutture necessarie per fare anche la documentazione o la sorveglianza.

Finché ci saranno quadri giuridici poco chiari e in continuo cambiamento per proteggere i diritti umani all'interno dello spazio digitale, le violazioni dei diritti alla libertà di espressione e alla privacy continueranno. I cittadini continueranno anche a temere di rivendicare i propri diritti perché non c'è alcuna garanzia che queste leggi siano ideate per proteggerli negli spazi digitali. 

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